Michael Burry sfida la febbre AI: maxi scommessa da 1,1 miliardi contro Nvidia e Palantir
Michael Burry, celebre per aver anticipato la crisi dei mutui subprime, punta forte contro Nvidia e Palantir: la sua scommessa ribassista da 1,1 miliardi di dollari scuote Wall Street e scatena la reazione del CEO di Palantir, che lo accusa pubblicamente
di Rosario Grasso pubblicata il 05 Novembre 2025, alle 12:35 nel canale WebNVIDIAPalantir
Michael Burry, il gestore reso celebre dal film "La Grande Scommessa", torna a far parlare di sé con una posizione ribassista da 1,1 miliardi di dollari contro due dei titoli simbolo della corsa all'intelligenza artificiale: Nvidia e Palantir. Secondo i documenti depositati presso la SEC (fonte), Burry ha acquistato opzioni put per circa 900 milioni di dollari su Palantir e 200 milioni di dollari su Nvidia. Si tratta di una scommessa su un imminente ridimensionamento delle quotazioni di queste due aziende simbolo dell'ascesa delle moderne tecnologie di intelligenza artificiale.
La notizia ha avuto un impatto immediato sui mercati: Palantir ha perso circa l'8% in poche ore, mentre Nvidia ha registrato un calo del 3,2%. Il contesto è quello di una crescente preoccupazione per una possibile bolla speculativa legata all'AI, con valutazioni considerate da molti osservatori ormai eccessive.
Non si è fatta attendere la risposta di Alex Karp, CEO di Palantir, che ha definito Burry "fuori di testa" e lo ha accusato di voler manipolare il mercato. Le sue dichiarazioni hanno acceso il dibattito tra analisti e investitori, divisi tra chi teme un ridimensionamento dei titoli tech e chi vede nelle mosse di Burry solo una provocazione.
Se NVIDIA non ha certo bisogno di presentazioni, Palantir Technologies Inc. è un'azienda statunitense specializzata in analisi dei dati e software di intelligence. Fondata nel 2003 da Peter Thiel, Alex Karp (oggi CEO) e altri imprenditori legati a PayPal, Palantir è nata con l’obiettivo di sviluppare strumenti in grado di analizzare enormi quantità di dati per individuare pattern, relazioni e anomalie — spesso in contesti di sicurezza, difesa e intelligence. Negli ultimi anni l’azienda ha anche sviluppato Palantir AIP (Artificial Intelligence Platform), una piattaforma che integra AI generativa e modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) nei flussi di lavoro aziendali e militari.
La strategia di Burry, già protagonista di scommesse clamorose in passato, riporta l'attenzione sui rischi di una crescita troppo rapida nel settore tecnologico. Gli occhi di Wall Street restano puntati sulle prossime mosse dei grandi investitori e sull'evoluzione delle quotazioni di Nvidia e Palantir, mentre il dibattito sulla solidità della "febbre AI" si fa sempre più acceso.










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13 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoil loro business si basa totalmente sul nulla, al momento https://scenarieconomici.it/il-circ...sa-del-cliente/
c'è solo un dettaglio ignorato, i datacenter sono realmente costruiti, i materiali sono realmente pagati ed i servizi sono realmente venduti (in perdita).
Non si è mai vista una bolla produrre utili e ricavi in queste quantità quindi il fatto che ci sia [I][U]anche[/U][/I] un circolo di denaro tra le stesse aziende, non ne fa una bolla, neanche il fatto che non sia possibile monetizzare istantaneamente ogni investimento (se no che investimento sarebbe?)
Quindi è molto più probabile che Michael Burry si prenda una sonora botta sui denti che il contrario.
ma se Nvidia non sta dietro alle richieste per i prossimi 2 anni! E ha praticamente alzato i prezzi sino all'inverosimile. Spiegami come fai ad immaginare un futuro in cui si venderà Hardware per l'AI con volumi più bassi di oggi. Dai su un minimo di obbiettività nella vita ci vuole...
Non si è mai vista una bolla produrre utili e ricavi in queste quantità quindi il fatto che ci sia [I][U]anche[/U][/I] un circolo di denaro tra le stesse aziende, non ne fa una bolla, neanche il fatto che non sia possibile monetizzare istantaneamente ogni investimento (se no che investimento sarebbe?)
Quindi è molto più probabile che Michael Burry si prenda una sonora botta sui denti che il contrario.
I datacenter (ottimizzati per le attività legate ai LLM, non per il cloud computing generico) rischiano di subire una svalutazione mostruosa se scoppia la bolla.
Lo stesso vale per l'infrastruttura energetica costruita o riattivata appositamente per alimentarli.
Stanno persino installando generatori che usano turbine di motori per aerei (inefficienti e più costose delle turbine progettate appositamente per le centrali termoelettriche) che nel momento in cui cala la richiesta diventeranno troppo costosi da utilizzare.
In altre parole anche i soldi spesi per datacenter ed infrastruttura andranno in larga parte in fumo.
Ed è li uno dei pericoli più grandi, i soldi per costruirli non li hanno messi direttamente i big del cloud computing, li hanno messi società finanziarie che hanno probabilmente già rivenduto il debito infilandolo in derivati. Quando scoppia la bolla sarà chi ha in mano quei derivati ad essere fottuto, mica Meta, Amazon, Oracle, Google, ecc. che hanno già messo un bilancio la spesa per i datacenter sotto forma di roba da ripagare in 20..25 anni con calma e che guadagnano comunque forte con le loro attività "non-AI".
Per questo ad esempio Microsoft può "vantarsi" di aver acquistato troppe GPU rispetto a quelle che può alimentare e contemporaneamente affitta datacenter dai cryprominer per usare le GPU che hanno già operative in quei siti.
Insomma, la crisi che si profila è più simile a quella dei mutui subprime del 2008 che a quella della web economy.
Bury ha "scommesso contro" Nvidia e Palantir non tanto perchè si aspetta che la bolla scoppi ora, ma perchè sono sopravvalutate e vulnerabili.
Nvidia perchè il governo cinese ha deciso di puntare forte sull'autarchia in campo AI (ora i datacenter che operano con AI ed LLM avranno forniture di elettricità a costo ribassato per compensare la minor efficienza dei chip AI "made in China"
Palantir perchè il suo business principale è con organizzazioni governative e militari ed in USA comincerà a risentire degli effetti dello shutdown in corso proprio menrre all' estero parecchi governi stanno valutando alternative ... più allineate agli interessi nazionali.
Esattamente, inoltre questo continuo trasferimento degli stessi fondi serve a tenere a galla l'economia USA, fino a quando gli altri ci crederanno...
Bubble Trouble: An AI bubble threatens Silicon Valley, and all of us. Silicon Valley Is All In on AI.
The AI bubble is the only thing keeping the US economy together, Deutsche Bank warns
Will data centers crash the economy?
The AI industry is running on FOMO
Non si è mai vista una bolla produrre utili e ricavi in queste quantità quindi il fatto che ci sia [I][U]anche[/U][/I] un circolo di denaro tra le stesse aziende, non ne fa una bolla, neanche il fatto che non sia possibile monetizzare istantaneamente ogni investimento (se no che investimento sarebbe?)
Quindi è molto più probabile che Michael Burry si prenda una sonora botta sui denti che il contrario.
No. Se esploderà oppure no chi lo sa, ma:
I datacenter sono nel migliore dei casi in costruzione, tranne forse un paio. Quindi i materiali non sono (ancora) realmente pagati. Fun fact, i materiali non ci sono. C'è carenza di cavi, di turbine, di potenza elettrica in generale. I datacenter richiedono anni per essere costruiti davvero, non trimestri.
I cloud provider stanno progressivamente costruendo di meno e affittando di più (chissà come mai
L'unica che fa utili con AI è NVDA. Gli altri al massimo spendono capex o fanno debiti.
Non c'è anche un circolo di denaro, la quasi totalità del giro dei soldi è circolare, fra Big Tech, controllate e satelliti vari.
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