New York porta in tribunale TikTok, Meta, Snap e YouTube: creano disagio e fomentano comportamenti pericolosi
New York City ha intentato una causa contro Meta, TikTok, Snap e YouTube, accusandole di aver progettato piattaforme per i minori che generano volutamente dipendenza. Il distretto scolastico e il sistema sanitario cittadino denunciano gravi danni alla salute mentale dei giovani e costi pubblici crescenti per affrontare l’emergenza psicologica nelle scuole
di Vittorio Rienzo pubblicata il 09 Ottobre 2025, alle 18:01 nel canale TelefoniaMetaInstagramSnapSnapchatTikTokGoogleYouTube
Il Comune di New York, insieme al distretto scolastico cittadino e al sistema ospedaliero NYC Health + Hospitals, ha avviato un’azione legale contro Meta, TikTok, Snap e YouTube, accusando le società di aver creato piattaforme digitali progettate per generare dipendenza nei minori.
Come riporta Engadget, il testo della denuncia accusa le aziende di aver contribuito direttamente alla crisi di salute mentale giovanile che sta colpendo la città e costretto le istituzioni pubbliche a impiegare risorse economiche e umane significative per gestire i crescenti casi di disagio psicologico tra gli studenti.

Il documento presentato in tribunale afferma che i social avrebbero favorito comportamenti pericolosi come il "subway surfing", la pratica di salire sui tetti dei vagoni delle metropolitane in corsa, che ha causato diversi decessi tra adolescenti e oltre 100 arresti.
Le indagini del Dipartimento di Polizia di New York (NYPD) avrebbero confermato che la maggior parte dei giovani coinvolti era motivata dall’emulazione di video virali diffusi proprio su queste piattaforme, alla ricerca di like e popolarità online. La causa cita anche gli effetti collaterali sui docenti, sempre più colpiti da stress e burnout per la necessità di affrontare studenti in crisi o coinvolti in episodi legati ai social.

Da parte delle aziende, Google ha respinto con decisione le accuse, sostenendo che le affermazioni "non corrispondono al vero" e, nel suo caso, derivano da una "profonda incomprensione" del funzionamento di YouTube. Secondo la società, il servizio è principalmente una piattaforma di streaming e non un social network, con contenuti fruiti perlopiù su TV e non su smartphone. Google ha inoltre ricordato di aver sviluppato strumenti di controllo come Supervised Experiences, pensati per dare alle famiglie un maggiore controllo sull’esperienza dei minori online.
Il procedimento legale di New York si aggiunge a una lunga serie di cause intentate negli Stati Uniti contro le grandi piattaforme, che negli ultimi anni si trovano sempre più spesso al centro del dibattito sulla sicurezza digitale e l’impatto psicologico dei social media sui più giovani.










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