Intel pronta a tagliare migliaia di posti di lavoro? Il mercato PC in frenata è un problema

Intel potrebbe annunciare verso la fine del mese un taglio di posti di lavoro nell'ordine di diverse migliaia di unità. Le condizioni macroeconomiche, nonché il rallentamento del settore PC, sembrerebbero essere all'origine di una scelta volta a tagliare i costi fissi.
di Manolo De Agostini pubblicata il 12 Ottobre 2022, alle 07:21 nel canale MercatoIntel
Secondo voci di corridoio raccolte da Bloomberg, Intel si sta preparando a tagliare migliaia di posti di lavoro al fine di ridurre i costi e far fronte al rallentamento del mercato PC.
I licenziamenti potrebbero essere annunciati "già questo mese", probabilmente verso la fine di ottobre quando la società comunicherà i dati finanziari del terzo trimestre. A luglio Intel contava 113.700 dipendenti. "Alcune divisioni, incluse quelle delle vendite e del marketing, potrebbero vedere tagli fino al 20%", ha spifferato una gola profonda a Bloomberg.
La notizia giunge dopo una brutta trimestrale nel Q2 e a pochi giorni dall'annuncio di una revisione delle stime sul Q3 da parte della rivale AMD. Secondo gli analisti di mercato, Intel potrebbe chiudere il terzo trimestre con un calo dei ricavi del 15% circa, con margini ben lontani dalla media storica della società: circa 15 punti percentuali in meno rispetto al 60%.
Durante la conference call con gli analisti a margine dei conti del secondo trimestre, l'amministratore delegato Pat Gelsinger aveva anticipato l'arrivo di alcune decisioni atte a correggere la rotta. "Stiamo riducendo le spese principali nell'anno solare 2022 e cercheremo di intraprendere ulteriori azioni nella seconda metà dell'anno".
Purtroppo sembra che tra le azioni ci sarà un'ondata di licenziamenti: l'ultimo grande taglio in casa Intel risale al 2016, quando i licenziamenti interessarono circa 12.000 persone. Da allora ci sono state riduzioni di organico minori, nonché la chiusura o la vendita di alcune divisioni. Inoltre, come molte altre realtà tecnologiche, negli ultimi mesi Intel ha bloccato le assunzioni a causa delle condizioni macroeconomiche.
Il nuovo taglio potrebbe abbassare i costi fissi di Intel "del 10-15% circa" secondo l'analista di Bloomberg Intelligence Mandeep Singh, il che potrebbe significare una riduzione di almeno 25-30 miliardi di dollari.
Se confermato, l'annuncio dei licenziamenti arriverà in un momento poco favorevole all'immagine di Intel, soprattutto negli USA, ovvero dopo mesi di intense pressioni sul Congresso per far approvare il CHIPS Act da 52 miliardi di dollari e l'annuncio di investimenti sul suolo statunitense sostenuti da ingenti sussidi locali e federali. Intel, al momento, non ha commentato l'indiscrezione.
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7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSi sa, il rischio imprenditoriale é del dipendente!
Poi il prossimo anno, se le cose tornano a girare bene, vedremo i proclami del tipo "vogliamo assumere 2000 nuovi talenti per dare opportunitá alle persone".
Si sa, il rischio imprenditoriale é del dipendente!
Poi il prossimo anno, se le cose tornano a girare bene, vedremo i proclami del tipo "vogliamo assumere 2000 nuovi talenti per dare opportunitá alle persone".
Bisogna vedere se ci sono dividendi e di che entità... Intel come altre centinaia di migliaia di aziende nel mondo quotate in borsa sono delle " public company " che devono rispondere a coloro che hanno investito soldi in loro e si aspettano un ritorno a fronte di un rischio.
Il " problema " di Intel, caso quasi unico nel campo IT, è la necessità di avere una struttura di costi più alta della media visto che produce in casa i suoi chip in listino dal wafer di silicio vergine fino all'inscatolamento finale del prodotto da mandare sugli scaffali. E' quindi una società che richiede una enorme quantità di capitali da investire e soprattutto da remunerare a fronte di costi fissi elevati e difficilmente comprimibili.
La sua diretta rivale in ambito CPU e GPU, AMD, ha tutta la produzione in outsourcing così come Apple e nVidia con notevole risparmio di costi in bilancio.
Il " problema " di Intel, caso quasi unico nel campo IT, è la necessità di avere una struttura di costi più alta della media visto che produce in casa i suoi chip in listino dal wafer di silicio vergine fino all'inscatolamento finale del prodotto da mandare sugli scaffali. E' quindi una società che richiede una enorme quantità di capitali da investire e soprattutto da remunerare a fronte di costi fissi elevati e difficilmente comprimibili.
La sua diretta rivale in ambito CPU e GPU, AMD, ha tutta la produzione in outsourcing così come Apple e nVidia con notevole risparmio di costi in bilancio.
beh portrebbero iniziare ad utilizzare scatolame piu economico con il rispetto dell'ambiente invece di quelli fighi e vedi quanti milioni risparmierebbero
Quoto, basta vedere bambini e ragazzi che oramai utilizzano lo smartphone come fosse una parte del corpo, poi li metti davanmti a un pc e sono piuttosto impediti.
Per il resto e' anche vero che Intel sta subendo da diversi anni l'attacco di AMD passando da regina incontrastata a semplice concorrente e ad oggi non puo' piu' permettersi di venderti la minestra riscaldata come ha fatto negli anni in cui la concorrenza era pari a 0, massimizzando gli investimenti fatti anche 5 anni prima.
Beh almeno vuol dire che stiamo tornando alla normalità visto che questi erano proprio gli stessi discorsi che si facevano fino al 2020, poi però tra DAD e smart working la gente si accorse che con lo smartphone, ma anche con il tabblet si fa ben poco e cominciarono a prendere d'assalto i centri commerciali tanto da accontentarsi dei chromebook... poi boh sarà che sono "della vecchia guardia", ma io mi trovo 100 volte meglio su questo vecchio laptop del 2006 piuttosto che su un tabblet.
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