Death 2 Spotify: a Oakland nasce il movimento che vuole liberare la musica dagli algoritmi

Death 2 Spotify: a Oakland nasce il movimento che vuole liberare la musica dagli algoritmi

A Oakland è nato Death 2 Spotify, un movimento di artisti e fan che critica il modello economico e culturale delle piattaforme di streaming. L'obiettivo non è distruggere Spotify, ma ripensare la musica oltre gli algoritmi, restituendole significato, libertà e un rapporto più umano tra creatori e ascoltatori

di pubblicata il , alle 10:31 nel canale Web
Spotify
 

Negli Stati Uniti, e in particolare a Oakland, California, sta nascendo un movimento che potrebbe cambiare il modo in cui viviamo la musica digitale. Si chiama Death 2 Spotify e punta a liberare la musica dalle piattaforme di streaming, accusate di aver trasformato un'arte viva e spirituale in un algoritmo senz'anima.

L'iniziativa è partita dalla libreria Bathers di Oakland, dove per tutto il mese si sono tenuti eventi sold out organizzati da DJ, speaker radiofonici e proprietari di etichette indipendenti. Le ideatrici, Stephanie Dukich e Manasa Karthikeyan, vogliono spingere artisti e ascoltatori a riflettere sull'impatto culturale di servizi come Spotify, simbolo di un modello che sostengono "svuota di senso" la creatività.

Secondo Dukich, "Spotify è ormai intrecciato con il modo in cui ascoltiamo musica, ma abbiamo voluto creare uno spazio per chiederci cosa significa davvero togliere le nostre canzoni da lì". Il messaggio è chiaro: meno algoritmi, più consapevolezza.

"Morte a Spotify": ulteriori dettagli sul movimento

Il problema, spiegano gli organizzatori, non è solo economico. I compensi per ogni riproduzione sono minimi, ma la questione va oltre: l'ascolto stesso è cambiato. Le playlist automatiche incoraggiano un consumo passivo e superficiale, dove la musica diventa sottofondo, perdendo la sua capacità di ispirare e connettere. "Rinunciare all'accesso immediato a tutto, dice Karthikeyan, costringe a pensare davvero a cosa si sta sostenendo".

Il movimento riflette una rivolta crescente nel mondo della musica. Sempre più artisti, da Taylor Swift agli indipendenti come Hotline TNT, hanno rimosso o scelto di non pubblicare i loro brani su Spotify. Il frontman della band, Will Anderson, ha dichiarato che non tornerà mai sulla piattaforma: "Spotify vuole che la gente dimentichi cosa sta ascoltando".

Il loro ultimo album, venduto solo su Bandcamp e promosso con una live su Twitch, ha generato migliaia di dollari di profitto, dimostrando che un modello alternativo è possibile. Il movimento non mira a distruggere Spotify, ma a promuovere un approccio più etico e umano alla musica.

3 Commenti
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foggypunk14 Ottobre 2025, 11:08 #1
da noi ci pensano radio e media in generale ad ammazzare la musica, proponendo sempre e solo le stesse due robe in croce.
FaTcLA14 Ottobre 2025, 13:21 #2
Se lo si usa come un repository di album da ascoltare dall'inizio alla fine allora non condivido queste critiche, é uno strumento valido.
Se invece lo si usa premendo play su una playlist a caso.. beh é come ascoltare una radio. Ovviamente il 98% degli user immagino vada di playlist
Giuss14 Ottobre 2025, 14:13 #3
Boh non ho capito queste critiche io su spotify scelgo le canzoni che voglio e le ascolto, che problema c'è

Poi se uno non sa scegliere o non ha gusti e prende le playlist già fatte e i suggerimenti dell'app sono fatti suoi

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