NASA Mars Reconnaissance Orbiter: nuova datazione per la presenza d'acqua su Marte
La sonda NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) ha permesso a due scienziate di datare la presenza di acqua distribuita in fiumi o stagni così da arrivare alla conclusione che acqua fluida fosse presente per più tempo di quanto pensato.
di Mattia Speroni pubblicata il 27 Gennaio 2022, alle 15:50 nel canale Scienza e tecnologiaNASA
Per quanto su Marte siano arrivate (in orbita o sul suolo) diverse missioni spaziali, non abbiamo un'idea veramente chiara della sua storia. Si tratta di un punto importante perché permetterebbe di conoscere come potrebbero evolvere esopianeti nell'Universo e pianeti con struttura simile alla Terra.

Per avere una visione più precisa sono stati impiegati i dati raccolti dalla sonda NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), che già in passato è stata fondamentale grazie alla sua potente fotocamera. Questi hanno permesso di avere una nuova stima di quando l'acqua ha abbandonato il Pianeta Rosso lasciando dietro di sé solo poco ghiaccio, polvere e sabbia. L'acqua è ritenuto un componente fondamentale per lo sviluppo della vita. La sua presenza o assenza è determinante per sapere se un tempo fosse presente vita (microbica) in un altro pianeta oltre alla Terra.
Mars Reconnaissance Orbiter e la presenza di acqua su Marte
In un recente studio, pubblicato alla fine dell'anno scorso, gli scienziati hanno impiegato i dati raccolti in 15 anni dal Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA per capire se le stime fatte in precedenza sulla presenza di acqua sul Pianeta Rosso fossero corrette o potessero essere riviste. Ellen K. Leask e Bethany L. Ehlmann (le due autrici dello studio) credono di aver trovato le prove della presenza di acqua per più tempo di quanto sostenuto in passato.

Le precedenti evidenze avevano datato la presenza di acqua su Marte fino a circa 3 miliardi di anni fa. A causa delle modifiche all'atmosfera del pianeta, che si è ridotta con il tempo, il Sole è riuscito a far evaporare gran parte dell'acqua che era presente sulla superficie creando il pianeta deserto che conosciamo ora.
Le nuove evidenze dimostrerebbero però che potrebbe esserci stata acqua liquida fino a 2 miliardi di anni fa (o entro i 3,3 miliardi di anni), ossia un miliardo di anni in più rispetto a quanto si pensava in precedenza. Questo avrebbe potuto dare maggior tempo alle forme di vita di svilupparsi ed evolversi e ora potrebbe quindi essere possibile trovarne i segni anche grazie a missioni come NASA Perseverance.

Per capire come si sono svolti i fatti, le scienziate hanno impiegato i dati dello strumento Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars (CRISM) con risoluzione dai 18 ai 40 m/pixel. Questi hanno permesso di cercare i sali di cloruro presenti sulla superficie e che mostrerebbero dove in passato erano presenti corsi d'acqua. Per cercare di datare l'età della zona d'interesse è stata fatta una stima in base al numero di crateri da impatto presenti sulla superficie. Minor presenza di crateri significa (potenzialmente) una superficie più recente.
Sono stati anche impiegati i dati della Context Camera e della potente fotocamera HiRISE per consentire di avere ulteriori dettagli sulla struttura delle zone d'interesse. I dati hanno mostrato come i sali fossero presenti in avvallamenti che un tempo erano probabilmente stagni poco profondi. Sono stati poi rilevati canali ormai asciutti e ruscelli che potevano alimentare laghi e stagni.
Secondo le conclusioni, i depositi di cloruro che sono stati individuati negli altopiani meridionali di Marte dovrebbero essere stati originati da piccoli volumi d'acqua. I dati non hanno individuato la presenza di acqua sotterranea che possa aver dato origine a questi fenomeni mentre si tratta di probabilmente dello scioglimento di ghiacciai stagionali. In particolare la distribuzione a sud dell'equatore sarebbe associabile anche a depositi di neve.

Mentre le scienziate erano alla ricerca dei segni passati d'acqua è stata rilevata anche la presenza di ghiaccio d'acqua in alcuni pendii rivolti verso i poli di Marte. Queste immagini erano state scattate in inverno, mentre nelle altre stagioni non è stata rilevata la presenza di ghiaccio mostrando che si tratta di eventi transitori. Non si tratta di una novità assoluta, ma permette di determinare quanta acqua sia presente ancora sul pianeta. In generale è stato concluso che i depositi di cloruro su Marte, datati tra i 3,4 e i 2,3 miliardi di anni, hanno permesso di mostrare la presenza delle ultime grandi distese di acqua su larga scala per il Pianeta Rosso.
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