Intel, un impianto per produrre chip in Italia? Torino in lizza con Mirafiori

Settembre sarà probabilmente un mese caldo per Intel e gli Stati europei in cui l'azienda deciderà di investire per creare una fabbrica per la produzione di chip. Anche l'Italia è in corsa con l'area di Mirafiori a Torino: il ministro Giorgetti ci crede.
di Manolo De Agostini pubblicata il 31 Agosto 2021, alle 15:01 nel canale ProcessoriIntel
L'Italia, e più precisamente Torino, è in lizza per ospitare un impianto produttivo di Intel. In passato le voci di corridoio avevano avvicinato la futura Fab di semiconduttori europea dell'azienda statunitense a Monaco di Baviera, ma anche il nostro Paese potrebbe avere un ruolo di qualche tipo o persino superare la concorrenza. Non è chiaro in che modo Intel stia pianificando il proprio futuro produttivo in Europa, dove già opera in Irlanda.
Il Financial Times scriveva nelle scorse settimane che Intel sta progettando un investimento da 20 miliardi di dollari in Europa che potrebbe interessare più stati membri. Intel ha fatto sapere che illustrerà i propri piani entro fine anno, quindi se c'è un'opportunità da cogliere, ora o mai più.
Ancora non ci sono i dettagli, ma è chiaro che l'incontro del CEO Pat Gelsinger con Mario Draghi non è stata una semplice visita di cortesia. Da una parte c'è Intel che vuole guadagnare peso nell'ambito della produzione per conto terzi, andando a sfidare TSMC e Samsung, dall'altra l'Europa e alcune delle sue punte di diamante, come le aziende del settore automobilistico, che non aspettano altro qualcuno che soddisfi al meglio la loro sete di chip.
Il campus irlandese di Intel
L'Europa si è inoltre data l'obiettivo di raddoppiare entro il 2030 la produzione di semiconduttori in loco, portandola dal 10% al 20%. Dove potrebbe sorgere la Fab italiana di Intel? Secondo Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico (MiSE), Mirafiori sarebbe la candidata ideale.
"Mirafiori nella parte non utilizzata soddisfa tutti i requisiti, non è l'unica candidata ma quella più qualificata", ha spiegato il ministro qualche settimana fa. "Cosa farà Intel non lo sappiamo ma visto l'entità dell'investimento anche per il contributo statale, ritengo che si arriverà a una diffusa rete sul territorio europeo: in questa logica penso a 2 o 3 realtà, di cui una in Italia. Ritengo che così possa esserci anche il via libera dell'Italia all'investimento dello Stato per oltre 8 miliardi e che ci siano ragionevoli speranze su Torino, ma è bene non creare facili aspettative ed entusiasmi. Dobbiamo lavorare tutti insieme sul dossier".
Un dossier che ha visto già una riunione che ha coinvolto tra gli altri il Governatore della Regione Piemonte, Alberto Cirio, la sindaca di Torino, Chiara Appendino, e il vicepresidente del Senato Anna Rossomando. I partecipanti hanno parlato di Intel ma anche di altre possibili azioni per lo sviluppo di Torino e del Piemonte dove è bene ricordare il peso del settore aerospazio.
Il "tavolo" dovrebbe tornare a riunirsi a Roma nei primi giorni di settembre e all'incontro dovrebbero partecipare anche i rappresentanti di Stellantis, proprietaria dell'area, che dovrà essere coinvolta nella questione Intel. "Siamo pronti per arrivare già a settembre con proposte concrete. Torino resta la candidata più autorevole per tutto il settore automotive, non solo per Intel", ha dichiarato il viceministro Gilberto Pichetto Fratin.
26 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoHai idea delle ricadute occupazionali con una fabbrica del genere?
Non illudetevi, non si farà mai
Appena provano a scavare una fondamenta, gli si pareranno davanti i notav,novax,noquesto,noquello,noquellaltro, il tutto coadiuvato da qualche amministratore locale che farà immediatamente ricorso a qualche tar per bloccare i lavori per le elezioni imminenti, e perchè si sà, spostare qualche albero è troppo pericoloso per le radici e perchè sia mai che i chip inquinano ed emettono radiazioni 5g.Siamo in italia... rassegnatevi.
Questo non lo potrai mai sapere, potrebbero fare la fabbrica e poi assumere solo ingegneri esteri che verrebbero a lavorare in Italia ma porterebbero i guadagni in altri Stati.
Non credo lo stato possa imporre che la forza lavoro impiegata debba essere X% di nazionalità Italiana.
Questo non lo potrai mai sapere, potrebbero fare la fabbrica e poi assumere solo ingegneri esteri che verrebbero a lavorare in Italia ma porterebbero i guadagni in altri Stati.
Non credo lo stato possa imporre che la forza lavoro impiegata debba essere X% di nazionalità Italiana.
Imporre no, ma fare degli accordi si. E ad ogni modo, avere personale altamente qualificato che viene a lavorare qua proprio male non fa, a prescindere dalla nazionalità. Non dimentichiamoci poi dell'indotto.
Siamo in italia... rassegnatevi.
Concordo.
Per non parlare del costo dell'energia e della qualità delle infrastrutture.
Già mi immagino i dipendenti che fanno smartworking alle prese con la velocità della rete nel momento in cui non abitano in una grande città....
Non credo lo stato possa imporre che la forza lavoro impiegata debba essere X% di nazionalità Italiana.
E lo faranno di sicuro, visto che in Italia gente che sa fare 2+2 non è che ce ne sia molta, mentre quella capace di scrivere libri e romanzi o di raccontare per mezzora noiose storie su un'opera d'arte ne abbiamo a bizzeffe.
Poi, se mai faranno una fabbrica che stampa silicio, me lo dici tu dove vai a prendere gente specializzata in quel lavoro qui in Italia?
Forse tra 10 anni avremo personale capace (se nel frattempo non fugge lei stessa all'estero), ma intanto servono persone che le istruiscano e queste non possono che venire dall'estero.
Poi chiaro che l'analisi del rapporto costi/benefici non si fa su un forum, non si riesce neanche a stabilire il rapporto costi/benefici di una ferrovia o un ponte impiegando un plotone di esperti con anni di esperienza professionale alle spalle con tutti i dati a disposizione, figuriamoci nell'ambito tecnologico
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