Pirateria informatica: ecco i numeri, purtroppo
Alcune recenti vicende legate a The Pirate Bay riportano l'attenzione su un problema vecchio tanto quanto l'informatica: la pirateria online. Pur con una lieve flessione, i numeri sono elevati: un software su due in circolazione non ha regolare licenza e oltre il 70% delle installazioni di Microsoft Office è illegale
di Fabio Boneschi pubblicato il 22 Agosto 2008 nel canale ProgrammiMicrosoft
Introduzione
Il problema della pirateria software è praticamente vecchio tanto quanto l'informatica: sistemi operativi e applicativi in generale sono da sempre merce ricercata in rete e non solo. Il fenomeno ha poi assunto varie e differenti sfaccettature andando a sconfinare anche in ambiti limitrofi come quello dei contenuti multimediali audio e video soprattutto con la pervasiva diffusione di internet.
Il denominatore comune rimane la tutela della proprietà intellettuale e questo argomento risulta particolarmente caro alle major della musica o del cinema costantemente alla ricerca di nuovi metodi di protezione. Come molti utenti ormai sanno, la protezione dei contenuti o dei software è una costante rincorsa, infatti, alla stressa stregua di una partita a guardia e ladri, buoni e cattivi si rincorrono ritrovandosi in modo alternato nei panni di inseguitore e di inseguito.
In questo immaginario testa a testa si possono ricordare anche alcuni incresciosi comportamenti da parte di alcune major e a tal proposito la mente va al ben noto rootkit distribuito con alcuni prodotti Sony, o altri sistemi di protezione che impedivano la riproduzione su pc utilizzando i diffusi player software.

Pur consapevoli di essere nel torto, molti utenti hanno per anni varcato la soglia dell'illegalità duplicando supporti digitali, scaricando contenuti dal web e violando le condizioni imposte dalla licenza d'uso dei software. Spesso da parte degli utenti è mancata la consapevolezza del commettere un'azione illecita, o forse, meglio ancora, è mancata la consapevolezza del rischio a cui si andava in corso. Alcune sentenze esemplari hanno spesso diviso l'opinione degli utenti come il famoso caso di Jammie Thomas di cui abbiamo parlato qui.
Un vero e proprio capitolo a parte merita il progetto Napster e tutti i suoi derivati: sul celebre network era possibile condividere e scaricare una mole indefinita di musica. Dopo varie vicende, oggi, Napster è ben diverso dal progetto originale e a tutti gli effetti è uno store online di musica a pagamento che, ironia della sorte, distribuisce anche le canzoni di autori da sempre avversi al P2P.







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