IA generativa: una minaccia da 22 miliardi per creativi e artisti musicali

IA generativa: una minaccia da 22 miliardi per creativi e artisti musicali

Studio CISAC rivela: entro il 2028 l'IA generativa potrebbe causare perdite miliardarie per i creatori. Urgono regolamentazioni per proteggere artisti e cultura. Björn Ulvaeus (ABBA): "Cruciale bilanciare innovazione e diritti d'autore"

di pubblicata il , alle 07:41 nel canale Web
 

Uno studio globale condotto da PMP Strategy e commissionato dalla International Confederation of Societis of Authors and Composers (CISAC) ha rivelato un futuro preoccupante per chi si trova a lavorare nel settore musicale e audiovisivo a causa dell'impatto dell'intelligenza artificiale generativa. La ricerca, la prima nel suo genere, ha analizzato le potenziali conseguenze economiche dell'IA nei prossimi cinque anni.

I risultati mostrano che entro il 2028 i creativi musicali rischiano di perdere il 24% dei loro ricavi, mentre quelli del settore audiovisivo potrebbero subire una riduzione del 21%. Complessivamente, si stima una perdita cumulativa di 22 miliardi di euro nel periodo 2023-2028, di cui 10 miliardi di euro nel settore musicale e 12 miliardi in quello audiovisivo.

Parallelamente, il mercato dei contenuti generati dall'IA in questi settori dovrebbe andare incontro ad una crescita molto consistente, con previsioni di 64 miliardi di euro nel 2028 rispetto agli attuali 3 miliardi. I ricavi dei fornitori di servizi di IA generativa potrebbero raggiungere i 9 miliardi di euro annui entro il 2028, rispetto ai 300 milioni registrati attualmente.

Ciò che emerge dallo studio è che l'assenza di un quadro normativo adeguato abbia ripercussioni negative sui professionisti creativi e su due fronti in particolare: da un lato i mancati introiti per l'uso non autorizzato delle loro opere da parte dei modelli IA, dall'altro il depauperamento delle loro fonti di reddito per via della concorrenza dei contenuti generati artificialmente.

Le dichiarazioni di Björn Ulvaeus (chitarra e voce degli ABBA) e Gadi Oron, rispettivamente presidente e direttore generale della CISAC, evidenziano i dubbi e le sfide poste dall'IA quando si tratta di lavori che si basano sulla creatività umana.

Ulvaeus riconosce che l'IA può offrire nuove possibilità creative, ma evidenzia come un uso indiscriminato e non regolamentato rischi di danneggiare gravemente le carriere e i mezzi di sussistenza degli artisti. Il futuro del settore dipenderà in larga misura dalle scelte normative che verranno adottate a livello globale: il presidente della CISAC sottolinea la necessità per i legislatori di agire con urgenza per tutelare i diritti dei creatori e sviluppare un ambiente che salvaguardi la creatività e la cultura umana.

Oron evidenzia invece il problema già sollevato, anche in altri campi, da artisti e autori: le società di IA generativa fanno uso di opere protette da copyright per allenare i propri modelli, arrivando infine a trarre profitti senza ricompensare gli autori originali. Secondo Oron si tratta di uno squilibrio di mercato richiede un intervento immediato da parte dei decisori politici per proteggere i creatori umani e preservare il settore culturale.

Entrambi concordano sulla necessità di un quadro normativo che garantisca ai creatori la possibilità di esercitare i propri diritti legali e di esigere trasparenza dai servizi di IA. Solo con questi principi saldamente ancorati nell'ecosistema dell'intelligenza artificiale sarà possibile creare una situazione vantaggiosa sia per gli artisti che per l'industria tecnologica, evitando che l'IA diventi una minaccia per la cultura e il settore creativo.

48 Commenti
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ginogino6507 Dicembre 2024, 11:16 #1
Non vedo perché gli artisti e creativi debbano essere protetti mentre tante categorie e attività commerciali sono state cancellate o ridimensionate dal progresso tecnologico.
Mo4207 Dicembre 2024, 11:37 #2
Originariamente inviato da: ginogino65
Non vedo perché gli artisti e creativi debbano essere protetti mentre tante categorie e attività commerciali sono state cancellate o ridimensionate dal progresso tecnologico.


Semplice, perché l'arte è un'elevazione dell'intelletto umano, mentre le attività commerciali producono un mero sostentamento alla vita umana senza occuparsi del suo significato. Il vero culmine dell'esistenza umana è l'esprimere attraverso l'arte il senso e l'esperito della stessa. Tutto il resto, indipendentemente da quanto benessere genera, è scevro da qualunque significato esistenziale e mirato solo all'arricchimento dei più pigri e malvagi che si preoccupano solo di "nutrire il bestiame affinché possa loro produrre letame per coltivare più campi e così nutrire ancora più bestiame."
L'arte è l'unico modo per essere davvero liberi su questo pianeta.
L'unico modo per scappare dal recinto.
Informative07 Dicembre 2024, 13:31 #3
Non è qualcosa che si possa risolvere normativamente. E' una questione profonda che prima o poi si porrà (credo che siamo ancora piuttosto lontani, ma potrei sbagliare): man mano che aumenta la capacità dell'umanità di soddisfare i propri bisogni senza ricorrere ad altri essere umani, si porrà il problema, non tanto economico (storture statali a parte, più facile diventa soddisfare tali bisogni, meno costa, quindi meno necessità economica di lavorare), quanto soprattutto di noia e senso di utilità.
E' un equilibrio che dovrà emergere, probabilmente dolorosamente, non si può creare per decreto.
ginogino6507 Dicembre 2024, 14:07 #4
Originariamente inviato da: Mo42
Semplice, perché l'arte è un'elevazione dell'intelletto umano, ...


L'arte al posto della religione, mi piacerebbe molto.

Se le AI riescono a produrre musica, video, ecc. che riesce a concorrere con quella prodotta dai umani sempre di arte si tratta, se non ci riesce gli artisti umani non avranno problemi a sopravvivere almeno i più bravi.
marchigiano07 Dicembre 2024, 15:05 #5
i "creativi" che si lamentano se un computer riesce a fare meglio di loro, ma non si lamentano quando autotune traforma i loro versi gracchianti in un suono vagamente gradevole (sorvoliamo i contenuti...)
euscar07 Dicembre 2024, 15:47 #6
Originariamente inviato da: Mo42
Semplice, perché l'arte è un'elevazione dell'intelletto umano, mentre le attività commerciali producono un mero sostentamento alla vita umana senza occuparsi del suo significato. Il vero culmine dell'esistenza umana è l'esprimere attraverso l'arte il senso e l'esperito della stessa. Tutto il resto, indipendentemente da quanto benessere genera, è scevro da qualunque significato esistenziale e mirato solo all'arricchimento dei più pigri e malvagi che si preoccupano solo di "nutrire il bestiame affinché possa loro produrre letame per coltivare più campi e così nutrire ancora più bestiame."
L'arte è l'unico modo per essere davvero liberi su questo pianeta.
L'unico modo per scappare dal recinto.


Tra queste io ci metterei anche la matematica.
Da appassionato che sono mi piace seguire la sua storia e la sua evoluzione ed è un mero piacere nutrirsi dei suoi progressi (anche se ad essere sincero quella "prodotta" nell'ultimo secolo comincia ad essere un tantino al di sopra delle mie capacità di comprensione).
agonauta7807 Dicembre 2024, 16:13 #7
Gli artisti sono i primi a cercarsi un altro lavoro adesso . Nei campi c'è sempre bisogno
acerbo07 Dicembre 2024, 17:24 #8
se dei falliti come fedez e fabri fibra sono diventati milionari puo' farcela anche una IA con abbonamento base gratuito
marcram07 Dicembre 2024, 17:32 #9
Originariamente inviato da: ginogino65
Non vedo perché gli artisti e creativi debbano essere protetti mentre tante categorie e attività commerciali sono state cancellate o ridimensionate dal progresso tecnologico.

Esatto.
Non mi pare che i pittori realisti siano stati tutelati vincolando la fotografia...
the_joe07 Dicembre 2024, 18:00 #10
Originariamente inviato da: acerbo
se dei falliti come fedez e fabri fibra sono diventati milionari puo' farcela anche una IA con abbonamento base gratuito


Se è così facile perchè acerbo non è milionario?

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