Microsoft ammette: 'Siamo stati troppo aggressivi con Windows 10'
Un dirigente della compagnia, Chris Capossela, ha ammesso che Microsoft c'è andata pesante con gli aggiornamenti di Windows 10. Soprattutto in un momento ben preciso
di Nino Grasso pubblicata il 28 Dicembre 2016, alle 11:01 nel canale Sistemi OperativiMicrosoftWindows
Nel corso dell'anno Microsoft ha forzato in vari modi gli utenti delle vecchie versioni di Windows (7 e 8.1) ad aggiornare al nuovo Windows 10, gratuitamente. Questo per raggiungere un obiettivo che man mano che passava il tempo sembrava sempre più sfumato e impossibile: un miliardo di installazioni entro tre anni dal debutto. Sebbene il lancio di Windows 10 sia stato il più grande della storia della società, il successo è stato ridimensionato da una strategia molto aggressiva.
Microsoft ha infatti utilizzato una serie di tattiche per costringere l'utente ad installare ed eseguire un updater in modo da installare la nuova versione sul vecchio sistema operativo usato sul sistema. Una strategia pregevole da un lato, visto che consentiva un processo di installazione estremamente semplificato anche agli utenti che non avevano la benché minima idea di come effettuare l'operazione (alcuni neanche si accorgevano che stavano per installare Windows 10).
Per altri versi però la strategia è stata deplorevole, visto che costringeva gli utenti più esperti che volevano rimanere sulle vecchie versioni ad operazioni non complesse ma di certo fastidiose, per aggirare gli aggiornamenti molesti. Secondo le parole di Chris Capossela, Chief Marketing Officer (CMO) di Microsoft, nel complesso la società è riuscita a trovare il giusto equilibrio fra l'essere troppo aggressiva e fare in modo che più utenti aggiornassero alla nuova versione di Windows.
Il dirigente della compagnia ha parlato in una lunga intervista con Windows Weekly, in cui ha comunque ammesso che prima di trovare l'equilibrio la compagnia si è spinta un po' oltre con un cambiamento, nella fattispecie, che ha confuso e costernato numerosi utenti.
"C'è stato un momento in particolare [questo] dove la X rossa, che solitamente significa - si sa - cancellare, non significava cancellare", sono state le parole di Capossela durante l'intervista. "E nel giro di un paio d'ore che l'aggiornamento era stato diffuso, con i sistemi di ascolto che abbiamo, abbiamo subito capito che ci eravamo spinti un po' troppo oltre. E poi, naturalmente, abbiamo impiegato un po' di tempo per rilasciare l'aggiornamento per modificare quel comportamento".
"Sono state due settimane piuttosto dolorose", ha infine concluso Capossela sull'argomento. "E chiaramente non abbiamo dato il meglio da parte nostra. Abbiamo comunque imparato molto da quella situazione". Un'ammissione che arriva in ritardo, forse troppo se consideriamo che la manovra aggressiva a cui si riferisce Capossela risale allo scorso mese di maggio. Sebbene Microsoft si fosse messa subito al lavoro per correggere il misfatto, ai tempi la compagnia aveva mantenuto il più stretto silenzio sulla problematica.
Ad oggi inoltre è più facile ammetterlo per la società visto che la spinta aggressiva si è placata, insieme con l'offerta dell'aggiornamento gratuito quindi è più facile parlare per la compagnia, che comunque ha pagato per la sua controversa strategia di marketing. Negli scorsi mesi una donna della California ha infatti citato in giudizio il colosso di Redmond, che ha negato la criminosità del proprio operato ma ha accettato di pagare 10 mila dollari per evitare pene significativamente più onerose.
89 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info..ha confermato gli utenti?
"E nel giro di un paio d'ore che la X era stata divulgata, con i sistemi di ascolto che abbiamo, abbiamo subito capito.."
..hanno divulgato una "X"?
Nino Grasso vai a zappare la terra
Chi ha tradotto l'intervista? Una scimmia ubriaca?purtroppo è cosi.
Se sei un'azienda a cui poi non fungono piu' alcune share, non vanno alcune periferiche, alcuni programmi non vogliono saperne di partire, allora non e' affatto un affare.
E un'altra cosa assai fastidiosa e' il fatto che t'impone il riavvio quando installa alcuni aggiornamenti. Cioe' tu gli dici che non vuoi riavviare ora, ma non hai la possibilita' di scegliere quando, perche' dopo un tot di tempo lui riavvia lo stesso. Mi e' capitato mentre stavo programmando un'applicazione WPF e la cosa e' stata a dir poco fastidiosa.
In sostanza bisogna essere meno aggressivi ( appunto ) e lasciare all'utente la facolta' di scegliere cosa fare e quando farlo.
purtroppo è cosi.
Perchè offre molto più di quanto offrono le altre soluzioni nel mercato.
Alla fine a seconda di come giriamo la frittata la sintesi rimane quella e non si scappa.
E un'altra cosa assai fastidiosa e' il fatto che t'impone il riavvio quando installa alcuni aggiornamenti. Cioe' tu gli dici che non vuoi riavviare ora, ma non hai la possibilita' di scegliere quando, perche' dopo un tot di tempo lui riavvia lo stesso. Mi e' capitato mentre stavo programmando un'applicazione WPF e la cosa e' stata a dir poco fastidiosa.
In sostanza bisogna essere meno aggressivi ( appunto ) e lasciare all'utente la facolta' di scegliere cosa fare e quando farlo.
Tenendo conto che queste tipologie di problemi potrebbero benissimo non presentarsi, se qualcosa non va è necessario un upgrade.
Chiaro che Windows spinge sull'aggiornamento in ottica generale, ma altrimenti tutti rimarrebbero fissi con i prodotti ed i dispositivi che hanno per sempre.
L'upgrade forzato per Windows 10 è un modo per tenere tutti quanti allineati, idem il riavvio forzato, usato anche per evitare altri problemi.
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