Samsung, il tetto delle 52 ore lavorative settimanali in Corea del Sud è un problema per il team Exynos

Samsung sta affrontando una crisi a livello di chip logici, sia nella progettazione che nella produzione, che richiede risposte immediate. Secondo i dirigente, tra i problemi c'è anche la legge sudcoreana che impone ai dipendenti di lavorare fino a un massimo di 52 ore a settimana.
di Manolo De Agostini pubblicata il 14 Novembre 2024, alle 09:31 nel canale TelefoniaExynosSamsung
52 ore di lavoro a settimana non bastano, almeno nella divisione LSI di Samsung Electronics, il colosso sudcoreano che fatica a trovare un suo spazio di successo nel mondo dei chip logici per smartphone con le soluzioni Exynos.
Come riportato dal Chosun Daily, un quotidiano locale, la divisione LSI ha incontrato "difficoltà nel rispettare le scadenze dei progetti a causa del limite di 52 ore lavorative settimanali imposto dalla Corea del Sud, costringendo spesso i dipendenti a lasciare i compiti in sospeso per rispettare le norme".
"Negli ultimi anni mi è capitato spesso di dover lasciare il lavoro incompleto e tornare a casa a causa del limite di 52 ore, anche se la scadenza di un progetto si stava avvicinando", ha dichiarato un ingegnere senior del team di sviluppo AP di Samsung. "Per questo motivo, alcuni dipendenti chiave a volte lavorano in nero, e le loro ore extra non vengono registrate dall'azienda".
Il team AP è quello che sviluppa i SoC Exynos. Secondo quanto riportato, questa divisione che compete con le proposte di Apple, Qualcomm e MediaTek conta una forza lavoro "da 10 a 20 volte inferiore a quella dei rivali", cosa che non facilita il rispetto delle tempistiche.
Il dibattito sull'efficacia della settimana lavorativa di 52 ore in Corea del Sud vede pareri discordanti tra i legislatori e i leader aziendali. Samsung, che ha bisogno di fornire chip tempestivamente su richiesta dei clienti e apportare rapidi aggiustamenti ai progetti e ai processi produttivi, vede l'attuale legge sul lavoro come un ostacolo nella competizione con i produttori di chip internazionali.
La divisione dei chip e quella produttiva di Samsung sono in "stato di crisi", con i vertici che si sono anche scusati pubblicamente per i risultati finanziari sotto le attese del mercato.
All'interno di Samsung il tema del tetto delle ore lavorative rimane un argomento di forte dibattito. Alcuni dipendenti sostengono che il semplice prolungamento dell'orario di lavoro non porterà maggiore innovazione, mentre figure senior ritengono che la legge costituisca una barriera al perseguimento della strategia "super-gap" di Samsung, che mira a creare un ampio vantaggio competitivo sui rivali attraverso il costante raggiungimento di progressi tecnologici e di efficienza.
Questa strategia richiede un investimento elevato in termini di tempo e risorse, che gli attuali limiti alle ore lavorative ostacolano, impedendo all'azienda di massimizzare pienamente il proprio potenziale competitivo.
Le regole interne di Samsung per i team di ricerca e sviluppo fissano un sistema di lavoro flessibile basato sul mese: la settimana lavorativa media deve essere di 52 ore, permettendo così di lavorare una settimana molto di più e un'altra molto di meno, basta che la media rientri nel limite di legge. L'inosservanza delle regole comporta l'intervento immediato delle Risorse Umane, che impongono la sospensione del dipendente dal lavoro. Di conseguenza, alcuni dipendenti lavorano fuori orario, "pro bono", per rispettare i tempi di consegna.
Leggi simili a tutela dei lavoratori esistono anche nei paesi in cui hanno sede i maggiori concorrenti di Samsung. TSMC a Taiwan, ad esempio, è soggetta a un limite di 40 ore più 36 ore di straordinario al mese, ovvero una media di circa 48 ore alla settimana. Gli USA, tuttavia, non hanno limiti comparabili, il che significa che Qualcomm e Apple possono imporre più ore di lavoro ai propri dipendenti in caso di necessità.
17 Commenti
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In effetti… non credo ci sia un tetto pure sul numero di dipendenti
Premesso che sono d'accordo e che la soluzione non dovrebbe essere mai "facciamo lavorare di piu' le persone" a parte alcuni casi sporadici dove c'e' bisogno di un picco di lavoro (es problemi sotto scadenza) ma sempre tutelati a livelli contrattuali con straordinari etc, la soluzione del "aumento il personale" a volte non e' sufficiente, perche' segue la logica dei manager per la quale se una donna impiega 9 mesi per la gestazione di un bebe', a 9 donne basta un mese, che ovviamente e' una cavolata.
Il fatto e' che certi compiti semplicemente non possono essere parallelizzati, mentre ovviamente altri si; bisogna quindi che il management capisca se il collo di bottiglia sia dovuto a processi che possono essere parallelizzati fra piu' persone (es progettazione dei singoli blocchi del processore), oppure non parallelizzabili (es brainstorming ad alto livello di un progetto con le sue connessioni e contratti).
Non sto dando ragione a Samsung eh, sto solo dicendo che "metto piu' risorse" a volte non e' la soluzione, e che quindi bisogna indagare meglio il problema per capire come agire.
Hanno anche loro dei limiti, non sono dei robot. E sinceramente questi continui paragoni infarciti di luoghi comuni con gli italiani hanno un pò stancato.
Da autonomi, si passano facilmente le 60 ore...
Ma ci sono anche casi all'opposto, dove riesci a far "quadrare tutto" con poche ore settimanali.
Non credo proprio sia questo comunque il problema della scarsa competitività di Samsung. Alla peggio potrebbe delegare parte della progettazione fuori dalla corea, in Italia diverse realtà industriali hanno portato il reparto progettuale in sedi create ad hoc all'estero per scavalcare i limiti lavorativi
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