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#1 |
Senior Member
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L'altra casta!
http://espresso.repubblica.it/dettag...468&ref=hpstr1
![]() L 'ALTRA CASTA di Stefano Livadiotti Fatturati miliardari. Bilanci segreti. Uno sterminato patrimonio immobiliare. E organici colossali, con migliaia di dipendenti pagati dallo Stato. I sindacati italiani sono una macchina di potere e di denaro. Temuta perfino dai partiti Non trattiamo con la calcolatrice... Così, nei giorni scorsi, il grande capo della Cgil Guglielmo Epifani ha replicato a brutto muso alle pretese rigoriste di Tommaso Padoa-Schioppa sulla riforma delle pensioni. Il numero uno di corso d'Italia non è l'unico ad essere allergico ai moderni derivati del pallottoliere. Della stessa idiosincrasia fanno mostra i suoi pari grado di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, almeno quando si tratta di affrontare l'annosa questione dei conti dei sindacati, che continuano a promettere bilanci consolidati, tranne poi guardarsi bene dal metterli nero su bianco. Forse perché i numeri racconterebbero come le organizzazioni dei lavoratori, difendendo con le unghie e con i denti una serie di privilegi più o meno antichi, si siano trasformate in autentiche macchine da soldi. Con il benestare di un sistema politico giunto ai minimi della popolarità e spaventato dalla loro capacità di mobilitazione. Che a sua volta dipende proprio, in grandissima parte, da un formidabile potere economico alimentato a spese della collettività: se c'è un problema di costi della politica, allora il discorso vale anche per il sindacato. Se non di più. Quasi dieci anni fa, alla fine del 1998, un ingenuo deputato di Forza Italia, ex magistrato del lavoro, convinse 160 colleghi a firmare tutti insieme appassionatamente un provvedimento che obbligava i sindacati a fare chiarezza sui loro conti. Dev'essere che nessuno gli aveva ricordato come solo pochi anni prima, nel 1990, Cgil, Cisl e Uil fossero state capaci di ottenere dal parlamento una legge che concede loro addirittura la possibilità di licenziare i propri dipendenti senza rischiarne poi il reintegro, con buona pace dello Statuto dei lavoratori. Fatto sta che, puntuale, la controffensiva di Cgil, Cisl e Uil scattò dopo l'approvazione del primo articolo con soli quattro voti di scarto. "È antisindacale", tuonò con involontario umorismo l'ex capo cislino Sergio D'Antoni, oggi vice ministro per lo Sviluppo economico. Lesti i deputati del centro-sinistra azzopparono la legge, mettendosi di traverso alle sanzioni (tra i 50 e i 100 milioni) previste in caso di violazioni. Alla fine la proposta di legge è rimasta tale, così come tutte quelle presentate in seguito, anche in questa legislatura. "È il sindacato che detta tempi e modalità", titolava del resto nei giorni scorsi il confindustriale 'Sole 24 Ore', all'indomani dell'accordo sullo scalone pensionistico. Il risultato è che i bilanci dei sindacati, quelli veri, non sono mai usciti dai cassetti dei loro segretari. "Il giro d'affari di Cgil, Cisl e Uil ammonta a 3 mila e 500 miliardi di vecchie lire", sparò nell'ottobre del 2002 il radicale Daniele Capezzone, "e il nostro è un calcolo al ribasso". Non ci deve essere andato molto lontano, se è vero che oggi Lodovico Sgritta, amministratore della Cgil, si limita a non confermare che il fatturato consolidato di corso d'Italia abbia raggiunto il tetto del miliardo di euro. E ancora: se è vero che quello del sistema Uil, non paragonabile per dimensioni, metteva insieme 116 milioni già nel 2004, esclusi Caf, patronati e quant'altro. Fare i conti in tasca alle organizzazioni sindacali, che hanno ormai raggiunto un organico-monstre dell'ordine dei 20 mila dipendenti, è difficile, anche perchè le loro fonti di guadagno sono le più disparate. Ma ecco quali sono i principali meccanismi di finanziamento. E le cifre in ballo. Il sostituto d'incasso La maggiore risorsa economica di Cgil, Cisl e Uil ("I tre porcellini", come ama chiamarli in privato il vice premier Massimo D'Alema) sono le quote pagate ogni anno dagli iscritti: in media l'1 per cento della paga-base; di meno per i pensionati, che danno un contributo intorno ai 30-40 euro all'anno. Un esperto della materia come Giuliano Cazzola, già sindacalista di lungo corso della Cgil ed ex presidente dei sindaci dell'Inps, parla di almeno un miliardo l'anno. Secondo quanto risulta a 'L'espresso', il solo sistema Cgil ha incassato nel 2006 qualcosa come 331 milioni. Una bella cifra, per la quale il sindacato non deve fare neanche la fatica dell'esattore: se ne incaricano altri; gratuitamente s'intende. Nel caso dei lavoratori in attività, a versargli i soldi ci pensano infatti le aziende, che li trattengono dalle buste paga dei dipendenti. Per i pensionati provvedono invece gli enti di previdenza: solo l'Inps nel 2006 ha girato 110 milioni alla Cgil, 70 alla Cisl e 18 alla Uil. Nel 1995 Marco Pannella tentò di rompere le uova nel paniere al sindacato, promuovendo un referendum che aboliva la trattenuta automatica dalla busta paga (introdotta nel 1970 con lo Statuto dei lavoratori). Gli italiani votarono a favore. Ma il meccanismo è tuttora vivo e vegeto: salvato, in base a un accordo tra le parti, nei contratti collettivi. Le aziende, che pure subiscono dei costi, non sono volute arrivare allo scontro. E lo stesso ha fatto il governo di Romano Prodi quando, più di recente, Forza Italia ha presentato un emendamento al decreto Bersani che avrebbe messo in crisi le casse sindacali. In pratica, la delega con cui il pensionato autorizza l'ente previdenziale a effettuare la trattenuta sulla pensione, che oggi è di fatto a vita, avrebbe avuto bisogno di un periodico rinnovo. Apriti cielo: capi e capetti di Cgil, Cisl e Uil hanno fatto la faccia feroce. Il governo, a scanso di guai, ha dato parere contrario. E l'emendamento è colato a picco. Lo strapotere dei Caf I Centri di assistenza fiscale rappresentano per i sindacati un formidabile business. Per le dichiarazioni dei redditi dei pensionati vengono pagati dagli enti previdenziali. Solo l'Inps per il 2006 verserà ai 74 caf convenzionati 120 milioni. A fare la parte del leone saranno le strutture di Cgil, Cisl e Uil, che insieme totalizzeranno circa 90 milioni. Non basta. Per i lavoratori in attività i Caf incasseranno dal Fisco 15,7 euro per ognuna delle 12.261.701 dichiarazioni inviate agli uffici nel 2006. Il ministero sborserà dunque 186 milioni e spicci. Anche in questo caso, secondo i conti che 'L'espresso' ha potuto esaminare, la fetta più grande della torta andrà a Cgil (38 milioni, 195 e 177 euro), Cisl (30 milioni, 763 mila e 485) e Uil (12 milioni, 78 mila e 793 euro). Un piatto ricco, considerando che i Caf ricevono inoltre, come contribuzione volontaria, una media di 25 euro dalle tasche dei contribuenti aiutati nella compilazione del 730 (per un totale di 175 milioni, secondo Cazzola) e mettono insieme un'altra cinquantina di milioni per il calcolo di Ise e Isee (i redditometri per le famiglie che chiedono prestazioni sociali). Considerando le cifre in ballo, i sindacati hanno fatto fuoco e fiamme pur di tenersi ben stretto il giocattolo. Nel 2005, sotto l'incalzare della Corte di Giustizia europea, convinta che il monopolio dei Caf rappresentasse una violazione ai trattati comunitari, il governo di Silvio Berlusconi aveva aperto la porta a commercialisti, ragionieri e consulenti del lavoro. Una manovra talmente timida che la Commissione europea ha inviato all'Italia una seconda lettera di messa in mora. Sull'argomento gli uomini di Bruxelles hanno preteso e ottenuto, ancora nel gennaio scorso, un vertice a palazzo Chigi. Concluso, naturalmente, con un niente di fatto. Intoccabili patronati Se il monopolio dei Caf è sotto assedio, resiste saldo quello dei patronati, le strutture (quelle convenzionate con l'Inps sono 25) che assistono i cittadini nelle pratiche previdenziali (ma anche, per esempio, per la cassa integrazione e i sussidi di disoccupazione): una rete capillare, dall'Africa al Nordamerica passando per l'Australia, che alcuni sospettano abbia un ruolo non indifferente anche nell'indirizzare il voto degli italiani all'estero. Nel 2000 i radicali hanno lanciato l'ennesimo referendum abrogativo, ma si sono visti chiudere la porta in faccia dalla Consulta. Più di recente Forza Italia ha cercato, con un emendamento al decreto Bersani, di liberalizzare il settore. Se l'armata berlusconiana non fosse stata respinta con perdite, per il sindacato sarebbe stato un colpo mortale. I patronati, infatti, sono fondamentali per il reclutamento di nuovi iscritti tra i pensionati, che quando vanno a ritirare i moduli si vedono sottoporre la delega per le trattenute: "Con i patronati e gli altri servizi nel 2005 la Cgil ha raggranellato 450 mila nuove iscrizioni", sostiene Cazzola. Non bastasse, i patronati assicurano un gettito che non è proprio da buttare via: in pratica si dividono (in base al lavoro svolto) lo 0,226 del totale dei contributi sociali riscossi dagli enti previdenziali. A lungo questa cifra è stata calcolata solo sui contributi dei pensionati privati, per l'ottimo motivo che a quelli pubblici le scartoffie per l'assegno le ha sempre curate l'amministrazione (e proprio per questo motivo pochi di loro sono iscritti al sindacato). Poi, però, nel 2000, per gentile concessione del parlamento (con un voto a larghissima maggioranza) nel monte-contributi sono stati fatti confluire anche quelli dei lavoratori statali. E la cifra ha iniziato a lievitare: 314 milioni nel 2004, 341 nel 2005, 349 nel 2006. Solo l'Inps nel 2006 ha speso per i patronati (che ora, per arrotondare, si occupano anche del rinnovo dei permessi per gli immigrati) 248 milioni, 914 mila e 211 euro. Alla fine, secondo quanto risulta a 'L'espresso', l'Inca-Cgil ha incassato 82 milioni e 250 mila euro, l'Inas-Cisl 66 milioni e 150 mila euro e l'Ital-Uil 26 milioni e 600 mila euro. Forza lavoro gratuita È quella distaccata presso il sindacato dalla pubblica amministrazione, che continua graziosamente a pagarle lo stipendio. Compresi, e vai a capire perché, i premi di produttività e i buoni pasto. Oggi i dipendenti statali dati in omaggio al sindacato sono 3.077 e costano al contribuente (Irap e oneri sociali compresi) 116 milioni di euro. Ai quali vanno sommati 9,2 milioni per 420 mila ore di permessi retribuiti. Di regalo in regalo, per i dipendenti che utilizza in aspettativa, ai quali deve invece pagare lo stipendio, il sindacato usufruisce comunque di uno sconto: non paga i contributi sociali, che sono considerati figurativi e quindi a carico dell'intera collettività. Un privilegio che hanno perduto perfino le assemblee elettive (a partire dal parlamento). Ma i sindacati no. Business formazione Dall'Europa piove ogni anno sull'Italia circa un miliardo e mezzo di euro per il finanziamento della formazione professionale. In più ci sono i circa 700 milioni dell'ex fondo di rotazione, alimentato dallo 0,30 per cento del monte-contributi che le aziende versano agli enti previdenziali. Un tempo, non meno del 40-50 per cento di queste somme passava attraverso enti di emanazione sindacale, che non incassavano direttamente un euro ma gestivano comunque le assunzioni e la distribuzione degli incarichi. Oggi la concorrenza s'è fatta più dura. Ma i sindacati non mollano l'osso. Dieci dei 14 enti che si distribuiscono ogni anno circa la metà dei finanziamenti nazionali sono partecipati da Cgil, Cisl e Uil. Casa mia, casa mia L'assenza di bilanci consolidati non consente di far luce sull'immenso patrimonio immobiliare accumulato negli anni dai tre sindacati confederali, cui lo Stato a un certo punto ha pure regalato i beni delle corporazioni dell'epoca fascista. Fino a pochi anni fa i sindacati non potevano possedere direttamente gli immobili: li intestavano a società controllate. La legge che ha consentito loro il controllo diretto ha garantito anche un passaggio di proprietà al riparo dalle pretese del fisco. Oggi la Cgil dichiara di avere, sparse per tutto il Paese, qualcosa come 3 mila sedi, tutte di proprietà delle strutture territoriali o di categoria. "Non so stimare il valore di mercato di un patrimonio che non conosco ma", afferma l'amministratore della Cgil, "deve trattarsi di una cifra davvero impressionante". La Cisl dichiara addirittura 5 mila sedi, tra confederazione, federazioni nazionali e diramazioni territoriali (pensionati compresi), quasi tutte di proprietà. La Uil è l'unica che ha concentrato il grosso degli investimenti sul mattone in una società per azioni controllata al 100 per cento. Si chiama Labour Uil e ha in bilancio immobili per 35 milioni e 75 mila euro (a valore storico; quello di mercato è tre volte superiore), ma non, per esempio, la sede romana di via Lucullo, che lo stesso tesoriere nazionale Rocco Carannante stima tra i 70 e gli 80 milioni di euro. Il fatto certo, alla fine, è che Cgil, Cisl e Uil sono ricchi. Quanto, però, nessuno lo sa davvero. "Ci sono situazioni che talvolta non sono pienamente trasparenti", ha scolpito Epifani lo scorso 27 febbraio. E però si riferiva allo scandalo del calcio. ------------------------ Tra poltrone e privilegi Il più potente sindacalista italiano, il capo della Cgil Guglielmo Epifani, guadagna 3.500 euro netti al mese. I 12 segretari confederali, la prima linea di corso d'Italia, circa 2.400 euro. La Cisl e la Uil pagano poco di meno i loro numeri uno (3.430 euro per Raffaele Bonanni e 3.300 per Luigi Angeletti), ma sono più generose con i dieci segretari confederali (2.850 quelli di via Po, 2.900 quelli di via Lucullo). La mancanza di un bilancio consolidato non consente di fare chiarezza sugli stipendi dei circa 20 mila sindacalisti a tempo pieno delle tre grandi confederazioni. Della Cgil si sa solo che ne conta 14 mila (per il 40 per cento dirigenti, qualifica che scatta a partire dal grado di funzionario) e che il costo del lavoro è pari a circa il 40 per cento del fatturato. Ma un calcolo si può azzardare sull'organico del quartier generale. Dove i dipendenti sono 178 e il costo del lavoro è pari a 9 milioni e 109 mila euro: la media fa 51 mila euro. Quanto ai benefit, in corso d'Italia ce ne sono pochi: se si escludono i segretari confederali, gli altri dipendenti dotati di cellulare hanno un tetto di spesa di 750 euro l'anno. Più fortunati, sotto questo aspetto, i 180 dipendenti della sede nazionale romana della Cisl (nella confederazione di Bonanni il costo del lavoro è un po' più del 30 per cento del giro d'affari), che dispongono di uno sconto sui trasporti pubblici e stanno per ottenere un asilo nido. Dove i sindacalisti godono di più che un privilegio è in un sistema di welfare molto particolare. Come quello garantito dagli enti previdenziali, da sempre riserva di caccia quasi esclusiva per ex dirigenti di Cgil, Cisl e Uil in pensione. Solo all'Inps sono a disposizione 6 mila e 222 tra poltrone e strapuntini. --------------------------- Prendi la tessera farai carriera La Cisl ha conquistato la seconda carica dello Stato con Franco Marini alla presidenza del Senato. La Cgil s'è accaparrata la terza con Fausto Bertinotti sullo scranno più alto di Montecitorio. In Italia il sindacato è un buon trampolino di lancio. Lo conferma la pattuglia di ex sindacalisti che ha trovato posto nel governo di Romano Prodi e che ha la sua roccaforte nel ministero del Lavoro: il titolare Cesare Damiano viene dalla Cgil, così come il sottosegretario Rosa Rinaldi, mentre l'altro sottosegretario Antonio Montagnino ha un passato nella Cisl. A completare la squadra governativa ci sono poi il ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero (ex delegato Fiom-Cgil) e il suo sottosegretario Franca Donaggio (ex Cgil Trasporti); il vice ministro per lo Sviluppo Economico Sergio D'Antoni (ex numero uno della Cisl); il vice ministro degli Esteri Patrizia Sentinelli (già alla Cgil Scuola); il sottosegretario alla Salute Giampaolo Patta, che viene dalla Cgil come il suo collega all'Economia Alfiero Grandi. Nutrita anche la rappresentanza parlamentare: la sola Cgil può schierare sei tra deputati e senatori: Titti Di Salvo, Teresa Bellanova, Pietro Marcenaro, Andrea Ranieri, Gianni Pagliarini e Maurizio Zipponi. Anche negli enti locali il primato è della confederazione di corso d'Italia: l'ex numero uno Sergio Cofferati ha conquistato il municipio di Bologna e Gaetano Sateriale (ex chimici e poi metalmeccanici) quello di Ferrara, mentre l'ex segretario aggiunto Ottaviano Del Turco è governatore dell'Abruzzo. Se la politica è lo sbocco naturale, non mancano gli ex sindacalisti che si sono riciclati nel mondo dell'impresa. A partire da Mauro Moretti, ex Cgil, salito al vertice delle Ferrovie; Fulvio Vento, ex Cgil Lazio, diventato presidente dell'Atac; Natale Forlani, ex Cisl, planato sulla poltrona di amministratore delegato di Italialavoro; Raffaele Morese, anche lui ex Cisl, già deputato e sottosegretario al Lavoro, nominato al vertice di Confservizi, la confederazione tra le aziende che gestiscono i servizi pubblici locali. © 1999-2007 Gruppo Editoriale L'Espresso Spa - Partita IVA 00906801006 | Pubblicità ------------------- è di una gravità eccezionale, un settore questo veramente bisognoso di riforme e l'assurdità è che mentre per la politica conosciamo almeno i numeri e si tratta alla fine di gente che bene o male riceve un voto popolare per questi sindacati confederali non si sa nulla ma continuano ad accumulare privilegi di ordine finanziario e politico ed il bello è che questo avviene sia con governi di cdx che di csx ecco spiegati gli "inciuci"... ![]()
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MACBOOK PRO 2016 | XBOX ONE S | LG OLED 65CX | Popcorn hour A-110 wi-fi+1TB | IPAD PRO 12.9 | Mega/Micro comparativa tra Media Player Ultima modifica di generals : 09-08-2007 alle 08:59. |
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2000
Città: Cividale del Friuli (UD)
Messaggi: 1447
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Aggiungo una cosa che io, personalmente almeno, trovo SCABROSA.
Ho un'amica che lavora come impiegata in un ufficio provinciale della CGIL, ebbene: - straordinari NON pagati (e guai a richiederlo) - se c'è da fermarsi quella mezz'oretta in più la sera la minacciano di licenziamento se non lo fa. - se ci sono manifestazioni pubbliche indette dalla stessa CGIL i dipendenti NON possono partecipare !! devono lavorare !! - ha in ufficio con lei 3 collaboratori co.co.co. a cui GUAI a pensare di proporre il contratto a tempo indeterminato !! (li rinnovano ogni tot mesi stile call center). alla faccia dei loro predicozzi in tv ![]() ![]() ![]()
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Lavoro per vivere, non vivo per lavorare. |
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#3 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2007
Città: Roma
Messaggi: 14860
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E' vero, lò letto anche io questo libro e sono rimasto senza parole...l'Italia sta andando a scatafasci...
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#4 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 1999
Città: Monza
Messaggi: 2791
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Non conoscevo quest'articolo, ma conferma tutto cio' che sapevo.
e lo ripeto per la miliardesimao volta, riprendendo un titolo del Corriere. SINDACATI VERGOGNA!
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Mathusalem Member - Intollerante con gli intolleranti Devo lavorare, non ho tempo per fare carriera |
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
Città: Amsterdam
Messaggi: 2875
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penso che i sindacati più che un vantaggio.. siano una rovina per tutti i lavoratori . ..
dimostrato più e più volte che sono alle strette dipendenze del governo di turno, con finte dimostranze, finti colloqui, finti accordi. . . . . sono solo bravi a proclamare scioperi . . che schifo!
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#6 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2004
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#7 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2004
Città: Padova
Messaggi: 11757
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bhè...penso ceh dalle fabbriche agli uffici.. tutti vediamo bene come si muovono i rappresentatni sindacali.
quelli onesti semplicemente non si erndon conto di essere burattini acefali... quelli che si rendon conto... ebbhè il tornaconto lo fan saltare fuori e spesso sia dal sindacato, sia dall'azienda.
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#8 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2000
Città: Strada in Chianti, Firenze
Messaggi: 12998
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Tutti in piazzia, scioperiamo!
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#9 |
Junior Member
Iscritto dal: Jan 2006
Messaggi: 16
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Ma si ,perdinci, liberiamoci di questo sindacato in mano alle lobby Italiane!!
Lasciamoci tutelare i diritti direttamente da Confindustria !! E poi , che b@lle con questi diritti ,..non se ne può più!! Lasciateci lavorare e basta!!! Un invito anche alla CASTA DEI GIORNALISTI , e al Comitato di Redazione di Stefano Livadiotti; Fateci sapere quando pubblicate un bell'articolo sulla VOSTRA LOBBY!! voi che avete il potere immenso del moralismo applicato deontologico , aprite i vostri armadi!! ![]() Dell'articolo ; molte cose le condivido , altre sono da denuncia . Pensare e farsi un'opinione è assolutamente libero: Fare congetture è scorretto e demagogico. Per esempio: I BILANCI A CONSULTIVO SONO ATTI PUBBLICI !! SONO REPERIBILI E REGISTRATI PRESSO L'UFFICIO REGISTRO DI OGNI CITTA'. Anche Stefano Livadiotti può consultarli , se poi pensa che fondi "occulti" possano esistere , si rechi in Magistratura a fare regolare denuncia, diversamente atti concreti non ne vedo. Sul Bilancio CGIL c'è lo Statuto Nazionale che regola il quanto: A questo fine devono esser osservate le seguenti norme: a) predisposizione annuale, da parte della Segreteria, attraverso l’applicazione del modello di "Piano unico dei conti", del Bilancio consuntivo e del Bilancio preventivo composto da Stato patrimoniale, Conto economico, relazione illustrativa del Bilancio; b) il Comitato direttivo di ogni struttura è chiamato ad approvare il bilancio consuntivo entro il mese di marzo dell’anno successivo a quello di riferimento e il bilancio preventivo entro il mese di dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento; c) ogni struttura deve tenere la contabilità a disposizione del Collegio dei Sindaci revisori, delle istanze direttive della struttura interessata e delle strutture di livello superiore che hanno la facoltà di esercitare il controllo amministrativo; d) i bilanci consuntivi e preventivi di ogni struttura devono essere inviati alle strutture superiori e resi pubblici. PER ESEMPIO , UN BILANCIO A CONSULTIVO: http://www.cgil.mantova.it/organiz/bilancio.htm Aloa P.s. Stefano Livadiotti , mi ha fatto leggere tantissimi articoli "scoop" su Lobby e Caste Italiane delle più disparate , ottimi articoli anche se inzuppati di congetture , ma mai una volta ho intravisto un'autocritica rivolta ai mass media del paese dei balocchi. P.s.s. Non è che aspiri a difendere i Sindacati , ma se non mi si da un'alternativa di sostituzione , preferisco "battagliare" e tentare di cambiare l'istituzione, al suo interno!! non è che i cobas siano dei santi !! |
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#10 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 1999
Città: Como
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Mi dici il nome dell'ufficio e la provincia? A me sembra che sia l'esatto opposto ma vabbè saranno realtà differenti
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#11 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 1999
Città: Monza
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I sindacati oggi, purtroppo protteggono gli improtegibili, i fannulloni e i scansafatiche; I lavoratori bravi, si difendono da soli.
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Mathusalem Member - Intollerante con gli intolleranti Devo lavorare, non ho tempo per fare carriera |
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#12 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2004
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#14 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2005
Messaggi: 3759
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Diciamo che i lavoratori che si sono illusi di potersi difendere da soli l'hanno presa nel sedere due volte: fossero rimasti nel sindacato e ci fosse stata solidarietà fra lavoratori e controllo sulle burocrazie sindacali, forse le cose sarebbero andate diversamente.
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#15 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 1999
Città: Monza
Messaggi: 2791
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Perche' non ho mai visto chiedere il licenziamento dei fannulloni? Perche' quando ne ho avuto bisogno, non hanno fatto nulla? Dopo 8 anni la risposta l'ho trovata.
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Mathusalem Member - Intollerante con gli intolleranti Devo lavorare, non ho tempo per fare carriera |
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#16 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2002
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Io andrei a controllare anche altre entità quali ad esempio l'associazione consumatori, la consob etc... Se ne sentono tante in merito.
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#17 | |
Junior Member
Iscritto dal: Jan 2006
Messaggi: 16
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è difficile far capire questa cosa ai lavoratori. E' sempre più ricorrente la solfa del "personale"!! a ME serviva; a ME occorreva; a ME è successo; a ME dovevano..ecc..ecc..!! Il Sindacato per i lavoratori è concepito come un' "assicurazione": IO ti pago , e TU MI DEVI ecc...ecc... Il precario VUOLE che si risolava la SUA situazione; il dipendente VUOLE che si risolva la SUA situazione ; il pensionato VUOLE che si risola la SUA situazione..e via discorrendo!! Quando una di queste persone non vede risolversi la PROPRIA questione , la colpa è subito data al Sindacato, e "apriti cielo" se poi altre categorie o situazione trovano risvolti più consoni!! Allora si preferisce dire "VENDUTI" per il semplice fatto che VOI,Sindacati, non avete risolto il MIO problema ,mentre vedo che ALTRI hanno condizioni migliori di quelle che non ho IO. La questione Nomeutente è quella descritta da te; la solidarietà arriva solo DOPO la risoluzione del MIO problema!! La questione della DEMOCRAZIA SINDACALE è basilare per il proseguo di una giusta attività svolta in nome dei Lavoratori Tutti. Chi difende questo legittimo diritto , è relegato nella "minoranza" sindacale!! Penso a "Rete 28 aprile" e quella che era "Essere Sindacato". Queste persone hanno il pregio di "difendere" il Sindacato nel senso stretto; lo fanno al suo interno e non hanno scopi personali alcuni; Da alcune persone presenti in questo 3D questo non fa differenza , ... PER ME NE FANNO MOLTA!! I nostri padri hanno fatto il 68 e avevano la "pretesa" di migliorare la loro condizione di vita!! Adesso vogliamo la "pappa" pronta; ma chi c'è la prepara??? ![]() Gli altri , NOI preferiamo stare alla finestra a lamentarci!! Aloa |
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#18 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 1999
Città: Monza
Messaggi: 2791
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Non critico il Sindacato con istituzione, e so benissimo che i diritti di cui godo oggi son frutto delle lotte di 20 30 anni fa.
Quello che chiedo e'. Cos'ha fatto il sindacato negli ultimi 20 anni? hanno ottenuto ulteriori diritti rispetto a quelli di miei genitori? Oppure organizzano sciperi ad minchiam? La mia domanda e' semplice e, purtroppo, vedo solo scioperi.
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Mathusalem Member - Intollerante con gli intolleranti Devo lavorare, non ho tempo per fare carriera |
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#19 | |
Senior Member
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![]() Poi, nel merito di quel che hai scritto, condivido in pieno. Il controllo democratico sulle decisioni e sulle piattaforme dovrebbe essere il punto iniziale da cui si parte. Ciò che mi fa deprimere è che nella maggior parte delle categorie si vota sempre come dice il segretario, senza rendersi conto che si sta votando contro il proprio interesse, dando di fatto una delega in bianco e riservandosi solo il diritto di non rinnovare l'iscrizione quando le cose vanno male. Anche chi sostiene tesi alternative, in molti casi, lo fa perché gli è stato consigliato dall'rsu particolarmente attivo e di cui quindi si fida, ma in generale non c'è una gran voglia di capire per cosa si sta votando e qual è la posta in gioco. |
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#20 | |
Junior Member
Iscritto dal: Jan 2006
Messaggi: 16
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Lo dovresti fare perche stà perdendo la "DEMOCRAZIA" rivolta alla sua base!! quando i vertici Sindacali si "appropriano" della firma o stipula d' Accordi , lo possono fare DOPO aver consultato i lavoratori che ne "subiranno" gli effetti. Questo è la lacuna da colmare; se la base decide che questo non va bene , la base decide anche di fare iniziative volte al suo cambiamento con l'UNICO MEZZO A DISPOSIZIONE: LO SCIOPERO!! Gli scioperi servono a questo. Scioperi sono stati fatti per lo più sui CCNL , ne è riprova dei vantaggi la busta paga e i suoi incrementi!! Che poi gli incrementi non siano sufficenti o pochi , c'è da far riferimento anche alla controparte Confindustria ,che conosce bene la "forza" sindacale , a tal punto che ad ogni sciopero ,cita il valore percentuale dei lavoratori che NON HANNO ADERITO ,percentuale questa che supera sempre abbondantemente la metà (se non il 60%) dei lavoratori; va da se ,che Confindustria "cavalca" queste percentuali e sa come far "firmare" i sindacati. In poche parole; l'unione fa la forza , ma se "l'esercito" si sfalda , una breccia rompe il fronte!! Aloa |
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