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Old 08-08-2006, 16:27   #361
Ewigen
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 8/8/2006 17.21
ELEZIONI: PRIMI DATI AGGREGATI CONFERMANO PREVISIONI

Undici dei 62 centri locali di compilazione dei risultati elettorali delle presidenziali del 30 giugno hanno affisso i loro risultati sin da ieri, riporta oggi il quotidiano di Kinshasa ‘Le Potentel’. Si tratta di Boma, Songololo, Gbadolite, Beni, Kayilo (Maniema), Kindu, Kolwezi, Mutshatsha, Goma, Kalemie e Muanda. Il giornale non diffonde i dati relativi alle percentuali dei candidati, rispettando i numerosi appelli della Commissione elettorale indipendente (Cei) al silenzio perché le liste compilate non vengano confuse con i risultati provvisori. Questi saranno annunciati dalla stessa Cei una volta che avrà raccolto e esaminato i risultati di tutti i centri dell’immenso territorio congolese. Più agenzie di stampa internazionale hanno però già riportato che in tre di questi 11 centri - Goma, Beni e Kindu – situati nell’est del paese (la zona più travagliata dalle guerre del 1996-97 e del 1998-2003), il presidente uscente Joseph Kabila è in vantaggio con l’87,7% dei voti. Queste tendenze, seppure ancora parziali, sembrerebbero confermare le previsioni di voto che prefiguravano una ‘divisione’ dell’elettorato in due, con un forte sostegno a Kabila nell’Est e una preferenza per Jean-Pierre Bemba (ex-capo ribelle e ricco uomo d’affari) nell’Ovest del paese e in particolare nella capitale Kinshasa, dove si era già autoproclamato in testa poco dopo il voto. Le operazioni di compilazione dei risultati potranno richiedere più del termine previsto di una settimana, perché la mancanza di infrastrutture e di vie di comunicazione non ha ancora permesso a tutti i seggi (poco meno di 50.000) di inoltrare le schede verso i centri. La proclamazione ufficiale dei risultati è prevista il 20 agosto, mentre chi vorrà presentare eventuali ricorsi avrà 10 giorni di tempo. Il ballottaggio, se sarà necessario, si terrà il 29 ottobre.
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Old 08-08-2006, 18:26   #362
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CIAD 8/8/2006 17.42
DEBY SI INSEDIA PER LA TERZA VOLTA ALLA PRESIDENZA

Al potere dal 1990 con un colpo di Stato, dopo la vittoria scontata alle elezioni del 3 maggio - boicottate dall’opposizione - il presidente Idriss Deby ha inaugurato oggi a N’Djamena il suo terzo mandato alla presenza di diversi capi di Stato africani, incluso il suo omologo sudanese Omar el-Beshir, con cui nei mesi scorsi si era duramente confrontato dando vita a una grave crisi diplomatica. Come da prassi, dopo la lettura della sentenza della Corte Costituzionale che lo ha proclamato vincitore dello scrutinio con il 64% dei suffragi, Deby ha giurato di “preservare, rispettare, fare rispettare e difendere la Carta nazionale e le altre leggi”, nonché di adempiere “con lealtà” all’esercizio delle sue funzioni. Ha in seguito preso la parola promettendo di iniziare il suo nuovo mandato “sotto il segno del sociale”, per garantire “un’abitazione degna per tutti, l’accesso all’energia e all’acqua potabile, la riduzione della disoccupazione e una rivalorizzazione del salario minimo”, oltre che a gestire “nella trasparenza più totale” le risorse petrolifere del paese. Deby ha anche lanciato un appello “al patriottismo” rivolto all’opposizione, che ha disertato il “dialogo politico” iniziato il 28 luglio con la partecipazione di 54 partiti giudicandolo “incompleto” a causa dell’esclusione della società civile e dei gruppi ribelli dell’est, protagonisti della fallita offensiva del 13 aprile scorso contro N’Djamena.
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Old 08-08-2006, 20:35   #363
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AFRICA 8/8/2006 20.09
CIAD E SUDAN SI IMPEGNANO A RIAPRIRE AMBASCIATE E FRONTIERE

I presidenti ciadiano Idriss Deby e sudanese Omar el-Beshir hanno annunciato oggi da N’Djamena l’immediata riapertura delle loro ambasciate nei rispettivi paesi e della frontiera comune al termine di un mini-vertice con il colonnello libico Muhammar Gheddafi, il presidente di turno dell’Unione Africana (Ua), il capo di Stato congolese Dennis Sassou Nguesso e del presidente gabonese Omar Bongo. In una dichiarazione congiunta, letta alla conclusione dell’incontro, si legge che i governi di N’Djamena e Khartoum – da mesi opposti da una grave crisi diplomatica – “hanno preso l’impegno solenne di agire per il rafforzamento della pace tra i due Stati”; Deby, da parte sua, ha comunque sottolineato “la necessità di una forza neutra per sorvegliare i confini comuni”, teatro di frequenti incursioni dei movimenti ribelli ciadiani e sudanesi. Il riavvicinamento tra Ciad e Sudan, già sancito con un accordo a fine luglio, sarebbe dovuto culminare domani a Dakar, con un primo faccia-a-faccia tra Deby e Beshir sotto l’egida del presidente senegalese Abdoulaye Wade, indicato dalle due parti in causa come mediatore. Beshir ha invece anticipato i tempi partecipando all’inaugurazione del terzo mandato presidenziale di Deby, avvenuta oggi a N’Djamena, ma secondo Wade entrambi saranno comunque presenti domani in Senegal.
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Old 08-08-2006, 21:28   #364
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Scontro tra esercito e ribelli, sale la tensione in Congo

[Avvenire] Truppe fedeli al generale ribelle Laurent Nkunda si sono scontrate con l'esercito congolese in una città del Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo. Almeno un soldato governativo è rimasto ferito. La sparatoria è avvenuta nella città di Sake, seminando il panico tra gli abitanti della regione che ora temono un'avanzata delle truppe di Nkunda verso la capitale della provincia, Goma, situata 20 km a est di Sake.
Con i combattenti di Nkunda e la Nona brigata dell'esercito appostati nella stessa città, la tensione rimane alta. «Le truppe delle Nazioni Unite pattugliano la città per prevenire scontri ulteriori - ha detto Jacqueline Chenard, portavoce Onu nel nord Kivu - tuttavia sparatorie isolate continuano sulle colline circostanti». Nella Repubblica Democratica del Congo domenica si sono tenute la prime elezioni libere dopo 40 anni, che si spera cementino la pace dopo la guerra del 1998-2003. Nkunda, che appartiene al gruppo etnico dei Tutsi presente in Ruanda, Burundi e Congo, è soggetto a un mandato di cattura internazionale emesso dal governo congolese per atrocità commesse contro la popolazione civile nel 2004.
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Old 09-08-2006, 13:57   #365
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UGANDA 9/8/2006 14.54
GOVERNO PONE TERMINI PER ‘CESSATE-IL-FUOCO’ CON RIBELLI LRA

L’esecutivo di Kampala ha posto alcuni termini per la cessazione delle ostilità con i ribelli dell’Esercito di resistenza del signore (Lra) che dovrebbero essere presentati oggi nel corso dei negoziati tra le parti a Juba, capitale del Sud Sudan. Lo riferisce il quotidiano filo-governativo ‘New Vision’, precisando che tra questi figura la creazione di una squadra di monitoraggio del ‘cessate-il-fuoco’, presieduta dal Sudan, che dovrebbe comprendere rappresentanti dello Lra, delle forze armate ugandesi (Updf) e del Movimento di liberazione popolare del Sudan (Splm, l’ex-ribellione sud sudanese), oltre ad esponenti della comunità internazionale. Sempre secondo la ‘bozza di agenda’, i combattenti dello Lra dovrebbero accettare di radunarsi e concentrarsi in luoghi designati dove saranno assistiti dal Programma alimentare mondiale dell’Onu, dimostrando così di avere ricevuto l’ordine di sospendere la lotta armata e le vessazioni sui civili. “Un cessate-il-fuoco’ deve avere regole precise, non possiamo accoglierne uno dato per radio. Il dialogo deve andare avanti fino al raggiungimento di un accordo più ampio” ha ribadito Robert Kabushenga, portavoce del governo, riferendosi all’annuncio unilaterale della sospensione delle ostilità giunto dallo Lra venerdì scorso. Il presidente Yoweri Museveni ha intanto inviato una lettera al suo omologo sud sudanese Salva Kiir chiedendogli un suo pronunciamento sui colloqui di Juba, ma non sono stati resi noti altri particolari.
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Old 10-08-2006, 08:38   #366
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AFRICA 10/8/2006 8.41
CIAD-SUDAN, RINVIATO VERTICE DI DAKAR

È stato rinviato ‘sine die’, e senza neanche troppe spiegazioni, l’incontro previsto a Dakar, in Senegal, tra il presidente del Ciad Idriss Deby e il suo omologo sudanese Omar el-Beshir. Il faccia-a-faccia era stato stabilito la scorsa settimana dal presidente senegalese Abdoulaye Wade, nominato ‘facilitatore’ dall’Unione africana (Ua). Lo riferiscono fonti giornalistiche internazionali citando fonti ben informate che sembrerebbero confermare le riserve sull’incontro emersa già ieri sera dopo che i due capi di stato avevano annunciato l’immediata ‘normalizzazione delle loro relazioni diplomatiche ed economiche’ al termine di un mini-vertice a N’Djamena organizzato dal colonnello libico Muhammar Gheddafi, presidente di turno dell’Ua. “Per quel che so, i due capi di stato non hanno rinviato l’incontro. Mi hanno detto ‘A domani’ alla mia partenza” aveva detto Wade, aggiungendo a commento dell’inatteso annuncio: “sapevo che c’erano alcune manovre”. Il governo del Ciad aveva rotto i rapporti diplomatici con Khartoum dopo il fallito attacco del ‘Fronte unito per il cambiamento democratico’ (Fucd) contro la capitale del 13 aprile scorso, ritenendo il Sudan responsabile di sostenere e finanziare i ribelli nell’est, a ridosso del Darfur. Khartoum a sua volta ha spesso accusato il Ciad d’appoggiare i movimenti armati attivi nella sua regione occidentale teatro dal febbraio 2003 di scontri e violenze
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Old 10-08-2006, 13:00   #367
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SUDAN 10/8/2006 13.18
DARFUR: "ACCORDO DI PACE NON HA FERMATO LE VIOLENZE"

Gli accordi di pace firmati lo scorso maggio, tra il governo sudanese e il principale movimento ribelle attivo in Darfur (Esercito di liberazione del Sudan, Sla), non hanno fermato le violenze, le razzie e gli omicidi contro i civili che si trovano nella regione occidentale del Sudan. La denuncia viene dall’Alto Commissario Onu per i diritti umani che ha redatto un rapporto di 20 pagine in cui si afferma che “attacchi di miliziani e di fazioni ribelli continuano con la stessa intensità, soprattutto nel Darfur settentrionale e in quello meridionale” due degli Stati che compongono l’omonima regione. L’Onu afferma che i ‘janjaweed’, i miliziani ritenuti vicini a Khartoum, continuano ad attaccare i villaggi con l’appoggio, almeno in un’occasione, delle forze governative: “Questi attacchi sfociano in torture, omicidi e stupri, e provocano nuovi flussi di sfollati”. Nel documento si segnalano anche scontri tra miliziani e ribelli e tra diverse fazioni ribelli, ma si riconosce anche che i combattimenti tra l’esercito di Khartoum e l’Sla (gli unici due firmatari dell’intesa) si sono effettivamente ridotti. L’Alto Commissario Onu per i diritti umani ha chiesto al governo di sudanese di “disarmare le milizie (janjaweed) e di proteggere la sicurezza fisica di tutti gli abitanti del Darfur dispiegando forze di polizia e giudiziarie credibili, capaci e professionali”. Ha inoltre chiesto che le autorità investighino sul preoccupante aumento di violenze sessuali su donne e ragazzine. Oggi l’inviato speciale delle Nazioni Unite per il Sudan, Jan Pronk si è rivolto a governo di Khartoum affinché accetti un piano di compromesso per il disarmo dei janjaweed. “Non chiediamo al governo di rinunciare al suo piano e di presentarne un altro - ha detto Pronk - ma solo che tenga in seria considerazione i nostri suggerimenti”. La proposta a cui si riferisce l’inviato e quella di un ‘piano unificato’, cioè che il disarmo sia condotto congiuntamente dall’Onu, dall’Unione Africana, dal governo di Khartoum e dall’Esercito di liberazione del Sudan.
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Old 11-08-2006, 08:51   #368
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SUDAN 11/8/2006 1.10
DARFUR: MANCANO I SOLDI PER FINANZIARE MISSIONE AFRICANA

“Abbiamo soldi sufficienti a pagare gli stipendi solo fino alla metà di ottobre”: lo ha detto il portavoce dell’Unione Africana (Ua) riferendosi allo stato delle finanze destinate a sostenere la missione di osservazione dispiegata dall’Ua in Darfur, la regione occidentale sudanese teatro dal febbraio 2003 di scontri e violenze che hanno causato una grave crisi umanitaria. Il portavoce dell’Ua ha spiegato che i 160 milioni di euro messi a disposizione della missione africana in Darfur nel corso di una recente conferenza dei donatori servono per coprire le spese (40 milioni di euro al mese, prevalentemente in stipendi per i 7000 uomini che la compongono) fino a metà ottobre. Non è la prima volta che l’Ua denuncia una carenza di fondi per la missione in Darfur e in altri due casi l’Onu e i donors si sono mobilitati a sostegno dell’organismo panafricano. In realtà, le difficoltà economiche sono uno dei motivi che recentemente hanno spinto Ua e Onu ad adoperarsi perché la missione passi sotto l’egida del Palazzo di Vetro. Una possibilità che però vede la ferma opposizione del governo sudanese. “Se l’Unione Africana deve lasciare perché non ha fondi sufficienti e le Nazioni Unite non vengono autorizzate a intervenire…avremo un vuoto” ha detto l’inviato speciale di Kofi Annan in Sudan, Jan Pronk. Nonostante l’accordo siglato lo scorso maggio tra due dei principali protagonisti della guerra in Darfur, la situazione nella regione occidentale sudanese è tornata negli ultimi mesi a farsi estremamente instabile e preoccupante.
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Old 12-08-2006, 09:14   #369
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REPUBBLICA DEL CONGO 12/8/2006 7.43
ANCORA UN RINVIO PER PROCESSO CONTRO ATTIVISTI ANTI-CORRUZIONE

(MISNA)È stato nuovamente rinviato, per la seconda volta consecutiva, l’avvio del processo nei confronti di due attivisti anti-corruzione e per i diritti umani della Repubblica del Congo, arrestati e incarcerati dal 7 al 29 aprile scorso con l’accusa di appropriazione indebita di fondi. Lo hanno fatto sapere fonti locali, precisando che il procedimento contro Christian Mounzéo e Brice Mackosso (che doveva avere luogo la prima volta il 25 luglio scorso salvo essere rinviato al 29 agosto) è stato nuovamente spostato al 24 ottobre prossimo. Non sono state ancora spiegate le ragioni di questo nuovo rinvio, ma numerose organizzazioni non governative e associazioni della società civile accusano il governo di voler evitare che si dibatta pubblicamente dell’utilizzo che viene fatto dei fondi derivanti dalla vendita di petrolio, le vere cause dell’arresto e del processo contro Mounzéo e Mackosso; quest’ultimo è anche il segretario esecutivo della Commissione giustizia e pace dei vescovi congolesi. I due coordinatori della sezione congolese della coalizione internazionale ‘Publiez ce que vous payez’ – un gruppo di organizzazioni civili e religiose che conducono una campagna per una maggiore trasparenza nella gestione delle risorse dell’industria petrolifera – sono accusati di aver sottratto fondi dalle casse di un’organizzazione umanitaria locale di cui almeno Mounzéo faceva parte. Secondo alcune delle ong componenti la ‘Publiez ce que vous payez’, le autorità di Brazzaville starebbero usando il processo per ostacolare il lavoro degli attivisti nella promozione della lotta contro la corruzione e del buon governo.
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Ultima modifica di Ewigen : 12-08-2006 alle 10:13.
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Old 12-08-2006, 22:26   #370
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 12/8/2006 16.24
ELEZIONI: CONFERENZA EPISCOPALE, “RISPETTARE LA VOLONTÀ DEL POPOLO”

(PIME) “Il popolo si è pronunciato; la sua volontà deve essere ascoltata! Nessun individuo o istituzione, nazionale o internazionale, può ignorare la volontà del popolo” : è quanto si legge in un nuovo messaggio della Conferenza episcopale congolese (Cenco) dal titolo “La pace nella verità delle urne” diffuso oggi. I vescovi chiedono che le operazioni di scrutinio del voto del 30 luglio “si svolgano in tutta trasparenza e senza omissioni, perché sia conosciuta la verità delle urne”. Rallegrandosi per la “maturità e lo spirito democratico” dimostrato dal popolo congolese in questa sua prima esperienza elettorale, la Cenco prende atto anche della “segnalazione di tentativi di manipolazione, trucchi e meccanismi di frode” e dice di stare esaminando attentamente i rapporti dei gruppi di osservatori elettorali. “La Cenco condanna qualunque tentativo di organizzare il potere politico in modo diverso dalla verità delle urne” si legge ancora nel messaggio firmato dal cardinale Frédéric Etsou, arcivescovo di Kinshasa, da monsignor Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kisangani e presidente della Cenco, e da monsignor Théodore Tshibangu Tshishiki, vescovo di Mbuji-Mayi e vice-presidente della Conferenza episcopale. I prelati invitano coloro che saranno eletti ad agire come “soggetti in grado di rappresentare tutto il paese, che abbiano a cuore il nuovo Stato del Congo e con il solo scopo di perseguire l’interesse superiore della nazione e il rafforzamento dell’unità nazionale”. Riguardo alle forze politiche che non si aggiudicheranno queste elezioni, esse sono chiamate a contribuire al governo del paese “con tutti i mezzi legali riconosciuti all’opposizione politica dalla Costituzione” al fine di preparare “l’alternanza politica per l’avvenire” e “consolidare la cultura democratica”. Infine, la Cenco chiede di “evitare, in qualunque circostanza, reazioni e atti violenti” e invita “tutte le parti a rispettare la legge e le procedure legali per la rivendicazione dei loro diritti”.
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Old 12-08-2006, 22:57   #371
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OPERAZIONI DI SOCCORSO SEMPRE PIÙ A RISCHIO

E nel silenzio il Darfur cammina verso la catastrofe

(Avvenire) La crisi in Medio Oriente e l'incombere del terrorismo hanno oscurato la tragedia in atto nel Darfur, la più grave emergenza umanitaria su scala mondiale. Stando a fonti delle Nazioni Unite, il numero delle persone coinvolte nel conflitto che insanguina le lande semidesertiche del Sudan Occidentale ha ormai superato i tre milioni e mezzo di unità, pari a metà dell'intera popolazione che abitava la regione prima dell'inizio delle ostilità, nel febbraio del 2003. E come se non bastasse, la situazione generale sta continuando a deteriorarsi. In particolare "lo scorso luglio è stato in assoluto il mese peggiore dall'inizio del conflitto in termini di attacchi agli operatori e svolgimento delle operazioni di soccorso. Otto operatori umanitari di nazionalità sudanese sono stati brutalmente uccisi": così si legge in un comunicato diramato da quattro organizzazioni non governative - Care International, Oxfam, World Vision e International Rescue Committee.
E in questo inferno di dolore la violenza è paradossalmente aumentata nei campi profughi che ospitano due milioni e mezzo di persone da quando un impopolare accordo di pace è stato firmato in maggio. Secondo autorevoli fonti indipendenti, un paio di settimane fa le truppe di Khartoum, appoggiate dai famigerati janjaweed (miliziani a cavallo), hanno attaccato gli uomini del Justice and Equality Movement (Jem) e altri gruppi ribelli nella zona di Jebel Moon. Sta di fatto che la vita di coloro che popolano questa remota periferia africana - vasta quanto la Francia - dipende strettamente dalle agenzie umanitarie, non solo nei campi ma anche nei villaggi più remoti. La sensazione, inutile nasconderselo, è che manchi la volontà politica di risolvere una crisi nella quale sono in gioco interessi che vanno ben al di là della tradizionale contrapposizione tra le forze ribelli e il governo centrale sudanese. C'è chi intravede dietro le quinte interessi legati al petrolio: nel sottosuolo del Darfur vi sarebbero infatti consistent i giacimenti petroliferi. A comunicarlo ufficialmente, nell'aprile del 2005, fu lo stesso ministro dell'energia sudanese Awad al-Jaz. Come se non bastasse, da ottobre l'Unione Africana non avrà più soldi per pagare stipendi ed equipaggiamenti ai 7mila soldati che vegliano - per modo di dire, visto il diffuso stato di anarchia - sulla tregua ormai violata. Lo ha riferito il portavoce della stessa Ua, Noureddine Mezni, alla conferenza plenaria di luglio con i donatori che si sono impegnati a versare 181 milioni di dollari per la missione. "Cifra sufficiente a coprire le spese fino a metà ottobre", ha spiegato Mezni, precisando che l'Unione Africana spera in un ulteriore finanziamento.
Nel frattempo il governo di Khartoum, con la complicità della Lega Araba e della Cina, continua a respingere decisamente ogni "interferenza" della comunità internazionale nella disastrosa crisi umanitaria. Il rifiuto di un eventuale intervento dei caschi blu dell'Onu al posto delle forze Ua, la dice lunga. Molto dipenderà dall'abilità di Kofi Annan che ha il difficile compito di creare consensi per un rafforzamento delle forze di pace previste nel piano d'intervento africano. Il rispetto dell'agenda dei diritti umani nel Darfur sembra essere l'ultima delle preoccupazioni per certe grandi potenze che valutano l'altrui sofferenza con spietato cinismo.
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Khartoum is dishonoring the CPA


(ICC August 11, 2006) In his address to the jubilant mammoth crowd in Naivasha, Kenya following the signing of the security arrangement protocol in 2003 which separates the SPLA from the SAF during the six years interim period, the late SPLA leader Dr. John Garang said and I quote, "No gentlemen from Khartoum will come to Juba this time and say that the South Sudan parliament is dissolved because the SPLA as a guarantor will protect it."
In fact the late Dr. Garang was referring to the Addis Abba Agreement which president Nimeiri abrogated while the poor Southerners watched helplessly without doing anything because they did not have army of their own. The Any Nya forces were absorbed into the Sudan armed forces which made it impossible to react accordingly. Garang assured the Southerners that the SPLA will protect the interest of the Southerners in the CPA during the interim period.
This time round the gentlemen from Khartoum are not doing it the Nimeiri method but they are doing it in their own astute manner. In fact they graduated from the same Nimeiri School of Dishonoring agreements and in addition, have watched their former boss do it. Now they have perfected the art and any fools should not be forced into believing that the guys are not way above their boss in perfection.
The method this time round is not telling the Southerners that South Sudan parliament is dissolved but rather it is the refusal to implement key protocols in spirit and letter. For instant, the Abyei protocol has been refused being implemented - Abyei Boundaries Commission (ABC) has been rejected by the National Congress Party and Abyei Administration has not been formed. South-North boundary as of January 1956 is on the verge of being discarded.
The dishonoring of the CPA one by one began with the allocation of the ministries during the formation of the government of national unity. Under the power sharing protocol, the ministries are classified into three categories: there are 9 sovereignty ministries, 10 economy ministries and 11 service ministries. The SPLM was supposed to get 3 sovereign ministries, 3 economy ministries and 4 service ministries.
Instead of that, the SPLM ended up with less powerful ministries. In the sovereignty cluster, the SPLM was given the ministry of foreign affairs but went to a gentleman the majority of Southerners considered as not representing their interests as seen by sharp criticism in the way the minister handled the Darfur problem, Southern Sudanese Massacre in Egypt and many other incidents the minister has been seen as not speaking on their behalf.
On the economy dockets, the energy fiasco is the biggest of all that that showed a huge lack of faith on the side of the NCP to implement the CPA in spirit and letter. The SPLM claimed that they should take energy ministry because the NCP was taking the finance docket as the two departments are the backbones of the country’s economic power. The NCP did not listen to the words of the good SPLM negotiators. Feared about taking their constituents back to war or whatever might have been their reason of giving up, the SPLM negotiators finally relinquished their bid and the NCP scheme succeeded.
All the ministries given to the SPLM have either been tactfully split into two or three or are less powerful and useless. That was actually the shooting of salvo to test if their partners are strong enough to twist arms with or to see if they have the teeth of a crocodile but they instead (SPLM) showed the Nile Perch teeth and later on cried with crocodile tears.
What if the SPLM/SPLA had gone to war over the energy ministry? Did it deserve going back to war? Yes of course, it deserves going back to war because the energy ministry holds the keys to economic power. Economic power is everything. Political power can not work without economic power. In fact, even trying diplomacy such as going back to IGAD would have worked out. In fact, it is a spillage of milk but we should not forget where we went wrong - a grave mistake - the beginning of our fall that gave our opponents a chance to stage other schemes against us.
One of the other (NCP’s) schemes apart from refusing to implement key parts of the protocols is to run the corruption syndicates to implicate the best to do in the corruption and get the public to lose faith in them and force them to leave( The last issue of Sudan Today speaks volume). Another one is to deprive the GoSS ministries of funds as much as possible to paralyze the running of South Sudan so that the Southerners will appear incompetent to rule themselves --- resulting in no independence in 2011.Part of the scheme is bribing the ones trying to be active and make things work to sit back or if they do not heed that, you threaten them with death. By doing that no development will happen and the people will not get the fruits of the CPA which are construction of hospitals, roads, schools, airports, waterways, bridges, agriculture development - mechanization of farming methods to increase food production, both local and foreign investments and refugees return you name them.
The other part of the scheme is to make it impossible for the SPLA to be transformed into a formidable conventional and professional army that has every thing to make defense and offense more than the ability it has during the guerilla time. This is seen in the way the SPLA soldiers are not being given their regular salaries and some special treatment as their counterparts.
Further more, the old tactic of divide and rule plays its greatest role as ever. Southern ethnic based militias are being developed everywhere in Southern Sudan to give way to violence instead of peace and development. Southern ethnic groups are being instigated against each other so that they engage in conflict so that they do not get a common ground to decide their fate in 2011.
It does not need a rocket scientist to discover that the Sudan Islamist government accepted the agreement to give them time and space to prepare for big offensive or as a way to open a new front. For sure the new front now is discarding the agreement one by one. If the South - North border is not being implemented, how will the South decides her destiny in 2011? NCP does not want the areas that belonged to South Sudan as of January 1956 to be part of South Sudan because they contained oil. This is the reason of trying not to consider the issue of border in the Machakos protocol.
My question is how long will the SPLM/SPLA remain passive to take action against such serious violation of the Comprehensive Peace Agreement? Their diplomatic effort such as going to Washington and talking about the slow or rather stagnant stage the CPA has reached is appreciated. It can effectively help but while doing that we need the language which the NIF can understand. South Sudan must fight both on diplomacy, defense and on offense against such an attempt by the Islamic Arab Elite Club to dishonor the CPA
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Old 13-08-2006, 22:25   #373
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Darfur crisis forgotten

KHARTOUM (Worldnews) Is Darfur the world’s latest forgotten crisis? A May peace deal signed by only one of three negotiating rebel factions and rejected by tens of thousands of people in Sudan’s vast west has given the world an excuse to remove the conflict from top foreign policy priorities, analysts say.
“The signing of the peace agreement unfortunately took a lot of effort from large parts of the international community and very little after that in terms of monitoring, pushing for implementation and holding parties accountable,” said Dave Mozersky, Sudan analyst for the International Crisis Group.
But what the world has agreed to call peace, still looks very much like war.
In July Darfur saw the bloodiest month for the world’s largest aid operation since the conflict began 3-1/2 years ago with eight humanitarian workers killed. Access to the 3.6 million dependent on aid is at its lowest ever level.
Government planes are again bombing rebel factions who rejected the deal, UN officials say. Rebel leader Minni Arcua Minnawi, who signed the accord, is accused of torturing his opposition, and other rebels have factionalised. A new alliance has declared renewed war with the government.
UN emergency relief coordinator Jan Egeland said in Geneva on Thursday: “It is going from really bad to catastrophic in Darfur.”
Khartoum denies the security situation has deteriorated since the May accord and says implementation of the deal is going well, though key elements are yet to be decided.
A government plan to disarm militias blamed for atrocities in Darfur has not been made public. Sudan has not agreed to allow UN peacekeepers into the country to replace AU troops who have been unable to stem the violence and who have now become the targets of angry and frustrated Darfuris.
Washington usually focuses on Sudan as one of few issues to unite its far right and far left lobbies. Concerns from slavery to the persecution of Christians by Sudanese government all attract editorials in major US newspapers.
But the most active US policymaker on Sudan, US Deputy Secretary of State Robert Zoellick, resigned in June and Washington has not responded to demands to appoint a special envoy for Africa’s largest country.
“A special envoy to Darfur will be saddled with a diplomatic failure. I suspect there is a reluctance to appoint any such envoy,” said actress Mia Farrow, a goodwill ambassador for UNICEF, who has visited Darfur twice since the crisis began.—Reuters
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Old 14-08-2006, 18:28   #374
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UGANDA 14/8/2006 18.48
ANNUNCIATA RIPRESA COLLOQUI DOPO LUTTO PER UCCISIONE CAPO RIBELLE

(MISNA) Il “Lord resistance army” (Lra, Esercito di resistenza del Signore) avrebbe intenzione di riprendere anche in forma diretta i colloqui con il governo di Kàmpala ma anziché oggi, come previsto la settimana scorsa, soltanto dopo tre giorni di lutto per la morte del suo “numero 3” - Raska Lukwiya, uno dei cinque uomini dello Lra incriminati dalla Corte penale internazionale dell’Aja (Cpi) – ucciso in uno scontro con la brigata 509 dell’esercito ugandese, in una località a nord di Kitgum. “ Abbiamo accettato di continuare – ha detto all’agenzia di stampa francese Afp il portavoce dei ribelli Obonyo Olweny – perché non vogliamo essere accusato di averli fatti fallire”. I colloqui si svolgono a Juba, in Sud Sudan, con medizione sudanese.
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Old 14-08-2006, 23:48   #375
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Congo: Kabila in testa elezioni
Ha ottenuto oltre 50% dei voti, scrutinati quasi meta' seggi

(ANSA) - KINSHASA, 14 AGO - Joseph Kabila e' in vantaggio nei risultati delle elezioni presidenziali del mese scorso con quasi la meta' dei seggi scrutinati. Il presidente congolese uscente ha ottenuto, infatti, oltre il 50 % dei voti. Jean Pierre Bemba, ex leader ribelle e ora vice presidente, e' al secondo posto con il 16,6 %, secondo i risultati preliminari di 78 dei 169 collegi. Nei conteggi non sono stati inclusi i voti della capitale Kinshasa dove Kabila e' largamente impopolare.
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Old 15-08-2006, 11:06   #376
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Old 15-08-2006, 15:49   #377
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Sudan combattera' Onu in Darfur
Presidente el-Beshir, ci opporremo come Hezbollah a Israele (ANSA) - ROMA,15 AGO - Il presidente sudanese dichiara che se l'Onu dispieghera' una forza di pace nel Darfur, il Sudan la combattera' come Hezbollah contro Israele. 'Siamo determinati a vincere qualsiasi forza straniera che entrera' nel Paese - afferma Omar el-Beshir - come Hezbollah ha vinto le truppe israeliane'. Una forza Onu dovrebbe dispiegarsi entro la fine dell'anno nel Darfur, in preda a una sanguinosa guerra civile, sostituendosi a una missione dell'Unione africana, mal equipaggiata e scarsamente finanziata.

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Old 16-08-2006, 12:33   #378
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SUDAN 16/8/2006 8.59
PREVISTA PER VENERDI’ RIPRESA DEI COLLOQUI DI PACE NEL NORD UGANDA

(PIME) Indossando abiti listati a lutto per la morte del numero tre del “Lord resistance army” (Lra, Esercito di resistenza del Signore), i ribelli di Joseph Kony hanno annunciato che i colloqui di pace con il governo di Kàmpala potranno riprendere venerdì. “Abbiamo presentato la nostra proposta per la fine delle ostilità e ora ci ritiriamo per vegliare il nostro comandante, ma torneremo venerdì” ha detto Martin Ojul, portavoce dello Lra, ai giornalisti che lo attendevano sulla porta di un albergo di Juba, in Sudan, sede dei colloqui. I lavori delle due delegazioni, dopo una sospensione parziale della settimana scorsa, in cui avevano comunque avuto luogo contatti bilaterali, avrebbero dovuto riprendere lunedì, ma nel fine settimana, in uno scontro con l’esercito ugandese, è stato ucciso, in una località a Nord di Kitgum, Raska Lukwiya, uno dei cinque capi dei ribelli incriminati dalla Corte penale internazionale dell’Aja (Cpi). Secondo Steve Bloomfield, ‘Africa correspondent’ del quotidiano inglese “The Indipendent”, i colloqui potrebbero concludersi in modo positivo entro un mese; Bloomfield rileva che anche gli osservatori inizialmente più scettici sono ora ottimisti sulla possibilità che siano ormai vicini a concludersi i 19 anni di guerriglia dello Lra contro il governo di Kampala, durante i quali il nord Uganda è stato un tragico campo di continue razzie e violenze d’ogni genere.
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Old 16-08-2006, 14:13   #379
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CIAD

[PIME] Il presidente Idriss Deby Itno, investito per un terzo mandato lo scorso 8 agosto, ha operato un rimpasto di governo nominando 15 nuovi ministri tra cui Kassiré Coumakoye e Brahim Koulamallah, due candidati sconfitti alle presidenziali del 3 maggio. Riconfermati invece il primo ministro Pascal Yoadimnadji e altri 12 capi di dicasteri.
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Old 16-08-2006, 17:53   #380
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SUDAN 16/8/2006 17.52
DARFUR: RICORRE IN APPELLO IL MEDIATORE SLOVENO CONDANNATO PER SPIONAGGIO

( MISNA )La difesa di Tomo Kriznar - l’inviato speciale del presidente sloveno in Darfur per mediare nella crisi della regione – ha depositato oggi di fronte al tribunale di El Fasher, capitale del Darfur settentrionale (uno dei 3 stati che compongono l’omonima regione occidentale sudanese), il ricorso in appello contro la sentenza a due anni di prigione emessa lunedì scorso dalla Corte che lo ha giudicato colpevole di “spionaggio” e di “ingresso illegale nel paese”. La MISNA lo ha appreso da fonti locali, le quali hanno precisato che secondo l’avvocato difensore, Mohammed Madjub, vi sono buone probabilità che la condanna a Kriznar venga ampiamente ridotta in appello, visto che la procura non avrebbe presentato prove sufficienti a suffragare l’accusa di spionaggio. Intanto il ministero sloveno ha fatto sapere che nei prossimi giorni dovrebbe arrivare a El Fasher l’ambasciatore di Lubiana in Egitto che resterà in Darfur per tutta la durata del processo in appello. In una nota, diffusa poco dopo la sentenza di lunedì scorso, l’ufficio del presidente sloveno Janez Drnovsek ha detto di aspettarsi che Kriznar venga graziato. Arrestato il 19 luglio scorso perché in possesso di un visto non valido per entrare in Sudan, l’inviato speciale del presidente sloveno in Darfur era stato successivamente accusato anche di spionaggio e diffusione di informazioni false e tendenziose. Secondo l’accusa, Kriznar si trovava in Darfur sin dallo scorso aprile, dopo essere entrato ‘clandestinamente’ (ovvero senza alcun visto valido) passando dal Ciad e sarebbe rimasto a lungo in Darfur muovendosi per tutta la regione, scattando fotografie, registrando filmati e scrivendo articoli contrari al governo sudanese. Secondo l’agenzia di stampa sudanese ‘Suna’, l’accusa avrebbe sequestrato a Kriznar “quasi 5000 foto e alcuni articoli diffusi via internet nei quali avrebbe accusato Khartoum di attaccare regioni e villaggi utilizzando aerei da guerra”. Dall’inizio del 2006 la presidenza slovena è intervenuta in qualità di mediatore nella crisi del Darfur, presentando anche un piano in 16 punti per mettere fine alle violenze tra i gruppi ribelli e le autorità di Khartoum. A fine maggio una delegazione dei movimenti combattenti del Darfur si era recata a Lubiana per incontrare i mediatori dell’Unione Africana (Ua) impegnati a convincerli a siglare l’accordo raggiunto ai primi di maggio tra Khartoum e il principale gruppo ribelle attivo nel conflitto esploso all’inizio del 2003 nella vasta regione occidentale sudanese al confine col Ciad
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