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#61 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
Messaggi: 661
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?? Non ho davvero parole... Questo mondo "migliore" che descrivi mi sembra la "mother russia" di qualche tempo fà... Dammi qualcosa per smentirmi per favore. Esattamente come dicevo: case uguali, auto uguali, mobili uguali, vestiti uguali...pure le caramelle.... E se tutti abbiamo bisogno (perche il governo lo decide per noi) degli stessi mobili chi costruirà i macchinari per farne di diversi a me che non piacciono quelli "governativi" ? Un ingegnere ne tempo libero? E ci sarà un'industria che nel tempo libero sarà aperta a fabbricare questi macchinari per me (consumando "energia pubblica?orrore!!!)? E ci saranno dei falegnami che useranno nel tempo libero questi macchinari (o devo imparare ad usare dei torni a controllo numerico per arredare casa?) per me? E ci sarà una ditta di trasporti che me li porterà dalla fabbrica a casa (nel tempo libero ovviamente) ? E ci saranno tutti questi benefattori che lavoreranno (eh si perchè dovranno lavorare, e pure parecchio) senza compenso, nel loro tempo libero, per me? E ci sarà gente del genere per un'auto che non sia uguale, per una casa che non sia uguale, per una cucina che non sia uguale....e se mi piacciono le barche? E se mi piacciono gli aerei? No, dico, ti sembra uno scenario credibile? O più semplicemente saremmo tutti uguali perchè nessuno (io per primo) vorrebbe lavorare senza contropartita (oltretutto nel proprio tempo libero...). Non è altruismo è autolesionismo...
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I cattivi a volte si riposano, gli imbecilli mai |
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#62 | |
Member
Iscritto dal: Sep 2003
Messaggi: 263
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Per i progetti non essenziali, ricreativi, amatoriali, come vuoi chiamarli, ma di portata più grande, li si può proporre. La collettività sceglie democraticamente a quali dare priorità. Quelli scelti vengono via via realizzati. Come vedi le soluzioni si possono trovare se non si ha un piglio disfattista. Ti piacciono gli aerei? Proponi una scuola di volo, trova altri che condividano questa passione, se abbbastanza gente è interessata sarà lo stato stesso a realizzarla come opera pubblica, coinvolgendoti nella realizzazione. Ultima modifica di Car|o : 05-09-2005 alle 21:44. |
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#63 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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#64 | |
Member
Iscritto dal: Sep 2003
Messaggi: 263
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#65 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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![]() è proprio l'immagine che mi aspetterei di vedere in una democrazia liberale... che bisogno c'è di fare tanti tipi di auto? Ne facciamo un solo tipo, se qualcuno vuole qualcosa di diverso se la fa da solo... angosciante... |
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#66 | |
Member
Iscritto dal: Sep 2003
Messaggi: 263
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![]() Inoltre chi modifica anche "pesantemente" le automobili per passione c'è già oggi. Non vedo cosa ci sia di così angosciante. È che siamo proprio figli del nostro tempo. |
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#67 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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#68 | |
Member
Iscritto dal: Sep 2003
Messaggi: 263
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Se c'è qualcosa di inutilmente dispendioso è tenere in piedi un BMW una Alfa Romeo e così via. Se invece che fra 1.000 modelli di automobile potessi scegliere fra 10 modelli per categoria tutti di fascia alta, e magari modificarne la carrozzeria se proprio volessi non credo ci troveresti niente di tragico, tanto più se fossi abituato all'idea. Poi per le automobili, in particolare: vorresti veramente una tutta per te? Che te ne faresti? Non sarebbe meglio girare in bici o con i trasporti pubblici, in città pianificate proprio per consentire massima comodità ed efficienza negli spostamenti ed avere piuttosto un parco macchine pubblico vario, dal quale prenderne una quando ti serve? Se poi è la varietà dei prodotti il "bello" della nostra società, beh... Tristezza, gente. |
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#69 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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#70 | |
Member
Iscritto dal: Sep 2003
Messaggi: 263
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Tutte le tue considerazioni successive dipendono da come verrebbe applicato. Tieni presente, poi, che anche adesso le tue scelte, le tue libertà sono limitate, ma ci sei abituato e non ci fai caso. Ultima modifica di Car|o : 06-09-2005 alle 07:47. |
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#71 | |
Bannato
Iscritto dal: Jul 2005
Messaggi: 78
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Poi credo che la socializzazione-collettivizzazione in effetti sia esistita in forme larvate o mascherate già nella storia, più blande o più intense: 1. famiglia allargata (oltre il 3' grado di parentela) 2. tribù 3. economia curtense 4. nomadismo Siccome in effetti la genesi di queste forme di socializzazione che ho citato non è religiosa o politica, ma contestuale, (conosco solo un caso, gli Amish, di persone che scelgono la collettivizzazione per motivi religiosi, non so se ce ne sono altri), penso che anche per la nostra futura evoluzione potrebbe essere simile. Poi c'è da dire che la collettivizzazione è legata anche a forme di produzione che costringono alla cooperazione, come l'agricoltura estensiva o la monoproduzione agricola verticale, e la produzione industriale di massa. Ho letto che una delle problematiche che affliggono gli agricoltori di Cerignola nella vertenza sull'uva, è la scarsa propensione alla cooperazione, sia in fase produttiva, che in fase commerciale. Si comincia lavorando insieme, ovviamente si abita vicini, e col tempo si mettono in comune altri servizi ed acquisti. So di situazioni, nel Nord Italia soprattutto, di persone che hanno cominciato con gli "acquisti solidali" e sanno esplorando gli ulteriori risvolti della cosa. Certo è, che comunque l'equazione collettivizzazione=comunismo è un forte blocco psicologico alla crescita della cosa... ma comunque, ho fiducia che ci arriveremo lo stesso, nei modi e nei tempi necessari. Anche la collettivizzazione, poi, non dovrebbe essere totalizzante (anche se poi il tirannello di turno ovviamente cerca di farlo), ma prevedere parte delle risorse collettivizzate e parte mantenute nella sfera personale. In fondo nella stessa URSS, con la NEP e anche sotto Kruscev si cercò di farlo... ma gli esperimenti furono troncati, se ben ricordo, perchè il divario tra rendimento della produzione privata e produzione collettiva era enorme, e la parte privata era destinata a soppiantare quella collettivizzata nel tempo. Il che, poi - e questo fu il vero motivo della stroncatura - avrebbe messo in discussione il ruolo-guida del PCUS, che non avrebbe avuto più nulla da pianificare. |
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#72 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Messaggi: 280
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Premetto che non ho letto dettagliatamente l'intero thread.
L'argomento è molto interessante. Riguardo alla sostenibilità dell'attuale sistema di sviluppo bisognerebbe definire rispetto a cosa si valuta la sostenibilità di un sistema economico, rispetto alla diseguaglianza sociale? Rispetto all'ambiente? rispetto a cosa? Che rispetto alla sostenibilità ambientale il sistema sia assolutamente inefficiente non vi sono dubbi, la produzioni di documenti in tal senso da parte di molte organizzazioni internazionali parlano chiaro. Il problema fondamentale è che per secoli nelle analisi e nei sistemi di produzione non si è calcolato l'ambiente come risorsa. Cioè non si è messo in conto che l'ambiente è una risorsa esauribile e modificazioni importanti dell'ambiente avrebbero potuto comunque influire sulla futura redditività delle produzioni. Ancora oggi l'ambiente è la sostenibilità produttiva rispetto ad esso vengono definiti in maniera spessa ideologica ma quasi mai pratica. Quale industria ha davvero a cuore il problema ambientale? In Europa le cose vanno leggermente meglio poichè attraverso l'azione dell'UE comincia ad affermarsi un modello che seppur immaturo cerca di sostituire il vecchio modello produttivo con uno più costoso dal punta di vista economico, ma più tollerante dal punto di vista ambientale. L'affermazione di un modello più complesso e costoso provoca per forza di cose delle ricadute pesanti dal punto di vista economico, ma è un investimento verso il futuro. Certo il pericolo è negli altri paesi tale sistema non sia adottato vanificando lo sforzo di chi si preoccupa della sostenibilità ambientale. Per quanto riguarda gli altri aspetti della sostenibilità in generale, che avete affrontato dando spunti interessanti, il problema sta soprattutto nell'antiquatezza del modello di sviluppo economico attuale che sostanzialmente ricalca con molte modificazioni e ottimizzazioni quello ottocentesco. Rispetto alle ipotesi di alta meccanizzazione e automazione delle produzioni probabilmente si va verso un sistema produttivo quasi o del tutto automatizzato e verso una terziarizzazione, cioè un utilizzo del fattore lavoro quasi solo nell'ambito della fornitura dei servizi. Non è un mistero che oggi i paesi più resistenti alle crisi economiche e con maggiori tassi di sviluppo sono proprio quelli che hanno scelto un sistema economico basato sulla fornitura di servizi più che sulla produzione pura o di base. Del resto anche i modelli di consumo stanno cominciando a cambiare, almeno nei paesi economicamente più evoluti, passando da una standardizzazione del prodotto consumato ad una maggiore eterogeneità delle caratteristiche del prodotto che non sempre la normale segmentazione dell'offerta non riesce a soddisfare. Un modello di consumo con prodotto standardizzato comunque rimarrà in auge per molto tempo ancora poichè la sofisticazione progressiva della produzione standardizzata non sarà sufficente a garantire anche le produzioni non standardizzate, forse l'imiego di mano d'opera umana resterà nelle produzioni non-standardizzate che per un bel pò resteranno di nicchia. Riguardo alla collettivizazione (simpatico che ne parli un utente col nick Heinlein) credo che il processo evolutivo sociale tenderà comunque verso una qualche forma di collettivizazione soprattutto rispetto ai processi di automazione produttiva di cui ho parlato, la questione è quanto questa collettivizazione potrà permeare la vita sociale del singolo. L'affermazione dei diritti fondamentali dell'uomo è tale per cui difficlmente si potrebbe affermare un modello molto aggressivo, come quello sovietico ad esempio, nei confronti delle libertà del singolo. Del resto eliminare la propietà del tutto o in larga parte significa eliminare un cardine fondamentale della socialità attuale e del sistema economico. Non credo che sarebbo poi così utile rispetto al sistema di sostenibilità e evoluzione produttiva e scientifica soprattutto in un sistema socio-politico che avversa più cheincentivare il senso di appartenenza alla collettività umana. |
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#73 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Messaggi: 2910
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Cos'è davvero libertà? Come si può parlare di libertà se si è schiavi di numeri e ingranaggi economici che spesso non lasciano scampo?
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...Grazie caro Lolek! |
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#74 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2002
Città: Singularity
Messaggi: 894
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Quote:
Una pianificazione della produzione secondo me non risolverebbe questi problemi, e ne aggiungerebbe ancora altri. Cosa succede se l'auto standard, o i vestiti standard, sono progettati male? Esempi simili sono innumerevoli (vedi progetti statali) e dare la colpa alla cattiva gestione è troppo facile... i problemi emergono proprio perchè mancano sistemi di controllo e di riequilibrio del sistema: pretendere di modellizzare o progettare una società complessa formata da milioni di persone è una follia.
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echo 'main(k){float r,i,j,x,y=-15;while(puts(""),y++<16)for(x=-39;x++<40;putchar(" .:-;!/>"[k&7])) for(k=0,r=x/20,i=y/8;j=r*r-i*i+.1, i=2*r*i+.6,j*j+i*i<11&&k++<111;r=j);}'&>jul.c;gcc -o jul jul.c;./jul |Only Connect| "To understand is to perceive patterns" Isaiah Berlin "People often speak of their faith, but act according to their instincts." Nietzsche - Bayesian Empirimancer - wizardry |
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#75 | |
Member
Iscritto dal: Sep 2003
Messaggi: 263
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Queste obiezioni sono capziose, se le cose vengono svolte male è logico che nessun progetto può funzionare. Non vedo perché solo in un sistema capitalistico si possano fare buoni progetti e soprattutto testarli prima. Logico che una pianificazione ha le sue difficoltà serie, non ho mai affermato che sarebbe semplice, ma dire che non risolverebbe niente non è renderle giustizia. Ricordiamoci inoltre che questo è un discorso riferito ad un ipotetico stadio finale, o comunque molto avanzato. Mi guarderei bene da cercare di applicarlo ora o anche in questo secolo. Come esempio di ciò che si può fare adesso rimando nuovamente a questo libro: http://www.reteambiente.it/ra/sosten...alogo/3010.htm Riguardo alle "libertà" che citi, poi, viene da sorridere: quale società ti toglie la possibilità di terminarti? Quale socetà ti impedisce di mollare tutto e fuggire nei boschi? Hai veramente la libertà di vendere tutto e di andaretene alle Hawaii (anzi alle Seyshelles se ti piace il Pacifico), ma ci camperesti poco a meno che tu non sia ricco sfondato o che tu non voglia fare il Robinson Crusoe (ammesso che le autorità locali te lo laciassero fare). Ultima modifica di Car|o : 06-09-2005 alle 12:06. |
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#76 | |
Bannato
Iscritto dal: Jul 2005
Messaggi: 78
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#77 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 14045
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Il paradigma di un'espansione sostanzialmente infinita è corretto solo se si considera un progresso tecnologico infinito che può aumentare indefinitamente le risorse e l'efficienza/efficacia di sfruttamento (e qui che Malthus sbaglia) Il progresso deve però essere corretto da una "sostenibilità ambientale" mediante interventi legislativi. Quote:
MA non è affatto così..l'ibrido tra capitalismo-comunismo nelle forme di pianificazione diventerebbe "comunista", in quanto si minano alla base le teorie liberali della proprietà, su cui si è costruita la storia (e la fortuna)delle democrazie occidentali. Esistono invece delle "sintesi"..la terza via socialdemocratica, che a fronte di una libertà individuale economica non riduce alla maniera "liberista" l'intervento dello stato volto a limitare le sperequazioni sociali. Prendiamo la svezia ad es. che ha un sistema socialdemocratico. E' un modello che in quella realtà (con una forte etica riformata) funziona in modo eccellente garantendo sviluppo economico, benessere sociale, libertà e istruzione. Non c'è necessità di dover buttare a mare la storia delle democrazie occidentali per la pianificazione e la collettivizazione.
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We are the flame and darkness fears us ! Ultima modifica di zerothehero : 06-09-2005 alle 12:09. |
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#78 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 14045
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![]() Esistono le riforme politiche e i mezzi legislativi. Molte fabbriche inquinanti non possono più operare in italia, l'efficienza energetica dei prodotti industriali (macchine, frigoriferi) è migliorata di molto. L'impostazione tendenziale di Kyoto è corretta (riduzione dei gas serra). Non serve il collettivismo e la pianificazione che tra l'altro bloccando l'innovazione tecnologica non è affatto una soluzione più sostenibile da un punto di vista ambientale. Quote:
Io parlo di "etica" per sollevare il problema che un modello "economico-politico" non è impiantabile a prescindere dell'ambiente. La socialdemocrazia funziona solo dove vi è un'etica della responsabilità e della correttezza..in altri luoghi non funziona. La coercizione è obbligata laddove si parla di collettivismo, perchè nessuno rinuncia alla proprietà per lo stato. Il collettivismo e la pianificazione a meno di non trovarci in comunità di villaggio si realizzano solo con i bagni di sangue e la violenza.
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#79 | |
Member
Iscritto dal: Sep 2003
Messaggi: 263
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D'accordo che da un drow ci si può aspettare poco altro. ![]() |
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#80 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 14045
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Quote:
![]() Come è possibile portare avanti la ricerca e l'innovazione tecnologica quando si è di fronte ad un'economia non competitiva, considerando che tale processo è portato avanti dalla concorrenza competitiva? E' facile distruggere secoli di teorie liberali così senza portare nulla di concreto. Non c'è nessuna propaganda..la collettivizazione è un processo violento che sottrae la proprietà singola in nome della collettività..se vuoi realizzarla occorre fronteggiare i fucili dei borghesi reazionari e dei kulaki..
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