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#61 | |
Member
Iscritto dal: Oct 2006
Città: T.A. (NA)
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Sia mai vengano al mondo altre trote... |
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#62 |
Bannato
Iscritto dal: May 2010
Messaggi: 32
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Rapporto Istat: disoccupazione, scarsa istruzione e forte divario Nord-Sud.
È l'Italia al tempo della crisi, in cui solo il 47% delle donne lavora tratto da: http://www.valdelsa.net/ 13-01-2010 ISTAT LAVORO DONNE | Italia del 2010, Italia paese appartenente al G8, eppure neanche metà delle donne italiane lavora, contro il 70% degli uomini. Sono i dati sull'occupazione, relativi al 2008, forniti dall'Istat nel rapporto "Noi Italia. Cento statistiche per capire il Paese in cui viviamo". Le lavoratrici sono per la precisione il 47,2% della popolazione di riferimento, una percentuale di gran lunga inferiore alla media dell'Ue dello stesso anno, che si attesta al 57,2%. Ovviamente sono escluse da questa statistica le casalinghe, lavoro a tutt'oggi non riconosciuto come tale. Da notare che il 2008 in Italia è stato il primo anno di crisi economica: la crescita del tasso di occupazione si è fermata dopo un lungo periodo di crescita (era occupato il 58,7% della popolazione nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni). E per la prima volta, dopo più di dieci anni, la disoccupazione è tornata ad aumentare (6,7% rispetto al 6,1 del 2007). Un'altra nota preoccupante riguarda il titolo di studio: due anni fa metà della popolazione adulta italiana (il 47,2% della popolazione tra i 25 e i 64 anni) non andava oltre la licenzia media. Il dato dell'Ue – impressionante - è invece del 28,5%. Il nostro paese è agli ultimi posti in materia d'istruzione insieme a Spagna, Portogallo e Malta. Nel rapporto emerge il forte divario economico e sociale tra Italia settentrionale e meridionale. Il lavoro nero ad esempio: nel sud Italia, viene spiegato, "quasi un lavoratore su cinque può essere considerato irregolare". Le differenze tra sud e centro-nord sono evidenti anche nella produzione di ricchezza: qui emerge "l'insufficienza della produzione del Mezzogiorno, dove tutte le regioni sono costrette a importare beni e servizi a sostegno di consumi e investimenti per una quota del Pil spesso superiore a 20 punti percentuali", evidenzia l'Istat. In generale, l'indice di ricambio nel mondo del lavoro ha sfiorato, nel 2008, quota 120%: in altri termini, le persone potenzialmente in uscita dal mercato del lavoro sono il 20% in più di quelle potenzialmente in entrata. Questo squilibrio pone il nostro Paese al primo posto in Europa, a molta distanza dalla media comunitaria. I paesi Ue che insieme all'Italia presentano indici di ricambio superiori a 100 sono sei: Danimarca, Grecia, Repubblica Ceca, Finlandia, Spagna, Bulgaria. In Italia, inoltre, il Mezzogiorno si colloca su posizioni molto distanti rispetto al resto del Paese: l'indice di ricambio, al 1° gennaio 2009, è pari al 91,9% contro il 140,2% del centro-nord. Unica settore leggermente positivo quello delle piccole imprese. Piccole sì, ma diffuse in modo veramente capillare. In Italia infatti ci sono 66 imprese ogni mille abitanti, valore tra i più elevati in Europa, e il tasso di imprenditorialità è pari al 32,2%, valore quasi triplo rispetto alla media europea. Ma anche qui si registra una grossa differenza tra nord e sud: tra le imprese del sud la solvibilità di quelle che ricorrono a finanziamenti bancari risulta "sistematicamente inferiore rispetto al centro-nord". Questo si riflette sui livelli dei tassi d'interesse, mediamente superiori di circa un punto percentuale indipendentemente dalla durata del prestito. Insomma c'è poco da stare allegri in un'Italia afflitta da crisi economica, disoccupazione e scarsa istruzione. Con un dato interessante da segnalare: dei 4 milioni di stranieri residenti in Italia circa il 51% degli stranieri possiede un titolo di studio fino alla licenza media, il 38,4% ha un diploma di scuola superiore e il 10,5% una laurea. Valentina Rabazzi |
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#63 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2002
Messaggi: 6146
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![]() Il federalismo lo volete solo perché è una via di mezzo tra secessione e situazione attuale. Non prendiamoci in giro su.. Non vorrai farmi credere che la Lega vuole il federalismo per il bene dell'ITALIA? Forse per il bene della PADANIA. Ultima modifica di Unrue : 06-05-2010 alle 18:01. |
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#64 | |
Bannato
Iscritto dal: May 2010
Messaggi: 32
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QUESTIONE MERIDIONALE / Due Italie anche nell'istruzione di Luigi Berlinguer 23 Agosto 2009 Nell'esplosione della questione meridionale si sono scoperti stanziamenti dirottati, disinvoltura della finanza creativa, numeri e cifre allarmanti. Come testimonia il dibattito sul Sole 24 Ore la questione meridionale si è ulteriormente aggravata ed è tornata ad essere grande questione nazionale. Quel titolo «Mezzogiorno in fondo all'Europa», non solo in fondo all'Italia, colpisce per la sua crudezza. Altri elementi arricchiscono l'analisi. Bankitalia sul costo della vita, i dati sulla povertà, sulla forbice reddituale, sulla debolezza della struttura produttiva, sui maggiori costi della sanità. Ci si dovrebbe però soffermare su un aspetto ancora in ombra: la crisi del sistema educativo nel Mezzogiorno d'Italia. Premetto che gli indicatori non sempre sono "tarati" nella giusta misura e che non mancano le eccezioni. A proposito del contesto culturale l'Istat afferma che in Friuli e nel Nord in complesso le persone con più di 6 anni che abbiano letto almeno un libro nel corso di un anno sono il 53% contro il 30 di Campania e Sicilia e il 29 della Puglia. Stesso abisso per le visite a mostre e musei. Per la prima volta da decenni, i livelli di preparazione di uno studente - dalle elementari alla conclusione del ciclo di studi secondari - cominciano a mostrare significative differenze tra Nord e Sud del Paese. I dati Ocse-Pisa lo confermano: alcune regioni del nord-Italia sono sopra la media Ocse-Pisa (matematica, lettura, scienze...); la Sicilia è in tutte e tre le discipline sotto quella media. Altri dati indicano la cosiddetta "varianza" da scuola a scuola: la media nei Paesi Ocse è del 33% in Italia supera il 52%. Ciò significa che in Italia l'uniformità di apprendimento è oggi messa fortemente in discussione. È il campanello d'allarme di un sistema che non funziona più. Nei Paesi evoluti merito e eccellenza vanno di pari passo con la qualità media della scuola. Nel mondo scandinavo i dati dimostrano come a una media elevata corrispondano elevate eccellenze. Quindi il merito non va perseguito per pochi ma è da pretendere per tutti. In Italia gli istituti tecnici e quelli professionali registrano risultati peggiori rispetto ai licei. Alligna in questo dato "nazionale" una organizzazione della nostra scuola secondaria socialmente discriminatoria specialmente nel Mezzogiorno. Non è un caso che in Friuli o in Trentino la performance degli istituti tecnici sia praticamente eguale a quella dei licei. Il divario del Sud con il resto d'Europa e con il resto d'Italia è sintetizzato in un acronimo, Escs (Ecomic social cultural status). Sono proprio le condizioni economiche, sociali e territoriali che producono il "cattivo rendimento" delle scuole nel nostro Mezzogiorno (incidono su base cento per il 27,6). Gli investimenti degli enti locali per studente (fonte: ministero Pubblica istruzione, anno di riferimento 2007) dicono chiaramente che se il Friuli investe 1.309 euro a studente, la Puglia ne investe 569, la Campania 614 e la Sicilia 657. La scuola nel Mezzogiorno, anche qui salvo eccezioni, non è un ascensore sociale. Registra l'ingiustizia sociale, ma non può combatterla. Dai dati di Legambiente (Ecosistema scuola 2009) si scopre che il Sud investe poco in edilizia scolastica e arretra sempre di più nel confronto con il resto d'Italia. I dati nel mondo sull'informazione culturale-formazione degli studenti dicono che mentre 50 anni fa tutto avveniva dentro le mura della scuola, oggi il 70% della formazione-informazione arriva da fuori. Da sola la scuola forma per una quota minoritaria. Da sola la scuola non ce la fa. Il contesto è decisivo nella formazione, così come la capacità di incrociare attività esterne e interne. La tragedia del gentilismo, l'impianto educativo solo gnoseologico e formalizzato, inutilmente autoritario, penalizza soprattutto il Mezzogiorno. Il grande obiettivo mondiale dell'education è insegnare a capire, stimolare ed armare gli studenti a conoscere e a capire. È l'intreccio di saperi e competenze: sapere significa vivere e risolvere. La resistenza all'innovazione didattica è più forte nella media delle scuole del Mezzogiorno - salvo qualche straordinaria esperienza di eccellenza. La società circostante non aiuta, non chiede merito ma voti formali buoni per i concorsi pubblici. I voti degli ultimi esami di "maturità" nel Sud sono stati più alti che nel resto d'Italia. Quello che buona parte della società chiede nel Sud è un pezzo di carta "certificante", non la cultura del risultato, cioè la traduzione del sapere in innovazione nella vita dei cittadini di domani. Anche l'Italia è così al cospetto dell'Europa, ma il fenomeno è ormai più grave nel Mezzogiorno. L'autonomia scolastica, risolutiva, funziona soltanto se si costruiscono reti di scuole. Reti che al sud scarseggiano. La città educativa, ovvero istituzioni e società civile che promuovono le reti e un tessuto educativo cooperativo, è l'altra grande mancanza. Per lo stato delle istituzioni meridionali difficilissima da realizzare. Il grande dramma è il secolare clientelismo eretto a italica istituzione-principe: la raccomandazione. Il circuito parallelo, il favoritismo, la negazione dell'indissolubile binomio diritto/merito, è una caratteristica italiana che al Sud si aggrava. Il principio della raccomandazione diventa una sorta di anticamera delle degenerazioni successive che possono arrivare a rafforzare quei poteri sociali e militari paralleli (quindi contrapposti) allo Stato: dalla sottrazione di circuiti decisori essenziali alle regole, all'obiettività pubblica. Un quarto d'Italia è in queste condizioni. CONTINUA ...» 23 Agosto 2009 © RIPRODUZIONE RISERVATA Quote:
ci sono sperimentazioni per operazioni chirurgiche a distanza.. ci si parla in videoconferenza.. etc cosa ce ne facciamo di una capitale per riunire tutte le competenze. vedi è il futuro che parla federalista, il nazionalismo ( ed il centralismo ) è morto. Ultima modifica di Spantegu : 06-05-2010 alle 18:10. Motivo: aggregazione. |
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#65 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2006
Città: 127.0.0.1
Messaggi: 594
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Differenze, secessione, nord<->sud, siamo meglio qua, siamo meglio là, spacco qua, spacco là ... come direbbero gli squallor "tu non spacchi manc 'o cà..."
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#66 |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2002
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E' inutile che continui a sbrodolare dati. La superiorità che intendo io e che presumono quelli della Lega è una superiorità di razza "nordica", che non c'entra una ceppa con l'istruzione e PIL. Basta vedere il video di Borghezio che si permette di trattare quella donna in quel modo solo per il colore della pelle senza sapere nulla su di lei. Entiendi?
Ultima modifica di Unrue : 06-05-2010 alle 18:07. |
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#67 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2002
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![]() ![]() ![]() ![]() E anche per fare videoconferenze? ![]() ![]() ![]() ![]() Quote:
L'idea vostra è semplice: facciamo il federalismo per tenersi i proventi dellle nostre tasse e non darle agli altri, sopratutto al sud. Considerando tutti gli sprechi che ci sono al sud in linea di principio è anche comprensibile, ma almeno non veniteci a dire che lo fate per il bene dell'Italia. Tutto qua. Ultima modifica di Unrue : 06-05-2010 alle 18:26. |
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#68 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
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O devi imporre a tutti il tuo (più che discutibile) modo di ragionare (manicheo)?
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#69 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2005
Città: Ovunque
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![]() di solito NON fà niente a casa (perchè ha colf di colore che fà tutto) ma va in treno a far vedere come pulisce... ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() http://www.youtube.com/watch?v=t0cjCpEX5Hk
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#70 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 14058
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![]() Affermare che un politico è uno statista non significa dare un giudizio etico/valoriale anche perchè la politica non è detto che debba seguire l'etica e la morale. Ad esempio io non ho difficoltà a definire Stalin e Ataturk (il secondo in particolare è stato anche uno dei "costruttori di stato" più abili del ventesimo secolo) due grandissimi statisti...il che non implica che io pensi che furono due buoni padri di famiglia. ![]()
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#71 |
Registered User
Iscritto dal: Oct 2009
Messaggi: 75
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ossignur, sto video è talmente old che se guardate bene, attraverso un finestrino si vede uno pterodattilo.
qualunque osservatore politico concorda che la lega sia cambiata molto da allora. la lega non è più un partito razzista. può esserlo qualche suo esponente nostalgico dei toni forti della prima ora, ma il partito è nel momento stesso in cui è diventanto un movimento nazionale, che ha perso gradualmente i suoi connotati estremisti. anzi è proprio perchè ha ammorbidito le sue posizioni che sta spopolando. |
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#72 | ||
Bannato
Iscritto dal: May 2010
Messaggi: 32
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federalismo: la località salcazzo puo' decidere in materia. l'espertone professor X, divide e seleziona i nuclei da Casablanca tramite robot.. non c'è neppure bisogno che sia in loco, da Casablanca dove è legale clonare, a regione salcazzo dove è legale clonare. ti è chiaro l'esempio ? |
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#73 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2002
Messaggi: 6146
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#74 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2005
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![]() Ultima modifica di whistler : 06-05-2010 alle 18:43. |
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#75 |
Member
Iscritto dal: Oct 2006
Città: T.A. (NA)
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lol?
Si vede che i servizi di annozero risalgono al precedente periodo razzista dunque. |
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#76 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2005
Città: Enna : urbs inexpugnabilis
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è questione di tempo , non può durare molto , anzi dura il tempo che impiegheranno i soliti noti a sistemarsi la progenie , e al bar si discuterà di quanto c è l ha duro il nord , della superiorità , del federalismo , e in concreto sta ceppa , avranno. |
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#77 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2005
Città: Enna : urbs inexpugnabilis
Messaggi: 1194
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annozero comunista fazioso inattendibile anti italiano
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#78 | |
Registered User
Iscritto dal: Oct 2009
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è chiaro che le figure di certe figure storiche sono state così negative, che c'è chi si prende il tempo di mettersi a fare tutti i distinguo del caso, e chi reputa che non siano degne di così tanta premura. quello è affar degli storici perchè sono pagati per farlo, noi possiamo essere + drastici. |
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#79 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2004
Città: verona
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Se esistono gli storici è perchè il loro lavoro fornisce a noi una serie di strumenti utili per comprendere un fatto storico , un uomo storico , una serie di situazioni. Il problema è che in molti diventano ciechi a causa della propria ideologia vanificando quindi il lavoro degli storici. |
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#80 | |
Registered User
Iscritto dal: Oct 2009
Messaggi: 75
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però così permetti al primo che passa di poter sventolare la falce ed il martello, perchè secondo il distinguo 4 comma 2, in italia stando alla verità ufficiale sembra che non abbiano creato campi di "lavoro" |
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