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Old 10-03-2004, 00:51   #101
fabio69
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Originariamente inviato da cerbert
Se c'è una cosa di cui si può essere sicuri, è che quando si nomina "Gino Strada" scopri improvvisamente gente che lo conosce da AAAAAAAAAAANNNNIIIIIIIII! Praticamente da quando, alle elementari, già rifiutava con offensiva alterigia, la coca-cola che gli amici gli offrivano. Facile intuire che sarebbe diventato "uno che sputa sui governi occidentali non vedendo cosa sono i governi che finisce per difendere" (cito JumperMax).

Al di là di questa scenetta divertente, che la dice lunga su quale profondità abbiano molti dei censori di Strada che conoscono la sua esistenza, come conoscono quella dell'Afghanistan e dell'Iraq, di Saddam e dei Talebani, da pochi anni a questa parte, io mi permetto di ricordare una cosa, ovviamente una cosa da niente.

Quando ancora la UNOCAL USA organizzava meeting di negoziati con i talebani per un famoso oleodotto, ovvero, tradotto in altri termini quando l'Afghanistan era, per il 99% degli occidentali, quella patria di eroici resistenti che aiutavano Rambo a sconfiggere i russi in "Rambo III" (fonte prima di documentazione sull'Afghanistan), una società clandestina di donne tentava, inutilmente, di far giungere a tutte le principali reti di informazione dati, DETTAGLIATI, su chi erano gli ospiti della UNOCAL. Chi le aiutava a fare uscire queste informazioni dal paese? Un'associazione chiamata Emergency. Chi, dopo che BBC e CNN, piuttosto che RAI o Fininvest, si rifiutavano di mandare in onda questi documenti, girava di persona le principali città d'Italia organizzando conferenze in cui, ai soliti quattro gatti "ciecopacisti", spiegando NEL DETTAGLIO quello che i talebani facevano alla propria gente? Un certo Gino Strada.
Chi, di conseguenza, si vedeva chiudere gli ospedali in Afghanistan con futili pretesti e veniva pestato o si vedeva pestare i suoi assistenti? Lo stesso di cui sopra.

Non avete voluto ascoltarlo quando, ben prima di un figlio di papà imboscato che risponde al nome di G.W. Bush, vi descriveva che mostri il nostro sonno stava generando. Non volete ascoltarlo ora.
Però vi permettete di recensirne la vita.

Ma per favore.
non mi dire cerbert, siamo ai soliti oleodotti inesistenti e immaginari?
mi pare che li avevi annunciati qualche anno fa, come sono lo stato di avanzamento dei lavori?
sugli incontri con la UNCOAL, non saprei, non ho i resoconti stenografati di questi fantomatici incontri, ma immagino che questi resoconti non li abbia neanche quel furbacchione di Giulietto Chiesa, che negli anni ne ha fatto un tormentone
in ogni caso la UNCOAL rappresentava una compagnia petrolifera privata e non certo l'amministrazione americana, che per quanto mi ricordi aveva da anni nel mirino il regime talebano e Bin Laden
chessò ricordi il bombardamento dell'Afghanistan ordinato dall'amministrazione Clinton nel 1998, dopo gli attentati alle ambasciate americane in Kenia e Tanzania?
contro Strada non nulla, ma non penserai che rappresenti l'ombelico del mondo, che senza di lui l'umanità tutta non si era accorta delle barbarie del regime talebano?
e poi diciamola tutta la verità scansando i tuoi soliti ribaltamenti (della verità), di Strada agli atti non credo vi sia rimasta traccia della benchè minimima denuncia nei confronti del regime talebano, nè prima, nè durante nè soprattutto dopo
di lui si ricordano solo gli strali (contro Bush) solo quando Bush si decise a farla finita con quell'indecente regime
questo raccontano le cronache che quasi mai coincidono con quanto da te scritto
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Old 10-03-2004, 00:53   #102
fabio69
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Originariamente inviato da cerbert
Sai qual'è la cosa ironica...
Che, se per ipotesi, Gino Strada avesse affermato che ci sono segni di miglioramento in Iraq, chi ne conosce la vera storia gli avrebbe creduto per quanto sorpreso.
E chi, dai tempi dell'Afghanistan bushizzato, (ovvero da quando ha cominciato a sapere dell'esistenza di Gino Strada) lo disprezza, lo avrebbe portato in palmo di mano sfottendo i "ciecopacisti".
non penso, prima lo si sarebbe vagliato e verificato se fondato e rispondente al vero
in genere la sfera delle supreme verità rivelate ma non dimostrate, delle incrollabili certezze non suscettibili di essere scalfite da qualunque evidenza, del pedagogismo del bene assoluto, appartiene a un certo mondo di sinistra, girotondino, no global, da social forum e pacifista-pacifinto
tutti gli altri coltivano in genere il beneficio del dubbio
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Old 10-03-2004, 00:58   #103
fabio69
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Originariamente inviato da buster
Così, solo per rimanere in zona, direi gli Assiri sotto il re Tiglat-Pileser (1146-1093 ca. a.C.); capitale del regno: Ninive.
Per quello che riguarda il progresso materiale, di coscienza individuale, intellettuale e morale direi proprio di sì, sono convinto che non sia prerogativa dei sistemi democratici. Se no dovremmo far iniziare la storia appena 3 secoli fa.

certo che la sei andata a scovare
boh, non saprei, ma se dovessi pensare a un regime illuminato penserei a quello instaurato dagli imperatori cd adottivi romani nel II sec d.C.
certo sopravvivevano disparita e disuguaglianze (una per tutte l'istituto della schiavitù) ma per Gibbon quello rappresentò il periodo di massima prosperìtà e felicità della storia umana
non so se questo giudizio sia da condividere, forse no
ma a propositò di spiritualità, con una religione pagana confinata sempre più al suo ruolo prettamente istituzionale come l'intendevano i romani e un cristianesimo ben lungi ancora dall'affermarsi, certamente da questo punto di vista fu il periodo in cui l'animo umano fu più libero
dei sistemi democratici cmq è prerogativa di cercare di allargare il più possibile alla base il progresso altrimenti confinato in cerchie più o meno elitarie
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Old 10-03-2004, 01:02   #104
Azan
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Originariamente inviato da jumpermax

non l'ha pubblicata Fede (già certo il problema è sempre Fede... immagino quanto siano imparziali ed obbiettive le tue fonti)
Allora La prima parte dell'intervista tutto ok... poi piano piano si scende... dunque prima di tutto evidente questione: militari stranieri fuori, ma CHI dovrebbe garantire la sicurezza secondo Strada? Evidentemente non lo sa nemmeno lui. E del resto pensare che gli attacchi a croce rossa e polizia si possano fermare con una ritirata che sarebbe vista dalla popolazione come una fuga è come dire... un'ingenuità? Una cazzata megagalattica? Gli sciiti non vedono l'ora di vendicarsi. I sunniti vogliono riprendere in mano il potere e i curdi sono odiati da entrambi. Abbiamo già degli illustri precedenti di cosa vuol dire ritirata precipitosa (Somalia) o assenza di una presenza straniera (scegliete voi un conflitto a piacere Balcani in primis). Guerra civile nè più nè meno. Più sensato è parlare di ONU. Certo si potrebbe parlare di ONU se i paesi che si sono chiamati fuori almeno mostrassero qualche interesse alla situazione . La Russia ha detto più volte che non manderà nemmeno un elmetto, la Cina non ha alcun interesse, Francia e Germania stanno alla finestra. Non so forse Strada sta pensando alle isole Tonga...
Ma andiamo avanti... com'era il paese di Saddam? RICCO COLTO ED EVOLUTO? L'Iraq? Cavoli che micidiale pugno nello stomaco, che attacco graffiante alla dittatura irakena! Queste parole se venissero dette per il fascismo che certo non arrivava agli abissi di crudeltà del regime irakeno solleverebbero un moto di indignazione di mezzo forum (già successo) nonostante siano passati 60 anni. Qua non nè è passato ancora uno...

Cerbert che devo dire... la tua difesa di Strada è commovente. Il problema per te è che lui purtroppo parla... non ho fatto nemmeno tanta fatica a trovare questo articolo,andate su Google mettete "Gino Strada" e cliccate "mi sento fortunato"(un evidente ossimoro lo so... la stessa fortuna che si può avere nel beccarsi un tir contromano su una rampa dell'autostrada )
Caro Jumper... il problema... è che in Iraq non c'è sicurezza, nemmeno con gli americani e gli europei in campo.
Come puoi parlare di "garantire la sicurezza" se questa , da quando il paese è stato invaso, non è mai esistita?
Ma sopratutto, come possono dei militari occidentali-cristiani, che non parlano neanche l'arabo, mantenere stabile un paese arabo-islamico?
Ti renderai conto da solo che ora come ora, il terreno è fertilissimo per i fondamentalisti e per quelle persone o per quei gruppi che hanno interessi in una guerra civile.

Nel mio piccolo, posso comprendere l'irakeno medio, che si vede invadere da una potenza cristiana, che non solo manda "a puttane" l'intero sistema, che per quanto vacillante permetteva di sopravivvere alla maggior parte degli irakeni, ma addirittura non è in grado di proteggerlo come faceva Saddam.

perchè nonostante tutto Saddam è stato l'uomo in grado di placare il fondamentalismo islamico e di evitare che il conflitto fra due etnie sfociasse in una guerra civile.

Oltretutto, sono stato colpito da una curiosità: quante persone venivano uccise mediamente da Saddam in 1 anno?
Quante ne sono morte dopo l'invasione dell'irak?

Non sto facendo nessuna illazione, semplice curiosità ^^

PS:massimo rispetto per Gino Strada, un grande.
Azan è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 10-03-2004, 01:02   #105
fabio69
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E per finire un interessante punto di vista, forse più autorevole di quello di Gino Strada e sicuramente più obbiettivo

http://www.radioradicale.it/docs/kou...riformista.doc
CONVERSAZIONE. DUBBI SULLA «GUERRA AMERICANA», NON SU QUELLA UMANITARIA

di DARIO BESSARIONE (il Riformista 17/12/2002)

Neutralità è complicità, l'ingerenza è un dovere La pace si conquista anche con l'uso della forza Per Kouchner, fondatore di Médecins sans frontières, bisogna aiutare i curdi e ottenere libere elezioni in Iraq

«Non possiamo accontentarci della neutralità. Perché essere neutrali tra la vittima e il carnefice - soprattutto quando portiamo soccorso alle vittime dei conflitti - equivale ad essere complici del carnefice». Bernard Kouchner ha inventato l'azione umanitaria così come oggi la conosciamo. Fondatore di Médecins sans frontières nel 1971 e di Médecins du monde nel 1979, ministro della Sanità con Jospin e rappresentante Onu in Kosovo dal 1999 al 2001, Kouchner ha attraversato i conflitti e la politica di fine '900 con la passione del medico e del riformista. Comunista in gioventù, dopo l'espulsione dal Pcf è in Biafra per spendere la sua laurea in medicina nel sostegno alle vittime della guerra civile. Ne torna con la consapevolezza che l'azione della Croce Rossa fosse ormai insufficiente. «Non bastava più chiedere al dittatore di turno l'autorizzazione ad entrare nel paese per curare le vittime delle sue stesse azioni repressive. Occorreva superare i confini della sovranità nazionale e scegliere di fare politica per prevenire le vittime dei conflitti». Partì di qui il movimento dei French doctors da cui sarebbe nata Médecins sans frontières. Un Gino Strada francese? In realtà le differenze sono molte più delle affinità. «Non critico l'azione di chi si concentra sulle vittime. Io stesso continuo a farlo, ma questo non basta. Nell'azione umanitaria occorre sapere chi fa cosa, chi è responsabile di quali sofferenze. Abbiamo il dovere di intervenire nella prevenzione, senza attendere di curare le vittime. È questo il senso dell'ingerenza umanitaria, la nuova frontiera della politica internazionale che la sinistra ha il dovere di difendere con coerenza. Mi sono sempre battuto affinché il diritto all'ingerenza fosse riconosciuto dalle organizzazioni internazionali. Ci siamo riusciti nel 1988, quando l'Assemblea generale dell'Onu ha riconosciuto il "diritto di accesso alle vittime dei conflitti". Abbiamo dato personalità giuridica alle vittime di guerra, modificando di fatto il diritto internazionale. E oggi le vittime hanno il potere di fare appello all'intervento anche militare della comunità internazionale. Il Kosovo e Timor Est sono esempi positivi di difesa delle minoranze, seppur tardiva». E come risponde Kouchner all'obiezione secondo la quale l'ingerenza è sempre parziale, esposta all'ipocrisia del double standard, non in grado di intervenire ovunque? «E' una obiezione inaccettabile. Non possiamo lasciar morire coloro che oggi possiamo salvare nell'attesa di poter salvare tutti. È molto facile essere pacifisti sulla pelle delle minoranze massacrate. È vero che esiste un rischio di double standard. Ma questo non deve impedirci di agire affinché l'azione di ingerenza sia estesa progressivamente al più ampio numero di casi». Ma la questione oggi riguarda, concretamente, le prospettive di un intervento in Iraq. «Quando si è trattato di opporsi agli Usa non ho avuto esitazioni. Sono stato in Afghanistan per otto anni durante l'occupazione sovietica. Ripetevo spesso - mentre sorgeva il movimento dei talebani con il sostegno statunitense - che avremmo finito col rimpiangere i sovietici. Ma le cose sono cambiate. Gli Usa hanno difeso Massud quando nessuno in Europa lo faceva. Per questo sono stato e resto a favore dell'intervento in Afghanistan. Come medico sono contro la guerra. Ma in questo caso è stato lo stesso popolo a chiedere l'intervento, per impedire che i talebani continuassero il massacro. L'intervento ha avuto l'obiettivo di fermarlo». Eppure Strada non la pensa così. «Che chieda ai civili di Kabul se vivono meglio oggi o due anni fa sotto il tacco dei talebani. Talvolta penso che chi critica le azioni di ingerenza umanitaria abbia bisogno di vittime civili per esaltare il proprio ruolo mediatico. La verità è che l'antiamericanismo non è una politica, ma soltanto uno strumento retorico. Quando non si ha più niente da dire ci si limita all'antiamericanismo. Abbiamo bisogno di un nemico unificante, e l'immagine degli Stati Uniti che circola tra di noi europei - soprattutto a sinistra - serve a questo scopo». Questo significa che gli obiettivi di Bush in Iraq vanno sostenuti? «Niente affatto. Sono contrario all'intervento in Iraq così come lo sta progettando l'amministrazione Usa. Il pretesto non è credibile. Non esistono prove sufficientemente chiare di un legame tra Saddam e Al Qaeda. Come ha scritto Madeleine Albright, e come ha sostenuto una parte della sinistra europea, rischiamo di non completare la nostra azione in Afghanistan. E non mi convince affatto l'immagine usata dal governo Bush, secondo cui c'è bisogno di "scuotere la baracca mediorientale". Al contrario, c'è da fare molta attenzione in quella regione. Piuttosto il problema è di altra natura e riguarda direttamente le sofferenze del popolo iracheno. Le vere vittime delle armi di distruzione di massa sono i civili iracheni, perché il regime di Saddam è uno dei più feroci e sanguinari dei nostri giorni. Le sue politiche di arabizzazione forzata hanno provocato centinaia di migliaia di vittime. La sua capacità distruttiva rimane infinitamente superiore a quella di Milosevic. È un assassino che deve essere fermato dalla comunità internazionale, perché a chiederlo è la popolazione civile del suo paese. Non possiamo evitare di affrontare la questione della natura di quel regime e dei metodi usati per difendere il suo potere. Questo è il problema che dobbiamo porci. Ed a farlo deve essere soprattutto la sinistra europea e internazionale. A differenza del Kosovo, la popolazione irachena è già oggi pronta e disponibile alla democrazia. Sono appena tornato dal Kurdistan iracheno, nella no-fly zone, dove di fatto governa un'amministrazione autonoma. In quella regione i curdi hanno un Parlamento, amministrazioni locali elette democraticamente, 23 giornali di diverso orientamento politico, un vivace associazionismo civile, un'ottima università con 7.500 studenti per metà donne. Sono pronti. E noi dobbiamo aiutarli. Anche costringendo Saddam a tenere libere elezioni. L'obiettivo della comunità internazionale deve essere chiaro: preparare adesso le condizioni perché all'Onu venga affidato il mandato di tenere elezioni democratiche in Iraq. Evitando, possibilmente, l'uso della forza, ma anche facendo ricorso alla forza se questo sarà inevitabile».
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Old 10-03-2004, 01:30   #106
jumpermax
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Originariamente inviato da Azan
Caro Jumper... il problema... è che in Iraq non c'è sicurezza, nemmeno con gli americani e gli europei in campo.
Come puoi parlare di "garantire la sicurezza" se questa , da quando il paese è stato invaso, non è mai esistita?
Ma sopratutto, come possono dei militari occidentali-cristiani, che non parlano neanche l'arabo, mantenere stabile un paese arabo-islamico?
Ti renderai conto da solo che ora come ora, il terreno è fertilissimo per i fondamentalisti e per quelle persone o per quei gruppi che hanno interessi in una guerra civile.

Nel mio piccolo, posso comprendere l'irakeno medio, che si vede invadere da una potenza cristiana, che non solo manda "a puttane" l'intero sistema, che per quanto vacillante permetteva di sopravivvere alla maggior parte degli irakeni, ma addirittura non è in grado di proteggerlo come faceva Saddam.

perchè nonostante tutto Saddam è stato l'uomo in grado di placare il fondamentalismo islamico e di evitare che il conflitto fra due etnie sfociasse in una guerra civile.

Oltretutto, sono stato colpito da una curiosità: quante persone venivano uccise mediamente da Saddam in 1 anno?
Quante ne sono morte dopo l'invasione dell'irak?

Non sto facendo nessuna illazione, semplice curiosità ^^

PS:massimo rispetto per Gino Strada, un grande.
mmmh Dati precisi non ne ho sotto mano. Su analisi difesa si trovano i capi di imputazione a Saddam cmq
Quote:
http://www.analisidifesa.it/articolo...id/3770/ver/IT
IRAQ
1978-80: centinaia di migliaia di iracheni di origine iraniana rispediti di forza in Iran. Centinaia di morti. Migliaia di adolescenti arrestati e uccisi negli anni.
1983: campagna contro i curdi Barzani per il supporto dato all’Iran. Almeno 8mila morti. Fosse comuni.
1986-88: armi chimiche contro i curdi del nord. Circa 180mila morti. Fosse comuni nei deserti a sud. Possibile accusa di genocidio.
1991: soppressione delle rivolte curda e sciita dopo la Guerra del Golfo del 1990. 60mila morti. Fosse comuni.
1991: incendio di pozzi petroliferi e sprigionamento di nubi tossiche con alterazione persistente dell’ambiente naturale anche mediante liberazione di ingenti quantitativi di petrolio greggio nel mare.
Gravi danni all’economia del Paese, basata quasi esclusivamente sulle risorse petrolifere.
1992: bonifica delle paludi a sud, nello Shatt el Arab, con esodo forzato degli arabi Marsh chiamati anche “beduini delle paludi”. Decine di migliaia di morti. Possibile accusa di genocidio.
1979-2003: molti prigionieri politici scompaiono dalle prigioni. Decine di migliaia ritenuti morti. Fosse comuni attorno alle prigioni.
1991-2003: nonostante le sanzioni economiche imposte dall’Onu per refrenare la condotta di politica estera di Saddam Hussein, egli mantiene il sistema di relazioni internazionali sottoposto a condanna, costringendo il proprio popolo a subire gravi forme di isolamento e restrizioni negli scambi.
2003: il 4 Aprile, per ordine di Saddam Hussein, un’autocolonna con destinazione ignota preleva una ingente parte dei valori del tesoro di Stato custoditi dalla Banca Centrale d’Iraq di Bagdad.
I morti accertati tra guerra e dopo guerra ciredo siano circa 15mila.

E comunque no. Il sistema era già "a puttane da almeno un decennio" La guerra con l'Iran aveva già piegato il paese, il conflitto del golfo lo ha definitivamente messo in ginocchio. Il fondamentalismo islamico non è stato "placato" da Saddam. E' stato annientato da una parte con stermini e privazione delle libertà indiviuduali da un lato e cavalcato con luciferina abilità politica dall'altro. Non so a quale protezione tu faccia riferimento... certo non c'erano attentati. Ma la gente non stava al sicuro...
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Old 10-03-2004, 01:32   #107
jumpermax
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Originariamente inviato da fabio69
E per finire un interessante punto di vista, forse più autorevole di quello di Gino Strada e sicuramente più obbiettivo

http://www.radioradicale.it/docs/kou...riformista.doc
CONVERSAZIONE. DUBBI SULLA «GUERRA AMERICANA», NON SU QUELLA UMANITARIA

di DARIO BESSARIONE (il Riformista 17/12/2002)

Neutralità è complicità, l'ingerenza è un dovere La pace si conquista anche con l'uso della forza Per Kouchner, fondatore di Médecins sans frontières, bisogna aiutare i curdi e ottenere libere elezioni in Iraq

«Non possiamo accontentarci della neutralità. Perché essere neutrali tra la vittima e il carnefice - soprattutto quando portiamo soccorso alle vittime dei conflitti - equivale ad essere complici del carnefice». Bernard Kouchner ha inventato l'azione umanitaria così come oggi la conosciamo. Fondatore di Médecins sans frontières nel 1971 e di Médecins du monde nel 1979, ministro della Sanità con Jospin e rappresentante Onu in Kosovo dal 1999 al 2001, Kouchner ha attraversato i conflitti e la politica di fine '900 con la passione del medico e del riformista. Comunista in gioventù, dopo l'espulsione dal Pcf è in Biafra per spendere la sua laurea in medicina nel sostegno alle vittime della guerra civile. Ne torna con la consapevolezza che l'azione della Croce Rossa fosse ormai insufficiente. «Non bastava più chiedere al dittatore di turno l'autorizzazione ad entrare nel paese per curare le vittime delle sue stesse azioni repressive. Occorreva superare i confini della sovranità nazionale e scegliere di fare politica per prevenire le vittime dei conflitti». Partì di qui il movimento dei French doctors da cui sarebbe nata Médecins sans frontières. Un Gino Strada francese? In realtà le differenze sono molte più delle affinità. «Non critico l'azione di chi si concentra sulle vittime. Io stesso continuo a farlo, ma questo non basta. Nell'azione umanitaria occorre sapere chi fa cosa, chi è responsabile di quali sofferenze. Abbiamo il dovere di intervenire nella prevenzione, senza attendere di curare le vittime. È questo il senso dell'ingerenza umanitaria, la nuova frontiera della politica internazionale che la sinistra ha il dovere di difendere con coerenza. Mi sono sempre battuto affinché il diritto all'ingerenza fosse riconosciuto dalle organizzazioni internazionali. Ci siamo riusciti nel 1988, quando l'Assemblea generale dell'Onu ha riconosciuto il "diritto di accesso alle vittime dei conflitti". Abbiamo dato personalità giuridica alle vittime di guerra, modificando di fatto il diritto internazionale. E oggi le vittime hanno il potere di fare appello all'intervento anche militare della comunità internazionale. Il Kosovo e Timor Est sono esempi positivi di difesa delle minoranze, seppur tardiva». E come risponde Kouchner all'obiezione secondo la quale l'ingerenza è sempre parziale, esposta all'ipocrisia del double standard, non in grado di intervenire ovunque? «E' una obiezione inaccettabile. Non possiamo lasciar morire coloro che oggi possiamo salvare nell'attesa di poter salvare tutti. È molto facile essere pacifisti sulla pelle delle minoranze massacrate. È vero che esiste un rischio di double standard. Ma questo non deve impedirci di agire affinché l'azione di ingerenza sia estesa progressivamente al più ampio numero di casi». Ma la questione oggi riguarda, concretamente, le prospettive di un intervento in Iraq. «Quando si è trattato di opporsi agli Usa non ho avuto esitazioni. Sono stato in Afghanistan per otto anni durante l'occupazione sovietica. Ripetevo spesso - mentre sorgeva il movimento dei talebani con il sostegno statunitense - che avremmo finito col rimpiangere i sovietici. Ma le cose sono cambiate. Gli Usa hanno difeso Massud quando nessuno in Europa lo faceva. Per questo sono stato e resto a favore dell'intervento in Afghanistan. Come medico sono contro la guerra. Ma in questo caso è stato lo stesso popolo a chiedere l'intervento, per impedire che i talebani continuassero il massacro. L'intervento ha avuto l'obiettivo di fermarlo». Eppure Strada non la pensa così. «Che chieda ai civili di Kabul se vivono meglio oggi o due anni fa sotto il tacco dei talebani. Talvolta penso che chi critica le azioni di ingerenza umanitaria abbia bisogno di vittime civili per esaltare il proprio ruolo mediatico. La verità è che l'antiamericanismo non è una politica, ma soltanto uno strumento retorico. Quando non si ha più niente da dire ci si limita all'antiamericanismo. Abbiamo bisogno di un nemico unificante, e l'immagine degli Stati Uniti che circola tra di noi europei - soprattutto a sinistra - serve a questo scopo». Questo significa che gli obiettivi di Bush in Iraq vanno sostenuti? «Niente affatto. Sono contrario all'intervento in Iraq così come lo sta progettando l'amministrazione Usa. Il pretesto non è credibile. Non esistono prove sufficientemente chiare di un legame tra Saddam e Al Qaeda. Come ha scritto Madeleine Albright, e come ha sostenuto una parte della sinistra europea, rischiamo di non completare la nostra azione in Afghanistan. E non mi convince affatto l'immagine usata dal governo Bush, secondo cui c'è bisogno di "scuotere la baracca mediorientale". Al contrario, c'è da fare molta attenzione in quella regione. Piuttosto il problema è di altra natura e riguarda direttamente le sofferenze del popolo iracheno. Le vere vittime delle armi di distruzione di massa sono i civili iracheni, perché il regime di Saddam è uno dei più feroci e sanguinari dei nostri giorni. Le sue politiche di arabizzazione forzata hanno provocato centinaia di migliaia di vittime. La sua capacità distruttiva rimane infinitamente superiore a quella di Milosevic. È un assassino che deve essere fermato dalla comunità internazionale, perché a chiederlo è la popolazione civile del suo paese. Non possiamo evitare di affrontare la questione della natura di quel regime e dei metodi usati per difendere il suo potere. Questo è il problema che dobbiamo porci. Ed a farlo deve essere soprattutto la sinistra europea e internazionale. A differenza del Kosovo, la popolazione irachena è già oggi pronta e disponibile alla democrazia. Sono appena tornato dal Kurdistan iracheno, nella no-fly zone, dove di fatto governa un'amministrazione autonoma. In quella regione i curdi hanno un Parlamento, amministrazioni locali elette democraticamente, 23 giornali di diverso orientamento politico, un vivace associazionismo civile, un'ottima università con 7.500 studenti per metà donne. Sono pronti. E noi dobbiamo aiutarli. Anche costringendo Saddam a tenere libere elezioni. L'obiettivo della comunità internazionale deve essere chiaro: preparare adesso le condizioni perché all'Onu venga affidato il mandato di tenere elezioni democratiche in Iraq. Evitando, possibilmente, l'uso della forza, ma anche facendo ricorso alla forza se questo sarà inevitabile».
molto interessante.
jumpermax è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 10-03-2004, 06:31   #108
sider
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Ma che bravi! Bravi a criticare uno che mette su un sistema di ospedali e sale chirurgiche in zona di guerra COMPLETAMENTE AUTOFINANZIATO Uno che operava gente bisognosa di cure, dove l'assistenza sanitaria non esiste, sotto il fischiare dei proiettili. E non gli si permette di dire che la violenza genera violenza.
Poi Jumpermax dice:
"Più sensato è parlare di ONU. Certo si potrebbe parlare di ONU se i paesi che si sono chiamati fuori almeno mostrassero qualche interesse alla situazione . La Russia ha detto più volte che non manderà nemmeno un elmetto, la Cina non ha alcun interesse, Francia e Germania stanno alla finestra. Non so forse Strada sta pensando alle isole Tonga... "
Quando i sopracitati stati si sono rifiutati di mandare truppe, si parlava di esercito regolare (la panzana delle armi di distruzione di massa non ha attecchito dovunque) e non di forze ONU.
Per finire , obiettivo si scrive con una "B" sola.
sider è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 10-03-2004, 06:59   #109
LittleLux
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Originariamente inviato da sider
Ma che bravi! Bravi a criticare uno che mette su un sistema di ospedali e sale chirurgiche in zona di guerra COMPLETAMENTE AUTOFINANZIATO Uno che operava gente bisognosa di cure, dove l'assistenza sanitaria non esiste, sotto il fischiare dei proiettili. E non gli si permette di dire che la violenza genera violenza.
Poi Jumpermax dice:
"Più sensato è parlare di ONU. Certo si potrebbe parlare di ONU se i paesi che si sono chiamati fuori almeno mostrassero qualche interesse alla situazione . La Russia ha detto più volte che non manderà nemmeno un elmetto, la Cina non ha alcun interesse, Francia e Germania stanno alla finestra. Non so forse Strada sta pensando alle isole Tonga... "
Quando i sopracitati stati si sono rifiutati di mandare truppe, si parlava di esercito regolare (la panzana delle armi di distruzione di massa non ha attecchito dovunque) e non di forze ONU.
Per finire , obiettivo si scrive con una "B" sola.
Sai perchè sono bravi a criticare?Perchè lui, oltre a rilasciare qualche intervista, a parlare un po', insomma, fa, e molto, e molte buone cose, questi che criticano, invece, che fanno?Parlano, parlano, parlano...come la Ferilli nella vecchia pubblicità..."Quanto ci piace parlare"....la loro è solo invidia, non ti preoccupare, non potrebbero sfogare altrimenti le loro frustrazioni

Ciao
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Old 10-03-2004, 08:36   #110
ni.jo
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Originariamente inviato da fabio69
per favore ni.jo, per il futuro cerca di non citarmi più la rivista di stampo nazionalpopolare di geofregnaccie, limes
non ne avranno azzeccata una negli ultimi dieci anni....
siamo messi maluccio in Italia, in quanto a riviste di geopolitica ma se non ti piace questa che ha le sue fonti nel IISS e non è sicuramente di sinistra mi ritrovo proprio con le fonti svuotate...
cmq non ci vuole Limes per vedere una guerra civile alle porte, visto che ci sono già tutti i fattori in gioco: diverse fazioni in gara per il potere, nessuna efficace amministrazione provvisoria, strutture al minimo storico...l'unico barlume è questa costituzione provvisoria.
Ma in quanto a situazione umanitaria e sanitaria, mi spiace per te, ma il parere di Strada è assolutamente legittimo.


cmq, altre constatazioni sulla guerra civile in atto o futura:
panorama del berluska reuters swissinfo adnkronos
libero, che riporta una dichiarazione di Pera "Ormai siamo ai limiti della guerra civile"....se poi una guerra civile, contrariamente al parere di un medico sul campo, sia indice di un benessere, attuale o nel prossimo futuro,oltre alle fonti ho finito anche gli argomenti...
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Old 10-03-2004, 12:32   #111
Azan
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Originariamente inviato da jumpermax
mmmh Dati precisi non ne ho sotto mano. Su analisi difesa si trovano i capi di imputazione a Saddam cmq

I morti accertati tra guerra e dopo guerra ciredo siano circa 15mila.

E comunque no. Il sistema era già "a puttane da almeno un decennio" La guerra con l'Iran aveva già piegato il paese, il conflitto del golfo lo ha definitivamente messo in ginocchio. Il fondamentalismo islamico non è stato "placato" da Saddam. E' stato annientato da una parte con stermini e privazione delle libertà indiviuduali da un lato e cavalcato con luciferina abilità politica dall'altro. Non so a quale protezione tu faccia riferimento... certo non c'erano attentati. Ma la gente non stava al sicuro...
Di certo il sistema non era ridotto tanto male.
Il fondamentalismo islamico fermato con stermini e privazioni delle libertà individuali?
Ma dove?
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Old 31-03-2004, 13:26   #112
ni.jo
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Uccisi e bruciati

Assalto a Falluja contro i fuoristrada usati dagli americani: un commando ha prima sparato, poi ha dato fuoco alle auto. Cinque soldati Usa uccisi ad Al-Anbar

Roma, 31 marzo 2004 -(il giorno) Giornata di sangue in Iraq e in particolare a Fallujah, nel cosiddetto triangolo sunnita. Una bomba piazzata lungo la strada ha provocato la morte di 5 militari americani mentre in città due automobili con civili stranieri a bordo sono state assaltate. Gli occupanti, almeno quattro civili non iracheni, dicono i testimoni, sono stati massacrati dalla gente inferocita. Non è ancora chiaro chi siano le vittime anche se sembra che almeno uno di essi sia un americano.


Una bomba questa mattina è stata fatta esplodere lungo la strada che collega Ramadi con Fallujah. L'esplosione ha ucciso cinque soldati americanssi di un vecchio ponte. "La gente del posto li ha macellati come pecore".
A Baquba, invece, Un kamikaze si è fatto saltare in aria a bordo della sua auto mentre passava un convoglio di automobili. Morto l'attentatore e ferite sei persone. L'attentato aveva come bersaglio la macchina del governatore della provincia di Diala, Abdullah al-Joubori che questa mattina però si trovava altrove. L'esplosione ha provocato il ferimento di tre uomini della scorta di al-Joubori e di tre passanti.
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Old 31-03-2004, 13:44   #113
abxide
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Originariamente inviato da ni.jo
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Uccisi e bruciati

Assalto a Falluja contro i fuoristrada usati dagli americani: un commando ha prima sparato, poi ha dato fuoco alle auto. Cinque soldati Usa uccisi ad Al-Anbar

Roma, 31 marzo 2004 -(il giorno) Giornata di sangue in Iraq e in particolare a Fallujah, nel cosiddetto triangolo sunnita. Una bomba piazzata lungo la strada ha provocato la morte di 5 militari americani mentre in città due automobili con civili stranieri a bordo sono state assaltate. Gli occupanti, almeno quattro civili non iracheni, dicono i testimoni, sono stati massacrati dalla gente inferocita. Non è ancora chiaro chi siano le vittime anche se sembra che almeno uno di essi sia un americano.
Ho visto le immagini, orribile quello che hanno fatto a quei cadaveri, non sono uomini, ma delle bestie...
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Old 07-04-2004, 19:15   #114
ni.jo
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Comunque, purtroppo, una limes l'ha azzeccata: se non è una guerra civile, con Shiiti e Sunniti sul piede di guerra e autorità irachena e coalizione dall'altra, non saprei proprio come chiamarla.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/E...7/Ramadi.shtml
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