Olanda, un anno senza smartphone in classe: cosa è successo agli studenti

A un anno e mezzo dal bando degli smartphone nelle scuole olandesi, i risultati confermano miglioramenti significativi in apprendimento, socialità e concentrazione. L'Italia segue con una normativa simile. Il ministro Valditara spinge anche per un divieto a livello europeo, mentre il dibattito sull'uso consapevole della tecnologia resta aperto.
di Manolo De Agostini pubblicata il 07 Luglio 2025, alle 07:01 nel canale TelefoniaA distanza di un anno e mezzo, la scelta dell'Olanda di tornare a un modello educativo più tradizionale bandendo gli smartphone dalle scuole, sembra aver dato buoni frutti. I telefoni cellulari e altri dispositivi non sono ammessi in classe, a meno che non vengano utilizzati per scopi didattici durante la lezione o per necessità (ad esempio per esigenze di supporto aggiuntive o necessità mediche).
Uno studio condotto dal Kohnstamm Instituut, che ha coinvolto 630 dirigenti scolastici di scuole primarie e secondarie e diversi focus group con studenti, insegnanti e genitori, rivela dati significativi: il 75% delle scuole secondarie ha osservato un miglioramento nella capacità di concentrazione degli studenti, il 59% segnala relazioni sociali più sane e il 28% dei presidi nota progressi anche nei risultati scolastici.
La misura è entrata in vigore il 1° gennaio 2024 e, inizialmente, fu accolta con qualche scetticismo. Oggi, però, numeri e testimonianze convergono su un messaggio chiaro: l'assenza di smartphone favorisce un ambiente scolastico più sereno ed efficace.
Il successo della misura è attribuito anche alla sua chiarezza applicativa. Il divieto è stato imposto senza eccezioni, salvo casi specifici. In due scuole su tre, i telefoni vengono consegnati all'ingresso o lasciati a casa, eliminando le zone d'ombra regolamentari e facilitando l'applicazione del provvedimento da parte degli insegnanti.
Il ricercatore Alexander Krepel ha sottolineato come il divieto abbia incrementato anche il senso di sicurezza sociale: senza smartphone, è impossibile scattare foto di nascosto e condividerle. Nelle pause tra le lezioni, i ragazzi sono più inclini a interagire tra loro, sebbene questo possa a volte portare a piccoli conflitti verbali. Tuttavia, l'atmosfera scolastica è generalmente percepita come migliorata da tutte le parti coinvolte.
Anche l'Italia si sta muovendo in questa direzione. Dopo aver introdotto il divieto di smartphone nella scuola dell'infanzia e nella primaria, a giugno il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha esteso la norma anche alle scuole superiori. Il provvedimento, spiegato come "necessario per disintossicare i ragazzi" e riportarli "al libro, alla carta, alla penna", è stato accolto positivamente dall'opinione pubblica: secondo una rilevazione Swg, oltre il 76% degli italiani è favorevole, inclusi molti giovani.
Valditara ha inoltre promosso la proposta di un'iniziativa a livello europeo per limitare l'uso degli smartphone nelle scuole dei 27 Paesi membri. L'obiettivo è armonizzare le normative per favorire una riflessione condivisa sull'uso consapevole della tecnologia nell'educazione.
Il caso olandese dimostra che anche in società tecnologicamente avanzate - dove il 96% degli adolescenti naviga online quotidianamente - è possibile, con decisione politica e chiarezza normativa, cambiare abitudini radicate, con ricadute positive sul benessere e sull'apprendimento degli studenti.
21 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNon me lo sarei mai aspettato!!
Ah ma non si parlava dell Italia
L' Italia può inventare tutte le leggi del mondo ma come al solito chi controllerà?
...
mi sembrano tanto degli studi fatti per scoprire l'acqua calda...però magari è solo una mia opinione
però magari è solo una mia opinione
Cosa proporresti in alternativa per verificare dei risultati?
Perchè io le ho viste le famiglie dove lo smartphone non viene dato ai figli... faticoso ma i risultati sono evidenti. Il fatto è che o ti sbatti come genitore per far capire la questione a tuo figlio e riesci a renderla una scelta condivisa oppure hai modo di pagare chi si occupi dei tuoi figli e quindi non possa fare la scelta comoda del genitore poco presente.
La scuola secondo me è l'ultimo dei posti in cui dovrebbe entrare il telefono e a parte alcuni specifici momenti e lezioni tutto dovrebbe essere fatto in maniera tradizionale: libri e lavagna... va bene anche la LIM. Una distrazione continua, un livello di attenzione scarsissimo, una totale incapacità di approfondimento, il riempimento delle teste con le peggiori inutilità quando va bene, indisciplinatezza e in più i pochi ragazzi a cui l'uso dello smartphone era già impossibile vengono anche bullizzati da orde di piccoli e grandi idioti.
Bisognerebbe chiudere le scuole dentro delle gabbie di faraday.
A un anno e mezzo dal bando degli smartphone nelle scuole olandesi, i risultati confermano miglioramenti significativi in apprendimento, socialità e concentrazione. L'Italia segue con una normativa simile. Il ministro Valditara spinge anche per un divieto a livello europeo, mentre il dibattito sull'uso consapevole della tecnologia resta aperto.
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Incredibile dictu!!
Ciao.
La tua esperienza mi interessa. Puoi raccontare di più sull'esempio che hai accennato?
Probabilmente sì.
Già ai mei tempi ( 2002 - 2006 ) molte compagne di classe si ficcavano il nokia nell'astuccio e si ascoltavano la musica facendo passare il filo delle cuffiette dentro la manica della felpa fino all'orecchio. Per poi fare finta di essere semplicemente appoggiate al banco tenendosi la testa..
Non oso immaginare ora cosa si possono inventare per stare su instagram o tiktok.
Conosco famiglie con genitori molto occupati, ma che possono permettersi una tata capace, presente e coinvolta: gioca, propone attività, accompagna i bambini nelle uscite. I loro figli crescono attenti, educati, cortesi, curiosi, impegnati e con ottimi risultati scolastici. Anche loro vivono alti e bassi, certo, ma sembrano avere una marcia in più.
Ho incontrato anche famiglie più modeste che hanno dato lo smartphone ai figli solo al momento dell'ingresso alle superiori. Chi ha saputo far comprendere loro il senso e l’uso corretto di questi strumenti ha ottenuto risultati altrettanto eccellenti. I ragazzi avevano da sempre accesso a strumenti e supporti digitali, ma non erano immersi nel rumore incessante della rete. A scuola, forse proprio grazie alla loro impermeabilità alle idiozie dei meme e degli influencer e ai buoni risultati, hanno comunque subito angherie da parte di qualche coetaneo—ragazzi e ragazze, sia "vittime" sia "carnefici".
Conosco una ragazza, molto popolare tra i suoi coetanei, che tra i 16 e i 17 anni ha scelto spontaneamente di abbandonare lo smartphone in favore di un semplice cellulare (solo chiamate ed SMS). Per navigare usa il suo PC, con accesso a tutti i software e piattaforme che desidera. In seguito si è comprata una videocamera, realizza e monta video bellissimi, viaggia e quest’estate ha incominciato a lavorare: sei giorni su sette, sei ore al giorno, in un ristorante. Ha cambiato giro di amici, la sua vita sociale è vivace e intensa.
Nel mio caso i ragazzi, che hanno avuto accesso a smartphone, tablet e PC personali fin da piccoli, hanno finora ottenuto ottimi risultati scolastici senza troppo sforzo. Sembra che basti davvero prestare attenzione in classe—mi stupisce che a casa facciano quasi nulla. Imparare a imporre limiti e confini, però, è stata una battaglia: sebbene a scuola non tirino mai fuori il telefono dallo zaino, a casa, quando gliene viene data l'occasione, non farebbero altro e si perderebbero tutto il resto di buono.
E infine: non si bruciano le tappe. I bambini restano bambini, i ragazzi restano ragazzi. Mi sembra che molti abbiano fretta di accelerare la crescita, senza preoccuparsi della maturità necessaria. Eppure si vedono genitori impazienti di vedere la prole assumere comportamenti non adatti alla loro età anagrafica
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