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Old 22-12-2003, 13:52   #1
Cabum!!!
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MotoHardware Club 3.0

Spero non l'abbiate già aperto voi l'altro!

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...e viiiia!
Cabum!!! è offline  
Old 22-12-2003, 14:32   #2
ferste
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Re: MotoHardware Club 3.0

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Originariamente inviato da Cabum!!!
Spero non l'abbiate già aperto voi l'altro!

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...e viiiia!
ma chi vuoi che l'abbia già aperto!?!?

in questo periodo si fà fatica anche solo a clickare sul mouse....

Siamo letargici come non mai!!
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Addio Pierpo, motociclista.
Se il cameriere di un locale per me è un idiota, non conosce le regole del locale, tratta bene solo i suoi leccaculo ma va bene al proprietario...cambio locale.
ferste è offline  
Old 22-12-2003, 14:56   #3
Masai
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Re: Re: MotoHardware Club 3.0

Quote:
Originariamente inviato da ferste
ma chi vuoi che l'abbia già aperto!?!?

in questo periodo si fà fatica anche solo a clickare sul mouse....

Siamo letargici come non mai!!

Bhe non siamo proprio letargici,ieri mi sono fatto un pò di km

Sono partito sul tardi,pensando al freddo che fà volevo beccare le ore + calde,partenza alle 10(la sera prima sono andato in discoteca ed ero ridotto una merda,ma per la moto mi rimetto a posto in un attimo!!! )


Arrivo al luogo dell'appuntamento e invece di essere in 15 come si era già detto da una settimana circa,siamo solo in 2,io con il mio gsx-r 600 e l'altro con una fireblade rr.

Effettivamente non era una bruttissima giornata,solo che il cielo era coperto e sulle montagne c'è neve,quindi non potevamo permetterci grandi escursioni,in compenso la temperatura era gradevole,a mezzogiorno eravamo sui 16 gradi.

Partiamo dalla Tiburtina(sono di Pescara,ma la tiburtina unisce appunto Roma a Pescara)e andiamo verso Manoppello,sperando di salire a Passolanciano(sulla Maiella).Roccaraso è stato scartato perchè certi della neve,ma anche Passolanciano è località sciistica,però passando per la strada vecchia anche se il fondo non era perfetto,avremmo incontrato poco traffico e in caso di scivolone non dovevamo temere di avere altri mezzi in compagnia.
Iniziamo a salire,arriviamo a scafa e 2 moto ci sverniciano di brutto sulla statale,mentre ci passano vediamo un lampo,ma non era il tempo,era il flash di un autovelox
Da lì passiamo per Turrivalignani,ma per la strada vecchia,ci sono una serie di tornanti stretti bellissimi,il problema e che non si poteva piegare,quella strada è dissestata completamente,stà franando un pò alla volta,ma non fanno interventi e la tengono comunque aperta,mah!!!
Arriviamo a Lettomanoppello,mercato del paese e quindi rimaniamo un pò imbottigliati,quando usciamo dall'igolfamento si inizia a salire sul serio,ragazzi che spettacolo ci arrampicavamo beati con la strada pulitissima e la neve sui lati,non sentivamo freddo(io avevo la tuta in pelle e niente sottotuta,solo un maglioncino a collo alto),certo non potevamo piegare tantissimo,ma lo spettacolo è stato troppo bello e questo ci bastava.
A un certo punto siamo dovuti tornare indietro,c'era neve anche per strada e alcuni pezzi erano ghiacciati e le bimbe hanno iniziato a lamentarsi con leggeri sculettamenti, quindi avendo espresso la loro non opinione sfaverovele a salire ancora,siamo scesi per lidi più consoni.
La discesa non è stato niente di eccezionale,abbiamo fatto strade poco conosciute e non certo bellissime,ma lo spettacolo lo abbiamo avuto prima.
Sulla strada del ritorno mi sono passati accanto quattro siluri non meglio identificati,andavo quasi a 200,ma quelli non li ho neanche visti!!!
Fatto stà che il mio compagno di avventura si è lanciato all'inseguimento,io stavo accusando la baldoria della sera prima e ho rallentato vistosamente,non avevo voglia di gareggiare,per quello c'è la pista.
Infine li ho ritrovati tutti all'uscita della superstrada,ma come,andavano come i razzi e li ho ripresi dopo neanche 5 minuti,avendo per di più rallentato la mia andatura????
Certa gente non la capisco,ci hanno forse visto da lontano e volevano farci vedere la potenza dei loro bolidi????Per poi rallentare appena ci avessero passati perchè non capaci di tenere una certa andatura???
Mha sono domande che mi faccio spesso,ma non avrò mai risposta,perchè infondo neanche le cerco queste risposte,non mi interessano,a me interessa godermi la mia bimba,non fare gare di velocità!
Spero di non avervi annoiato,ma è stat una bella Domenica e volevo lo sapesse,per ora credo che la bimba meriti un pò di riposo,ma non la farò certo andare il letargo
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HO UNA BIMBA STUPENDAAAAAA! ADESSO ANCHE UN BIMBO CHE PARE UNA MONGOLFIERA!!(3 Mesi KG8)
Ora sono grandi uno 7 e l'altro 5 anni,proprio una vita che non loggo
Masai è offline  
Old 23-12-2003, 16:42   #4
Athlon
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Riavvio il thread consigliando come regalo di natale da fare in extremis il VOLUMETTO N. 5 del JOE BAR.

L'ho gustato negli ultimi due giorni e merita , visto che si e' tornati alle origini con le stesse moto protagoniste del N1.
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CIAO FABRIZIO .. CORRI TRA LE NUVOLE COME FOSSERO DUNE
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Old 23-12-2003, 16:42   #5
Athlon
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Dimenticavo ....

se non sapete a che raduno andare ecoovi l'elenco aggiornato e completo

http://www.nicolamoto.it/
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Old 23-12-2003, 16:46   #6
Gemini77
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Re: Re: MotoHardware Club 3.0

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Originariamente inviato da ferste
ma chi vuoi che l'abbia già aperto!?!?

in questo periodo si fà fatica anche solo a clickare sul mouse....

Siamo letargici come non mai!!

Così in letargo che la mia moto è sotto l'ufficio in questo momento che aspetta solo di essere cavalcata dal sottoscritto!!!
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Old 23-12-2003, 20:34   #7
Cabum!!!
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E si... letargo mica tanto... io ancora non mi decido a sospendere l'assicurazione e so che me ne pentirò a luglio...
Domenica ad esemepio sembrava un miracolo il tempo qui! Sabato pioggia e lunedì anche! Ma domenica... si poteva stare senza giubbotto quasi! Sole caldo e nemmeno una nuvola! Come non saltare in sella con una giornata simile?! Infatti anche io ero reduce dalla disco... avevo toccato letto appena alle 5:30, ma alle 10 ero già con mezza tuta addosso! Giretto tranquillo lungo la litoranea, caffè in località marittima (campomarino per chi è della zona...) e verso le 12 ci siamo cominciati un po' a svegliare
Infatti il ritorno non è stato mica tanto tranquillo ..... mi sono persino fermato alle 12:45 in pista per dare un occhiata ancora c'era qualche pazzo di mia conoscenza, ma niente..... non c'era un'anima viva, il tepore del sole aveva completamente seccato l'asfalto del circuito ed io avevo una gran voglia di accarezzarlo un po'... peccato però che il commissario di turno non mi ha permesso di girare per via della "mezza tuta"... e si... mi fa:"ho chiuso un occhio per le condizioni pietose delle tue gomme e per il tipo di moto che porti (nazi di merd@! ).. sei senza tuta, vuoi farmi perdere il posto!?"...... pazienza... ho desistito e me ne son tornato a casa. Prima però di riporre la Bimba sotto le coperte, mi sono fatto una bella sfilata lungo la via del mio negozio per far scoppiare un po' d'invidia tutti i commercianti che stavano aperti... io me ne sono sbattuto le b@lle... con quella giornata... i clienti possono aspettare!
Appena arriva primavera io apro le danze con un percorsino niente destinazione sapri! E sarà solo l'inizio!!!
Ciao ciao!!!
Cabum!!! è offline  
Old 23-12-2003, 20:47   #8
energy+
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Old 23-12-2003, 21:10   #9
lnessuno
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io intanto aspetto febbraio... la mia bestiola è ancora dal concessionario che mi aspetta
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Old 23-12-2003, 21:15   #10
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Ragazzi ho appena letto la storiella sul motociclista da bar di athlon,troppo forte!

E pensare che è davvero così......che tristezza che fa certa gente!

ciao
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Old 24-12-2003, 15:43   #11
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Old 24-12-2003, 16:28   #12
ferste
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Originariamente inviato da energy+
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nulla di fatto

Sono tutti in garage a preparare i veicoli per l'anno nuovo......

Ne approfitto anche io per fare gli auguri, ci rivediamo a S.Stefano.

Casco ben allacciato, luci accese anche di giorno e prudenza....SEMPRE!
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Old 24-12-2003, 16:33   #13
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Originariamente inviato da ferste
nulla di fatto

Sono tutti in garage a preparare i veicoli per l'anno nuovo......

Ne approfitto anche io per fare gli auguri, ci rivediamo a S.Stefano.

Casco ben allacciato, luci accese anche di giorno e prudenza....SEMPRE!
Nn è che di nome fai Nico e cognome Cereghini vero?

cmq sia faccio ne approfitto anch'io x fare i miei migliori auguri a tutti i soci del club,ciao
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Old 24-12-2003, 16:43   #14
lnessuno
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Città: The city of wasting disease
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non è proriamente una storia allegra... ma è molto bella ed è stata postata tanto tempo fa, molti non la conosceranno...



" DIALOGO DEL MOTOCICLISTA E DELLA MORTE "


Oddone incontrò la Morte in un gelido e soleggiato sabato di gennaio.
Proprio in uno di quei giorni, così rari durante gli inverni padani, nei
quali la nebbia sembra uno spauracchio fantastico, irreale, scacciato
da un sole sfolgorante. E quel sole si specchia negli infiniti
brillanti di brina che ricoprono come un tappeto campagne e
sempreverdi. Uno di quei rari giorni in cui spira il vento gelato che
ha ripulito l'aria rendendola cristallina al punto che da Milano sembra
di poter allungare la mano e di poter toccare tutto l'arco della
Prealpi e delle Alpi coperte di neve.

E' il giorno in cui i motociclisti che non hanno messo in letargo la
propria compagna a due ruote non riescono a resistere all'irrefrenabile
desiderio di far cantare il motore e di correre sulle strade. Andare,
partire, lanciarsi e scivolare in quel nitore in compagnia del vento,
verso nord, con le montagne e la neve negli occhi, con qualche
eccitante lama di gelo a filtrare negli indumenti pesanti, o ad
infiltrarsi dal bordo della visiera pur chiusa, o nel buco del guanto
pesante. Ma con la virile smorfia di un sorriso goduto poderosamente
scolpita sul grugno da duro biker. Ehi! Basta un'ora, due, e si ritorna
rigenerati e vaccinati contro altre settimane di nebbia, neve o
pioggia. In pace con se stessi e con il mondo.
Oddone fece " pinpincavalin " per scegliere tra la Yamaha FZR 1000 e
l'Harley Electra Glide, entrambe coperte da assicurazione in quel
periodo. Vinse la Yamaha, ma lui ci pensò su un po' e decise per una
cavalcata custom, lenta e ponderata, per godersi il paesaggio senza
doversi troppo concentrare sulla guida e su una esagerata attenzione
per eventuali tratti di strada ghiacciati. Inoltre avrebbe molto
gradito, vista la temperatura nana, il buon riparo del largo parabrezza
dell'Harley.
Scaldò bene il motore e partì alle undici del mattino, prendendo la
provinciale verso Trezzo d'Adda. Era ben imbottito, come se avesse
dovuto andare a sciare, e non sentiva minimamente freddo.
Andava e motociclettava di gusto.


Si sentì gelare quando La incontrò.
Ad un incrocio.

Lì in mezzo al maledetto incrocio con i suoi stupidi ed inutili
semafori c'era la maledetta automobile messa di traverso, con la
fiancata sfondata. E per terra frammenti di vetro e di plastica ed i
pezzi della motocicletta che giaceva distrutta metri più in là. E poi i
segni di una impossibile frenata, e quelli di un impatto e di una
strisciata sull'asfalto.
Oddone si sentì stringere il cuore come in una morsa, quando vide sul
ciglio della strada il corpo coperto dal plaid colorato. Una coperta
corta, dalla quale spuntavano due stivaletti neri.
Non vide la gente che si assiepava commentando sottovoce. Vide "Lei",
che osservava la forma nascosta sotto la coperta standosene immobile e
silenziosa e tenendo piegato il capo nascosto dal cappuccio. Non c'era
emozione in quello stare lì, in quell'essere presente. Lei era la
Morte. Professionale, distaccata, fredda.
Lentamente Oddone attraversò l'incrocio, evitando i rottami che
giacevano a terra e cercando di non guardare nè il morto, nè gli
spettatori che guardavano lui che passava con l'Harley, nè la moto che
giaceva a terra, per non essere tentato di volerne riconoscere marca e
modello, nonostante la distruzione.
Lo spaventava pensare all'elegante e potente moto sportiva che quel miserevole rottame era stato soltanto pochi minuti prima.
La sirena echeggiò alle sue spalle mentre si stava allontanando. Sirena
di che, al diavolo! Polizia, inutile ambulanza? Ormai era fatta... era
tutto finito. Il solito automobilista con la testa nelle nuvole, che
svolta senza guardare, o frena di colpo, o apre la portiera o... o...
o! Cento modi per fracassare testa ed ossa a noi che stiamo sulle moto!
Oddone guidava a bassa velocità, sconvolto da ciò che aveva dovuto
vedere. La giornata era diventata intollerabilmente fredda, il piacere
della guida invernale si era dissolto, il sole e le montagne coperte di
neve sembravano appartenere ad un orizzonte che non era più il suo.
Pregò brevemente per quell'uomo, che era stato un motociclista come era
lui, fratello in quella passione travolgente che porta a cavalcare quei
meravigliosi cavalli d'acciaio, tanto splendidi quanto vulnerabili,
tanto esaltanti quanto pericolosi.
Poi, all'improvviso, Oddone si rese conto di non essere solo, a cavallo
della sua Electra Glide. Non riuscì a continuare nel suo vagabondare.
Dovette fermarsi su uno spiazzo sterrato vicino ad un prato dall'erba
secca coperta di brina. Scese di sella e tolse il casco. Non capì se la
causa del brivido gelido che gli scivolò lungo le membra fosse il
venticello teso che spirava da nord, oppure la figura incappucciata di
nero che sedeva sul sellone posteriore dell'Harley, appoggiandosi
rilassata all'alto schienale.
- Mi piace, la tua moto... - disse la Morte, ed aveva la voce dolce e profonda di una bella donna.

Una bella donna sulla quale il Tempo non avesse potere alcuno. Una donna
placida, matura, sicura del suo fascino e capace di trasmettere tutto
ciò attraverso la sua voce.
Niente roba rantolante, parole secche come il crepitare d'ossa, o sussurri malefici. Tutt'altro: una cosa ammaliante.
- Una grande Harley tutta nera e cromata, con un motore come un grande
cuore pulsante. Mi si addice, non trovi? - il cappuccio della Signora
in Nero si mosse lentamente, come se lei stesse gustando la vista della
moto sulla quale stava seduta.
Oddone se ne stava zitto, con il casco tra le mani.
- Spero di non averti spaventato... quando ti ho visto passare su questo
splendore non ho saputo resistere alla tentazione di venire a fare un
giretto con te. Il mio lavoro l'avevo finito, ormai, ed avevo ed ho un
po' di tempo prima del prossimo appuntamento. -
- Ha fatto bene. - dichiarò Oddone, e si sentì molto stupido, sia perchè
si era rivolto alla Morte dandole educatamente del "lei", sia perchè
era convinto che le sue parole fossero suonate, come dire? un tantino
false.
Il cappuccio della Signora vibrò leggermente, proprio come se lei stesse ridendo.
- Grazie. - disse poi. - La tua moto è anche molto comoda. L'hai chiamata Augusta, no? Bel nome. Dà la giusta idea. -
Oddone non sapeva cosa dire. Quello che gli stava succedendo non era
vero, non poteva esserlo. Doveva avere preso un colpo di freddo. Forse
una cosa grave, per procurargli una simile allucinazione...

- Beh, se è grave, non lo è al punto da richiedere la mia presenza. -
disse la Morte. - Ho ancora un po' di tempo libero, ma se ti spavento
posso andarmene subito, se vuoi. -
- Non sono proprio a mio agio, per la verità. -
- Anche se sai che non sono qui per te? -
- Beh, insomma, questo mi tranquillizza un po'. - ammise Oddone, e poi corrugò la fronte cullando un pensiero sgradevole.
- Ti stai chiedendo quanto tempo dovrà passare prima che il nostro appuntamento diventi una realtà compiuta... -
- Lei sa leggere nel pensiero? -
- Puoi darmi del tu. Mi hai portato a spasso sulla tua moto, no? -
- Sai leggere nel pensiero? -
- Che importanza ha? Secondo te un motociclista che ne vede un altro
morto in mezzo alla strada riesce a non pensare "Chissà quando toccherà
a me?" -

- No, certo. - ammise Oddone.
- Vedi? Non occorre leggerti nel pensiero per sapere che stai pensando
se anche a te toccherà incontrarmi in quel modo, o su un'automobile,
piuttosto che in un letto... Certo preferiresti che non capitasse con
la moto, forse per non dover distruggere uno dei tuoi sette
gioielli a due ruote. -
- E' proprio così... Però io detesto la psico-logica. Chi la conosce mi può leggere dentro come in un libro aperto. -
- Su, non te la prendere... E' solo che hai paura delle tue paure. Ed io
mi sento di fare qualcosa per te, per ricambiare il piacere che mi hai
dato portandomi in moto con te. Vorrei aiutarti ad esorcizzarle, le tue
paure. Raccontale a me ed a te stesso, e vedrai che starai meglio.
Parlami prima di tutte le cose brutte, e poi lascia che la luce del
sole le sbiadisca, intanto che parliamo di tutte le sensazioni
meravigliose che le motociclette sanno dare. Alla fine me ne potrò
andare... Pensa! Potrai anche fare un paragone fra l'emozione che hai
provato ad avere ME seduta sulla tua moto, alle tue spalle, e quella
che ti dà una donna con grandi seni morbidi appoggiati contro la tua
schiena... -
" Chissà se anche la Morte ha le..." cominciò a pensare Oddone.
- Non essere irrispettoso! - lo rimproverò bonariamente la Morte, e lui
si convinse che Lei poteva davvero leggere nel pensiero.
- Dimmi perchè hai sette moto. - sussurrò la Signora, ed Oddone le spiegò:
- Tante me ne sono piaciute, e tante ho avuto la fortuna di potermi permettere di possedere. -
- Dispari di numero... perchè così, se ne distruggerai una
incontrandomi, ne resteranno sempre tre per uno per ciascuno dei tuoi
figli. -
- E' così. - confessò Oddone, e la prima delle sue paure, quella più grande e potente, uscì fuori.
- La vedo. - disse la Morte. - Vedo la paura per la vita dei tuoi
figli... vedo che vorresti poter sfogare la tua passione per le moto
più ancora di quanto tu non faccia, e regalare la passione ai tuoi
figli come qualcosa di prezioso. Ma vedo che ti odi per questo, perchè
temi di dar loro qualcosa che metta in pericolo la loro vita... -
- Arrivo a desiderare che invece di amare le moto quanto le amo io ,
arrivino ad odiarle proprio in contrapposizione al mio modo di vivere
questa passione... e ne sfuggano per sempre i pericoli che ne
costituiscono il prezzo. -
- Puoi sempre sperarlo. Puoi sperare che non sentano il richiamo di
questa eccitante forma di libertà... Il richiamo dell'andare e
dell'andare e dell'andare senza fermarsi... -
- E dei colori e dei profumi, e del caldo e del freddo, e del vento che
ti stuzzica o ti rinfresca... Che è lo stesso vento che ora ti
accarezza ed ora ti strapazza... che ora ti accompagna ed ora ti
perseguita, mentre corri le strade. -
- Sì. Questo e molto altro ancora, che tu conosci. C'è sempre quel
prezzo da pagare, che tu conosci... E c'è la paura... Dammene un'altra,
delle tue paure! -
- Basta così poco! Un attimo di distrazione. Mio o di chiunque altro... ed arrivi tu. -
- Non è soltanto questo, il prezzo. Non lasciare che le paure restino annidate dentro di te... c'è un prezzo anche più alto. -
- Ma tutto è già scritto? E' inutile lottare, risparmiarsi, essere
prudenti? Il nostro appuntamento con te è già fissato, è ineluttabile?
Oppure è in nostro potere rimandare l'incontro ad un momento più
lontano? - chiese Oddone accoratamente, cercando una risposta che fosse
una via d'uscita dal castello di dubbi nel quale a volte si accorgeva
di essere rinchiuso.

- Hai troppo ben presente la favola del soldato di Samarcanda! Puoi
immaginare quanto io ami una ipotesi tanto suggestiva ed arguta, ma non
è così: io arrivo quando è giunto il momento, mai prima! Siete voi
uomini che a volte, comportandovi da pazzi, arrivate in anticipo agli
appuntamenti, mettendomi fretta e costringendomi a correre. Non è cosa
ch'io ami, ma non posso farne a meno. Devo essere sempre dove è
richiesta la mia presenza... Tu lo sai, tutti lo sanno: è ineluttabile,
tu l'hai detto. -
- Ma sta scritto? -
La Morte allargò le braccia, e sembrò stringersi nelle spalle.
- Sta scritto che io arrivi SEMPRE, non QUANDO io debba arrivare. Però sta scritto ch'io arrivi quando DEVO arrivare. -
- Non capisco. -
- Se sali su una moto da cento cavalli, la lanci alla massima velocità e
chiudi gli occhi per venti secondi, stava scritto che tu lo facessi?
Stava scritto che io e te avessimo un appuntamento in quel momento? -
- No. -
- Ma se tu fai questo, tu mi dai un appuntamento. E se sta scritto che devo essere presente, io devo essere presente. -
- Chi scrive se devi essere presente? -

- Se fosse scritto che l'uomo debba saperlo, tu lo sapresti già, non credi? -
- Detesto la logica, quando mi si rivolta contro come un serpente! Morde. Fa male. Lascia brutte cicatrici. -
- Su, non fare così... Nulla è scritto "da sempre", altrimenti non
esisterebbe la libertà; per contro, nulla è che non venga scritto, o
lentamente nel tempo o d'improvviso. Non ha importanza che ciò avvenga
in seguito ad un atto di volontà di uno o di altri, oppure in seguito
ad una casualità. Non ha importanza quanto di totalmente assoluto sia
nella casualità, o quanto parziale o marginale sia la casualità stessa.
Quando accade qualcosa per cui io debba essere presente, io lo sono.
Così dev'essere. -
Oddone scosse la testa, con la fronte corrugata, come se avesse udito
concetti espressi in una lingua sconosciuta. Ma riuscì ugualmente a
porgere un'altra domanda:
- Ma tu, quanto tempo PRIMA di un appuntamento sai di doverci andare? -
- Il tempo necessario per arrivarci. -
- Sapevo che mi avresti risposto così... -
- Perchè non c'è altra risposta, non credi? Non arrivo mai in ritardo,
nemmeno quando lo sono davvero: l'ora dell'appuntamento è quando
arrivo. Nè prima, nè dopo. Nessuno può dire di essere morto nè un
minuto, nè un'ora, nè un giorno dopo il momento nel quale avrebbe
dovuto morire. Nessuno può dire di avermi aspettato. Si muore quando io
arrivo, non quando eventualmente avrei dovuto arrivare. -
Oddone restò muto. Non sapeva cosa dire, annichilito dalla basilarità di questi assunti.

- Su, motociclista, continua: il prezzo può essere più alto. -
- Sì. Continuo. Questo il prezzo: mancare in malo modo all'appuntamento
con te! Il nostro corpo è così fragile... Basta poco, e ce ne restiamo
qui, con il corpo o la mente devastati, a litigare con la vita nostra
e con quella di chi ci sta intorno. Distrutti, inabili . A soffrire o
far soffrire. A soffrire "e" a far soffrire. Magari ad aspettare con
ansia TE, che non ti decidi ad arrivare, finchè non sta scritto che è
arrivata l'ora dell'appuntamento. -
- Non è destino, questo, che sia prerogativa unica di chi ha la passione
per le moto. - sussurrò la Signora in Nero, indicando con una manica
l'Harley in nero sulla quale continuava a stare piacevolmente seduta. -
C'è chi ha subìto quanto temi senza aver neppure in parte goduto le
sensazioni che voi godete sulle moto. Il prezzo è alto, è vero, ma
parliamo anche della mercanzia che si acquista. Parlamene tu, come ne
parli a te stesso quando respiri il piacere che le tue sette amanti
sanno darti... -
Oddone esibì un sorriso un po' amaro, chiedendosi se era proprio quello
ciò che la Morte voleva da lui. Aveva la voglia e la forza di parlarne,
però. Di parlare del piacere della moto.
- C'è il senso di libertà. Ci sono le strade dei boschi e dei monti e
quelle della riva dei laghi e dei fiumi. Ci sono i mille paesaggi da
conoscere e da vivere. E da... scorrere. C'è la voglia di cavalcare il
vento, nei momenti in cui non senti più il canto del motore, quando ti
sembra di non essere nemmeno seduto su una moto, ma sull'aria. E
l'aria... vola!
Oppure c'è il piacere di guidare, di condurre quella bellissima cosa
viva che sta sotto di te. Il piacere di guidare "davvero"... di dovere
agire, muoverti, spostarti sulla sella per piegare il tuo mezzo come la
strada e la tua velocità richiedono. Con la continua, eccitante
sensazione della sfida all'equilibrio, in quel continuo gioco di forze
e vettori ed energia. In quel dominare il movimento, gustando le
accelerazioni e le decelerazioni mentre le usi per farle partecipare
all'insieme di tutti i fattori complessi... eppur dominabili, della
guida. Ed intanto la stringi con i pugni e le ginocchia, la tua moto, e
lavori con i piedi sui pedali e puoi cavare dal motore tutta una
sinfonia di suoni diversi. -
- C'è da dimenticarsi la paura, no? -
- No. Sì. Sì, posso dimenticare, per un po'. Ma c'è, c'è sempre! Basta tanto poco per finire in pezzi! -
- Anche tu hai cercato l'emozione forte, però. L'hai cercata, la paura!
Andavi a più di duecento all'ora, quel giorno, ed era una strada
provinciale. Stretta, strettissima a quella velocità... e così corta! E
allora? -

- Quel rettilineo sembrava finire dieci metri avanti i miei occhi... e
stavo così steso sulla moto che mi sembrava di avere il naso a dieci
centimetri dall'asfalto della strada. Ho mollato quasi subito. -
- E confessi? -
- Confesso una emozione violenta, e la paura era il suo condimento. -
- E mentre danzi con le stagioni? Hai paura anche allora? -
- No, come potrei? Sei così assorbito da ciò che vedi e vivi! Ancor oggi
mi racconto la primavera sulle strade di Normandia, quelle strade
lunghe e diritte, immerse in campi verdissimi, sotto un cielo tutto
grigio e pigro ed umido... con i pensieri che mi si muovevano nella
mente in volute lente, torpide... un torpore soltanto a tratti scosso
dalle macchie di colore del violento giallo dei campi di colza in
fiore. Ricordo i sospiri che mi sfuggivano dentro il casco, incontro al
profumo esalato da quel verde umido e corroborante. E mi racconto la
primavera sulle strade verso Mantova, con gli occhi pieni del colore
dei fiori degli alberi di Giuda e di quelli delle forsizie, che
imbrogliano, con una gioia priva di pudore, esplodendo i fiori quando
gli altri vegetali si stanno ancor dando da fare ad emettere le foglie.
Ed intanto ogni altro albero ed arbusto si sforza di mostrarsi con il
verde più tenero e brillante, per competere con ogni altro albero ed
arbusto per conquistare la meraviglia del verde più fresco. -
- Ma...? -
- Ma non puoi non vedere quel lungo, infinito guard rail... paziente ed
instancabile nell'attendere di affettarti un braccio, o una gamba, o il
collo... come una lama ben affilata. Con cento occasioni perchè tu e la
tua moto andiate a fare la quella spiacevole esperienza. -
- Non ci pensare. Dimmi dei profumi, invece. -

- Ci sono i profumi della primavera avanzata, quando si va in giro con
la visiera del casco semiaperta, per lasciarli penetrare ed affondarvi
il viso... il profumo delle ginestre delle isole, quello della lavanda
di Provenza! Le dolcissime robinie di Lombardia, le glicini, i tigli!
Ti ritrovi a guidare nell'estate, e non ti sei neppure accorto di quando ci sei entrato.
Trovi l'alito caldo ed umido dei campi strapieni di mais, e l'aroma
fragrante del fieno appena tagliato, e l'odore irruente del letame che
nutre la terra, ed i vapori bollenti delle erbe che cuociono al sole.
-
- Ma... ma? -
- Ma come fai ad ignorare quei muretti infiniti di cemento , quelle
grigie meraviglie componibili che separano le carreggiate, e che ti
aspettano? Un sasso schizzato da una ruota d'auto, una vespa che ti
s'infila nel casco... oppure un piccolo urto, una ruota che perde
aderenza. Tu lo sai, ci sono ampie possibilità di scelta: grattugiarsi
fino alle ossa strisciando il muretto o l'asfalto... oppure giocare a
carambola restando al di qua... - e qui Oddone gesticolò, mimando un
tragico flipper. - O saltare di là per spiaccicarsi meglio. Senza
sapere chi sceglie quale sia il tuo gioco... Forse senza nemmeno il
tempo di capire quale sia, il dannato gioco! -
Oddone chinò il capo e tacque.
Il venticello gelido gli passò sulle orecchie, teso come un rasoio.
- Ma, nonostante tutto, il bagnato, o il ghiaccio, o il terriccio
viscido che sporca l'asfalto non ti fermano, d'inverno. Eppure l'unico
profumo che senti è quello del freddo... E sei qui con la moto, e ti
porti a spasso un'ospite. -
- Avrei preferito farti correre su monti e colline, in mezzo ai colori
ed ai profumi dell'autunno. - Oddone sbirciò la Signora, che
contemplava le montagne imbiancate, e si rese conto di ciò che aveva
appena detto. - Ma tu li conosci da sempre, dall'alba dei tempi... -

- Dimmeli tu... è tanto tempo che non ci penso più. Forse me ne sono scordata. Racconta, su. -
- Non è possibile raccontare tutte le sfumature del verde, del marrone,
del giallo e dell'arancio che si affollano nei boschi dell'autunno!
Magari lo sapessi fare! Dimentico perfino i primi due o tre degli
infiniti rossi degli aceri, non appena è passato un po' di tempo,
quando i miei occhi non ne sono più riempiti... Ogni bosco ha un
profumo diverso, e questo profumo cambia, se lo respiri al mattino,
piuttosto che a metà del giorno o al tramonto. E poi cambia ancora al
variare dell'umidità... e dopo una notte umida respiri fragranze che ti
allargano i polmoni e la mente... -
- Continua... -
- ... -
- Continua, su, non essere ritroso. Io sono... -
- Non dirlo! E' soltanto nel cuore dell'autunno che i colori ed i
profumi ora ti imbaldanziscono, quando il sole è caldo e l'aria
asciutta, ora ti commuovono, quando tramonta il sole. Ed infine ti
riempiono di dolcezza e tristezza e rimpianto, quando rinfresca ed è
più umido, e molte sono le foglie già cadute ed i profumi sono quelli
che sentivi da bambino nei boschi e nelle campagne e tra i cespugli
delle rive dei fiumi. -
- E dov'è la paura? -
- Mah! - ammise Oddone, dopo averci pensato su un po'. - Forse non è
davvero paura, quella di volare via insieme alle foglie e di perdersi
nei boschi dell'autunno... Forse non c'è paura di finire tra alberi e
cespugli. O forse non è il momento di pensarci, o il caso di continuare
a farlo. -
- E' così. Alla fine le paure sono consumate, sbiadite, ridotte. E ti resta così tanto in cambio! -

- Davvero? -
- Tu lo senti. Io mi porto via le tue paure , ed il piacere di
tutte le cose belle che mi hai raccontato . Continua a goderne.
Continua! -
- Con minor paura? -
- Sì, o no. Non importa, se continui a goderne. Con prudenza, se vuoi, perchè lo devi. -
Oddone restò in silenzio, fissando la Signora in Nero, che se ne stava
ancora seduta sull'Harley, rilassata, con il vestito ed il cappuccio
che ondeggiavano con grazia, e compostamente, al soffio del vento
dell'inverno.
- Ti saluto, ora. E' tempo ch'io vada. -
- Arrivederci, Morte. -
- Arrivederci, motociclista. Sii prudente. Cerca di non arrivare in anticipo al nostro appuntamento! -
- InchAllah. - disse Oddone, come suo solito.

Ma la Signora in Nero era già svanita.
Lui si mise a cavallo dell'Harley ed avviò il motore. Sospirò. Si
sentiva più tranquillo. Rasserenato. Beh, anche rassegnato. Stette ad
ascoltare il canto del motore. Il poderoso ronfare lo cullò, e le
vibrazioni lo riscaldarono.
Il sole continuava a splendere, in quel bellissimo, gelido sabato.
Oddone considerò che la Morte appariva ora qui, ora là, ma la Vita era
dappertutto. Era il caso di vivere. Infilò il casco e riportò la moto
sulla strada, dirigendosi a nord.
Le montagne coperte di neve scintillavano incoronando l'orizzonte, ed era uno spettacolo bello da piangere.


Oddone incontrò la Morte in un gelido e soleggiato sabato di gennaio.
lnessuno è offline  
Old 24-12-2003, 23:53   #15
Cabum!!!
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Augurissimi a tutti i motociclisti (veri) !!!

UN MEGA AUGURIO DAL VOSTRO CAB!!! A TUTTI I FRATELLI SOCI e a tutti i fratelli motociclisti!!! Buon NATALE e felice ANNO NUOVO!!!!



PS
Regalo di Natale del daddy: Manubrio dritto (stile monster per capirci), assetto completamente rivisitato, frizione nuova!
Ahhhh..... quando una persona ti conosce non sbaglia mai regalo! (Le gomme nuove stanno arrivando... e a quanto mi ha lasciato intendere il nuovo assetto... credo proprio che non mi dureranno molto! )

L'allegato per rendervi meglio l'idea...
Immagini allegate
File Type: jpg zrd.jpg (15.2 KB, 34 visite)
Cabum!!! è offline  
Old 25-12-2003, 22:16   #16
energy+
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non è proriamente una storia allegra... ma è molto bella ed è stata postata tanto tempo fa, molti non la conosceranno...



" DIALOGO DEL MOTOCICLISTA E DELLA MORTE "

.......................
Ehm

Nn t'offendere eh!
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Old 25-12-2003, 22:18   #17
lnessuno
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Ehm

Nn t'offendere eh!


nah, io ho avuto la stessa reazione di quella faccina quando l'ho letta
lnessuno è offline  
Old 25-12-2003, 22:21   #18
energy+
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nah, io ho avuto la stessa reazione di quella faccina quando l'ho letta
eh già ci mancherebbe! sgrat sgrat!
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Old 25-12-2003, 22:25   #19
Rez
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domani direzione adria...sperando in qualche pazzo

al massimo si girovaga un pò quà un pò là.....


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Old 26-12-2003, 18:11   #20
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ehi Rez tu 6 tutto matto lasciatelo dire
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