Rifiuti elettronici, ne produciamo ancora troppi: crescono cinque volte più velocemente del riciclo

La produzione di rifiuti elettronici sta crescendo con una velocità 5 volte maggiore rispetto a quella con cui li ricicliamo. Il rapporto delle Nazioni Unite afferma che abbiamo prodotto 62 milioni di tonnellate di e-waste nel 2022.
di Manolo De Agostini pubblicata il 21 Marzo 2024, alle 15:31 nel canale Scienza e tecnologiaIl quarto rapporto Global E-waste Monitor (GEM) delle Nazioni Unite lancia l'allarme: nel 2022 sono state prodotte 62 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, un nuovo record. Il dato è più alto dell'82% rispetto a quanto prodotto nel 2010, 14 anni fa. Gli e-waste crescono cinque volte più velocemente del tasso di riciclo documentato, il che significa che miliardi di dollari di risorse preziose vengono sperperati e finiscono per inquinare.
I numeri, sebbene enormi, possono dire poco se non vengono messi in prospettiva: secondo le Nazioni Unite, 62 milioni di tonnellate riempirebbero 1,55 milioni di camion da 40 tonnellate, abbastanza camion da formare una linea - da paraurti a paraurti - che circonda l'equatore.
Nel frattempo, meno di un quarto (13,8 milioni di tonnellate, il 22,3%) della massa di rifiuti elettronici è stata adeguatamente raccolta e riciclata nel 2022, disperdendo risorse naturali recuperabili per un valore di 62 miliardi di dollari e aumentando i rischi di inquinamento.
Altre 16 milioni di tonnellate sono state riciclate tramite "canali non documentati" in Paesi ad alto e medio reddito con infrastrutture sviluppate per la gestione dei rifiuti, ma ulteriori 18 milioni di tonnellate sono state trattate in Paesi a basso e medio-basso reddito senza sistemi sviluppati per la gestione dei rifiuti elettronici. Le ultime 14 milioni di tonnellate, invece, sono state gettate nelle discariche.
Gli e-waste contengono spesso e volentieri additivi tossici o sostanze pericolose come il mercurio, che possono danneggiare il cervello umano e non solo.
È stimato in 31 milioni di tonnellate il peso dei metalli presenti nei rifiuti elettronici nel 2022, insieme a 17 milioni di tonnellate di plastica e 14 milioni di tonnellate di altri materiali (minerali, vetro, materiali compositi, ecc.). 91 miliardi di dollari è invece il valore dei metalli che si trovano nei rifiuti elettronici del 2022, tra cui 19 miliardi di dollari in rame, 15 miliardi di dollari in oro e 16 miliardi di dollari in ferro.
Il valore delle materie prime secondarie (principalmente ferro) recuperate dall'estrazione urbana dei rifiuti elettronici è stato pari nel 2022 a 28 miliardi di dollari.
In tutto il mondo, la produzione annua di rifiuti elettronici aumenta di 2,6 milioni di tonnellate all'anno, ed è sulla buona strada per raggiungere 82 milioni di tonnellate entro il 2030, un ulteriore incremento del 33% rispetto al dato del 2022.
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Il report prevede un calo del tasso documentato di raccolta e riciclo dal 22,3% nel 2022 al 20% entro il 2030 a causa della crescente differenza negli sforzi verso il riciclo rispetto alla crescita della produzione di rifiuti elettronici in tutto il mondo.
L'ampliamento del divario è figlio di molteplici fattori: il progresso tecnologico, l'aumento dei consumi, le opzioni di riparazione limitate, i cicli di vita dei prodotti più brevi, la crescente "elettronificazione" della società, le carenze di progettazione e l'infrastruttura inadeguata di gestione dei rifiuti elettronici.
Il rapporto sottolinea che se i Paesi riuscissero a portare i tassi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti elettronici al 60% entro il 2030, i benefici - anche attraverso la minimizzazione dei rischi per la salute umana - supererebbero i costi di oltre 38 miliardi di dollari.
Il tasso di creazione e riciclo degli e-waste varia in base all'area geografica presa in esame. In Europa, la produzione pro capite di rifiuti elettronici è di 17,6 kg, mentre il riciclo è di 7,5 kg. In Oceania sono rispettivamente 16,1 kg e 6,7 kg. Nelle Americhe sono 14,1 kg e 4,2 kg.
Il tasso medio annuo di raccolta e riciclo formale in Europa è del 42,8%, rispetto al 41,4% dell'Oceania, al 30% nelle Americhe, all'11,8% dell'Asia e allo 0,7% dell'Africa.
Le Nazioni Unite rilevano inoltre che il mondo "rimane straordinariamente dipendente" da alcuni Paesi per gli elementi delle terre rare, nonostante le loro proprietà uniche cruciali per le tecnologie future, tra cui la generazione di energia rinnovabile e la mobilità elettrica.
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Il rapporto chiede quindi uno scatto in avanti importante nella corretta gestione dei rifiuti elettronici, ma punta anche un faro sulla transizione all'energia rinnovabile: si prevede che i rifiuti elettronici provenienti dai pannelli fotovoltaici quadruplicheranno da 0,6 milioni di tonnellate nel 2022 a 2,4 milioni di tonnellate nel 2030. E, ma questo lo aggiungiamo noi, il boom dell'intelligenza artificiale potrebbe persino peggiorare le stime sul lungo termine.
22 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoOvviamente daranno la colpa ai "consumatori spreconi".
I produttori invece sono tutti innocenti: pezzi di ricambio che finiscono il giorno dopo la fine della garanzia, costi di riparazione spesso superiori al valore del bene stesso, prodotti praticamente non riparabili, software sempre (inutilmente) più avido di risorse che costringe a cambiare hardware ancora funzionante...
Ovviamente daranno la colpa ai "consumatori spreconi".
I produttori invece sono tutti innocenti: pezzi di ricambio che finiscono il giorno dopo la fine della garanzia, costi di riparazione spesso superiori al valore del bene stesso, prodotti praticamente non riparabili, software sempre (inutilmente) più avido di risorse che costringe a cambiare hardware ancora funzionante...
Diciamo colpa del consumismo e basta.
Se smettiamo di consumare come dei pazzi l'economia mondiale va in fallimento, naturalmente il sistema così com'è non può durare, ma a nessuno a qualsiasi livello sembra interessare.
La produzione di rifiuti elettronici sta crescendo con una velocità 5 volte maggiore rispetto a quella con cui li ricicliamo. Il rapporto delle Nazioni Unite afferma che abbiamo prodotto 62 milioni di tonnellate di e-waste nel 2022.
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E quindi costruire tante “fabbriche” che riciclano questi rifiuti e al tempo stesso creano del lavoro, no vero?
Madddai?
Parrebbe essere una soluzione semplice, se non fosse che riciclare queste componenti comporta un inquinamento spaventoso e un dispendio di energia enorme.
Esattamente quali sono le apparecchiature soggette a obsolescenza programmata?
Ammesso che non sia un termine buttato lì tanto per fare rumore.
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