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Intel Xeon 6+: è tempo di Clearwater Forest
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Old 12-07-2006, 19:03   #241
Ewigen
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SUDAN 12/7/2006 14.35
DARFUR, GOVERNO ACCUSATO DI APPOGGIARE UNO DEI MOVIMENTI RIBELLI

Le forze governative starebbero appoggiando la fazione dell’Esercito per la liberazione del Sudan (Sla) guidata da Minni Minnawi – il solo movimento del Darfur ad aver siglato con Khartoum l’accordo di pace del 5 maggio – impegnata in scontri con i dissidenti comandati da Abdul Wahid al-Nur. Lo riferisce Jan Egeland, sottosegretario generale dell’Onu per le emergenze umanitarie, precisando che “gli attacchi includono omicidi indiscriminati, violenze sessuali di massa, percosse, saccheggi e incendi di villaggi”. “È straziante – aggiunge Egeland – constatare che le fazioni dello Sla impegnate negli scontri a fuoco incrociato stanno infliggendo alla popolazione civile le stesse violenze che attribuivano agli janjaweed condannandole a ragione”. I Janjaweed (‘diavoli a cavallo’) sono le milizie arabe filo-governative accusate dal 2003 di violenze, stupri e uccisioni a sfondo etnico contro la popolazione nera nella regione occidentale del Darfur. “Nei soli ultimi 10 giorni – ha precisato Egeland – gli scontri hanno costretto 8.000 civili ad abbandonare le proprie abitazioni”. Gli operatori umanitari vengono attaccati quotidianamente, mentre “nuove linee di combattimento vengono aperte costantemente in nuove aree”. Le forze di sicurezza governative starebbero inoltre usando elicotteri dipinti di bianco, lo stesso colore usato per contrassegnare i mezzi “imparziali e neutrali” dell’Unione africana (Ua), delle Nazioni Unite e dei gruppi di soccorso umanitario. “Questa – ha commentato il sottosegretario – è una violazione dei principi internazionali e una diretta minaccia contro il personale dell’Onu e delle organizzazioni non governative che non possono essere attaccati”. Intanto il governo centrale sudanese – secondo fonti anonime riportate dal ‘Sudan Tribune’ – starebbe intrattenendo colloqui segreti ad Asmara e a Tripoli con delegati della fazione di al-Nur e accogliendo alcune rivendicazioni del gruppo pur di convincerlo a siglare l’accordo di pace proposto dall’Ua.
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Old 12-07-2006, 19:55   #242
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AFRICA 12/7/2006 10.39
SUDAN-CIAD, PASSI AVANTI VERSO RISOLUZIONE CRISI

I governi di Sudan e Ciad hanno accettato di lavorare congiuntamente per rafforzare il controllo della loro frontiera comune, in quello che si prospetta come un passo avanti in vista della ripresa delle relazioni diplomatiche bilaterali. “I due paesi si sono impegnati a ridurre l’insicurezza lungo il confine, nella prospettiva di raggiungere una rapida e pacifica soluzione della crisi” ha detto il ministro degli Esteri di N’Djamena, Ahmat Allami al rientro da una missione ufficiale a Khartoum, dove ha consegnato un messaggio del presidente ciadiano Idriss Deby al suo omologo Omar Hassan el-Bashir. “Il Ciad ha espresso la volontà di andare avanti su questa strada e il presidente el-Bashir ha fatto altrettanto” ha aggiunto Allami; il ministro non ha fornito dettagli sulle misure che saranno intraprese per vigilare la lunga frontiera, dove sono frequenti, da entrambe le parti, le incursioni di gruppi armati protagonisti di attacchi contro civili e rifugiati.
Dopo il fallito attacco del ‘Fronte unito per il cambiamento democratico’ (Fucd) contro N’Djamena del 13 aprile scorso, il governo ciadiano ha rotto i rapporti diplomatici con Khartoum, ritenuto l’ispiratore, il finanziatore e il sostenitore dei gruppi ribelli nati nell’est, a ridosso del Darfur.
Khartoum a sua volta ha accusato il Ciad di appoggiare i movimenti armati attivi in Darfur, la regione occidentale sudanese teatro dal febbraio 2003 di scontri e violenze.
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Old 12-07-2006, 20:17   #243
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UGANDA 12/7/2006 12.07
COLLOQUI GOVERNO-LRA A JUBA, MINISTRO SICUREZZA ALL’AJA PER “CONVINCERE CPI”

Il ministro della Sicurezza Amama Mbabazi si trova da lunedì all’Aja “per chiedere alla Corte penale internazionale (Cpi) di dare un’opportunità ai colloqui di pace di Juba”: lo ha riferito al quotidiano ugandese ‘Daily Monitor’ il portavoce dei negoziatori del governo, il capitano Paddy Ankunda, riferendosi all’avvio del dialogo diretto con i ribelli dell’Esercito di resistenza del signore (Lra), previsto oggi nella capitale del Sud Sudan. “Dobbiamo convincere la Cpi (che ha emesso cinque mandati di cattura internazionali contro i massimi capi dello Lra, ndr) che la giustizia tradizionale non consentirà alcun tipo di impunità; i ribelli chiederanno perdono e ci sarà una cerimonia di riconciliazione come è avvenuto nel Sudafrica del dopo-apartheid o in Irlanda del Nord” ha aggiunto Ankunda, intervistato prima della sua partenza per Juba.
Il presidente Yoweri Museveni ha proposto “l’amnistia totale” per Joseph Kony, fondatore dello Lra, e i capi ribelli se entro il 12 settembre verrà raggiunto un accordo di pace; ma la Cpi ha ribadito finora la necessità che gli ordini di arresto emanati nei loro confronti vengano eseguiti.
Intanto, sempre secondo il ‘Monitor’, 20 uomini dello Lra avrebbero già raggiunto la località di Rajaf, 12 chilometri a est di Juba, per unirsi alla delegazione dei 15 negoziatori ribelli incaricata di condurre i colloqui. La scorsa settimana le autorità del Sud Sudan avevano chiesto espressamente al movimento armato di includere nella rappresentanza dei ribelli combattenti di rango più elevato, preferibilmente proprio quelli ricercati dalla Cpi.
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Old 12-07-2006, 20:56   #244
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 12/7/2006 15.09
ITURI, CAPO MILIZIE LOCALI DISERTA PROCESSO

Si è aperto davanti a un tribunale militare di Bunia – malgrado l’assenza del principale imputato – il processo contro uno dei principali ex-capi delle milizie dell’Ituri, la regione nord-orientale della Repubblica democratica del Congo teatro di violenti scontri anche dopo la fine della guerra del 1998-2003. Yves Kahkwa Panga Mandro – fondatore del sedicente Partito per l’unità e la salvaguardia dell’integrità del Congo (Pusic) – si è però rifiutato di presentarsi in aula: in una lettera al giudice militare, si dice convinto “che la corte è sotto influenza della Monuc”, la missione dell’Onu in ex-Zaire. L’ex-comandante, che si era rifiutato già di comparire nell’udienza preliminare, è accusato di crimini contro l’umanità per un attacco nella località di Zumbe, a una decina di chilometri da Bunia, nel quale furono uccisi dieci civili. Il suo gruppo armato – uno dei numerosi dell’Ituri, sostenuti da Uganda e Rwanda per lo sfruttamento delle risorse minerarie di cui è ricca la regione – è accusato anche per i disordini nella zona di Tchomia, circa 60 chilometri a sud-est del capoluogo regionale. Secondo l’Onu in Ituri circa 15.000 miliziani sono stati disarmati nell’ultimo anno, ma alcune migliaia resistono ancora nel sud della provincia, dove tra il 1999 e il 2003 le violenze provocarono circa 50.000 vittime e oltre mezzo milione di sfollati.
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Old 12-07-2006, 20:57   #245
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UGANDA 12/7/2006 18.09
AMNISTIA: GOVERNO NON HA CHIESTO RITIRO MANDATO DI CATTURA PER RIBELLI

“Rimangono effettivi i mandati d’arresto” contro il comandante dell’Esercito di resistenza del Signore (Lord’s resistance army, Lra) Joseph Kony e altri quattro dirigenti del movimento ribelle, ricercati per crimini di guerra e contro l’umanità: lo ha ribadito oggi - in una dichiarazione pervenuta alla MISNA - Luis Moreno-Ocampo, procuratore generale della Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aja, Paesi Bassi, al termine dell’incontro con il ministro della Sicurezza ugandese Amama Mbabazi. “Il governo ugandese – ha precisato Moreno-Ocampo – non ha chiesto nessun ritiro dei mandati di cattura” come invece il portavoce dei negoziatori del governo, il capitano Paddy Ankunda, aveva riferito al quotidiano ugandese ‘Daily Monitor’. “È opinione dell’Ufficio del procuratore e del governo ugandese che giustizia e pace abbiano lavorato insieme sin qui e che possano continuare a farlo” ha concluso Moreno-Ocampo, dopo aver precisato che nell’incontro “è stato aggiornato sui colloqui di pace attualmente in corso nel Sud Sudan”.
A Juba, ai negoziati tra il governo ugandese e l’Lra – inizialmente previsti oggi e infine rinviati a venerdì – si presenteranno due “colonnelli” del movimento ribelle, Bwone Lobwa e Santo Alit, e non i cinque capi ricercati dalla Cpi. Lo ha reso noto Vincent Otti, numero due dell’Lra e anch’egli destinatario di un mandato di cattura internazionale, nel corso di un incontro con il vicepresidente del Sud Sudan e mediatore dei negoziati, Riek Machar, tenutosi oggi lungo il confine tra il Sudan e la Repubblica democratica del Congo. Da vent’anni i ribelli dello Lra commettono violenze contro i civili del nord Uganda: migliaia – fino a 25.000 secondo alcune fonti locali - sono stati uccisi e oltre 1,4 milioni sono stati costretti ad abbandonare abitazioni e villaggi.
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Old 12-07-2006, 20:57   #246
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 12/7/2006 19.39
ELEZIONI: MONUC, PREOCCUPAZIONE PER INCIDENTI E IRREGOLARITÀ

“Dal momento che la manifestazione di ieri era stata annunciata, non doveva essere vietata né repressa”: lo ha affermato oggi la Missione dell’Onu (Monuc), all’indomani dei disordini a Kinshasa in un corteo di militanti politici e candidati alla presidenza, impedita e repressa violentemente dalla polizia. Le manifestazioni pubbliche oramai sono autorizzate “su semplice dichiarazione alle autorità”, ribadisce la Monuc in un comunicato pervenuto alla MISNA, anticipando che condurrà un’inchiesta per stabilire se l’impiego della forza da parte della polizia nazionale sia stato giustificato. Sempre oggi, nel corso di una conferenza stampa, il portavoce della Monuc Kemal Saïki ha denunciato “numerosi incidenti e irregolarità segnalati nel paese” dopo l’apertura della campagna elettorale il 29 giugno, in vista delle elezioni presidenziali e legislative del 30 luglio. Ha inoltre accennato al clima “d’intolleranza” tra i candidati e criticato il trattamento “un po’ discriminatorio” subito da alcuni, a cui viene “impedito” di fare campagna liberamente. “Tutti i candidati devono essere trattati sulla medesima base d’uguaglianza” ha aggiunto Saïki, invitando le autorità a non intralciare il lavoro dei giornalisti, condannando l’atteggiamento “passivo” del governo di fronte agli attentati alla libertà di stampa. L’8 luglio, a Kinshasa, è stato assassinato un giornalista congolese, Bapuwa Mwamba.
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Old 13-07-2006, 21:27   #247
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SUDAN 13/7/2006 15.03
DARFUR, UCCISO OPERATORE UMANITARIO

Un operatore dell’organizzazione umanitaria ‘Relief International’, che ha base negli Stati Uniti, è stato ucciso nello stato del Darfur settentrionale in un’aggressione di uomini armati contro il veicolo su cui viaggiava. Hassan Ahmad Idrsi, 23 anni, è morto sul colpo quando alcuni sconosciuti lo hanno colpito durante una rapina. Secondo la stessa organizzazione, uno degli assalitori è stato fermato dalla polizia. L’episodio conferma la crescente insicurezza nel Darfur, denunciata ripetutamente in questi giorni sia dall’inviato dell’Onu in Sudan, Jan Pronk, che dal sottosegretario del palazzo di vetro per le questioni umanitarie, Jan Egeland. Pronk, parlando oggi dalla capitale Khartoum, ha detto che i recenti attacchi dimostrano una crescita di tensioni tribali tra i Fur e gli Zaghawa, due delle principali comunità nere del Darfur, oggetto dal 2003 di una sistematica aggressione da parte dei cosiddetti ‘Janjaweed’, predoni arabi sostenuti dalla truppe di Khartoum. Lo scorso 5 maggio ad Abuja, in Nigeria, è stato firmato un accordo di pace tra il governo centrale e la fazione principale di uno dei due gruppi armati attivi nella regione occidentale del Sudan. Da giorni si segnalano scontri tra le due componenti dell’Esercito di liberazione del Sudan (Sla), nei quali sarebbero coinvolte anche truppe governative.
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Old 13-07-2006, 21:27   #248
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UGANDA 13/7/2006 17.27
COLLOQUI DI PACE, GOVERNO PARTECIPERÀ ANCHE IN ASSENZA CAPI RIBELLI

“È nostro interesse che il conflitto si concluda in fretta e che il nostro popolo viva in pace”: lo ha detto oggi incontrando i giornalisti nella capitale Kampala il ministro degli Interni Rugunda Ruhakana, annunciando che domani una delegazione del governo ugandese si recherà a Juba, in Sud Sudan, per i primi colloqui diretti con i ribelli dell’Esercito di resistenza del Signore (Lord’s resistance army, Lra). Nelle ultime ore era circolata la notizia di un possibile rinvio dell’incontro a causa del rifiuto dei ribelli di inviare a Juba il capo e fondatore Joseph Kony e i veritici dello Lra, che sono ricercati per crimini di guerra e contro l’umanità dalla Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aja. “Parlare con Kony sarebbe stata una buona cosa, ma discutere con persone inviate dallo Lra è la seconda miglior soluzione” ha detto il ministro.
Kony e il suo vice, Vincent Otti, ieri avevano escluso la propria partecipazione al negoziato, promosso dal governo del Sud Sudan e in particolare dal vicepresidente Riek Machar, che in questi giorni ha incontrato i ribelli al confine con la Repubblica democratica del Congo; in quella zona si sono acquartierati nei mesi scorsi dopo aver condotto per vent’anni attacchi contro la popolazione civile del nord Uganda, provocando decine di migliaia di vittime – 100.000 secondo fonti locali – e non meno di 1,4 milioni di sfollati.
Il presidente Yoweri Museveni ha offerto un’amnistia a Kony e ai suoi in caso di accordo di pace entro la metà settembre, ma secondo la Corte dell’Aja i governo di Uganda, Sudan e Congo hanno l’obbligo di eseguire i mandati di cattura internazionali.
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Old 14-07-2006, 17:31   #249
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SUDAN 14/7/2006 6.37
FRONTE ORIENTALE, PASSI AVANTI NEGOZIATI TRA KHARTOUM E RIBELLI

“Sosteniamo lo sviluppo dell’est, non solo per sé stesso, ma per l’intero Sudan” ha detto il vicepresidente Ali Osman Mohamed Taha, al termine di uno dei primi incontri tra rappresentanti del governo di Khartoum e delegati della regione orientale dopo la firma il 20 giugno ad Asmara di una tregua e la definizione di un’agenda di colloqui di pace.
Sulla mediazione dell’Eritrea, Taha ha aggiunto: “Lodiamo tutti quelli che vi stanno prendendo parte… lodiamo i nostri fratelli in Eritrea”. Anche i rappresentanti dell’Est del paese hanno giudicato l’iniziativa odierna un segnale positivo di presa di coscienza dei problemi di sottosviluppo della regione. Per Mahmud Ghandur, esponente del ‘Partito del Congresso dei Beja’, principale partito d’opposizione a matrice etnica dell’est del Sudan, la trattativa ha avuto “un buon inizio”. “Vogliamo che il governo ci includa nella spartizione di poteri e risorse. Chiediamo sviluppo. Il governo dice che lo farà” ha detto inoltre Mohamed Khan, delegato dell’est, riferendosi ai ribelli del ‘Fronte orientale’ – costituito l’anno scorso dalle comunità etniche dei Beja e dei Rashaida – che, come accade anche con analoghe ribellioni nel Darfur occidentale e, in passato, nel Sud Sudan, accusa le autorità centrali di discriminare le periferie, pur sfruttandone le risorse naturali. Nella zona si registra uno dei più alti tassi di malnutrizione del Sudan, pur ospitando la più grande miniera d’oro, il principale porto e il maggiore oleodotto del paese più esteso dell’Africa.
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Old 14-07-2006, 20:23   #250
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 14/7/2006 19.07
ELEZIONI: PREOCCUPAZIONE FONDAZIONE CARTER PER GRAVI CARENZE
Abusi di potere, restrizioni delle libertà politiche, arresti ingiustificati, uso sproporzionato della forza: la Fondazione Carter, che parteciperà al monitoraggio delle elezioni presidenziali e parlamentari del prossimo 30 luglio, si dice "preoccupata” a due settimane dal voto. Una serie di fattori – indica la Fondazione in un comunicato – stanno oscurando la campagna elettorale: in particolare, “alcuni attori governativi hanno abusato del loro potere di Stato, violato le libertà di altri candidati e ostacolato la loro campagna”, mentre alcuni interventi delle autorità governative “limitano, direttamente o indirettamente, le libertà politiche”. L’organizzazione deplora gli “evidenti squilibri” tra le risorse dei vari partiti, che si traducono nella mancanza di equità e nell’impossibilità per l’elettorato di poter scegliere con chiarezza il proprio favorito. Per quanto riguarda il dibattito politico, la Fondazione Carter rileva anche una “tendenza a drammatizzare questioni marginali a discapito di quelle veramente importanti”. Un esempio? Le polemiche sul numero in eccesso di schede elettorali che, secondo più partiti ostili all’attuale gestione del processo elettorale, potrebbe favorire eventuali frode: “E’ tecnicamente necessario – si legge nella nota – e conforme alle norme elettorali internazionali fornire ad ogni seggio un numero di schede più elevato”, ribadendo una spiegazione già data dalla Commissione elettorale indipendente (Cei). Riconoscendo gli sforzi della Cei nell’organizzazione generale del voto e l’educazione civica, la Fondazione li trova però “tardivi”, sollevando peraltro il problema degli stipendi ancora non pagati agli agenti elettorali che hanno lavorato per il referendum costituzionale del dicembre scorso. In un paragrafo dedicato ai media, ricorda alle autorità di Kinshasa che sono tenute a garantire un clima sereno nel quale la stampa possa lavorare liberamente, considerando le violenze e le intimidazioni già subite da giornalisti.
La Fondazione Carter (‘Carter Center’), creata nel 1982 dall’ex-presidente degli Stati Uniti e Premio Nobel per la Pace Jimmy Carter, ha come obiettivo dichiarato la risoluzione pacifica dei conflitti, l’osservazione elettorale, la difesa e la promozione dei diritti umani, la protezione dell’ambiente e l’aiuto allo sviluppo.
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Old 15-07-2006, 11:04   #251
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UGANDA 15/7/2006 10.35
APERTI IN SUD SUDAN COLLOQUI DI PACE TRA GOVERNO E RIBELLI LRA

“Noi, popolo del Sudan, sappiamo tutti molto bene il dolore causato dalla guerra. So che c’è molta amarezza accumulata negli anni. In questo dialogo vi si richiedere di mantenere sempre la mente rivolta all’inenarrabile dolore e la sofferenza della popolazione dell’Uganda”: lo ha detto il presidente del Sud Sudan Salva Kiir aprendo a Juba i colloqui di pace tra il governo di Kampala e i ribelli dell’Esercito di resistenza del signore (Lra).
“Il governo è seriamente impegnato in questo negoziato. Il conflitto è stato lungo e le sofferenze orribili. Gli ugandesi meritano una soluzione e una fine pacifica di questa guerra” ha detto a sua volta il ministro degli Interni di Kampala, Rugunda Ruhakana, auspicando una “rapida e positiva conclusione dei colloqui”.
Obonyo Olweny, portavoce dello Lra a Juba ha riferito che il movimento ribelle “farà tutto il possibile per raggiungere una pace giusta” e ha chiesto “un trattamento corretto e ragionevole delle popolazioni del Nord Uganda” – di fatto per 20 anni prese brutalmente di mira proprio dai ribelli di Joseph Kony con un bilancio di almeno 100.000 morti e un milione e mezzo di sfollati – e “un’uguale divisione della ‘torta’ ”.
Ma, ha anche avvertito Olweny, “se il governo pensa di sconfiggere lo Lra sul piano militare avrà una grossa delusione”.
Il presidente Yoweri Museveni ha offerto un’amnistia a Kony e ai suoi comandanti in caso di accordo di pace entro la metà settembre, ma secondo la Corte dell’Aja i governo di Uganda, Sudan e Congo hanno l’obbligo di eseguire i mandati di cattura internazionali.
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Old 15-07-2006, 11:28   #252
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 15/7/2006 12.23
ITURI: PRONTI A DEPORRE ARMI RIBELLI CHE SEQUESTRARONO ‘CASCHI BLU’

Peter Karim Udaga, capo dei guerriglieri del ‘Fronte nazionalista integrazionalista’ (Fni) – che lo scorso 28 maggio avevano rapito a nordest di Bunia, capitale dell’Ituri, 7 ‘caschi blu’ nepalesi, e li aveva rilasciati tra la fine di giugno e l’inizio di luglio – ha acconsentito a deporre le armi e a partecipare al processo di pace in corso nel paese in vista delle elezioni del prossimo 30 luglio. Lo ha riferito il vice-portavoce della Missione dell’Onu nel paese (Monuc), Jean Tobie Okala, aggiungendo che il governo, sotto gli auspici dell’Onu, sta negoziando un trattato con i guerriglieri dell’Fni, prevalentemente di etnia Lendu, per risolvere il conflitto nel distretto nordorientale dell’Ituri che dal 1998 a oggi ha provocato 60.000 morti e costretto 600.000 persone a sfollare.
Nell’ambito del programma di smobilitazione e riabilitazione in vista delle elezioni, sono già stati reintegrati nella società 16.000 ex-combattenti, ma sarebbero ancora secondo l’Onu almeno 1.200 i militanti attivi nella regione. Okala ha infine ribadito che non è stato pagato il riscatto di 110.500 euro per il rilascio dei sette ostaggi, come invece riportato da varie fonti.
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Old 15-07-2006, 11:54   #253
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CIAD 15/7/2006 12.47
PETROLIO, RISOLTA CRISI TRA N’DJAMENA E BANCA MONDIALE

Il governo di N’Djamena e la Banca Mondiale (Bm) hanno risolto la controversia relativa alla gestione dei profitti del petrolio ciadiano con un accordo di cui beneficeranno le fasce più povere della popolazione: lo ha annunciato in una nota emessa da Washington il capo della Bm, l’ex-‘falco’ dell’amministrazione statunitense Paul Wolfowitz, precisando che “le autorità ciadiane si sono impegnate a garantire che tutti i proventi del greggio, non solo le ‘royalties’, saranno spesi per la sanità e l’istruzione e altre necessità di base dei settori meno abbienti”.
L’accordo prevede, tra l’altro, che N’Djamena crei un fondo ‘ad hoc’ per finanziare programmi per l’agricoltura, il rafforzamento delle infrastrutture, la bonifica delle zone minate e il ‘buon governo’; l’intesa stabilisce inoltre che almeno il 5% dei profitti sia destinato in particolare alla regione meridionale di Doba, dove si concentra la maggior parte degli impianti di estrazione.
Già ad aprile le parti avevano trovato un’intesa preliminare per lo ‘scongelamento’ dei depositi bancari di Londra dove il Ciad convoglia parte dei ricavi dalle esportazioni di greggio, rese possibili da un oleodotto di circa mille chilometri fino al Camerun, finanziato dalla stessa Bm.
Il blocco dei conti era stato deciso dall’organismo finanziario lo scorso gennaio, dopo la decisione del Parlamento di N’Djamena di dirottare parte degli introiti del greggio alla difesa, sottraendoli dal ‘fondo per le generazioni future’ a cui dovevano affluire secondo gli impegni pregressi del governo con la Bm.
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Old 15-07-2006, 22:22   #254
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SUDAN 15/7/2006 15.45
DARFUR: MORTI E SFOLLATI PER SCONTRI TRA ETNIE RIVALI NEL SUD

Sarebbero in totale circa un centinaio le vittime provocate negli ultimi giorni nella regione occidentale del Darfur da scontri tra due etnie arabe rivali, quelle degli Habaniya e dei Rizigat: lo ha riferito Ata Manan, governatore del Darfur meridionale, citato dall’agenzia ufficiale sudanese ‘Suna’, precisando che ci sarebbero inoltre almeno 120 feriti e un numero imprecisato di sfollati.
I combattimenti sono avvenuti in cinque località della zona tra cui Abu Senbedra e Fardus, ma non sono note le cause che hanno spinto le due etnie alla battaglia. “Le forze di sicurezza hanno riportato sotto controllo la situazione e impediranno qualsiasi altro tentativo di destabilizzare la regione” ha detto Manan.
Sempre nell’ultima settimana in Darfur sono stati segnalati anche gravi scontri tra fazioni ribelli in lotta per il controllo del territorio, i più gravi segnalati dopo l’accordo di pace firmato all’inizio di maggio in Nigeria da uno solo dei tre gruppi armati locali, l’ala dell’Esercito per la liberazione del Sudan (Sla) che fa capo a Minni Minnawi. Fonti della missione di ‘peacekeeping’ dell’Unione Africana (Ua) hanno riferito che la battaglia tra i dissidenti dello Sla comandati da Abdul Wahid al-Nur e gli uomini di Minnawi hanno causato almeno 80 morti e 4.000 sfollati, soprattutto nella zona attorno a Korma, nel nord della regione.
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Old 15-07-2006, 22:23   #255
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 15/7/2006 16.23
ELEZIONI: SCHEDE SENZA NOME PER OLTRE UN MILIONE DI AVENTI DIRITTO

A causa di errori tecnici e problemi nella trasmissione dei dati, la Commissione elettorale indipendente (Cei) avrebbe “perso” i nominativi di 1 milione e 200.000 aventi diritto al voto sui circa 25 milioni e mezzo già registrati per l’appuntamento con le urne del 30 luglio. Lo riferiscono oggi fonti di stampa internazionali, secondo cui in circa un migliaio dei 9.200 centri di iscrizione allestiti in tutto il paese le liste degli elettori sarebbero state compilate in modo difettoso o copiate in Cd-rom danneggiatisi durante il trasporto alla sede centrale della Cei nella capitale Kinshasa; i cittadini avrebbero comunque ricevuto le schede per votare contrassegnate da un numero, ma senza il nominativo. Per Jean-Michel Dumont, esperto dell’Unione Europea a Kinshasa, l’incidente non ostacolerà comunque il processo elettorale: “Complicherà le cose ma non mette in dubbio il voto. Conosciamo il numero dei documenti consegnati alla popolazione e quello globale degli iscritti negli elenchi. L’importante è che tutti agiscano in buona fede, tenendo anche conto delle molte difficoltà che la Cei ha dovuto affrontare finora” ha detto Dumont.
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Old 17-07-2006, 11:35   #256
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UGANDA 17/7/2006 11.37
GOVERNO PONE CONDIZIONI PER ACCORDO DI PACE CON RIBELLI LRA

Abbandonare il terrorismo e cessare le ostilità; sciogliere il movimento e consegnare le armi; radunarsi in zone concordate per la smobilitazione: sono queste le tre condizioni che i negoziatori del governo hanno posto alla delegazione dei ribelli dell’Esercito di resistenza del signore (Lra) nel corso dei colloqui di pace iniziati venerdì a Juba, capitale del Sud Sudan, sotto l’egida delle autorità locali. In cambio, Kampala ha offerto allo Lra l’amnistia generale, l’impegno a reintegrare gli ex-combattenti nella vita civile e ad addestrare e arruolare nell’esercito (Updf) i ribelli che lo vorranno.
Le proposte sono emerse nell’incontro tra le parti tenuto ieri a Juba, iniziato in un clima di incertezza per il ritardo con cui la delegazione dei ribelli si è seduta al tavolo del negoziato. Non è chiaro quale sia stata la replica da parte dello Lra: fonti diplomatiche hanno riferito al quotidiano ‘Daily Monitor’ che gli uomini di Joseph Kony avrebbero chiesto al governo di implementare un ‘cessate-il-fuoco’ come primo passo verso un accordo di pace; il portavoce dei negoziatori di Kampala, Paddy Ankunda, ha invece dichiarato che la discussione si sarebbe limitata alla sola presentazione delle richieste del governo.
Il presidente Yoweri Museveni aveva già reso nota nei giorni scorsi l’offerta di un’amnistia a Kony e a quattro suoi comandanti, su cui pesano altrettanti ordini di cattura internazionali emessi dalla Corte penale internazionale (Cpi), nel caso in cui si arrivi alla firma di un’intesa di pace entro il prossimo 12 settembre; il tribunale dell’Aja ha invece insistito sulla necessità che i mandati di arresto siano eseguiti.
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Old 17-07-2006, 21:50   #257
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 17/7/2006 13.54
ELEZIONI: “SARANNO LIBERE E REGOLARI” SECONDO INVIATI SUDAFRICANI

“Nonostante qualche difficoltà persistente...riteniamo che esistano le condizioni per avere elezioni libere e regolari”: lo ha detto il vice-ministro degli Esteri sudafricano, Aziz Pahad, al termine di una missione della Comunità sudafricana per lo sviluppo (Sadc) a Kinshasa dedicata al monitoraggio delle procedure per l’atteso appuntamento con le urne del 30 luglio. “Qualche irregolarità è normale nelle giovani democrazie. Noi tutti abbiamo avuto le nostre prime elezioni e nessuna è stata perfetta al 100%” ha aggiunto Pahad, dopo due giorni di incontri tra una delegazione della Sadc e gli organizzatori dello scrutinio. Il diplomatico sudafricano ha quindi invitato i candidati ad accettare il verdetto elettorale, sottolineando “la necessità che i vincitori cerchino e trovino il modo di riunire intorno a loro tutte le forze politiche, per garantire la stabilità del paese”.
La Commissione elettorale indipendente (Cei) aveva riferito sabato di aver “perso”, a causa di errori tecnici e problemi di trasmissione, i nomi di 1 milione e 200.000 aventi diritto al voto sui circa 25 milioni e mezzo già registrati. “Alcuni agenti della Cei per impazienza legata ai ritardi nei pagamenti dei loro salari e per inciviltà hanno distrutto o danneggiato alcuni Cd-rom dove erano contenuti i dati; altri supporti sono stati rovinati dalle intemperie o si sono deteriorati durante il trasporto” hanno spiegato fonti dell’organismo, precisando che i cittadini interessati avrebbero comunque ricevuto le schede per votare contrassegnate da un numero, sebbene senza il nominativo corrispondente. “Per poter votare – hanno aggiunto - a queste persone basterà presentarsi ai seggi con il documento in loro possesso”.
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Old 17-07-2006, 21:50   #258
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UGANDA 17/7/2006 19.25

“Abbiamo due possibilità: combattere militarmente l’Esercito di resistenza del Signore (Lra) , che richiederebbe tempo, o discutere con loro, che è più facile”: lo ha detto il vicepresidente del Sudan Salva Kiir, incontrando oggi i giornalisti a Nairobi, in Kenya, a proposito dei colloqui di pace tra il governo dell’Uganda e i ribelli dello Lra iniziati venerdì scorso nella capitale sud-sudanese Juba. “Abbiamo parlato alle due parti, che si sono impegnate a negoziare in buona fede” ha aggiunto Kiir, che è il capo del governo autonomo del Sud Sudan, impegnato in una mediazione tra le autorità di Kampala e la formazione armata guidata dal Joseph Kony, da 20 anni protagonista di attacchi contro i civili del Nord Uganda.
Secondo Kiir, una “fine pacifica del conflitto può essere raggiunta entro il periodo” dei colloqui di pace. Il presidente ugandese Yoweri Museveni ha promesso l’amnistia ai ribelli se verrà raggiunta un’intesa entro il 12 settembre. Kony e i 4 principali comandanti sono ricercati dalla Corte penale internazionale dell’Aja (Cpi) per le atrocità commesse contro la popolazione ugandese; la procura della Corte ha ribadito più volte che l’Uganda deve arrestare i capi ribelli. Intanto nella prima fase del negoziato, i delegati del governo hanno posto alcune condizioni – tra cui il disarmo e la consegna delle armi. I “mediatori” dello Lra chiederebbero invece lo scioglimento dell’esercito ugandese, ma non si sono ancora pronunciati sulle condizioni poste dal governo.
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Old 18-07-2006, 18:22   #259
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SUDAN 18/7/2006 10.56
KHARTOUM E "FRONTE ORIENTALE" TORNANO AL TAVOLO DEL DIALOGO

Ripartizione dei poteri politici, sicurezza e difesa, spartizione dei proventi delle risorse naturali e l’adempimento degli accordi raggiunti in precedenza: sono stati questi i quattro punti in agenda del secondo round di colloqui tra il governo centrale sudanese e il ‘Fronte orientale’ svoltisi ieri ad Asmara sotto gli auspici del governo eritreo. Le due parti hanno compiuto significativi passi avanti verso una soluzione definitiva e duratura della loro contesa, ha detto il rappresentante eritreo Al-Amin Muhammad Said – segretario del Fronte popolare per la democrazia e la giustizia (Pfdj), partito al potere in Eritrea. Dal canto loro, il capo della delegazione Sudanese e consigliere presidenziale, Mustafa Osman Ismail, e il presidente del ‘Fronte orientale’, Mussa Mohammed Ahmed, hanno cercato di limare i loro motivi di divergenza. Il ‘Fronte orientale’ è stato costituito l’anno scorso dalle comunità etniche dei Beja e dei Rashaida e, come le sue controparti nel Darfur occidentale e in passato nel Sud, accusa il governo centrale di Khartoum di discriminare la periferia, pur sfruttandone le risorse naturali. L’Est infatti presenta uno dei più alti tassi di malnutrizione del paese, pur ospitando la più grande miniera d’oro, il principale porto e il maggiore oleodotto del paese più esteso dell’Africa. Lo scorso 20 giugno, dopo una serie di colloqui iniziati il 14 grazie alla mediazione eritrea, il governo e il Fronte hanno siglato due accordi: la ‘Dichiarazione dei principi per la risoluzione del conflitto sull’Est Sudan’ e un’intesa sull’agenda dei colloqui di pace.
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Old 18-07-2006, 18:22   #260
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UGANDA 18/7/2006 11.28
COLLOQUI GOVERNO-LRA, RIBELLI CHIEDONO SCIOGLIMENTO ESERCITO E RISARCIMENTI

Smantellamento delle forze armate (Updf), perché considerate “di parte” e composte su base etnica e risarcimento per le perdite subite: è la controproposta avanzata al governo dai negoziatori dei ribelli dell’Esercito di resistenza del signore (Lra) nell’ambito dei colloqui di pace bilaterali che si svolgono a Juba, capitale del Sud Sudan, sotto l’egida delle autorità locali. Lo riferisce oggi il quotidiano di Kampala Daily Monitor citando un documento ufficiale dello Lra in cui si legge: “Chiediamo compensazioni adeguate per i danni causati dalla guerra civile e dalle operazioni dello Stato. In particolare chiediamo che il governo si assuma la piena responsabilità per i furti di bestiame che hanno cancellato tutte le riserve e la distruzione di case e altre proprietà nel nord e nell’est dell’Uganda”.
Nella stessa nota, consegnata al vice-presidente sud sudanese Riek Machar, lo Lra chiede che la comunità internazionale sia “pienamente coinvolta” nel “progetto per alleviare la povertà causata dagli effetti della guerra”. In quanto alle forze armate, di cui pretendono lo scioglimento, i ribelli le definiscono “etniche, partigiane e fedeli al solo presidente Yoweri Museveni e non alla nazione”.
Lo Lra vorrebbe anche l’eliminazione dei cosiddetti ‘villaggi protetti’ allestiti dal governo nei distretti settentrionali per ospitare oltre un milione e mezzo di sfollati interni, peraltro a lungo bersaglio degli stessi ribelli.
Il governo, da parte sua, ha posto tre condizioni per la firma di un accordo di pace che negli auspici di Museveni non dovrebbe arrivare più tardi del prossimo 12 settembre: i ribelli dovranno abbandonare il terrorismo e cessare le ostilità, sciogliere il movimento e consegnare le armi, oltre a radunarsi in zone concordate per la smobilitazione; in cambio Kampala ha offerto un’amnistia generale, l’impegno a reintegrare gli ex-combattenti nella vita civile e ad addestrare e arruolare nelle forze armate i ribelli che lo vorranno.
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