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#1 |
Senior Member
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Wto: farmaci a paesi poveri, niente intesa
GINEVRA - Farmaci, i paesi poveri possono aspettare.
L'accordo raggiunto in nottata al Consiglio generale della Wto a Ginevra è clamorosamente saltato. E ora, tra i 146 Paesi membri della Organizzazione mondiale del commercio, ci sarà bisogno di nuove consultazioni. E' stato Keith Rockwell, portavoce della Wto, ad annunciare che, contrariamente a quanto ci si attendeva, il Consiglio dell'organizzazione non ha ratificato l' intesa raggiunta in serata dal comitato sulla proprietà intellettuale. Un vero e proprio colpo di scena, perché l'approvazione formale dell'intesa - che mirava a facilitare l'accesso ai medicinali a buon mercato per i Paesi poveri privi d'industria farmaceutica - sembrava una semplice formalità. Nella serata di ieri si era infatti raggiunto l'accordo su due documenti che avrebbero dovuto portare alla piena applicazione della "Dichiarazione di Doha", approvata dalla Wto nel 2001, con cui si stabilì la priorità della salute pubblica sui diritti di proprietà intellettuale, al fine appunto di rendere più facile l'accesso ai farmaci salvavita per le popolazioni povere colpite da gravi epidemie quali Aids, tubercolosi, malaria. Nel primo documento sottoposto all'approvazione si ammorbidiscono le regole di proprietà intellettuale per consentire ai Paesi poveri senza capacità produttive farmaceutiche di importare farmaci generici; nel secondo (una dichiarazione voluta da Washington) si elencano alcune misure per contrastare eventuali abusi: il testo precisa infatti che l'intesa dovrà essere usata in buona fede a scopi esclusivamente umanitari e non commerciali. Ma, come detto, tutto si è bloccato proprio in dirittura d'arrivo. In mattinata ci sarà una nuova riunione del Consiglio generale dell'organizzazione, ma a questo punto è poco probabile che l'accordo possa essere raggiunto prima della riunione ministeriale di Cancun (Messico), in programma dal 10 al 14 settembre. |
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#2 |
Senior Member
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Non avevo dubbi
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«Sono cristiano con Copernico, Descartes, Newton, Leibniz, Pascal, Eulero, Gerdil, con tutti i grandi astronomi e fisici del passato. E se mi si chiedessero le mie ragioni sarei felice di esporle» (Cauchy) /// I shall fear no evil, for Thou art with me ![]() ![]() |
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#3 |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2003
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Ma le motivazioni per cui l'accordo non è stato raggiunto si sanno? Mi sembra incredibile....
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#4 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 1999
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
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Veto degli Stati Uniti sui farmaci anti-Aids
IL REGALO di Natale per 30 milioni di sieropositivi in attesa di cure non arriverà. E neanche per i malati di tubercolosi, di malaria e di altre patologie tropicali che vivono in paesi poveri e non si possono permettere di acquistare medicine al prezzo di mercato. Gli Stati Uniti hanno deciso: niente accordo, i monopoli farmaceutici non si toccano, le terapie si comprano alle condizioni di chi detiene i brevetti. E' ormai battaglia aperta all'interno del Wto: i paesi africani che urlano e gridano allo scandalo contro Washington ("Questo è una nuova apartheid"), l'Unione europea che cerca di mediare mentre alcuni paesi (India e Brasile) sbattono la porta e se ne vanno.
Resta solo il direttore del Wto, il tailandese Supachai Panitchpakdi, che aveva promesso una nuova immagine dell'istituzione dopo le contestazioni di Seattle e adesso è costretto ad ammettere: "E' grave e deludente. Rischiamo di screditarci di fronte all'opinione pubblica". Era l'ultima occasione per concludere l'accordo che permette ai governi del Terzo mondo di produrre o importare farmaci salva-vita a basso costo. E invece venerdì, a tarda sera, un comunicato annuncia la sconfitta. I 144 paesi del Wto non riescono a mantenere la promessa pronunciata nel novembre 2001 al vertice di Doha. - Pubblicità - Restano così intatti i brevetti ventennali sulle medicine. Nel caso dell'Aids significa che continuerà il monopolio delle sette compagnie farmaceutiche che hanno l'esclusiva delle terapie fino al 2016. Chi contravviene rischia cause legali e pesanti sanzioni commerciali. "Si tratta di difendere i nostri investimenti in ricerca e sviluppo per nuove medicine. Abolire queste regole avrebbe conseguenze devastanti per gli ammalati di tutto il mondo" giustifica Alan Holmer, presidente americano di Pharma. "Non è tollerabile che medicine vitali siano riservate a pochi privilegiati mentre milioni di ammalati muoiono", ribatte Gro Harlem Brundtland, direttrice dell'Organizzazione mondiale della Sanità. Gli sherpa del Wto avevano trovato un compromesso sulle emergenze sanitarie più gravi: Aids, malaria e tubercolosi. Erano previste anche una quindicina di altre malattie tropicali. Dopo infinite discussioni quasi tutti i paesi avevano accettato. Ma non gli Stati Uniti. "Si tratta di un testo troppo vago e flessibile", ha spiegato l'ambasciatrice di Washington, Linnet Deily, preoccupata di non vedere abbastanza garantita la potente lobby farmaceutica, "Big Pharma". Per le multinazionali l'accordo di Ginevra è pieno di rischi. Il via libera ai farmaci generici rappresenta almeno 50 miliardi di dollari di mancato incasso. Inoltre, con il nuovo accordo, i brevetti potrebbero essere ignorati anche per malattie non contagiose come il diabete o l'asma. E poi, aggiungono gli esperti, non c'è alcuna garanzia che i farmaci prodotti a prezzi scontati nei paesi poveri non siano poi importati illegalmente in Occidente. Ora le organizzazioni umanitarie, come Oxfam e Medici Senza Frontiere, rilanciano: "Se i politici non sono in grado di trovare un accordo noi sosterremo il contrabbando di farmaci per impedire alla gente di morire". Le discussioni del Wto dovrebbero riprendere con l'inizio dell'anno, forse entro l'estate ci sarà una nuova conferenza. "Devo ricordare a tutti che non si tratta soltanto di commercio ma anche di una questione umanitaria", protesta il direttore Supachi. "Volevamo tutti un accordo. La posizione americana ci ha deluso", aggiunge l'ambasciatore canadese Sergio Marchi. Il diplomatico brasiliano, Antonio de Aguilar Patriota, confessa: "Sembrava di assistere a un dialogo tra sordi". ![]() L'America rimane ferma sulle sue posizioni. "Questo fallimento non è affatto un disastro - ha commentato il sottosegretario al commercio Usa, Grant Aldonas - Le medicine già esistono e le società americane finanziano meccanismi per farle arrivare ai paesi africani". |
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#6 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
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#7 |
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#8 | |
Senior Member
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LoL Mi sa che rimarrai deluso... |
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#9 | |
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Iscritto dal: Jun 2001
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#10 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2003
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si può fare un link al thread "cosa vuol dire per voi essere no global"?
vuol dire leggere certe cose e farsi un esame di coscienza, visto che certa gente è lì perchè i paesi occidentali l'hanno votata e ce l'hanno mandata. |
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#11 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
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#12 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 1999
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Che vuoi, sono ottimista...... Gianniiiii sono ottimistaaaaaaa ![]() ![]() |
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#13 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
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Fanno bene a Santo Domingo, il presidente l'anno scorso ha detto che non potendo continuare a vedere la propria gente che muore senza medicine e cure perchè sotto brevetto, ha autorizzato l'azienda sanitaria nazionale a clonare tutti i farmaci anti-HIV in commercio. Dopo neanche 1 mese sono stati minacciati di espulsione dal WTO ed un eventuale embargo.
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#14 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
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Ovvio, devi startene buono buono. Altrimenti i casi sono due: embargo o bombardamento |
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#15 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
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Mi ero dimenticato: colpo di stato militare |
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#16 |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
Città: Torino
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Siamo di fronte ad uno scandalo inenarrabile.
Questa guerra dei brevetti illustra chiaramente quale sia l'idea di "sviluppo" che attualmente gira in queste teste: i paesi poveri possono avere il nostro aiuto solo nel caso in cui ci servano cavie (vedi OGM). Altri motivi per questa decisione assurda non ce ne sono se si tiene conto che. 1) statisticamente una casa farmaceutica rientra completamente dei costi di R&S su di un medicinale anti-epidemico nei primi SEI mesi di commercializzazione, dopo è tutto profitto (e che profitto!). Quindi l'idea delle case farmaceutiche sul lastrico per la liberalizzazione è semplicemente risibile. 2) i gruppi chimico farmaceutici investono nella ricerca cosmetica circa 600 volte quello che è stato investito nella ricerca sulla malaria (che fa ancora decine di migliaia di morti l'anno). Per cui l'immagine dei gruppi farmaceutici-crocerossinesottopagate fatta circolare per impietosire il pubblico è piuttosto falsata. 3) la ricerca sulle malattie epidemiche moderne (AIDS) in prima istanza ha portato ai brevetti che attualmente sono chiusi in cassaforte ANCHE grazie alla cessione gratuita delle copie di milioni di cartelle cliniche da parte delle strutture sanitarie pubbliche. Se i ministeri della sanità dei paesi del Sud Economico del mondo avessero ragionato come le ditte farmaceutiche, avrebbero dovuto FARSI PAGARE i miliardi di ore necessari ad accumulare e ordinare una tale mole di dati. Una volta si riteneva che l'industria fosse un bene per la società, adesso è la società ad essere un bene a disposizione dell'industria. ![]()
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Eroi da non dimenticare: Nicola Calipari (04/03/2005) e Vittorio Arrigoni (14/04/2011) e Bradley Manning. Sono certo che anche i francesi si indignarono per il fatto che i tedeschi, piuttosto che veder dissolvere la loro nazione, preferirono il nazismo. Chi non impara la storia... |
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#17 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
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#18 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
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Sarei stato, invece, piuttosto "alterato" se fosse passato il regalo dei brevetti a terzi...
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I cattivi a volte si riposano, gli imbecilli mai |
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#19 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2003
Messaggi: 740
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scusa se ti ho messo in bocca parole non tue, è quello che ho capito. |
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#20 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Quote:
![]() Rispetto all'argomento specifico di questo thread, forse bisognerebbe fare chiarezza su alcuni punti. Un brevetto è un titolo di proprietà su una proprietà intellettuale, così come un libretto di circolazione è il titolo di proprietà su un'auto e un contratto di acquisto è il titolo di proprietà su una casa. Un brevetto è di proprietà di chi lo registra, ovviamente. Un brevetto per una casa farmaceutica è come un campo o un trattore per un agricoltore, come un tornio per un'azienda meccanica: è cioè un'immobilizzazione, una risorsa che cotituisce parte del valore stesso dell'impresa. Imporre ad un'azienda farmaceutica di rinunciare ad un brevetto su un farmaco per esigenze umanitarie, equivale a fare beneficienza con i soldi degli altri. Potremmo a questo punto espropriare un trattatore ad ogni agricoltore italiano e inviarlo in Africa: non c'è bisogno solo di farmaci, ma anche di trattori laggiù. Perchè allora non fare così? Perchè non espropriare i trattori agli agricoltori italiani, oppure i granai ai contadini francesi, o il gasolio ai trasportatori tedeschi, al fine di inviarlo per esigenze umanitarie in Africa? Cosa lo impedisce? Lo impediscono criteri di equità e razionalità. Equità, perchè non ha senso imporre alle aziende farmaceutiche di fare beneficienza forzata rinunciando ad un loro titolo di proprietà. O imporre agli stati che le ospitano, cioè in gran parte USA GB e Svizzera, di fare anch'esse indirettamente beneficienz forzata. Perchè le case farmaceutiche e non quelle automobilistiche? O perchè non Cerbert ed io come privati cittadini? Perchè USA GB e Svizzera e non Francia Germania e Italia? L'assistenza e la solidarietà sono aspetti comunitari, ed in quanto tali vanno fatti -in comune-. In comune significa che se uno stato vuol fare assistenza umanitaria, può farla con i soldi raccolti in comune da tutti i suoi componenti -la tassazione ordinaria-. Lo stato italiano, con i soldi raccolti da tutti i suoi componenti, può acquistare medicinali e destinarli ai paesi che ne hanno bisogno: questa è una beneficienza comune, nel senso che tutti gli italiani vi contribuiscono in relazione alle loro possibilità. E' un concetto razionale ed equo, mentre quello di espropriare un trattore ad un contadino italiano, o un brevetto farmaceutico ad una società svizzera, sono decisamente irrazionali e diventano iniqui se invece di richieste, diventano imposizioni. Ciononostante, nel caso dei brevetti per la loro natura di proprietà intellettuale una soluzione intermedia è possibile. Le proprietà intellettuali hanno come caratteristica che l'uso non ne limita la proprietà, pertanto per una società farmaceutica concedere gratuitamente un proprio brevetto a determinate condizioni non rappresenta un danno economico e quindi può essere fatto senza pregiudicare equità e razionalità. Queste condizioni sono appunto ciò di cui si discute negli incontri citati da Linux. Le prima e più ovvia, è che un farmaco brevettato, ceduto ad un paese a prezzo di favore, sia effettivamente utilizzato a scopi umanitari e non riutilizzato a fini commerciali. Definire questa condizione è tutt'altro che semplice. Servono controlli ferrei. Un carico di medicinali avanzati ceduto a prezzo di costo di produzione in Africa equivale ad una miniera d'oro per chi volesse farne un uso commerciale riutilizzandolo in altri paesi: tanto per dire, il contrabbando di questi medicinali sarebbe 10-100-1000 volte più redditizio del pur redditizio traffico di sigarette (dato l'alto valore dei medicinali). Vedendo quanto è forte l'incentivo a trafficare pacchetti di sigarette (valore commerciale 2 euro), immaginate la spinta al contrabbando per carichi di medicinali il cui valore in un paese senza emergenze sanitarie, con normale regime commerciale di vendita, è magari di 50-100-200 euro a confezione. Quando un medicinale ceduto a prezzo di costo in un paese con emergenza sanitaria, viene contrabbandato in un paese con normale regime commerciale, il danno per la società farmaceutica che lo ha ceduto passa da virtuale a reale, e ci si ritrova nel caso di cui parlavo prima: imporre per legge ad una impresa ed al paese che la ospita, di fare beneficienza forzata in nome e per conto della collettività. Questo, come detto prima, è iniquo e irrazionale.. spero saremo tutti daccordo su questo punto. Riassumendo: ![]() -imporre -senza condizioni- ad un'azienda farmaceutica di rinunciare ai brevetti per esigenze umanitarie, equivale ad imporre a qualcuno di fare beneficienza per tutti. Non sarebbe diverso se per legge lo stato imponesse a chi si chiama Alessandro, e solo ad essi, una tassa di 100€ al mese per esigenze umanitarie. -oltre all'essere chiaramente iniqua e irrazionale, una misura del genere non solo danneggerebbe le aziende farmaceutiche (e fin qui..) ma anche la collettività intera, perchè verrebbero meno gli incentivi che spingono qualcuno ad organizzare aziende farmaceutiche e quindi in futuro ve ne sarebbero meno e di peggiori: nell'esempio precedente, se ogni Alessandro deve pagare 100€ al mese di tassa, le mamme registreranno sempre meno bambini a nome Alessandro, fino al punto in cui morti gli ultimi Alessandro tra 100 anni non ci sarà più nessuno con quel nome.. -la cessione dei brevetti per esigenze umanitarie, trattandosi di un bene intellettuale, è comunque possibile: perchè sia razionale ed equa, sono fondamentali le condizioni a cui avviene: è ovvio che i cedenti, cioè chi farà beneficienza (le case farmaceutiche) debbano essere daccordo su queste condizioni, altrimenti si ritorna al punto di partenza e cioè si impone a qualcuno di fare beneficienza forzata Scusate la lunghezza.. spero che qualcuno sia arrivato a leggere fino a qui. ![]() |
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