5G e salute: facciamo il punto fra fake news e ricerche reali

Si sente di tutto, parlando di 5G e potenziali conseguenze sulla salute. Abbiamo chiesto il parere di un esperto con grande esperienza e preparazione, che trovate in questo articolo non certo breve ma sicuramente ben argomentato e con un solo punto di riferimento: la scienza
di Redazione pubblicato il 29 Luglio 2019 nel canale Telefonia5G
Cenni sul 5G
Si sente di tutto, parlando di 5G e potenziali conseguenze sulla salute. Abbiamo chiesto il parere di un esperto con grande esperienza e preparazione, che trovate in questo articolo non certo breve ma sicuramente ben argomentato e con un solo punto di riferimento: la scienza.
Abbiamo consultato un esperto in materia, Ing. Luca Frigerio, chiedendogli un parere sulla questione, spinosa, della pericolosità del 5G. Ecco il suo contributo
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Ing. Luca Frigerio Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente, Milano Assegnista di ricerca presso IREA CNR |
Sono solito lamentarmi di come gli articoli che parlando di scienza, in Italia, sulle grandi testate giornalistiche, siano vaghi e imprecisi e, quando mi è stato affidato il compito di scrivere questo, ho sicuramente peccato di superbia. “Pensavo di sapere” : è la frase, quasi una sentenza, presente nella testa da quando ho finito di raccogliere gli elementi utili e necessari per scriverlo. Cercherò di spiegare, in maniera quanto più semplice possibile, cosa sia vagamente il 5G (su queste pagine sono già stati scritti innumerevoli articoli) e quali possano essere i suoi possibili rischi per la salute.
Il 5G è molto ambizioso, poiché promette nuova e sotto certi aspetti mai vista connettività che, probabilmente, porterà alla concretizzazione di scenari futuristici.
Partiamo dal nome: 5G. Sta per “quinta generazione”, quinta generazione delle tecnologie e degli standard della telefonia mobile cellulare, evoluzione, non diretta, del 4G ora in uso. Il suo obiettivo non è solo quello di superare tutti i limiti strutturali delle tecnologie precedenti, come per esempio è stato nel passaggio da 3G a 4G, ma quello, sicuramente ambizioso, di permettere una nuova, e sotto certi aspetti, mai vista connettività che, probabilmente, porterà alla concretizzazione di scenari futuristici. Detto in questi termini sembra quasi un messaggio pubblicitario, ma i vantaggi del 5G sono davvero molti e rivoluzionari. Cos’ha quindi in più il 5G rispetto ai suoi predecessori ? Vi è mai capitato di andare a un concerto in qualche posto sperduto, o in una spiaggia, ma con molta gente e di non riuscire a condividere qualcosa su FB? A me molto spesso. Il motivo è che le grandi antenne, proprie delle tecnologie 3G e 4G, riescono a erogare connettività con una buona qualità solo quando il numero di device connessi è entro un certo limite, superato il quale la qualità decresce sensibilmente.
Il 5G, virtualmente, non ha questo problema. Il 5G è fatto per supportare un numero enorme di dispositivi connessi, perché il suo vero scopo è diventare l’infrastruttura sopra la quale costruire l’Internet of Things, l’internet delle cose, e non solo. Cose, ovvero: sensori (di temperatura, di pressione, chimici, di movimento, ecc...), computer, elettrodomestici e, in genere, in futuro ogni strumento elettronico che, per operare al meglio, sarà dotato della capacità di comunicare, non con voi, ma con le altre “cose”. Strategie cooperative insomma, con la speranza di migliorare e ottimizzare la nostra vita.
Avendo partecipato a numerosi progetti nazionali e internazionali sul tema, in qualità di ricercatore, l’esempio che ho sentito più spesso per descrivere questo scenario è il dialogo tra il forno e la lavatrice. Ho sempre immaginato la scena come parte di un film d’animazione di serie Z, clone di Toy Story, in cui al posto dei pupazzi si animano gli elettrodomestici. Cosa avranno mai da dirsi il forno e la lavatrice? Niente, se non magari: “io sono acceso, quindi magari parti quando ho finito”.
Ma non solo per questo serve il 5G. Mi è sempre sembrato che la maggior parte dei progetti, relativi all’uso dell’internet delle cose in un ’ambiente domestico, fossero più che altro portati avanti per cercare di farsi un’idea di come avrebbe potuto essere utile questa tecnologia, piuttosto che per colmare reali necessità. Anche questa è ricerca, ma, e non va dimenticato, l’internet delle cose non sarà solo in casa, sarà ovunque, e in progetti molto più concreti.
Immaginatevi delle strade piene di sensori in grado di dialogare con la vostra automobile, che permettano di estendere i vostri sensi alla guida facendola frenare quando è rosso oppure prima delle strisce, nel caso venga rilevata la presenza di pedoni.
Entra in gioco un’altra caratteristica fondamentale del 5G: la latenza.
Ed è qui che entra in gioco un’altra caratteristica fondamentale del 5G: la latenza. Cos’è la latenza? i videogiocatori sanno bene di cosa sto parlando. Ricordo ancora quando giocavo a Quake 2 in rete con il modem 56k. Avevo una latenza di 250 ms: grossolanamente, tra il click del mouse per sparare in faccia al mio avversario e l’effettivo avvenire dell’azione passava un quarto di secondo. Un’eternità di tempo, sufficiente per sbagliare mira e rendermi sua vittima. La latenza del 5G è spaventosamente ridotta, inferiore ai 5ms: praticamente è istantanea. E questo non tornerà solo a vantaggio dei videogiocatori. Prendiamo il caso dell’esempio precedente, dove una macchina deve frenare per evitare un pedone: un quarto di secondo a 50 km/h sono sempre 4 metri circa. 4 metri in meno che possono salvare una vita, a 50 km/h, figuriamoci a velocità superiori! Senza contare situazioni altrettanto critiche come le operazioni mediche a distanza, dove un controllo in tempo reale della strumentazione annullerebbe realmente le distanze.