Addio Microsoft Word: la Cina sceglie WPS Office per i documenti ufficiali, nuovo fronte nella guerra tecnologica con gli USA
Il Ministero del Commercio cinese abbandona i formati Microsoft Word per adottare esclusivamente WPS Office, la suite sviluppata da Kingsoft a Pechino. Una scelta che segna un ulteriore passo verso l'indipendenza tecnologica del Paese e apre un nuovo capitolo nelle tensioni digitali tra Cina e Stati Uniti
di Rosario Grasso pubblicata il 14 Ottobre 2025, alle 11:41 nel canale WebLa Cina compie un nuovo passo verso l'autonomia digitale abbandonando Microsoft Word nei documenti ufficiali. Il Ministero del Commercio ha pubblicato per la prima volta materiali istituzionali in un formato non compatibile con il software statunitense, ma solo con WPS Office, la suite prodotta da Kingsoft con sede a Pechino.
Il cambiamento arriva in un momento di tensione crescente tra Pechino e Washington. Negli ultimi giorni la Cina ha annunciato l'estensione dei controlli all'esportazione di terre rare, materiali strategici fondamentali per l'elettronica e la difesa. La risposta della Casa Bianca non si è fatta attendere, con la minaccia di un blocco all'esportazione di "software critici" verso la Cina, misura che aggraverebbe ulteriormente il divario tecnologico tra le due potenze.
In passato i ministeri cinesi distribuivano i documenti ufficiali in formato .doc o .docx, facilmente leggibili da aziende e media internazionali. Con la nuova impostazione, i file adottano una codifica proprietaria di WPS Office e non possono essere aperti in Word senza conversione preventiva. Il risultato è una completa dipendenza dalle piattaforme locali per l'accesso ai contenuti governativi.
Per gli analisti si tratta di una tappa cruciale nella strategia di "sovranità tecnologica" promossa da Pechino, che da anni investe nello sviluppo di sistemi operativi, piattaforme cloud e software d'ufficio propri allo scopo di ridurre progressivamente l'uso di soluzioni occidentali. L'obiettivo è duplice: proteggere il mercato interno e imporre standard digitali nazionali anche nelle relazioni internazionali.
La decisione del Ministero del Commercio costringe inoltre le aziende straniere ad adattarsi ai formati cinesi per poter interagire con la pubblica amministrazione. WPS Office, già utilizzato da anni negli uffici pubblici, diventa così il punto di riferimento per la gestione dei documenti amministrativi del Paese, simbolo di una crescente attenzione alla sicurezza informatica e alla riduzione delle dipendenze esterne.
Il passaggio alla suite Kingsoft segna un momento simbolico nella lunga competizione tecnologica tra Stati Uniti e Cina. Dopo chip, intelligenza artificiale e materiali strategici, la contesa si sposta su un elemento ancora più basilare della comunicazione digitale: il formato dei documenti attraverso cui le nazioni comunicano.
L'estensione delle tensioni geopolitiche anche nell'ambito del software ha prodotto già conseguenze. Nel luglio 2024, quando un aggiornamento difettoso della società texana di cybersicurezza CrowdStrike ha paralizzato i sistemi Microsoft Windows a livello globale, la Cina è rimasta in gran parte indenne. Questo è stato dovuto al fatto che molti dei suoi principali fornitori di servizi – dalle banche alle compagnie aeree – avevano già abbandonato i software stranieri. Non si è trattato di un caso: nel 2022, la Commissione per la supervisione e l’amministrazione dei beni statali, secondo le fonti, ha ordinato a tutte le imprese statali di adottare completamente software nazionali entro il 2027 per le operazioni e il lavoro d'ufficio. Da allora WPS Office è diventato il principale editor di testi domestico, mentre aziende come Tencent, Huawei, Alibaba e NetEase stanno sviluppando alternative nazionali per e-mail, cloud e altri servizi digitali.
La progressiva uscita dei software americani dal mercato cinese è già in corso. Adobe e Citrix (ora Cloud Software) hanno ridotto le proprie attività nel Paese, mentre Microsoft ha chiuso il laboratorio di ricerca sull'intelligenza artificiale a Shanghai e tutti i suoi negozi fisici nella Cina continentale entro il 2024.
Nel settembre di quest'anno, le autorità di regolamentazione ha inoltre ordinato a grandi aziende cinesi, tra cui ByteDance e Alibaba, di interrompere i test e gli acquisti dei chip Nvidia RTX Pro 6000D. In precedenza, l'agenzia nazionale per la cybersicurezza aveva già messo in guardia Tencent, Baidu e ByteDance dall'utilizzo dei chip Nvidia H20, citando rischi legati alla sicurezza nazionale e alla protezione dei dati.










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18 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIl contrario già succede, non vedo il problema. Ci sarebbe nel caso i cinesi obbligassero all'uso di WPS...
Se si parla di documenti ufficiali, di stato, l'importante è che LORO riescano a leggerli, poi non dubitare, il modo "di farsi capire" fuori dai loro confini lo trovano sicuro.
Ci sarebbe molto da dire sul software...
E cosa? Qualche tempo fa lo provai e non mi sembrava inferiore a LibreOffice, per dire...
Un esempio a caso:
https://www.reddit.com/r/sysadmin/comments/1l1hcy7/wps_office_acting_as_driveby_malware/?tl=it
O questa è una mossa strategica per imporre la loro suite e controllare "di persona" i loro utenti?
https://www.reddit.com/r/sysadmin/comments/1l1hcy7/wps_office_acting_as_driveby_malware/?tl=it
Le app che si installano da sole e "Io non ho mai dato i miei dati a quel tizio che diceva essere mio zio!!!""
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