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#41 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2006
Città: Paris
Messaggi: 535
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La Cultura non è necessariamente positiva Si la mafia fa parte della cultura siciliana e italiana Cosiccome i valori del nazismo prendevano spunto dalla cultura tedesca (non lo ha certo inventato hitler l'antisemitismo) Ma i connotati culturali di un fenomeno giudicato "negativo" non lo giustificano. Può essere utile studiare gli aspetti culturali per contrastare meglio il fenomeno |
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#42 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2006
Città: Paris
Messaggi: 535
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#43 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 1999
Città: Roppongi
Messaggi: 1582
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Quale sarebbe stata la causa scatenante di queste azioni di pedofilia che questi sporchi e cattivi bianchi avrebbero indotto in queste popolazioni ? Con tutta la buona volonta, saro' tardo io, ma non capisco come i bianchi possano avere istigato a certi comportamenti, a meno che tutti gli australiani siano pedofili.... ![]()
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#44 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 14058
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Il frutto avvelenato di un certo multiculturalismo con il quale si vuole giustificare una discriminazione (differente trattamento) di un gruppo etnico ed un altro.
Che geni.. riportare una bambina in un contesto di miseria e degrado sociale ![]() Per questo era stata allontanata dalla comunità di Aurukun, nel Queensland settentrionale, e data in affidamento a una famiglia non indigena. Poi il ritorno a casa e lo stupro di gruppo: «È sbagliato — aveva decretato il Dipartimento per la sicurezza del bambino — farla allevare da gente bianca, così le rubiamo la sua identità». Gli aborigeni vanno integrati ed educati a divenire cittadini australiani, non spinti a creare delle comunità chiuse, autarchiche (in preda all'alcolismo, la prostituzione e il degrado sociale), quasi per scimmiottare (per senso di colpa?) una condizione di pre-civilizzazione europea...quel mondo è finito,per sempre. |
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#45 |
Bannato
Iscritto dal: Jun 2007
Città: MILANO
Messaggi: 91
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Bisogna capire che l'australia è un pò come il far west, dove molto
spesso le leggi vengono interpretate di volta in volta... Probabilmente se spacchi la testa ad un aborigeno, nessuno si accorge di nulla... ![]() e probabilmente la polizzia neanche li considera... ![]() (insomma la stessa cosa che succede da noi per i morti ammazzati di mafia.. ![]() |
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#46 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Città: Vercelli
Messaggi: 1874
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Ma in tutta la discussione, nemmeno uno che si sia posto il dubbio se la bambina fosse o meno consenziente?
La nostra cultura ha deciso che sotto una certa età si tratta comunque di stupro, tanto da farne una presunzione legale. La nostra. Ciò non toglie che anche a 10 anni si possa avere voglia di fare sesso. Se per gli aborigeni questo non è un problema, non vedo perchè dobbiamo imporgli un modello culturale diverso. Già abbiamo invaso la loro terra, già li abbiamo relegati a vivere in riserve, vogliamo anche fargli il lavaggio del cervello?
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"Personalmente non ho nulla contro chi crede in un Dio, non importa quale. Sono contrario a chi pretende che il suo Dio sia l’autorità che gli permette di imporre delle restrizioni allo sviluppo e alla gioia dell’umanità" (Alexander S. Neill, «Summerhill», 1960). |
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#47 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2007
Messaggi: 10227
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![]() Parliamo di una bimba di 10 anni....fosse stata pure conseziente (tra parentesi soffre pure di un ritardo mentale) chissene frega, in un paese civile come dovrebbe essere l'australia, non si può tollerare un fatto simile, a 10 anni si è bambini!
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#48 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Messaggi: 1334
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#49 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Città: Vercelli
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"Personalmente non ho nulla contro chi crede in un Dio, non importa quale. Sono contrario a chi pretende che il suo Dio sia l’autorità che gli permette di imporre delle restrizioni allo sviluppo e alla gioia dell’umanità" (Alexander S. Neill, «Summerhill», 1960). |
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#50 |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2006
Città: Paris
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#51 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Città: Vercelli
Messaggi: 1874
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Ricordo che si parlava di sesso continuamente, si leggevano di nascosto i porno (mitici fotoromanzi in bianco e nero) trovati nelle discariche, ci si facevano le prime pugnette, c'era un'attenzione morbosissima per le trasformazioni fisiche delle ragazze (e tutte le occasioni erano buone per cercare di toccarle o di farsi toccare da loro). Avessi trovato una bella ventenne che mi voleva scopare, sarei stato il bimbo più felice del mondo.
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"Personalmente non ho nulla contro chi crede in un Dio, non importa quale. Sono contrario a chi pretende che il suo Dio sia l’autorità che gli permette di imporre delle restrizioni allo sviluppo e alla gioia dell’umanità" (Alexander S. Neill, «Summerhill», 1960). |
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#52 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2006
Città: Paris
Messaggi: 535
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a 10 anni si è in quinta elementare L'unica possibilità che la tipa fosse consenziente è che non avesse chiaro il significato delle azioni. Cosa che mi sembra molto piu plausibile, per una bambina di dieci anni con un handicap mentale, piuttosto che pensare che avesse delle voglie alla ilona staller |
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#53 | |
Member
Iscritto dal: Mar 2002
Messaggi: 62
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![]() cmq è innegabile che in passato l'età media dei rapporti fosse molto più bassa, anche per la ridotta aspettativa di vita. Poi c'è stato un fenomeno inverso e ora invece si ritorna ai rapporti precoci.... Penso sia una cosa quasi ciclica.... Oggi 10 anni sono veramente troppo pochi per un reale rapporto sessuale. |
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#54 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Città: Vercelli
Messaggi: 1874
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Tra l'altro, i migliori si trovavano all'oratorio, in mezzo ai mucchi di carta da macero. Proprio in quinta elementare, ricordo feste di compleanno in cui ci si chiudeva in stanze buie, ci si spogliava e succedeva di tutto... più orge che feste. E da quello chi mi risulta (quando leggo delle cubiste del sabato pomeriggio), i tempi non sono cambiati affatto.
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"Personalmente non ho nulla contro chi crede in un Dio, non importa quale. Sono contrario a chi pretende che il suo Dio sia l’autorità che gli permette di imporre delle restrizioni allo sviluppo e alla gioia dell’umanità" (Alexander S. Neill, «Summerhill», 1960). |
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#55 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Città: Vercelli
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Lo sono per la nostra cultura. E non lo sono per culture diverse dalla nostra. E' così difficile da capire?
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"Personalmente non ho nulla contro chi crede in un Dio, non importa quale. Sono contrario a chi pretende che il suo Dio sia l’autorità che gli permette di imporre delle restrizioni allo sviluppo e alla gioia dell’umanità" (Alexander S. Neill, «Summerhill», 1960). |
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#56 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
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#57 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2006
Città: Paris
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E se un adulto si fosse inserito nei vostri giochi sarebbe stata una violenza E nel caso autraliano non si parla di fatti tra bambini, coetanei, ma di un gruppo di adulti e una bambina dall'altra |
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#58 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Città: Vercelli
Messaggi: 1874
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Alle medie (un anno più tardi) andavamo a spiare due nostre compagne di classe mentre facevano sesso, in macchina, con i loro "fidanzati". Un'altra compagna rimase incinta nell'estate tra la seconda e la terza (e nessuno l'aveva violentata, ve l'assicuro). Cercate di fare un salto fuori dagli schemi cui siete abituati. E non prendete per oro colato tutto ciò che c'è scritto in quell'articolo.
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"Personalmente non ho nulla contro chi crede in un Dio, non importa quale. Sono contrario a chi pretende che il suo Dio sia l’autorità che gli permette di imporre delle restrizioni allo sviluppo e alla gioia dell’umanità" (Alexander S. Neill, «Summerhill», 1960). |
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#59 | |
Bannato
Iscritto dal: Sep 2001
Città: Torino
Messaggi: 16
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Ecco il messaggio; una vera e propria full immersion di "cultura" Il fenomeno della prostituzione minorile e del turismo sessuale Sembra che il giro di affari intorno al commercio sessuale gestito da organizzazioni clandestine sia di 5 miliardi di dollari e che conti circa 1 milione di nuovi bambini ogni anno secondo una stima dell'organizzazione ECPAT (201). Il traffico meglio documentato di minori destinati al mercato del sesso, secondo le ultime indagini, sarebbe quello che riguarda la rotta che parte dalla Thailandia e va verso la Birmania, la Cina e il Laos; dalle Filippine verso la Malesia, dal Nepal verso l'India, dall'India verso il Medio Oriente, dal Bangladesh verso il Pakistan (202). E la meta finale di queste strade è, spesso, l'Europa, in particolare l'est europeo come l'Ungheria, la Romania, la Polonia e l'ex D.D.R. Il fenomeno comunque è in espansione in tutto il mondo anche se è l'Asia a detenere il triste primato, con quasi 2 milioni di minori coinvolti (203). Eppure, sembra che le destinazioni stiano cambiando. Alla luce dei provvedimenti presi in molti paesi dai governi e dall'industria del turismo, secondo ECPAT, i turisti sessuali hanno iniziato a scegliere nazioni limitrofe a quelle un tempo preferite. Il Costa Rica, per esempio, sta divenendo la "nuova Thailandia" dei clienti statunitensi per la facilità con cui si possono reperire bambini (204). Non esistono dati precisi sullo sfruttamento sessuale dei bambini nel mondo, le poche stime che ci sono, rivelano dati terribili: secondo una stima compiuta dal CENSIS (205), i bambini coinvolti nel commercio sessuale in Thailandia sono il 4,1%; dal 1992 in Cambogia le cifre della prostituzione infantile si sono triplicate e attualmente il 35% degli interessati, ha meno di 18 anni. Lo Sri Lanka accoglie un grosso numero di turisti italiani, e anche in questo paese è nota la prostituzione minorile: il Ministero della Sanità riferisce di 30.000 fanciulli implicati nel commercio sessuale, in Bangladesh si calcolano circa 200.000 bambini/e, in India e Brasile 500.000, in Cina tra i 200.000 ed i 500.000 minori. Secondo l'ECPAT, che più di una volta ha avuto occasione di studiare il fenomeno (o almeno tentare di studiare, vista l'assenza di dati istituzionali disponibili), il turista sessuale è colui (o colei) che al fine di praticare sesso con i minori, organizza periodi di vacanza (o di lavoro) in paesi che non solo tollerano la prostituzione minorile, ma spesso la propagandano per attirare il turista e così incassare valuta pregiata (206). Il turismo sessuale infatti, contribuisce ad alimentare il mercato della prostituzione minorile e procura lauti guadagni alle agenzie turistiche, che si occupano del turista "speciale": dall'annuncio pubblicitario (quasi sempre camuffato, ma qualche volta anche chiaro ed inequivocabile), all'arrivo a destinazione, alla sistemazione in hotel o piccoli residence comprensivi dei "particolari servizi" (207). Esistono addirittura veri e propri Tour operator che curano i contatti tra minori e pedofili, racconta Camarca: «... volo per Saigon. Nove notti di locali, sale massaggi, vasche jacuzzi piene di bimbetti festanti, tredicenni con le quali passare la notte nella camera in albergo...» (208), un Tour Operator nato per soddisfare qualsiasi desiderio (sembra che in Vietnam, nei bordelli di Saigon per 50 dollari USA, i piccoli sono a completa disposizione del turista che può fare loro qualsiasi cosa, anche non riportarli indietro). Non esiste un prototipo che permetta di identificare il turista sessuale. Egli, secondo ECPAT, appartiene alle più disparate categorie: può essere single o sposato, maschio o femmina, turista di piacere o in viaggio d'affari, può essere un pedofilo che viaggia principalmente per questo fine o un semplice turista che non pianifica di avere rapporti sessuali con un minore nel corso del viaggio (209). Centinaia di turisti, uomini d'affari e padri di famiglia che chiamano tutte le sere la moglie per accertarsi della salute dei loro bambini sono gli stessi orchi che palpeggiano decine di filippini prima di scegliere il "fortunato" vincitore della notte in doppia matrimoniale e si fanno organizzare viaggi-ricerca nei villaggi a caccia di bambini ancora troppo piccoli per essere venduti e trasferiti in città. Poi trascorrono l'ultimo giorno a comprare regali per la famiglia (210). Anche i media diffondono largamente l'immagine della vacanza in stretta analogia con quella della libertà sessuale, permettendo al turista, in cerca di avventure esotiche, di disfarsi delle costrizioni morali e sociali che regolano i comportamenti della vita quotidiana. Riferendosi al mercato dei bambini qualche pedofilo ha dichiarato: «io desidero gratificarmi, per far questo ho bisogno di strumenti di autogratificazione. Io i bambini li compro, se ci sono e li pago» (211). Si ha il passaggio ad un sesso come pura autogratificazione, ad un sesso banalizzato ed infine ad un sesso inevitabilmente mercificato. Un bisogno sessuale che si soddisfa al mercato; un bisogno, che diventa domanda di un prodotto su un mercato qualsiasi (212). Una realtà tristemente nota è quella indiana (213). In India la prostituzione infantile è da sempre parte della società e presenta alcuni aspetti unici che rendono ancora più arduo combatterla. Esiste una forma, peraltro proibita da numerose leggi, di "prostituzione di templi", detta Devadasi (etimologicamente, "schiava di Dio") in cui le bambine vengono dedicate ad una dea, in genere all'età di 8-9 anni. Le bambine hanno il divieto di sposarsi e sopravvivono occupandosi del tempio e prostituendosi. Questa tradizione è prevalente in alcune zone dell'India del Sud. Si calcola che circa 10.000 bambine siano iniziate a questa pratica ogni anno, mentre un'inchiesta ha dimostrato che la metà delle prostitute dello stato del Maharashtra hanno iniziato come devadasi. Vi sono tribù indigene che hanno vissuto dei proventi della prostituzione infantile per secoli. In origine le prostitute erano le concubine dei monarchi Rajput, ed ora la «tradizione» continua per i mercanti e gli agricoltori. Un altro tragico aspetto della prostituzione infantile in India è il traffico di bambini dal Bagladesh e dal Nepal (secondo alcuni studi, circa il 20% delle prostitute proviene da questi due Paesi), circa 5-7.000 minori nepalesi entrano nei bordelli indiani ogni anno. Esiste anche un traffico di «mogli-bambine» dal sub-continente indiano al Medio Oriente, spose bambine di appena otto anni, promesse a uomini molto più maturi, che possono iniziarle alla vita sessuale matrimoniale in attesa del raggiungimento della pubertà (214). Questi matrimoni sono in genere di brevissima durata (qualche settimana), dopo di che le bambine vengono abbandonate e se sono fortunate ritornano nelle famiglie di origine marchiate a vita dallo stato di "giovani divorziate", se non lo sono, vengono respinte dalle famiglie e costrette a cadere nella prostituzione alle condizioni più infami e indegne che si possa immaginare (215). Tra queste giovani vittime, si riscontra un tasso altissimo di mortalità per AIDS e di malattie veneree. Inoltre il continente indiano continua a praticare il Debt Bondage, una forma di schiavitù contrattuale a tempo determinato camuffata da contratto di lavoro agricolo dal quale nessuno riesce a riscattarsi nel periodo previsto dal contratto. Questa forma di Debt Bondage è applicata anche nei confronti dei bambini e di giovani adulti, perché è essenzialmente praticato per ottenere mano d'opera a buon mercato in un paese che riveste ancora caratteristiche feudali. Si stima che siano oltre tre milioni di persone che fanno parte di questa pratica che sopravvive a dispetto anche dell'esistenza di leggi che la proibiscono (216). Nell'America del Sud, invece, il fenomeno si presenta con una caratteristica diversa, soprattutto in Bolivia e Perù, dove ci sono all'incirca un milione e mezzo di bambini abbandonati e senza famiglia che vivono nelle strade e che sono spesso oggetto di brutale violenza anche da parte delle stesse forze dell'ordine. Si sa poco dello sfruttamento sessuale di questi bambini, quello che si sa è che i luoghi di prostituzione sono spesso alimentati da persone provenienti da questi gruppi (217). In Europa lo sfruttamento sessuale dei minori avviene tra gruppi di emigrati provenienti dall'Africa, dall'Albania o da altri paesi dell'Europa centrale e dell'est dove, in molti casi, questa forma di prostituzione obbligata viene ignorata dalle forze dell'ordine e dalla giustizia. Eventi recenti come la crisi dei mercati asiatici del 1997 e la transizione dell'Est Europa verso il libero mercato hanno aggravato il problema. La prostituzione minorile può essere legata sia alla domanda locale che alla domanda estera (218). La domanda locale è sempre esistita in ogni luogo ed è oggi un fattore significante. La domanda estera è numericamente meno significativa. Tuttavia molti degli sforzi per combattere lo sfruttamento sessuale minorile nei paesi in via di sviluppo si sono concentrati proprio sugli abusi commessi dagli sfruttatori stranieri. Due possono essere le ragioni: la prima è che la forza economica e sociale dello sfruttatore straniero è talmente superiore a quella del fanciullo, da far sì che la forza dell'abuso sia accentuata; la seconda è che lo sfruttatore straniero ha la possibilità di lasciare facilmente il paese dove ha commesso il reato e quindi di sfuggire a possibili provvedimenti contro di lui (219). Contro questa eventualità l'uso della giurisdizione extraterritoriale è stata promossa in molti Stati. La prostituzione minorile è un fenomeno che affligge anche i paesi industrializzati. In Italia in particolare, ogni anno arrivano centinaia di nuove baby-prostitute. Sono sfruttate all'interno del territorio con immensi profitti per i loro protettori, e poi una volta svezzate e rese docili vengono trasportate nelle capitali europee con passaporti falsi. La mafia, in particolare quella albanese, ha sviluppato un incredibile e oliato ingranaggio di distribuzione delle minorenni (220). Oggi è diventato quasi impossibile valutare la portata di questo fenomeno e contrastarlo efficacemente, perché le bambine sono costrette a prostituirsi all'interno di appartamenti, club privati e alberghi, non più solo per le strade. Per ragioni di mercato, e per limitare i rischi di individuazione da parte delle forze dell'ordine, interi gruppi di minorenni si spostano continuamente per l'Italia ogni due o tre settimane. Le stime del CENSIS (221), parlano di un numero di prostitute in Italia oscillante tra le 19.000 e le 28.000 unità, di cui 1.800-2.500 minorenni, come da tabella n. 1. All'interno di questo contingente poi, 1.500-2.300 ragazzine sarebbero minorenni immigrate, 900-1.000 minorenni albanesi e 250-500 minorenni nigeriane. La prostituzione minorile in Italia Le norme introdotte con legge n. 269/98, contro lo sfruttamento della prostituzione minorile, sembrano mirate a contrastare il mercato nel quale il minorenne viene degradato a merce da usare ad un prezzo prestabilito. Da ciò, sembra si possa conseguire che anche nella prospettiva dell'art. 600 bis, e più in generale laddove nella legge citata, si faccia riferimento al concetto di prostituzione minorile, all'effettuazione della prestazione sessuale sia sottesa una finalità di lucro, intesa in senso lato. In Italia, si segnala la presenza di 25.000 prostitute di cui 18.000 straniere, il 35-40% di quelle straniere hanno meno di diciotto anni. (192) Un'indagine effettuata sui casi segnalati al Tribunale per i minorenni di Venezia nei tre anni 1998-1999 e 2000 (193), consente di tracciare un quadro abbastanza rappresentativo di questa realtà, anche se i dati raccolti si riferiscono solo alle prostitute minorenni raggiunte dai servizi sociali: una minoranza irrisoria rispetto al numero delle ragazze vittime di questa forma di schiavitù. Nel 51,,5% dei casi le procedure vengono aperte dal Tribunale minorile quando le ragazze, che vengono fermate nel corso di occasionali controlli dalla polizia, decidono di chiedere aiuto; alcune ragazze invece sono segnalate o addirittura accompagnate alla stazione di polizia. Elevato appare anche il numero delle denunce spontanee delle minori (42,4%); mentre solo il 6% delle segnalazioni proviene da altri tipi di interventi. Nella quasi totalità delle procedure il Tribunale per i minorenni dispone il collocamento urgente in ambiente protetto (82%), in genere in comunità (33,3%), interventi che risultano spesso promossi da associazioni di volontariato sociale indirizzato al recupero delle giovani prostitute. Solo nel 33,3% delle procedure c'è stato l'ascolto della minore da parte del Tribunale per i minorenni, prevalentemente da parte di un giudice professionale (24,4%) e raramente da un giudice onorario (9%). È stata osservata nel 72,2% dei casi la disponibilità delle ragazze a farsi aiutare, accettando il collocamento in comunità, anche se rimane elevato il numero (24,4%) di minori che fuggono entro le ventiquattro ore, probabilmente seguendo le istruzioni dettate dagli sfruttatori. Pochi sono gli elementi raccolti nei fascicoli del Tribunale per i minorenni relativi alla storia delle giovani, dedotti in genere dalle spontanee dichiarazione delle stesse rese alla polizia (48,5%) e ai servizi sociali (51,5%). La maggior parte dei casi riguarda giovanissime dell'est europeo. Si tratta di ragazze vissute in ambienti cittadini depauperati, o in paesini di campagna sperduti, difficilmente raggiungibili dai servizi sociali internazionali. Dal racconto delle stesse interessate la famiglia appare "abbandonica" (33,3%), maltrattate (9%), solo in un numero limitato di casi tutelate (15,5%). Le ragazze fanno inoltre riferimento a problemi relativi a "disgregazione familiare" (18,2%), "difficoltà economiche" (18,2%), "alcolismo" (9%), conflittualità con i genitori" (9%). Un numero consistente di ragazze (60,6%) parte dal paese di origine spontaneamente, al seguito di "fidanzati", per lo più recenti, che promettono una sistemazione anche lavorativa. Sono frequenti i casi di rapimento o di violenza (27,3%). Le modalità del rapimento sono spesso tali da far supporre una vendita (raramente esplicitata dalle vittime nei loro racconti) da parte dei familiari, in realtà, complici della messa in scena del ratto. Dal momento della presa in consegna da parte dei criminali le ragazze vengono condotte, attraverso varie tappe, all'estero. Il 39,4% delle minori dichiara di aver effettuato almeno uno spostamento all'estero (9% un solo spostamento, 9% due spostamenti, 15% tre spostamenti, 6% più di tre), nei primi giorni del sequestro subiscono un trattamento terribile: vengono picchiate, violentate, torturate per giorni (talvolta settimane) fino a perdere ogni autonomia, dignità o identità soggettiva. La tappa successiva prevede l'addestramento specifico: vengono rinchiuse in luoghi dove si esercita la prostituzione, scelti tra quelli più adatti all'avviamento di tali attività, nell'area dei Balcani oppure in Grecia. In seguito vengono inviate l'ingresso in Italia, in genere via mare in località non conosciute dalle ragazze; giunte nel territorio italiano il 57,6% afferma di aver effettuato uno o due spostamenti prima di stabilirsi nella località a cui erano state destinate. Ultima modifica di X-Mortal : 15-12-2007 alle 21:16. |
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#60 | |
Bannato
Iscritto dal: Sep 2001
Città: Torino
Messaggi: 16
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Quote:
cultura un grandissimo PAIO DI COGLIONI !!! ![]() Questa roba si chiama merda in ogni tempo, spazio e luogo |
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