OpenAI e Jony Ive hanno un problema: il loro assistente AI non sa quando stare zitto

Secondo il Financial Times, OpenAI e Jony Ive starebbero affrontando una serie di ostacoli tecnici nello sviluppo del loro misterioso dispositivo AI, un assistente personale senza schermo in arrivo nel 2026. Il progetto, ancora avvolto nel riserbo, mira a ridefinire il concetto di "smart assistant".
di Manolo De Agostini pubblicata il 06 Ottobre 2025, alle 06:31 nel canale PerifericheOpenAI
OpenAI e Jony Ive, storico designer di Apple, stanno lavorando da tempo a un dispositivo di intelligenza artificiale che potrebbe rappresentare una nuova categoria di prodotti "personali" nel panorama tecnologico. Tuttavia, secondo fonti vicine al progetto riportate dal Financial Times, il cammino verso il lancio - previsto per il 2026 - appare tutt'altro che privo di ostacoli.
Dopo l'acquisizione da 6,5 miliardi di dollari della società io Products, fondata dallo stesso Ive, OpenAI ha avviato una collaborazione che mira a creare un assistente tascabile senza schermo, capace di interagire con l'utente attraverso microfoni, altoparlanti e telecamere. L'obiettivo è costruire un dispositivo "sempre attivo" in grado di interpretare suoni, immagini e contesto ambientale per rispondere in modo naturale alle richieste dell'utente.
Il prodotto vuole superare i limiti degli smart speaker tradizionali, offrendo un'interazione più fluida e contestuale. Tuttavia, trovare il giusto equilibrio tra accessibilità e intrusività si sta rivelando complesso: il team deve evitare che l'assistente parli troppo, interrompa in momenti inopportuni o diventi eccessivamente accondiscendente.
Tra le sfide principali figurano la definizione della "personalità" dell'assistente, la gestione della privacy di un dispositivo sempre in ascolto e i costi legati alla potenza di calcolo necessaria per far girare modelli linguistici avanzati come quelli di OpenAI su larga scala. "Amazon dispone della potenza di calcolo necessaria per Alexa, così come Google [per il suo dispositivo Home], ma OpenAI sta lottando per ottenere una potenza di calcolo sufficiente per ChatGPT, figuriamoci per un dispositivo AI: devono prima risolvere questo problema", ha dichiarato una fonte vicina a Ive.
Il progetto, sviluppato insieme al team di LoveFrom (la società di design di Ive) e con il supporto di produttori come Luxshare, prevede un dispositivo portatile, delle dimensioni di uno smartphone, che possa essere utilizzato sia in mobilità sia come assistente da scrivania. Alcune varianti in fase di test includono più fotocamere per migliorare la comprensione dell'ambiente circostante.
OpenAI ha intensificato le assunzioni di esperti hardware provenienti da Apple e Meta per rafforzare la divisione interna dedicata ai dispositivi fisici. Nonostante i ritardi, il progetto rappresenta un passo strategico per l'azienda di Sam Altman, oggi la società privata più valutata al mondo con 500 miliardi di dollari, che punta così a un'espansione oltre il software per giustificare la sua crescita.
In attesa di sapere se i problemi saranno superati e come sarà il dispositivo, tanti si chiedono se riuscirà a superare lo scetticismo che ha accompagnato prodotti simili come Humane AI Pin, criticati sotto diversi aspetti, tra cui la loro invadenza e personalità. Un futuro come quello descritto dal film "Her", magari meno morboso, è possibile?
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info" Di più " ha il fatto di essere, nella visione di Altman, un dispositivo esclusivo di e per OpenAI, non uno smartphone che tra le tante altre cose può anche fungere come terminale per servizi di IA. Inoltre con un dispositivo come questo OpenAI non incapperebbe in limitazioni imposte dagli OS degli smartphone sugli input, essendo completamente libero di registrare ed inviare dati del mondo esterno ai server AI.
Sembra a me un downgrade rispetto a quello che può fare già un telefono, l'unica cosa in più sarebbe la presunta non limitazione del OS degli smartphone sugli input, ma quella se fosse una cosa particolarmente richiesta è comunque una cosa che si può sistemare lato software.
Mi sembra un discorso molto simile a quello che le persone facevano quando una volta esistevano i cosiddetti "Navigatori Satellitari" (anche io ne ho avuto uno), che facevano quello che oggi fai con Google Maps sul telefonino - si tecnicamente il dispositivo dedicato alla navigazione era più efficace del telefono, ma .... sappiamo tutti come è andata a finire
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