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Old 07-05-2006, 10:44   #21
misterx
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la politica pappa, tassa e basta. La politica non ha mai centrato nulla con le riprese economiche di alcun tipo. La ripresa è sempre stata opera esclusiva di chi lavora e non certo di chi chiacchiera.
Mai sentito di aziende in crisi he si riprendono grazie alla politica, che chiudono grazie alla politica si
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Old 07-05-2006, 12:46   #22
NeSs1dorma
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Sorpresa, la crisi non c'è più


di Giuliano Ferrara
3/5/2006



Dopo la vittoria di Prodi sono spariti i tanti profeti di sventura.



Sono sempre più sbalordito dalla brevità inaudita del ciclo della menzogna e della propaganda. Si moltiplicano a partire dal 9 aprile, quando le urne erano appena aperte ma i giochi già chiusi, i segnali di conforto sull’andamento dell’economia italiana. Non che sia il Bengodi, naturalmente, ma oggi lo slogan «più latte per tutti», fondato sull’incapacità media delle famiglie di comprare l’alimento per i piccini nell’ultima settimana del mese, fa già sorridere. Mi ero permesso di sorridere, non senza apprensione, fin da quando lo slogan fu lanciato contro il governo Berlusconi e il ministro Giulio Tremonti dal serissimo Pierluigi Bersani, ministro economico ombra dell’opposizione, durante una conferenza del 2005 in cui fu citato come teste il capo azienda della coop Granarolo. Ebbi qualche mese dopo il conforto dei fatturati della Granarolo, che era in ottima salute perché vendeva latte e latticini con grande successo, ma il dato era confinato nelle elitarie pagine economiche, nelle agenzie di stampa, mentre lo slogan della quarta settimana a pane e acqua campeggiava sulle prime pagine di tutti i giornali, in testa a tutti i telegiornali, nei pensum acutissimi di molti commentatori di ogni schiatta e appartenenza.

L’ottimismo sfrenato e non abbastanza convincente di Silvio Berlusconi, nell’ultimo miglio della campagna elettorale, era la risposta insofferente a una delle più efficaci mistificazioni demagogiche mai messe in campo nella politica nazionale. Perfino i demagoghi, come tutti i veri demagoghi, credevano o facevano le viste di credere in ciò che dicevano. Così accadde che nello scontro per il governo, nella lunga battaglia elettorale, abbiamo parlato di niente, di una cosa che non è mai esistita se non in casi estremi, di vera povertà, che furono artatamente confusi con la media dei consumi nazionali, con un indice di declino dei consumi testimone del declino più generale dell’economia. Conduttori tv, banditori della catastrofe nazionale, leader dell’opinione pubblica e confindustriale, sindacalisti e politici spregiudicati costruirono i loro famosi successi di immagine su una non cosa, su un non fatto, sul nulla organizzato e bene orchestrato.
Fatto è che non di solo latte è vissuto l’uomo nella politica italiana, e non solo quella risulta a urne chiuse una notizia che si smentisce da sola per la sua improbabilità. Il successo clamoroso della legge Biagi nella lotta contro la disoccupazione fu mascherato astutamente dalla polemica pauperista sul «precariato dilagante», il cui sfondo di cultura, mesto e irresponsabile, è stato denunciato allegramente e disperatamente da Guido Ceronetti sulla Stampa. Noi siamo al 7 per cento di disoccupazione, la Germania al 12: ma i numeri nulla possono in un paese sfrontatamente umanista contro la virtù obliqua delle parole, massimamente contro l’aggettivo «percepito». L’inflazione percepita, la disoccupazione percepita, e infine il declino percepito. E questo è il punto più impressionante. Luca di Montezemolo ha parlato nei mesi caldi del declino inesistente di crisi depressiva da dopoguerra, ma intanto si è visto che la Fiat riusciva a farcela.
Quasi tutti gli economisti e i giornalisti economici e i politici che si occupavano di economia sostenevano che le esportazioni erano in una fase morente del loro ciclo, che la capacità di innovazione del sistema industriale era pari alla crescita, uno zero su zero a somma zero.

Mario Draghi, nuovo governatore della Banca d’Italia, aveva per la verità timidamente affacciato da subito il suo volto di primo della classe imbattibile su uno scenario assai diverso. Poi, alla fine della campagna elettorale, giusto la domenica del 9 aprile, i giornali pubblicavano la sua analisi consolante di una ripresa che c’è, di un Paese che ce la farà benone, basta che faccia alcune cose doverose e non prendendola troppo alla lunga. Il dato più surreale adesso ci dice che nei distretti industriali del Nord il sistema si è lentamente ma sicuramente ristrutturato, che gli imprenditori una soluzione competitiva l’hanno trovata e che, a parte il tessile duramente aggredito dalla concorrenza impossibile della Cina e degli altri asiatici, le vele della produzione, dell’export e dell’innovazione cosiddetta di prodotto sono abbastanza gonfie di vento da far camminare la barca, e a poppa si vede una bella scia spumosa che induce i nuovi governanti, le Cassandre di ieri che però avevano torto, a dichiarare che l’Italia è un grande paese e ce la farà, altro che declino, basta che al timone ci stiano loro.
È normale che in politica l’opposizione sparli, il governo straparli, e alla fine si invertano le parti dopo un voto che rovescia i ruoli. Ma non è normale che l’insieme della società civile, padroni e sindacati, giornali e circuito della verità virtuale televisiva, tutti avallino una balla così gigantesca come quella del declino, una balla a tempo giocata su un giudizio di Dio che percuote il Paese, lo prostra e lo induce nell’errore psicologico di deprimersi. Bersani e Giulio Tremonti potevano ben litigare con le loro forzature, più vistose e sfacciate quelle di Bersani, ma tutti o quasi tutti noi in coro a fare la riverenza alla menzogna, che spettacolo, ragazzi.
NeSs1dorma è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 08-05-2006, 19:15   #23
00Luca
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http://www.corriere.it/Primo_Piano/E...o/08/pil.shtml

L'Italia non sta rispettando il percorso di rientro dal disavanzo Ue: conti italiani a rischio, serve la manovra
Per Bruxelles rapporto deficit-Pil salirà nel 2006 al 4,1% contro il 3,8% stimato da governo. Almunia: necessari tagli più ambiziosi

BRUXELLES (BELGIO) - Conti pubblici italiani ancora a rischio. E, soprattutto, debito ancora troppo alto, tanto da ruichiedere interventio aggiuntivi ripsetto a quelli previsti dalla Finanziaria 2006. Per l'Italia come per il resto dei Paesi membri i conti pubblici vanno meglio di quanto previsto in autunno, ma per questo la Commissione Ue «resta più prudente». Per rispettare gli imegni, dice il commissario europeo per gli Affari economici Joaquin Almunia, l'Italia dovrà fare di più, forse anche una manovra aggiuntiva. «Prodi sa bene cosa deve fare. Ora il problema - dice Almunia - è quali misure adottare per raggiungere gli obiettivi. La cosa più importante è di tornare ad una posizione di sostenibilità poiché il livello di debito è troppo alto. È necessario attuare tutte le misure contenute nella Finanziaria e, se necessario, qualche misura aggiuntiva in più per raggiungere gli obiettivi di correzione del deficit».
IL Commissario Ue agli Affari Economici Joaquin Almunia (Reuters)


ALMUNIA - «Per molti paesi europei si rendono necessati tagli più ambiziosi per la riduzione del deficit» ha affermato il commissario agli Affari monetari, Joaquin Almunia, nella conferenza stampa di presentazione del Rapporto di Primavera. Almunia ha in particolare fatto il caso dell'Italia e del Portogallo. In Italia, ha ricordato, la previsione fatta di deficit pil quest'anno è del 4,1% «oltre la cifra prevista dal governo (3,8% ndr) che, senza particolari interventi si porterà alncora più oltre al 4,5% nel 2007%. A rischio anche Francia e Grecia che, in assenza di ulteriori interventi, si riporteranno oltre il 3% nel 2007. «Sarà importante - ha aggiunto Almunia - realizzare gli sforzi previsti dai bilanci 2006 così come per questi paesi continuare anche il prossimo anno sulla strada del risanamento».
«Il problema è implementare tutte le misure contenute nella Finanziaria 2006 e, se necessario, alcune misure aggiuntive per raggiungere l'obiettivo di correggere il deficit» ha poi aggiunto Almunia.

DEFICIT - La conclusione di Almunia si basa sul Rapporto di Primavera appena pubblicato la Commissione Ue. Se da una parte taglia al ribasso le previsioni sul rapporto deficit-Pil: 4,1% nel 2006, (contro il 4,2% indicato nel rapporto precedente) e 4,5% per il 2007 se non ci sarà alcun tipo di manovra aggiuntiva, invece del 4,6% dall'altra previsione, resta cauta nelle sue valutazioni. Anche il debito va meglio del previsto con un 107,4% per il 2006 invece del 108,3% ed un 107,9% per il 2007 (107,9%). Ma è ancora troppo alto e le previsioni degli economisti di Bruxelles sono tuttavia peggiori rispetto a quelle della trimestrale di cassa (che prevedeva un 3,8% nel 2006).

PREOCCUPAZIONE - Nella raccomandazione di luglio 2005, l'Ecofin ha dato all'Italia due anni di tempo, cioè sino alla fine del 2007, per riportare il rapporto deficit-pil sotto il tetto del 3%. In particolare, all'Italia è stata chiesta una riduzione strutturale del disavanzo, ossia al netto delle misure una tantum e dell'andamento del ciclo, pari all'1,6% in due anni, di cui almeno lo 0,8% da conseguirsi nel 2006. Allo stato attuale, quindi, e se le previsioni di Bruxelles sull'andamento del deficit di quest'anno saranno confermate, l'Italia non sta rispettando il percorso di rientro del disavanzo concordato con l'Europa. Circostanza che potrebbe teoricamente portare - stando alle regole del Patto di stabilità e crescita - sia a un inasprimento della procedura per deficit eccessivo, sia alla richiesta nei prossimi mesi, da parte della Commissione, di una manovra-bis.

OSSERVAZIONI - «Le stime di un deficit-pil pari al 4,1% nel 2006», osservano inoltre a Bruxelles, «contrastano con le proiezioni ufficiali contenute nell'aggiornamento del 2005 del programma di stabilità dell'Italia, che quest'anno puntava a un disavanzo del 3,5%». Nonostante un rapporto deficit-pil 2005 al 4,1%, quindi migliore delle previsioni, la Commissione rimarca come «il ministero dell'Economia e delle finanze abbia rivisto al rialzo, portandole al 3,8%, le proprie stime sul deficit-pil di quest'anno, soprattutto a causa di sfondamenti della spesa».

DRAGHI - «Sicuramente c'è un trend di crescita del deficit» italiano ha detto il governatore di Bankitalia Mario Draghi commentando le previsioni di primavera della Commissione Ue che lo indicano per quest'anno al 4,1%. «Dovremo valutarlo», ha poi aggiunto Draghi.
La crescita dell'1,3% del Pil stimata per il 2006 dalla Ue per l'Italia però è «un dato non negativo» secondo il governatore di Bankitalia. «La ripresa è in corso in Europa, con la Germania che tira e questo va bene sia per l'Europa che per l'Italia», ha detto Draghi.

08 maggio 2006
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Old 08-05-2006, 21:04   #24
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Sorpresa, la crisi non c'è più


di Giuliano Ferrara
3/5/2006



Dopo la vittoria di Prodi sono spariti i tanti profeti di sventura.



Sono sempre più sbalordito dalla brevità inaudita del ciclo della menzogna e della propaganda. Si moltiplicano a partire dal 9 aprile, quando le urne erano appena aperte ma i giochi già chiusi, i segnali di conforto sull’andamento dell’economia italiana. Non che sia il Bengodi, naturalmente, ma oggi lo slogan «più latte per tutti», fondato sull’incapacità media delle famiglie di comprare l’alimento per i piccini nell’ultima settimana del mese, fa già sorridere. Mi ero permesso di sorridere, non senza apprensione, fin da quando lo slogan fu lanciato contro il governo Berlusconi e il ministro Giulio Tremonti dal serissimo Pierluigi Bersani, ministro economico ombra dell’opposizione, durante una conferenza del 2005 in cui fu citato come teste il capo azienda della coop Granarolo. Ebbi qualche mese dopo il conforto dei fatturati della Granarolo, che era in ottima salute perché vendeva latte e latticini con grande successo, ma il dato era confinato nelle elitarie pagine economiche, nelle agenzie di stampa, mentre lo slogan della quarta settimana a pane e acqua campeggiava sulle prime pagine di tutti i giornali, in testa a tutti i telegiornali, nei pensum acutissimi di molti commentatori di ogni schiatta e appartenenza.

L’ottimismo sfrenato e non abbastanza convincente di Silvio Berlusconi, nell’ultimo miglio della campagna elettorale, era la risposta insofferente a una delle più efficaci mistificazioni demagogiche mai messe in campo nella politica nazionale. Perfino i demagoghi, come tutti i veri demagoghi, credevano o facevano le viste di credere in ciò che dicevano. Così accadde che nello scontro per il governo, nella lunga battaglia elettorale, abbiamo parlato di niente, di una cosa che non è mai esistita se non in casi estremi, di vera povertà, che furono artatamente confusi con la media dei consumi nazionali, con un indice di declino dei consumi testimone del declino più generale dell’economia. Conduttori tv, banditori della catastrofe nazionale, leader dell’opinione pubblica e confindustriale, sindacalisti e politici spregiudicati costruirono i loro famosi successi di immagine su una non cosa, su un non fatto, sul nulla organizzato e bene orchestrato.
Fatto è che non di solo latte è vissuto l’uomo nella politica italiana, e non solo quella risulta a urne chiuse una notizia che si smentisce da sola per la sua improbabilità. Il successo clamoroso della legge Biagi nella lotta contro la disoccupazione fu mascherato astutamente dalla polemica pauperista sul «precariato dilagante», il cui sfondo di cultura, mesto e irresponsabile, è stato denunciato allegramente e disperatamente da Guido Ceronetti sulla Stampa. Noi siamo al 7 per cento di disoccupazione, la Germania al 12: ma i numeri nulla possono in un paese sfrontatamente umanista contro la virtù obliqua delle parole, massimamente contro l’aggettivo «percepito». L’inflazione percepita, la disoccupazione percepita, e infine il declino percepito. E questo è il punto più impressionante. Luca di Montezemolo ha parlato nei mesi caldi del declino inesistente di crisi depressiva da dopoguerra, ma intanto si è visto che la Fiat riusciva a farcela.
Quasi tutti gli economisti e i giornalisti economici e i politici che si occupavano di economia sostenevano che le esportazioni erano in una fase morente del loro ciclo, che la capacità di innovazione del sistema industriale era pari alla crescita, uno zero su zero a somma zero.

Mario Draghi, nuovo governatore della Banca d’Italia, aveva per la verità timidamente affacciato da subito il suo volto di primo della classe imbattibile su uno scenario assai diverso. Poi, alla fine della campagna elettorale, giusto la domenica del 9 aprile, i giornali pubblicavano la sua analisi consolante di una ripresa che c’è, di un Paese che ce la farà benone, basta che faccia alcune cose doverose e non prendendola troppo alla lunga. Il dato più surreale adesso ci dice che nei distretti industriali del Nord il sistema si è lentamente ma sicuramente ristrutturato, che gli imprenditori una soluzione competitiva l’hanno trovata e che, a parte il tessile duramente aggredito dalla concorrenza impossibile della Cina e degli altri asiatici, le vele della produzione, dell’export e dell’innovazione cosiddetta di prodotto sono abbastanza gonfie di vento da far camminare la barca, e a poppa si vede una bella scia spumosa che induce i nuovi governanti, le Cassandre di ieri che però avevano torto, a dichiarare che l’Italia è un grande paese e ce la farà, altro che declino, basta che al timone ci stiano loro.
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Bell'articolo
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Old 08-05-2006, 22:02   #25
alphacygni
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Old 09-05-2006, 07:34   #26
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Sorpresa, la crisi non c'è più
...
di Giuliano Ferrara
3/5/2006

Dopo la vittoria di Prodi sono spariti i tanti profeti di sventura.
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Ma non è normale che l’insieme della società civile, padroni e sindacati, giornali e circuito della verità virtuale televisiva, tutti avallino una balla così gigantesca come quella del declino, una balla a tempo giocata su un giudizio di Dio che percuote il Paese, lo prostra e lo induce nell’errore psicologico di deprimersi.
...


Come al solito le cazzate della propaganda di Ferrara sono smentite dai FATTI.

http://www.repubblica.it/2006/05/sez...pporto-ue.html

Le stime di primavera della Commissione europea:
crescita modesta, troppo alto il rapporto deficit-pil
Conti, la Ue bacchetta l'Italia
"Non rispettati gli impegni"
Almunia: "Aspetto di conoscere il nuovo ministro dell'Economia per sapere come il governo pensa di rispettare gli impegni presi"



BRUXELLES - L'andamento dei conti pubblici italiani contrasta con gli impegni comunitari. Lo sostiene la Commissione europea nel suo rapporto di primavera, secondo il quale la stagnazione del pil nel 2005, seguìta alla crescita piatta degli anni precedenti, "conferma la debolezza strutturale dell'economia italiana in un periodo di ripresa globale". I numeri relativi al nostro Paese, dunque, forniscono nel complesso un quadro in cui l'economia resta debole e non a caso la Ue assume un atteggiamento "prudente". "Sicuramente c'è un trend di crescita del deficit - ha detto il governatore di Bankitalia Mario Draghi commentando le previsioni della Commissione Ue - dovremo valutarlo".

Nel dare il via libera alla Finanziaria 2006, la stessa Commissione "era consapevole dei seri rischi di implementazione della finanziaria": lo ha dichiarato il commissario agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, aggiungendo che le autorità europee erano "perfettamente consapevoli che questo fosse un anno elettorale per l'Italia che avrebbe comportato qualche mese senza governo ben definito". "Aspetto di conoscere il nuovo ministro dell'Economia - ha aggiunto Almunia, che non esclude misure aggiuntive per raggiungere l'obiettivo di correggerre il deficit - per conoscere dal governo come pensa di rispettare gli impegni presi" e.

Secondo le previsioni, nel 2006 il pil crescerà dell'1,3% e nel 2007 dell'1,2%, stime che segnalano una "ripresa modesta". Il rapporto deficit-pil sarà quest'anno del 4,1% e, se non si attueranno interventi correttivi nel prossimo, arriverà al 4,5%. Il debito sarà al 107,4% nel 2006 e al 107,7% nel 2007. Nel complesso per l'Italia, come per il resto dei Paesi membri, i conti pubblici vanno meglio di quanto previsto in autunno ma non come indicato nella Finanziaria 2006.

La correzione del rapporto deficit-pil nel 2006 è nettamente inferiore alle richieste fatte all'Italia da Bruxelles a luglio dell'anno scorso, quando il consiglio Ecofin aprì una procedura per deficit eccessivo, dando all'Italia due anni di tempo - fino alla fine del 2007 - per riportare il rapporto deficit-pil sotto il tetto del 3%. In particolare, all'Italia è stata chiesta una riduzione strutturale del disavanzo, ossia al netto delle misure una tantum, e dell'andamento del ciclo, pari all'1,6% in due anni (di cui almeno lo 0,8% da conseguirsi nel 2006).

Secondo le stime dell'esecutivo europeo, tale deficit strutturale "si prevede migliorerà nel 2006 di poco meno di un quarto di punto percentuale (0,25%, ndr), quindi molto meno dei tre quarti di punto (0,75%, ndr) indicati nella raccomandazione del Consiglio in base all.art 104.7 del Trattato".

Per quanto riguarda l'area euro, la Commissione stima una crescita pari al 2,1% quest'anno e all'1,8% nel 2007. Nell'Unione a 25, invece, il pil dovrebbe aumentare, rispettivamente del 2,3% e del 2,2%. Gli esperti Ue parlano di "ripresa marcata" derivante soprattutto da "un robusto aumento degli investimenti, da una crescita globale forte e continuata e dal miglioramento delle prospettive in Germania".

Bruxelles osserva che "i consumi privati sono stati molto deboli e gli investimenti si sono ridotti", e sottolinea come "le persistenti difficoltà nei conti pubblici potrebbero avere intaccato la fiducia degli attori economici" e come il contributo della domanda interna alla crescita sia stato "marginalmente positivo solo grazie all'aumento dei consumi pubblici". Sul fronte esterno, "le esportazioni reali hanno continuato a segnare grandi perdite di quote di mercato a le esportazioni nette hanno frenato la crescita del pil".

(8 maggio 2006)

--------------------------------------

Il pessimo andamento dei conti pubblici italiani era NOTO da tempo, almeno per chi si informa.
Ultima nota: in mancanza di meglio negli ultimi tempi l'unico refrain per 3monti & C. era rimasto ricordare i disoccupati tedeschi (naturalmente glissando sui metodi usati per "conteggiare" - o meglio diminuire - i nostri) omettendo il loro tasso di crescita del PIL e la loro crescita delle esportazioni che nel 2005 li hanno portati ad essere il primo paese al mondo per valore di esportazioni. Sul confronto con l'Italia meglios tender eun velo pietoso.


Ciao
Ciao

Federico
flisi71 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 09-05-2006, 15:34   #27
Fil9998
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cominciamo a fare i conti a fine esercizio economico e legislatura.


le chiacchere, di dx o di sx che siano e specie se fatte
come premessa a fatti ed eventi
stanno a zero ....

e pure i bilanci vista la "difformità" nell' "interpretarli"; quasi che fossero dei tarocchi invece che realtà economico-sociali.
__________________
mac user = hai soldi da buttare; linux user = hai tempo da buttare; windows user = hai soldi e tempo da buttare
Fil9998 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 09-05-2006, 15:41   #28
flisi71
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I dati reali ci dicono che la situazione NON ERA rosea e NON lo è nemmeno adesso, a dispetto dei proclami che dipingevano, contro ogni evidenza, una situazione da paese delle favole.
Erano molto più realistici e veritieri, pur se ovviamente molto calcati, gli allarmi ripresi dall'opposizione di csx (che non li creava da zero creando un clima di sfiducia - come millantava l'ex premier - ma si basava su dati REALI di Istat, Eurostat, FMI ecc...).



Ciao

Federico
flisi71 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 11-05-2006, 11:39   #29
00Luca
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http://www.repubblica.it/2006/05/sez...rimestre1.html

Rispetto agli ultimi tre mesi 2005, comunica l'Istat, il rialzo
è dello 0,6%, analogo a quello della zona euro e dell'Ue a 25
Pil I trimestre, su anno +1,5%
è la crescita più alta dal 2001
L'aumento è la sintesi di un aumento del valore aggiunto dell'industria e dei servizi e di una diminuzione dell'agricoltura

ROMA - Il prodotto interno lordo italiano è cresciuto nel primo trimestre 2006 dello 0,6% rispetto al quarto trimestre del 2005, quando la crescita era stata nulla. L'aumento tendenziale, rispetto al primo trimestre 2005, è stato invece dell'1,5%. Lo rileva l'Istat, in base alla stima preliminare delle informazioni finora disponibili.

La crescita tendenziale del Pil rappresenta l'aumento più alto registrato dal secondo trimestre 2001, quando la crescita tendenziale era stata del 2,3%. Spiega inoltre l'Istat che il tasso di crescita dell'economia acquisito per il 2006 (quello che si otterrebbe con variazioni nulle nei prossimi tre trimestri), dopo il primo trimestre, è pari allo 0,9%.

Il risultato congiunturale del Pil è la sintesi di un aumento del valore aggiunto dell'industria e dei servizi e di una diminuzione dell'agricoltura, comunica ancora l'Istat. Il primo trimestre del 2006 ha avuto due giornate lavorative in più rispetto sia al trimestre precedente che al primo trimestre del 2005.

I dati italiani del primo trimestre non sfigurano al confronto con quelli di altri paesi e dell'area euro. Nel primo trimestre il Pil è cresciuto in termini congiunturali dell'1,2% negli Stati Uniti e dello 0,6% nel Regno Unito. In termini tendenziali, il Pil è cresciuto del 3,5% negli Stati Uniti e del 2,2% nel Regno Unito. L'ufficio di statistica europea Eurostat ha reso noto che l'economia dell'area euro e dell'Ue-25 è stimata in crescita dello 0,6% nel primo trimestre 2006, in accelerazione rispetto al +0,3% registrato dal Pil di Eurolandia (+0,4% nell'Ue-25) negli ultimi tre mesi dell'anno scorso.

Su base annuale, raffrontato cioè al primo trimestre del 2005, secondo l'ufficio statistico Ue il Pil dell'area euro ha segnato un progresso del 2% (quello dell'Ue-25 un avanzamento del 2,2%), in progressione rispetto al +1,8% di gennaio-marzo dell'anno scorso.

(11 maggio 2006)
00Luca è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 11-05-2006, 13:33   #30
roverello
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Originariamente inviato da 00Luca
http://www.repubblica.it/2006/05/sez...rimestre1.html

Rispetto agli ultimi tre mesi 2005, comunica l'Istat, il rialzo
è dello 0,6%, analogo a quello della zona euro e dell'Ue a 25
Pil I trimestre, su anno +1,5%
è la crescita più alta dal 2001
L'aumento è la sintesi di un aumento del valore aggiunto dell'industria e dei servizi e di una diminuzione dell'agricoltura

ROMA - Il prodotto interno lordo italiano è cresciuto nel primo trimestre 2006 dello 0,6% rispetto al quarto trimestre del 2005, quando la crescita era stata nulla. L'aumento tendenziale, rispetto al primo trimestre 2005, è stato invece dell'1,5%. Lo rileva l'Istat, in base alla stima preliminare delle informazioni finora disponibili.

La crescita tendenziale del Pil rappresenta l'aumento più alto registrato dal secondo trimestre 2001, quando la crescita tendenziale era stata del 2,3%. Spiega inoltre l'Istat che il tasso di crescita dell'economia acquisito per il 2006 (quello che si otterrebbe con variazioni nulle nei prossimi tre trimestri), dopo il primo trimestre, è pari allo 0,9%.

Il risultato congiunturale del Pil è la sintesi di un aumento del valore aggiunto dell'industria e dei servizi e di una diminuzione dell'agricoltura, comunica ancora l'Istat. Il primo trimestre del 2006 ha avuto due giornate lavorative in più rispetto sia al trimestre precedente che al primo trimestre del 2005.

I dati italiani del primo trimestre non sfigurano al confronto con quelli di altri paesi e dell'area euro. Nel primo trimestre il Pil è cresciuto in termini congiunturali dell'1,2% negli Stati Uniti e dello 0,6% nel Regno Unito. In termini tendenziali, il Pil è cresciuto del 3,5% negli Stati Uniti e del 2,2% nel Regno Unito. L'ufficio di statistica europea Eurostat ha reso noto che l'economia dell'area euro e dell'Ue-25 è stimata in crescita dello 0,6% nel primo trimestre 2006, in accelerazione rispetto al +0,3% registrato dal Pil di Eurolandia (+0,4% nell'Ue-25) negli ultimi tre mesi dell'anno scorso.

Su base annuale, raffrontato cioè al primo trimestre del 2005, secondo l'ufficio statistico Ue il Pil dell'area euro ha segnato un progresso del 2% (quello dell'Ue-25 un avanzamento del 2,2%), in progressione rispetto al +1,8% di gennaio-marzo dell'anno scorso.

(11 maggio 2006)
Ma se ieri sera in TV il grande 3monti ha detto che:
1 - la situazione è gravissima (Lui dov'è stato dal 2001 ad oggi)
2 - che il l'andamento del PIL è governato quasi esclusivamente da fattori sovranazionali.
In sostanza si è attribuito molte colpe e nessun merito.
Per quanto riguarda i dati che farebbere vedere una forte crescita, il fatto che siano tratti (perlomeno così è scritto) dal sito del ministero dell'economia li rende poco attendibili in partenza.
Sai, dalla finanza creativa ai dati taroccati il passo è breve, anzi è praticamente un parto gemellare monoovulare.
roverello è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 11-05-2006, 13:42   #31
sander4
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Sai, dalla finanza creativa ai dati taroccati il passo è breve, anzi è praticamente un parto gemellare monoovulare.
__________________
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Old 11-05-2006, 13:53   #32
00Luca
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Originariamente inviato da roverello
Per quanto riguarda i dati che farebbere vedere una forte crescita, il fatto che siano tratti (perlomeno così è scritto) dal sito del ministero dell'economia li rende poco attendibili in partenza.
Sai, dalla finanza creativa ai dati taroccati il passo è breve, anzi è praticamente un parto gemellare monoovulare.
Sto inserendo qui tutte le news sull'economia, positive o negative che siano (la penultima è negativa). Non sono opinioni mie anche se cmq devi dare risposte "infastidite" a prescindere.

Cerca delle fonti migliori e posta qui dentro...nessuno ovviamente te lo vieta.

Superfluo commentare il contributo prezioso di Sander4 con un doppio d'altra parte il suo livello è questo e amen
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Old 11-05-2006, 16:51   #33
Darkel83
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Berlusconi oltre a essere un incapace portava pure sfiga!!!
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Old 11-05-2006, 17:16   #34
tommylee1
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Originariamente inviato da Darkel83
Berlusconi oltre a essere un incapace portava pure sfiga!!!
Nn sono di destra o sinistra quindi per me prodi può anke andare a farmi un pom.....
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Old 11-05-2006, 17:31   #35
matteo1
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Originariamente inviato da tommylee1
Nn sono di destra o sinistra quindi per me prodi può anke andare a farmi un pom.....
ma devi scrivere questa frase in tutti i thread della sezione?:
http://www.hwupgrade.it/forum/showth...1198131&page=3
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Old 11-05-2006, 17:33   #36
matteo1
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Originariamente inviato da misterx
la politica pappa, tassa e basta. La politica non ha mai centrato nulla con le riprese economiche di alcun tipo. La ripresa è sempre stata opera esclusiva di chi lavora e non certo di chi chiacchiera.
Mai sentito di aziende in crisi he si riprendono grazie alla politica, che chiudono grazie alla politica si
Mi sa che ti sei perso l'Irlanda;riforme fiscali e burocratiche hanno attirato ingenti capitali.
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Old 11-05-2006, 19:35   #37
TXFW
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Originariamente inviato da pietro84
beh cmq Prodi dà maggiore credibilità a livello internazionale rispetto a Berlusconi.
Acqua.....

http://edition.cnn.com/2006/WORLD/eu...aly/index.html
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Marco - Hardware Upgrade Aerospace Group - Clan Anti K "per un mondo migliore"
I am a leaf on the wind - watch how I soar.
Get your motor runnin', Head out on the highway Lookin' for adventure And whatever comes our way.
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Old 11-05-2006, 21:36   #38
ErbaLibera
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Messaggi: 583
Oggi per curiosità mi sono letto un po' alcuni documenti presi direttamente dal sito internet del Ministero dell'Economia.

Variazioni del PIL a prezzi COSTANTI
PIL 2001 +1,8%
Ti metto quello 2004 che è pubblicato sul ministero economia
PIL 2004 +1,2%

Durante il 2002 e 2003 le variazioni del PIL sono state più appiattite, ma credo nn ci sia bisogno che ti spieghi i motivi, erano davanti agli occhi di tutti.

Ma a parte la crescita del PIL ci sono fattori che vengono sentiti di più dalle famiglie e dalle imprese...



Reddito disponibile Netto delle Famiglie...

1997 +1,3%
1998 +1,3%(un po' scarsini come risultati)
2000 +5% (Il 200 fù un anno in cui le politiche economiche del governo furono di tipo espansivo, probabilmente il governo sentiva la tensione delle prossime elezioni, ma spesso le politiche espansive danno da una parte e tolgono dall'altra )

2001 +4,7%
2002 +3,9%
2003 +4,1%(insomma una costante crescita sostanziosa)


ACCREDITAMENTO (+) O INDEBITAMENTO (-) DELLE FAMIGLIE
(in milioni di euro)

vediamo la dinamica...

1996 105224
1997 76803
1998 58494
1999 45631 (Però, in gamba questo governo, chissà chi era?!)
2000 39409 (Ecco i risultati delle politiche espansive del governo)
2001 52238
2002 51940
2003 54869 (Bhe, tuttavia nn abbiamo fatto i troppi soldi, ma neanche ne abbiamo persi)



RISPARMIO NETTO DELLE FAMIGLIE
(variazioni percentuali)

1996 12,8
1997 -17,8
1998 -20
1999 -18,5
2000 -1,2
2001 16,1
2002 6,4
2003 6,4

Vedi te...devo commentare?




ENTRATE TRIBUTARIE
(Valori percentuali)

1998 +9,1
1999 +4,7
2000 +3,5
2001 +3,9
2002 +1,4
2003 +0,4
2004 +3,9


Direi che apparte il 2004 è stato un decrescere rispetto al precedente governo...


OCCUPAZIONE COMPLESSIVA
(Valori assoluti)

2000 23452
2004 24430

Fonte Ministero dell'Economia e delle Finanze


Questo è il riassunto dei dati


Questa è la pagina dei documenti 2005 emessi dal MEF



Questa è la relazione riassuntiva dei dati macroeconomici

Questi i link


Email di un amico
Quindi non siamo messi cosi male.
O no?
ErbaLibera è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 12-05-2006, 07:19   #39
flisi71
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Città: a casa mia
Messaggi: 900
Ma neanche così bene.

http://www.repubblica.it/2006/05/sez...imestrale.html

La magistratura contabile punta il dito sulla spesa sanitaria
gli introiti da condoni e la spesa per i dipendenti pubblici
Corte dei Conti, nella Trimestrale
rischi di sottostima del deficit



ROMA - Il quadro economico tracciato nella Trimestrale di Cassa "non è esente da rischi di sottostima", in particolare per quanto riguarda il disavanzo. Lo sostiene la Corte dei Conti nella relazione sulla copertura delle leggi dell'ultimo quadrimestre 2005.
Perplessità vengono espresse anche su alcuni interventi della Finanziaria 2006, anche se i magistrati contabili danno nel complesso una "valutazione molto positiva" del rafforzamento della manovra fatto dopo il varo.

[/b]Sotto la lente di ingrandimento della Corte ci sono soprattutto i risparmi previsti sulla spesa sanitaria, gli introiti da condoni e la spesa per i contratti dei dipendenti pubblici. [/b]

In particolare, sottolinea la Corte dei Conti, il risparmio di 2,5 miliardi, previsto dalla Finanziaria sulla spesa sanitaria, "appare di non facile realizzazione" e questo "nonostante la persistenza di margini per una riduzione delle inefficienze e per un più appropriato utilizzo delle strutturo di ricovero".

Nell'esaminare le coperture della legge finanziaria 2006, la Corte dice chiaramente: la spesa sanitaria, che cresce sia per la richiesta di innovazione sia per l'invecchiamento della popolazione, non può essere governata limitando le risorse ma "con l'attivazione di strumenti di controllo della domanda" e "con una attenta analisi delle prestazioni da ricomprendere nei livelli essenziali di assistenza".

La Corte dei Conti lancia poi un allarme nel valutare gli interventi aggiuntivi "in materia di concordato preventivo, misure definite di programmazione fiscale e adeguamento degli anni 2003-2004", previsti nella Finanziaria per il 2006. "La riproposizione di forme di condono fiscale pregiudica sia le prospettive di gettito connesse ai normali adempimenti dei contribuenti sia l'esito dell'azione ordinaria tesa al recupero delle aree di evasione".

La Corte dei Conti rileva come un possibile sforamento della spesa per i pubblici dipendenti metta a rischio gli obiettivi di deficit 2006 "per la comprovata difficoltà ad attivare strumenti di controllo effettivo dei fattori extracontrattuali". "Il sistematico scostamento negativo tra gli obiettivi posti alla crescita dei redditi da lavoro dipendente e i risultati conseguiti in questi anni - sottolinea la magistratura contabile nella relazione che esamina le coperture della legge finanziaria 2006 - pone in luce la difficoltà di governare non tanto gli effetti diretti degli accordi contrattuali, quanto l'implicazione di un insieme composito di fattori extracontrattuali (contrattazione integrativa, progressione di carriera, ecc) e il rispetto dell'obiettivo, sempre ribadito, di riduzione del numero di occupati delle amministrazioni pubbliche".

I risultati conseguiti nel 2005 sul fronte dei conti pubblici mostrano "un andamento largamente insoddisfacente della spesa", rileva la Corte dei Conti nell'esaminare la copertura delle leggi varate nell'ultimo quadrimestre del 2005.
La magistratura contabile evidenzia che l'incidenza sul Pil della spesa primaria corrente ha quasi raggiunto il 40 per cento (0,6 punti più che nel 2004), "ritornando su un livello prossimo a quello del 1993.
E' stato, pertanto, mancato - sottolinea la Corte dei Conti - l'obiettivo di finanza pubblica definito nella legge Finanziaria per il 2005, che fissava un tetto del 2 per cento alla crescita delle spese delle amministrazioni pubbliche".

Infine, i tagli alle spese degli enti locali previsti dall'ultima finanziaria sono troppo severi e quindi rischiano di diventare irrealizzabili.
Le modifiche anno per anno dei meccanismi di correzione creano difficoltà agli enti e possono spingere a non rispettare i limiti previsti.

(11 maggio 2006)
------------------------
flisi71 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 14-05-2006, 11:43   #40
ErbaLibera
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Originariamente inviato da ErbaLibera
Oggi per curiosità mi sono letto un po' alcuni documenti presi direttamente dal sito internet del Ministero dell'Economia.

Variazioni del PIL a prezzi COSTANTI
PIL 2001 +1,8%
Ti metto quello 2004 che è pubblicato sul ministero economia
PIL 2004 +1,2%

Durante il 2002 e 2003 le variazioni del PIL sono state più appiattite, ma credo nn ci sia bisogno che ti spieghi i motivi, erano davanti agli occhi di tutti.

Ma a parte la crescita del PIL ci sono fattori che vengono sentiti di più dalle famiglie e dalle imprese...



Reddito disponibile Netto delle Famiglie...

1997 +1,3%
1998 +1,3%(un po' scarsini come risultati)
2000 +5% (Il 200 fù un anno in cui le politiche economiche del governo furono di tipo espansivo, probabilmente il governo sentiva la tensione delle prossime elezioni, ma spesso le politiche espansive danno da una parte e tolgono dall'altra )

2001 +4,7%
2002 +3,9%
2003 +4,1%(insomma una costante crescita sostanziosa)


ACCREDITAMENTO (+) O INDEBITAMENTO (-) DELLE FAMIGLIE
(in milioni di euro)

vediamo la dinamica...

1996 105224
1997 76803
1998 58494
1999 45631 (Però, in gamba questo governo, chissà chi era?!)
2000 39409 (Ecco i risultati delle politiche espansive del governo)
2001 52238
2002 51940
2003 54869 (Bhe, tuttavia nn abbiamo fatto i troppi soldi, ma neanche ne abbiamo persi)



RISPARMIO NETTO DELLE FAMIGLIE
(variazioni percentuali)

1996 12,8
1997 -17,8
1998 -20
1999 -18,5
2000 -1,2
2001 16,1
2002 6,4
2003 6,4

Vedi te...devo commentare?




ENTRATE TRIBUTARIE
(Valori percentuali)

1998 +9,1
1999 +4,7
2000 +3,5
2001 +3,9
2002 +1,4
2003 +0,4
2004 +3,9


Direi che apparte il 2004 è stato un decrescere rispetto al precedente governo...


OCCUPAZIONE COMPLESSIVA
(Valori assoluti)

2000 23452
2004 24430

Fonte Ministero dell'Economia e delle Finanze


Questo è il riassunto dei dati


Questa è la pagina dei documenti 2005 emessi dal MEF



Questa è la relazione riassuntiva dei dati macroeconomici

Questi i link


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Quindi non siamo messi cosi male.
O no?

Chi puo commentarmi questi dati?
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