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Old 26-04-2006, 22:16   #41
trokij
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Originariamente inviato da jumpermax
Beh si è questo il punto... fanno passare il tempo, ti portano via tempo, ti rubano letteralmente le giornate. Se questa è una scelta, ed è ciò che vuoi dalla tua vita, bene. Ma se non lo è, per quanto tu possa reprimere, la percezione del tempo che scorre mentre tu sei costantemente impegnato a distaccarti da esso comunque non ti abbandona.
No non è una mia scelta, è la mia natura... non ho abbastanza forza di volontà da oppormi alla mia natura, non ci riesco e ogni volta che provo a reprimere le mie inclinazioni provo tutt'altro che felicità!
Forse a causa del mio carattere non sarò mai felice, ma mi sembra impossibile comportarmi in maniera diversa o meglio mi fa sentire un ipocrita!

Quote:
Originariamente inviato da Fil9998
Credo come ho detto che per noi occidentali sia un momento storico d'oro questo:
possiamo vedere e conoscere di tutto senza snaturarci o rinnegare le nostre radici culturali/esistenziali ... trarre beneficio di una vastità immensa di sapere per milleni segregato in culture e nazioni specifiche, confrontare fra loro queste esperienze per epurarne gli errori e mettere a buon profitto come persone e come collettività quelle idee che si son dimostrate nei millenni valide e profique linee guida indipendentemente dal contesto culturale ...
Hai ragione abbiamo una grande fortuna, possiamo fruire d'informazioni con facilità ed arrivare a conoscere cose di cui i nostri genitori alla nostra età nemmeno potevano immaginare l'esistenza!
Però credo in questo caso siano conoscenze fini a se stesse, una filosofia orientale inserita nel nostro contesto sociale, secondo me perde il suo significato originale, perde della sua naturalezza, diventa in qualche modo esotismo, ed il confine tra praticità, reale utilità o semplice piacere di coltivare, assaporare qualcosa di esotico è imho troppo labile!
Certo dipende dalla forma mentale di una persona io non potrei mai praticare una disciplina orientale che non abbia un senso pratico evidente, senza sentirmi un po ridicolo!
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Old 26-04-2006, 22:19   #42
Krammer
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Originariamente inviato da Fil9998
in Sè.


Tat twam asi dicono i Veda ... Tu sei Quello (cioè Sat-Chit-Ananda)
veramente chiedevo a jumper, mi pareva parlasse di fede religiosa
per il resto concordo che avere fiducia in sè stessi sia il primo fondamentale passo per star bene e mi pare abbastanza scontato
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Old 26-04-2006, 22:20   #43
jumpermax
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Originariamente inviato da Krammer
fede in cosa?
in qualsiasi cosa ci dia l'illusione della felicità assoluta.
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Old 26-04-2006, 22:22   #44
Fil9998
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Originariamente inviato da jumpermax
in qualsiasi cosa ci dia l'illusione della felicità assoluta.

l'illusione è la radice della infelicità.

la non-illusione ossia ESSERE coscienti della la "realtà nella sua globalità ed atemporalità" (quindi svincolati dal proprio personalissimo punto di vista) è Assoluta Coscienza-Batitudine.
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mac user = hai soldi da buttare; linux user = hai tempo da buttare; windows user = hai soldi e tempo da buttare

Ultima modifica di Fil9998 : 26-04-2006 alle 22:26.
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Old 26-04-2006, 22:22   #45
yossarian
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Originariamente inviato da eriol
interessante
libri sul buddhismo in particolare non ne conosci?
le quattro nobili verità e il nobile ottuplice sentiero; sono gli unici due testi che sono attribuiti al buddha e da cui deriverebbero tutte le speculazioni successive.

Il primo riguarda la scoperta e l'analisi della cause dell'infelicità e del dolore, il secondo dà dei suggerimenti sul come rimuovere queste cause.
Da notare che il buddismo, nella sua formulazione originaria, non prevedeva l'insegnamento di una dottrina ma suggeriva che ognuno cercasse l'illuminazione seguendo un proprio persorso personale; quindi, anche questi testi, non vanno interpretati alla stregua di una dottrina o di norme comportamentali, ma come una sorta di sostegno spirituale e un continuo sprone alla ricerca della vera via (che non può essere insegnata)
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Old 26-04-2006, 22:28   #46
jumpermax
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Originariamente inviato da trokij
No non è una mia scelta, è la mia natura... non ho abbastanza forza di volontà da oppormi alla mia natura, non ci riesco e ogni volta che provo a reprimere le mie inclinazioni provo tutt'altro che felicità!
Forse a causa del mio carattere non sarò mai felice, ma mi sembra impossibile comportarmi in maniera diversa o meglio mi fa sentire un ipocrita!
Su questo ti do ragione: il punto, almeno per quanto mi riguarda, è che seguire la mia natura che tende al nirvana di per se mi preclude la strada a quelle gioie effimere a cui non ho scelto volontariamente di rinunciare, quanto piuttosto inconsapevolmente di scappare.
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Old 26-04-2006, 22:35   #47
Fil9998
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imho "reprimendo" non si ottiene nulla, solo scontentezza e reazioni contrarie prima o poi.

Fare senza strafare "il giusto" godendo le gioie, ma senza dipendere dal godimento di esse le ci fa apprezzare di più perchè non scontate, ma uniche ed irripetibili e non ci incatena alla loro presenza o alla loro assenza.



in fin dei conti abbiamo un corpo che ha le sue necessità,
una mente emotiva che ha i sui desideri e repulsioni,
una mente razionale che "fa" e "disfa" ...

siamo fatti anche di queste cose oltre che di coscenza, perchè negarle od esaltarle oltre o sotto il loro valore ???

anche esse fanno parte del "grande Tutto".
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Old 26-04-2006, 22:38   #48
jumpermax
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Originariamente inviato da Fil9998
l'illusione è la radice della infelicità.

la non-illusione ossia ESSERE coscienti della la "realtà nella sua globalità ed atemporalità" (quindi svincolati dal proprio personalissimo punto di vista) è Assoluta Coscienza-Batitudine.
si in effetti mi sembra che il Dalai lama dica proprio questo... ma la domanda è, fintanto che l'illusione dura rende davvero infelici? Se mi illudo di avere speranze con una ragazza sono felice fintanto che non percepisco l'illusione. Insomma se davvero ci credi, fintanto che ci credi, non sei felice? Dopo è un altro paio di maniche...
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Old 26-04-2006, 22:43   #49
Fil9998
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in effetti in matrix non ci si sta proprio malaccio ...

finchè ...

finchè qualche conto "dentro" inizia a non tornare... magari in maniera "sorda e non definibile", ma presente, viva e vitale;

finchè non si ha qualche dejà vu.

lì si comincia ad immaginare cosa altro potrebbe essere e solitamente si immagina sbagliato ... ma il meccanismo dell'immaginare, del non accontentarsi dell'idea che si ha di se stessi, degli altri, del "mondo" è un meccanismo che negli anni porta molto avanti, spesso attaverso smusate e tentativi raffazzonati, ma il "procedere" diviene imprescindibile.

Passo dopo passo ci si affaccia a nuove vallate e paesaggi o semplicemente a quelli stessi di prima, ma vedendoli da una prospettiva diversa e più "piena e sensata".
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Ultima modifica di Fil9998 : 26-04-2006 alle 22:48.
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Old 26-04-2006, 22:47   #50
Krammer
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Originariamente inviato da jumpermax
in qualsiasi cosa ci dia l'illusione della felicità assoluta.
ma parli di una felicità per forza ultraterrena, giusto? felicità assoluta in un futuro ipotetico? se così fosse, perchè bollarla come illusione, chi lo sa che non possa esistere?
cmq sono il primo a non aver fede in ciò, e non perchè la mia ragione lo nega, ma perchè non lo sento, non ho fede appunto (per ora). credo che sarebbe giusto in ogni caso e per prima cosa ricercare la felicità nel presente, ed in fondo in fondo se ci pensi bene qualsiasi religione pone questo come principale obiettivo: la fede nel paradiso annulla le sofferenze terrene

voglio essere chiaro: i termini felicità assoluta sono inconciliabili, stanno su piani diversi. la felicità riguarda l'esistenza attuale, totalmente umana, l'assoluto riguarda l'essere (o non essere) metafisico.
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Old 26-04-2006, 22:50   #51
Krammer
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Originariamente inviato da yossarian
Da notare che il buddismo, nella sua formulazione originaria, non prevedeva l'insegnamento di una dottrina ma suggeriva che ognuno cercasse l'illuminazione seguendo un proprio persorso personale
hai fatto bene a ricordarlo, non è cosa da poco.
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Old 26-04-2006, 22:53   #52
-Yara-
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Originariamente inviato da eriol
molto interessante. libri sull' argomento?
Ti consiglio di leggere alcuni libri del Dalai Lama innanzitutto, come per esempio:
DALAI LAMA - La pratica della saggezza - percorso di meditazione verso l'armonia.
Che tra l'altro se non sbaglio è anche quello da cui è tratto il testo all'inizio del thread.

Poi ti consiglio anche un'altro libro "Dio in Te" di Ramtha, leggitelo, farai un favore a te stesso
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Old 26-04-2006, 23:00   #53
Krammer
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Originariamente inviato da jumpermax
si in effetti mi sembra che il Dalai lama dica proprio questo... ma la domanda è, fintanto che l'illusione dura rende davvero infelici? Se mi illudo di avere speranze con una ragazza sono felice fintanto che non percepisco l'illusione. Insomma se davvero ci credi, fintanto che ci credi, non sei felice? Dopo è un altro paio di maniche...
per il buddismo felicità (nirvana) significa assenza di desiderio, di passioni, di attaccamenti.
per il buddismo tutto ciò che percepiamo come realtà è illusione (il velo di maya)
quando si dispiega il velo, con la meditazione, si scopre la verità: tutto è nulla. con questo si raggiunge il nirvana, l'unica vera felicità permanente: si prende coscenza che sè e tutto coincidono, hanno esattamente la stessa (non)essenza.
quello che per te è felicità (seppur momentanea) per il buddismo e per il Dalai Lama non è felicità, anzi è fonte di infelicità (perchè quella sensazione di piacere svanirà e lascerà un doloroso vuoto, doloroso perchè permane il desiderio di presenza).

ma mica dobbiamo pensarla per forza come il dalai lama
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Old 26-04-2006, 23:00   #54
Fast&Furious
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La felicità assoluta è un qualcosa a cui si può tendere, proprio come la perfezione. La caratteristica stessa della vita umana è caratterizzata dal non raggiungimento totale della felicità (come per la perfezione), è quindi implicito che si può tendere alla felicità, ma averla al 100% non sarà possibile.

Questo è un mio pensiero, come tale ognuno potrà esser d'accordo o meno. Mi fa piacere cmq confrontar le mie idee con quelle degli altri, dato che dai confronti nasce la maturità.
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Old 27-04-2006, 19:35   #55
trokij
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Originariamente inviato da jumpermax
Su questo ti do ragione: il punto, almeno per quanto mi riguarda, è che seguire la mia natura che tende al nirvana di per se mi preclude la strada a quelle gioie effimere a cui non ho scelto volontariamente di rinunciare, quanto piuttosto inconsapevolmente di scappare.
Mi chiedo se questo sia un bene o meno, se la natura di una persona la porta a non avere necessità di seguire "il percorso" non è detto il risultato finale sia lo stesso!
Quote:
Originariamente inviato da Fil9998
imho "reprimendo" non si ottiene nulla, solo scontentezza e reazioni contrarie prima o poi.

Fare senza strafare "il giusto" godendo le gioie, ma senza dipendere dal godimento di esse le ci fa apprezzare di più perchè non scontate, ma uniche ed irripetibili e non ci incatena alla loro presenza o alla loro assenza.



in fin dei conti abbiamo un corpo che ha le sue necessità,
una mente emotiva che ha i sui desideri e repulsioni,
una mente razionale che "fa" e "disfa" ...

siamo fatti anche di queste cose oltre che di coscenza, perchè negarle od esaltarle oltre o sotto il loro valore ???

anche esse fanno parte del "grande Tutto".
Ma gioire delle proprie conquiste è il motore che ci spinge a fare di meglio, a continuare ad impegnarci!
Si è vero che c'è gente che nel momento in cui "perde" ne soffre... ma penso la maggiorparte riesca a trasformare la sofferenza in un punto di forza ad imparare dai propri errori!
Insomma la mia impressione è che mediamente gli esseri umani riescano a mantenere un buon equilibrio tra godimento e assenza di godimento!
Poi mi viene da pensare: i ricchi sono facilitati in questo percorso?visto che possono permettersi di non avere desideri e possono non soffrire dal perdere cose materiali?(vista la certezza che le ricompreranno presto)

Quote:
Originariamente inviato da Krammer
per il buddismo felicità (nirvana) significa assenza di desiderio, di passioni, di attaccamenti.
per il buddismo tutto ciò che percepiamo come realtà è illusione (il velo di maya)
quando si dispiega il velo, con la meditazione, si scopre la verità: tutto è nulla. con questo si raggiunge il nirvana, l'unica vera felicità permanente: si prende coscenza che sè e tutto coincidono, hanno esattamente la stessa (non)essenza.
quello che per te è felicità (seppur momentanea) per il buddismo e per il Dalai Lama non è felicità, anzi è fonte di infelicità (perchè quella sensazione di piacere svanirà e lascerà un doloroso vuoto, doloroso perchè permane il desiderio di presenza).

ma mica dobbiamo pensarla per forza come il dalai lama
Io nonostante abbia molti rimpianti ho la certezza che le mie scelte sbagliate, le decisioni che ho preso in passato che mi sembrano con l'ottica di oggi palesemente sbagliate, erano giuste nel momento in cui le ho prese, o meglio non ero in grado allora di prendere decisioni diverse!
Questa visione razionalista mi permette di non soffrire, per degli sbagli compiuti in passato!
I rimpianti e i desideri mi accompagnano e mi fanno soffrire, ma non posso che chiedermi fino a che punto mi fanno soffrire?non è invece che quella sofferenza mi rende infondo felice?
Ad esempio nella mia vita ho conosciuto tre ragazze per cui ho provato qualcosa che potrei definire vero amore, in realtà era anni luce dall'essere vero amore perchè platonico!
Ognuna la ho desiderata in diverse fasi della mia vita per diversi anni, ancora oggi mi capita di ripensare a loro, la prima era mia compagna alle medie
...non posso non pensare che se fossi stato piu bello, spigliato, (ricco?) forse le avrei conquistate tutte, forse le avrei avute tutte!
Ma siamo sicuri che in tal caso le avrei desiderate così tanto?non sarebbero diventate tre tra le tante, tre come tante?ecco mi capita di pensare che il desiderare una cosa irraggiungibile la renda ancora piu importante e preziosa!
Anche perchè mi capita spesso di non provare gioia ne felicità dall'ottenere una cosa che prima di avere desideravo!
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Old 27-04-2006, 19:38   #56
eriol
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Originariamente inviato da *sasha ITALIA*
mi fai paura

fil è uno dei migliori utenti qua dentro. voglio proprio dirlo.

ps: dopo leggo tutto il thread.
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Old 27-04-2006, 22:22   #57
neither
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Splendido thread
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Ciò che non mi uccide mi fortifica
Ho trattato felicemente con: NY0
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Old 27-04-2006, 22:30   #58
^TiGeRShArK^
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Originariamente inviato da Krammer
per quanto mi riguarda sono ancora in fase di ricerca di me stesso. ho sperimentando di tutto: riflessione ed azione, razionalità ed istinto, equilibrio ed eccesso, organizzazione e sregolatezza. Nulla di per sè mi ha dato una completa soddisfazione se non questa stessa continua ricerca, l'andare avanti ad occhi socchiusi senza una meta precisa, il cambiamento e la scoperta mi danno piacere. ho pochi rimorsi sul mio passato, la sola cosa che mi angoscia è il pensiero del futuro, del tutto indeterminato considerato il mio stile di vita e le mie aspettative. ma in cuor mio nonostante l'incertezza rimango fiducioso
Prendo il tuo post come spunto
in realtà la felicità assoluta non esiste.
L'uomo è spinto dal desiderio, dalla continua ricerca di qualcosa.
Anche la tua ricerca è la "spinta" che ti fa andare avanti a cercare qualcosa di cui senti la mancanza.
Tale mancanza, o "vuoto", però non potrà mai essere colmato.
L'esempio + semplice che mi viene in mente è quello di un bambino che vuole le caramelle.
Una volta avutele è felice.
Presto però si dimentica dei traguardi raggiunti e diventa un ragazzo.
Il ragazzo, spinto dal mondo che lo circonda (amici, ambiente, bisogno) vuole il motorino.
Avuto il motrorino è felice???
no di certo!
dopo un pò vuole la macchina per poter uscire con gli amici, per andare in discoteca, per potersi spostare con la pioggia senza bagnarsi come un pulcino.
Avuta la macchina di cosa ha bisogno???
di una ragazza per........................ vabbè... lo sapete!
avuta la ragazza, essendosi innamorato è convinto di essere felice....
ma cos'è quel vago senso di insoddisfazione ke lo circonda??
il bisogno di non sentirsi inutile, di darsi da fare....
ha bisogno di un buon lavoro per essere completamente indipendente e per potersi finalmente godere la vita...................
non continuo perchè sarebbe troppo lungo.
Alla fine la morale di questa storia è che il bambino che voleva le caramelle in realtà non potrà mai trovare pace se sarà sempre guidato dai desideri.
Egli vive per raggiungere la felicità ma la può solo sfiorare per poki attimi.
Essa continuerà ad essere sfuggente come un pugno di sabbia stretto nel pugno che più chiudiamo con fermezza e che maggiormente filtra e cade a terra.
Alla fine qual'è lo scopo della vita?
trovare la felicità?
non penso proprio perchè altrimenti non la raggiungeremmo mai.
trovare noi stessi?
allo stesso modo sono perplesso perchè che vuol dire trovare se stessi???
vuol forse dire cercare di capire cosa ci da soddisfazione?
allora ricade nel primo punto.
vuol dire cercare di capire perchè esistiamo e a cosa siamo destinati?
può essere, ma è una ricerca inerenetemente impossibile in quanto nessuno sa dare una risposta a queste domande.
Alla fine quindi la vera domanda è:
Perchè viviamo la nostra vita???
la risposta è di continuare a viverla, perchè durante il corso della nostra vita non potremo mai sapere dove stiamo andando e perchè, ma siamo come un viandante lungo un sentiero che vede solo la lunga e interminabile strada dietro di sè e davanti a sè.
l'unica cosa che può fare è andare avanti.
Non sa dove arriverà, ma sa che quella lunga strada alla fine lo porterà al suo traguardo.
Quindi dopo questa considerazione sembrerebbe che coloro i quali vivono la loro vita "con leggerezza" non curandosi del proprio futuro possano trovare la felicità poichè vanno sempre avanti senza porsi domande.
Però imho non è così.
Alla fine lungo la strada incontreremo tantissimi bivi.
Il modo per trovare la via giusta non è di andare sempre diritti non pensando a niente, ma quello di proseguire lungo il cammino cercando sempre di scegliere il bivio "giusto", quello che ci è stato consigliato dal viandante appena incontrato, quello che ci sembra più promettente date le eseprienze di vita che abbiamo vissuto.
quello che sappaimo riconoscere come il sentiero giusto perchè lo "sentiamo" dentro di noi.
Alla fine vagare senza una meta non porta quasi mai verso la strada giusta.
Ma il "sentire" la strada che si sta percorrendo, ponendoci ad ogni bivio (e solo allora) la domanda se il sentiero che stiamo percorrendo è quello giusto, ci permetterà molto probabilmente di giungere a destinazione.
Vabbè... spero che si sia capito qualcosa da questo mio derilante post, ma purtroppo ci sono cose che per quanto mi sforzi non riesco ad esprimere in maniera sufficientemente comprensibile
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Old 27-04-2006, 22:36   #59
^TiGeRShArK^
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Originariamente inviato da siluro85
secondo me la felicità quella vera è qualcosa che esula da qualsiasi pratica religiosa...politica comportamentale....secondo me la felicità vera per una persona è quella data da uno stato di benessere continuativo nel tempo...benessere incondizionato...senza se senza ma....e quello che ci rende veramente felici...e quello che ci fa star realmente bene lo sappiamo solo noi....
non sono d'accordo.
Se noi non conoscessimo sentimenti negativi, potremmo provare sentimenti positivi???
se noi vivessimo in uno stato di perenne felicità cosa accadrebbe?
dopo un pò questo stato apparentemente felice in realtà diventerebbe la normalità, la consuetudine.
In quanto esseri umani la consuetudine ci annoia.
Quindi alla fine anche la felicità ci annoierebbe.
un pò come i drogati.
Loro facendosi non fanno altro che innalzare il livello di endorfine nel cervello.
Ma continuando a farsi non fanno altro che assuefarsi a questa felicità fittizia.
Alla fine si stancherebbero pure di questa felicità, ma devono continuare a farsi per non ripiombare nella normalità, che confrontata con quel livello di "felicità" non potrà che sembrare il baratro + profondo e + oscuro che possiamo immaginare.
Gli unici momenti di "quasi-normalità" che vivrebbero sono quelli che all'inizio gli sembravano come la Felicità con la F maiuscola.
Alla fine loro, nonstante abbiano la "felicità" a portata di siringa o di pista, non sono altro che gli esseri + infelici del mondo.
Perchè hanno perso la voglia di andare avanti.
Si sono fermati lungo la loro strada (vedi post precedente ) attratti dal miraggio della felicità, e ormai sono troppo stanchi per ripartire.
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^TiGeRShArK^ è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 27-04-2006, 22:39   #60
majin mixxi
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L'Avatar di majin mixxi
 
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Città: Milano Tokyo , purtroppo Utente con le palle fracassate
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Time - Pink Floyd


Ticking away the moments that make up a dull day
You fritter and waste the hours in an offhand way.
Kicking around on a piece of ground in your home town
Waiting for soemone or something to show you the way.

Tired of lying in the sunshine staying home to watch the rain.
You are young and life is long and there is time to kill today.
And then one day you find ten years have got behind you.
No one told you when to run, you missed the starting gun.

So you run and you run to catch up with the sun but it's sinking
Racing around to come up behind you again.
The sun is the same in a relative way but you're older,
Shorter of breath and one day closer to death.

Every year is getting shorter never seem to find the time.
Plans that either come to nought or half a page of scribbled lines
Hanging on in quiet desparation is the English way
The time is gone, the song is over,
Thought I'd something more to say.





Tempo
Contando i momenti che compongono un giorno noioso
Butti via e sprechi le ore senza pensarci
Andando a spasso per la città
Aspettando qualcuno o qualcosa che ti indichi la strada

Stanco di stare disteso al sole, stando a casa a guardare la pioggia
Sei giovane e la vita è lunga e hai tempo da buttar via oggi
E poi un giorno scopri che dieci anni sono passati alle tue spalle
Nessuno ti ha detto quando correre, ti sei perso il segnale di partenza

E allora corri e corri per raggiungere il sole ma sta affondando
Facendo il giro per riemergere alle tue spalle
Il sole è sempre relativamente lo stesso ma tu sei più vecchio
Col fiato più corto ed un giorno più vicino alla morte

Ogni giorno diventa più corto, sembra di non riuscire mai a trovare il tempo
Piani che finiscono in nulla o in mezza pagina di appunti scarabocchiati
Tener duro in quieta disperazione è lo stile inglese
Il tempo è andato, la canzone è terminata
Pensavo di avere qualcos'altro da dire
__________________
Kotoshi mo yoroshiku onegai-itashimasu
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