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#121 | |
Junior Member
Iscritto dal: Sep 2006
Messaggi: 13
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E come hanno più volte ripetuto, Travaglio sarebbe un giornalista nella media, non un santo, non un genio, non un guru, non un Dio, un semplice giornalista. Solo che di fronte a tanti esempi di "servi" o di giornalisti che lasciano il microfono al politico di turno e vanno a fare un giro fino a che questi non ha detto tutto quello che gli pare, e che guai a fargli domande scomode, è visto come un alieno. |
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#122 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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#123 | |
Messaggi: n/a
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#124 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2000
Messaggi: 695
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"Oggi che c’è Prodi, continua a pigliarsela col Berlusca." "L’arte di Travaglio consiste nel riportare sentenze e requisitorie, cospargendole di malignità per mettere in cattiva luce chi odia e di sapienti omissioni per salvare chi ama." In poche parole gli da solo del fazioso al soldo delle sinistre .... Tanto per fare un esempio ieri sera ho visto travaglio su tele-lombardia dove faceva letteralmente a pezzi fassino e ,come chi legge almeno ogni tanto quello che scrive sà, con la sinistra ci và tuttaltro che sul sottile ![]() EDIT: Per l'occasione ho anche modificato la firma prendendo spunto da >qui<. (inutile aggiungere che quando l'ho letta ho riso per almeno dieci minuti ![]() Eggia... travaglio continua a prendersela solo con il berlusca ![]() Ciao
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Adepto del "La polvere è vita" clan. Ultima modifica di ripsk : 24-07-2007 alle 19:54. |
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#125 | |
Junior Member
Iscritto dal: Jul 2007
Messaggi: 3
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Ti quoto, anche se la mia opinione su Travaglio non è così negativa come la tua. Travaglio è un buon giornalista, uno che sa fare il suo mestiere, ma Indro no, era un'altra cosa. Un ottimo giornalista non si appoggerebbe al nome di Montanelli. |
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#126 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2004
Messaggi: 311
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grandissimo Travaglio: dagli alla Casta dei farabutti mafiosi:
Marco Travaglio per www.marcotravaglio.it "Anche il Presidente della Repubblica dei Mandarini Intoccabili, davanti al Csm, ha voluto dare la sua bastonata al gip Clementina Forleo, rea di “valutazioni non pertinenti ed eccedenti”, cioè di lesa maestà nei confronti di sei parlamentari che due estati fa scalavano banche e case editrici in combutta con i furbetti del quartierino e si avvertivano a vicenda delle intercettazioni in corso (D’Alema, essendo molto intelligente, per avvisare Consorte del suo telefono intercettato, gli telefonò). Secondo Napolitano, con queste “fughe di notizie” l’opinione pubblica rimane disorientata. In realtà, proprio grazie al giudice Forleo e ai giornali che hanno riferito le sue ordinanze, l’opinione pubblica ha capito benissimo tutto. E cioè che “non pertinente ed esorbitante” è il comportamento dei politici scalatori, non dei giudici che li hanno scoperti e processati. E che la vera fuga di notizie è quella di chi avvertì politici e furbetti che erano intercettati, rovinando le indagini sul più bello, non certo quelle dei giornali che stanno pubblicando atti non segreti, cioè pubblici. Napolitano, come pure Marini e Bertinotti, presidenti del Parlamento degl’inquisiti e dei condannati, e come il cosiddetto ministro della Giustizia Mastella, è sgomento per la pubblicazione delle ordinanze della Forleo prima che queste giungessero al Parlamento. Forse il suo costosissimo staff (il Quirinale costa il quintuplo di Buckingham Palace) s’è dimenticato di spiegargli come avvengono queste cose: visto che, dal 2003, la legge impone ai giudici di chiedere il permesso al Parlamento per usare le telefonate intercettate in cui compare la voce di un parlamentare, la gip Forleo ha chiesto quel permesso con due apposite ordinanze. Che, secondo la legge, sono state depositate nella cancelleria del Tribunale venerdì scorso, a disposizione degli indagati e dei loro avvocati. Da quel momento le ordinanze hanno cessato di essere segrete. Gli avvocati ne hanno preso copia e, senza commettere alcun reato, le hanno passate ai giornalisti. I quali, senza commettere alcun reato, le hanno raccontate ai cittadini. Nessuna violazione del segreto, nessuna fuga di notizie. Di che parlano, allora, le più alte cariche dello Stato? Possibile che non abbiano nulla da dire sugli onorevoli D’Alema, Fassino, Latorre, Cicu, Comincioli e Grillo (Luigi) che scalavano banche abusando del proprio potere, alle spalle dei propri elettori? Possibile che, ogni qual volta il termometro segnala la febbre e il medico diagnostica la malattia, le alte cariche se la prendano col termometro e col medico? Ci sono poi insigni giuristi (fra cui Carlo Federico Grosso (quello della Franzoni Annamaria n.d.r.) , l'avvocato di Fassino) che accusano la Forleo di rubare il mestiere ai pm, accusandoli di reati che solo la Procura può contestare. Ma anche la Procura, nella richiesta al gip sulle telefonate da inviare al Parlamento, ha scritto nero su bianco che, una volta autorizzate, quelle telefonate potranno essere usate anche contro "altre persone ancora da identificare". Ora, visto che al telefono si è sempre in due (furbetti già indagati e parlamentari non ancora indagati), è evidente che i pm milanesi si riferiscono ai politici. La Forleo ne ha semplicemente esplicitato i nomi e i cognomi, senza affatto "andare oltre" la posizione della Procura. In ogni caso, se Clementina Forleo e i suoi colleghi vogliono evitare, in futuro, di finire massacrati dai politici della casta, anzi della cosca, sanno quel che devono fare. 1) Mai intercettare un delinquente Vip, onde evitare il rischio che questo poi parli con un politico. 2) Se comunque scappa qualche intercettazione in cui si sentono le voci di politici a colloquio con vari farabutti, fare finta di non riconoscerle. 3) Se il perito che trascrive le telefonate riconosce ugualmente le voci dei politici, cestinare la perizia e cambiare perito. 4) Se i reati risalgono a due anni prima, anche se non è ancora scattata la prescrizione, bruciare tutto perché – come dicono D’Alema e Prodi - “comunque è roba vecchia”. 5) Se la Procura insiste a chiedere di inoltrare le telefonate al Parlamento, evitare di spiegare nell’ordinanza perché queste sono penalmente rilevanti o, meglio ancora, dire che sono tutte cazzate e pregare le Camere di negare l’autorizzazione. 6) Non depositare mai le ordinanze agli avvocati difensori, onde evitare che finiscano sui giornali, e chissenefrega dei diritti della difesa. 7) Se non si è d’accordo con l’impostazione dei pm, appiattirsi comunque su di loro perché ora, all’improvviso, piacciono i gip appiattiti sulle Procure. 8) Prima di fare qualsiasi cosa, recarsi in pellegrinaggio a Ceppaloni per la necessaria autorizzazione a procedere del superprocuratore nazionale anti-giustizia Clemente Mastella."
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Senior Member Registrato il: Jan 2001 Messaggi: 2609 Ultima modifica di a2000.1 : 24-07-2007 alle 21:16. |
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#127 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2006
Città: Perugia - San Benedetto del Tronto
Messaggi: 348
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#128 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2005
Messaggi: 3130
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Il trasformismo far i giornalisti è la norma, pure Liguori e Ferrara erano della gioventù comunista e guardateli adesso.
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TAAAAAAKKK |
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#129 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2007
Città: messaggi precedenti 4955
Messaggi: 1282
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Ricapitolando: 1) Non si capisce perché molti si stanno scandalizzando; che la giustizia vada avanti 2) La Forleo non sta infrangendo la legge ne lo stato di diritto 3) Qualcuno ha avvisato gli intercettati che poi hanno agito di conseguenza
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«Potrei essere rinchiuso in un guscio di noce e tuttavia sentirmi re dell’infinito spazio». Insp9400 Ipod Touch & Classic Milestone |
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#130 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2000
Città: di origine, di nascita, di residenza, di domicilio, di lavoro: Roma...però nel cuore c'è solo l'INTER!
Messaggi: 9601
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magari, partendo proprio da coloro che hanno l'interesse allo status quo per salvaguardarsi loro e i loro interessi. ben vengano ANCHE i colpi di manette ove necessari e giusti, a partire prorpio da chi deve dare l'esempio. |
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#131 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2007
Città: messaggi precedenti 4955
Messaggi: 1282
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Ma che c'entra con travaglio? Il punto è capire se il ritratto di perna è cattivello o semplicemente "fuori bersaglio".
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#132 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: PD
Messaggi: 11726
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Con la differenza che mentre Travaglio fornisce motivazioni e documenti a supporto delle sue tesi , i "giornalisti" di Silvio non perdono tempo in queste quisquilie , partono direttamente con gli insulti e le insinuazioni , tanto , a differenza degli altri loro hanno alle spalle un padrone generoso che paga ogniqualvolta un giudice li condanni per diffamazione . Se poi hanno anche qualche pezzo di carta da mostrare allora apriti cielo ! Si parte a spron battuto in campagne mediatiche a base di dossier Mithrokhin o testimonianze di Scaramella spacciate per verità assolute . Se poi le bordate sono necessarie al capo per parlare male di qualcuno , ma manca la materia prima ( la merda ) da tirare si può sempre fabbricare , "betulla" è là pronto a costruire qualsiasi documento faccia comodo al padrone suo , cosa ti serve oggi ? Una tangente ? Un Telekom Serbia ? Ecco qua , pronti via si aspetta cinque minuti che si asciughi l' inchiostro e il "documento" che ti serve è subito pronto , per la serie "Chi vuoi calunniare oggi ?" abbiamo tutta una struttura del SISMI a disposizione e una centrale della Telecom pronta a fare tutte le intercettazioni che ci servono . Chissà perchè i giornalisti di Silvio sono tutti ex qualcosa , a cominciare da quel Feltri che all' Europeo rovesciava tonnellate di insulti su Berlusconi e che è stato fulminato sulla via di Arcore ed è diventato il cane da guardia preferito di Silvio , oppure il buon Ferrara che da bravo "ex tutto" è riuscito ad essere ex sessantottino , ex comunista , ex socialista , ex spia della CIA , ex giornalista . C' è una differenza sostanziale tra gente che ha le proprie idee e le difende , gente come Santoro, Biagi, Montanelli o Travaglio dicono delle cose su cui si può essere d' accordo o meno, ma sono sempre prese di posizione basate sui fatti e su quello che loro ne pensano, quando scrivono qualcosa lo fanno in base a ciò che credono giusto, non in base alla "convenienza" di scrivere o meno certe cose . Gente come Feltri, Guzzanti e Perna invece scrivono quello che conviene al loro capo, vero o falso non importa, che loro lo pensino o no non conta, tutto viene misurato in base a ciò che ritengono possa essere l' interesse del padrone, niente che possa a lui dispiacere viene riportato, neanche se vero, e niente che possa denigrare i suoi avversari viene risparmiato, neanche se falso conclamato, anzi alcuni "giornalisti" di punta de "Il Giornale" coscientemente hanno cercato e costruito falsi scoop al solo scopo di creare una campagna denigratoria contro gli avversari di Silvio. Che valore dare a un giornale che volontariamente crea falsi e nasconde la verità ? La carta igenica ha una sua utilità , "Il Giornale" no . Per quanto riguarda Perna ho trovato anche questo gustoso articolo : Un tempo castigava i potenti: prima e seconda Repubblica, jet-set, alta finanza. Giancarlo Perna, una delle penne più cattive d'Italia, era lo spauracchio dei personaggi più celebrati dalle cronache. Le sue biografie al vetriolo richiedevano dosi massicce di Malox, l'antidolorifico che Massimo D'Alema ha confessato di usare dopo la lettura dei giornali. Memorabile quella di Eugenio Scalfari, ovviamente non autorizzata. Più recentemente, complice forse il contenzioso civile e penale che le sue incursioni generavano, Perna si era dedicato a cantare i potenti. Sul Giornale, il direttore Belpietro l'aveva messo a omaggiare i big del nuovo corso berlusconiano. Memorabile in questo senso, un'intervista al titolare delle Infrastrutture, Pietro Lunardi. Ora, però, il corrosivo Perna innaugura un nuovo corso, che è poi vecchio come il mondo: la caccia al poverocristo. Su Panorama in edicola, l'inviato Perna firma un'accorata denuncia sui Rom della Rustica, sobborgo della capitale. "Ultima fermata Rom", titola il settimanale di Carlo Rossella. Vi si racconta dei metodi poco urbani dei nomadi che prendono il treno fino alla stazione Tiburtina e che hanno provocato una protesta dei pendolari della tratta, nei giorni scorsi. Ha i toni dell'orazione civile, la denuncia di Perna: «I rom spingono, si appoggiano sui viaggiatori, siedono sulle loro ginocchia, finché quelli non gli cedono il posto. Gridano, si chiamano, mangiano. All'arrivo, gli impiegati saltano giù col naso tappato». Segue poi una descrizione trucida del campo nomadi, roba da far illividire il più scafato cronista di guerra: «I ragazzi giocano a testa coda con le auto rubate. Poi la ammassano e gli danno fuoco. Appena le fiamme raggiungono il serbatoio, le macchine saltano. Il bum si stente a chilometri». Che non siamo a Grozny, ce lo assicura l'autore stesso, un attimo dopo: «Mentre le lamiere bruciano, auto di grossa cilindrata fanno il loro ingresso, sempre guidate da ragazzetti. Il Comune manda i suoi camion a prendere le carcasse. Lo sgombero a domicilio consente la ripresa dei roghi». Insomma una roulette fra le roulotte. E poi si ricomincia: i Rom rubano, minacciano, addirittura non pagano il biglietto. Intendiamoci, non ci illudiamo che le cose vadano molto meglio di quel che Perna racconta. I poveri sono rararemente belli, a dispetto della cinematografia anni Cinquanta. Sorprende però questo filo rosso, neppure tanto sottile, che percorre l'articolo dall'inizio alla fine: il disprezzo. Gratuito, epidermico, viscerale. Forse a Perna gli viene bene. Forse è un dono di natura. Fintanto però che lo rigurgitava contro il potere, era un conto. Vederlo indirizzato contro i poveracci fa davvero tristezza: i potenti che fanno volare gli stracci, sai che novità. "Dagli allo zingaro", poi è un classico, attraversa i secoli, da quando cioè questo popolo misterioso comparve in Italia fra '400 e '500, arrivando probabilmente dall'India. Invece è più inquietante il gloria in cui finisce il salmo di Perna: l'esaltazione di un poliziotto che si prende la libertà di tagliare i capelli a una ragazzine del campo accusata, di «imbrattare con l'estintore» (cioè?, ndr). L'abuso, la violenza privata, che scivolano via così, senza l'ombra di un dubbio, trattati come se fossero un'ovvia misura di contenimento di una specie animale, qualcosa che ha a che fare più con i regolamenti di igiene che con il Codice. Brutto, bruttissimo, Perna. Certo che rompere gli zebedei ai potenti era più faticoso. Meglio massacrare questa sottospecie umana. E poi - come è accaduto nell'articolo - non c'è neppure l'obbligo deontologico di farli parlare. Giampaolo Cerri
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