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Old 30-03-2011, 11:44   #1
raxas
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REAZIONI NUCLEARI ULTRASONICHE: Nucleare pulito

Reazioni Nucleari Ultrasoniche: Nucleare pulito

Ho trovato questa informazione http://www.archivionucleare.com/inde...e-ultrasonica/
(ovviamente non sono nemmeno lontanamente addetto ai lavori, scusate, ma la documentazione, i brevetti del CNR e tutto l'ambito dell'esperimento, l'argomentazione (semplice per non addetti) ed infine i credits :d (d minuscolo) verificano che non si tratta di cosa trascurabile...)

"Una ricerca italiana: le reazioni piezonucleari da pressione ultrasonica
4 Luglio 2008

Oggi approfondiamo un argomento (segnalatoci un po’ di tempo fa da un lettore) relativo ad una ricerca eseguita in Italia e condotta in particolare dai due fisici italiani Fabio Cardone e Roberto Mignani: le reazioni piezonucleari da pressione ultrasonica (reazioni nucleari prodotte con il suono in elementi senza radioattività).

Prima di parlarne abbiamo cercato di contattare il Prof. Fabio Cardone e il prof. Roberto Mignani, i quali gentilmente hanno risposto dandoci i giusti riferimenti in modo da cercare di dar vita ad un articolo certamente non esaustivo ma comunque che potesse essere un buon punto di partenza per conoscere ed approfondire l’ argomento.
Abbiamo anche contattato il Signor Marco Curione che ha avuto l’ idea di raccogliere e rendere disponibile molto materiale su tali ricerche.

La scoperta è avvenuta intorno al 2004, nel periodo in cui a capo del CNR si trovava Fabio Pistella.
Le ricerche sono state eseguite dal 2003 al 2007 presso laboratori sia civili sia militari, con la collaborazione dei ricercatori civili G. Cherubini, A. Petrucci, F. Rosetto, G. Spera e dei tecnici militari A. Aracu, A. Bellitto, F. Contalbo, P. Muraglia.
I brevetti sono attualmente detenuti dal CNR (Consiglio Nazionale Ricerche) e l’ Ansaldo Nucleare sarebbe al momento molto interessata allo sfruttamento su scala industriale di quanto scoperto.

Riportiamo quanto scrittoci via mail dal prof. Roberto Mignani in modo da rendere sinteticamente inquadrabile l’ ambito di queste ricerche:

Gli ultrasuoni possono produrre nei liquidi reazioni nucleari. Questo in sintesi il risultato delle ricerche, sia teoriche che sperimentali, condotte nell’ ultimo decennio dai fisici Fabio Cardone del Consiglio Nazionale delle Ricerche e Roberto Mignani dell’ Università “Roma Tre”.
In particolare, gli esperimenti effettuati (in collaborazione con i fisici Walter Perconti, Andrea Petrucci e Giovanni Cherubini e dei chimici Francesca Rosetto e Guido Spera) hanno mostrato che in acqua irraggiata con ultrasuoni di opportuna potenza e frequenza si verificano trasmutazioni di elementi, sia stabili che instabili, ed è possibile produrre elementi non presenti in natura come l’ Europio. Tali processi avvengono apparentemente con emissione di neutroni. La produzione di neutroni è stata esplicitamente riscontrata nell’ irraggiamento ultrasonico di soluzioni contenenti sali di ferro. L’ emissione di neutroni è una chiara marcatura delle reazioni nucleari, che, causa il loro innesco ad opera di onde di pressione, sono state denominate reazioni piezonucleari. Il fenomeno è riproducibile e in buona misura controllabile, mostra un comportamento a soglia nell’ energia fornita al liquido dagli ultrasuoni, e ha luogo senza produrre scorie radioattive.
Il meccanismo teorico proposto da Cardone e Mignani per spiegare i processi piezonucleari è il seguente. Sotto opportune condizioni di potenza e frequenza, gli ultrasuoni producono nei liquidi il processo di cavitazione, ovvero la formazione di bolle di gas che successivamente implodono. A causa della tensione superficiale, gli atomi degli elementi presenti nel liquido rimangono intrappolati sulla superficie della bolla. Quando questa implode, gli atomi sono forzati ad avvicinarsi superando la barriera colombiana, e i loro nuclei si fondono. In altri termini, le superfici delle bolle prodotte dalla cavitazione si comportano come tanti acceleratori inerziali.
Le reazioni piezonucleari producono energia, com’è evidenziato dalla consistente evaporazione delle soluzioni, e, come già sottolineato, non danno luogo a scorie radioattive in quanto impiegano “combustibile” stabile
. Inoltre, un esperimento effettuato irradiando con ultrasuoni una soluzione contenente torio ha mostrato un dimezzamento della vita media del torio e quindi un’ accelerazione del suo decadimento. Ciò implica che le reazioni piezonucleari possono svolgere un ruolo anche nello smaltimento delle scorie radioattive. Possibili applicazioni industriali sono attualmente allo studio.”

Da quanto si legge, si possono ipotizzare davvero diverse applicazioni di tali scoperte.

Ma altre informazioni si possono desumere consultando le schede sinottiche dei brevetti detenuti dal CNR relativi alle reazioni piezonucleari:

1 - Apparecchiatura e procedimento per l’ abbattimento della radioattività di materiali radioattivi mediante reazioni piezonucleari indotte da ultrasuoni e cavitazione

2 - Processo e impianto per la produzione di reazioni piezonucleari endotermiche ed esotermiche mediante ultrasuoni e cavitazione di sostanze

3 - Apparecchiatura e procedimento per la produzione di neutroni mediante ultrasuoni e cavitazione di sostanze."
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Ultima modifica di raxas : 30-03-2011 alle 12:07. Motivo: bold titolo
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Old 30-03-2011, 11:56   #2
raxas
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http://www.youtube.com/watch?v=Jajoj...layer_embedded

da qui (documentato)

http://redhero.splinder.com/post/171...ucleare-pulito

Premessa

Nel 1989 venne osservato un fenomeno fisico particolare cui fu successivamente attribuito il termine di sono-luminescenza. Sconcertava il fatto che dei liquidi, sottoposti a una pressione sonora, diventavano emettitori di luce. La luce in fondo è una forma di energia, onde o radiazione elettromagnetica. Furono avanzate molte ipotesi su come potesse trovare spiegazione il fenomeno. Ci si concentrava perlopiù sulla pressione sonora esercitata sui liquidi, ma ci si rese ben presto conto che il cuore del fenomeno risiedeva nella cavitazione.

Cos’è la cavitazione?

Le bolle di gas disciolte nei liquidi e sottoposte a pressioni sufficienti a comprometterne l’equilibrio interno, si comportano in modo opposto a quanto farebbe una bolla di sapone che galleggia in aria: invece di esplodere, implodono. Le pale dell’elica di un natante presentano infatti una serie di abrasioni e usura caratteristici provocati proprio dall’implosione di queste micro bolle gassose in prossimità del metallo di cui l’elica è costituita. La pressione esercitata dal movimento dell’elica, è quindi la causa sufficiente a provocare le micro implosioni. Ci si accorse che queste erano tanto piccole e di così breve durata da concentrare un'impressionante quantità di energia in uno spazio infinitesimo. Gli ultrasuoni in particolare riuscivano poi a causare il collasso delle bolle disciolte in acqua a temperatura e pressione ambientali. Stupiva inoltre il particolare che le bolle sottoposte a pressione ultrasonica, trasformavano spontaneamente l’onda di pressione in onda d’urto. Si apriva la strada delle misurazioni: la via prediletta di ogni empirista.

Osservando la quantità di luce emessa nei liquidi sollecitati dagli ultrasuoni, si iniziò a stimare la temperatura raggiunta nei microscopici spazi prossimi alle piccolissime onde d’urto: Migliaia, centinaia di migliaia e infine milioni di gradi. Erano temperature ovviamente confinate a spazi infinitesimali, ma comunque sufficienti ad obbligare gli atomi disciolti nel liquido a liberare luce grazie al rilascio dei componenti dei quali sono costituiti. L’idea che le bolle potessero dar luogo ad una serie interminabile di piccolissime onde d’urto in modo da innescare una reazione a catena, fu raggiunta con estrema rapidità. Certo era necessario che le bolle contenessero gas utili a provocare una reazione nucleare quando fossero state sottoposte a cavitazione. Si provarono così varie miscele di deuterio e acqua pesante con alterne fortune, perlopiù affidate al "vediamo che succede se"…. Inziò quindi la fase analitica nel corso della quale si fece strada una nuova terminologia per identificare il fenomeno: reazioni piezonucleari.

Non stupisce che i primi enti a finanziare la ricerca sistematica in questo nuovo campo della fisica fossero il ministero della difesa e quello per l’energia degli Stati Uniti d’America.

Le indagini si svilupparono durante i periodi 1992-1998 e 1999-2002. Nel densissimo volumetto del Prof. Cardone “VERSO IL NUCLEARE PULITO – scoperta e sfruttamento delle reazioni nucleari ultrasoniche” è contenuto un sintetico riepilogo degli sviluppi di queste ricerche, che così conclude:

…Nei successivi esperimenti condotti all’Università Perdue, Taleyarkhan finalmente decise di rinunziare agli impulsi di neutroni dall’esterno ed in più decise di cambiare liquido tornando all’acqua pesante. Purtroppo non riuscì a rinunciare alle radiazioni per catalizzare la produzione delle bolle, e mescolò all’acqua un composto di uranio radioattivo, nitrato di uranile, scatenando successivamente le solite polemiche sterili ma questa volta più violente, col noto risultato che dalle polemiche tra scienziati l’unica a rimetterci è la scienza. Infatti come si può pensare che venga prodotta energia nucleare con gli ultrasuoni se comunque si usa uranio? … … Continuò peraltro a rimanere l’incognita dei raggi gamma, che non era chiaro se venissero o meno prodotti ed eventualmente in che entità, questo rimase una sorta di mistero irrisolto che continuò ad aleggiare su tutti gli esperimenti. In effetti questi esperimenti lasciarono tutti con una sola domanda, se la pressione sotto forma di onda di pressione, onda d’urto o collasso da cavitazione, potesse o meno produrre o catalizzare reazioni nucleari, e se si, di che tipo? Nuove o note?

A RICERCA ITALIANA

I metodi e gli approcci di casa nostra ci distinguono enormemente da quelli americani o anche tedeschi del secolo scorso. Il prof Cardone sostiene che …”bisogna pensare prima di agire, ma senza troppi preconcetti o pregiudizi, consapevoli che la logica della natura non è quella umana, altrimenti la scienza sarebbe davvero troppo facile…”
/

LA GEOMETRIA

Gli studi teorici che intorno al 2003 precedettero gli esperimenti furono lungamente dibattuti in molti atenei (la Sapienza, Roma 3, l’Aquila, Perugia, Messina e Torino e ovviamente al CNR). Contribuirono a questi studi preliminari anche le Università di Danzica, Del Maryland, di Harvard, il politecnico di Boston (MIT) e i laboratori europei del CERN.

L’idea di partenza era che lo spazio attorno ai nuclei atomici non fosse piatto come un foglio di carta posato su un tavolo, ma che fosse possibile per le forze nucleari deformare lo spazio microscopicamente almeno entro certi limiti.

Questa ipotesi esposta sommariamente nel volume già citato ma molto più accuratamente in DEFORMED SPACE TIME (F. Cardone – R. Mignani Ed. Springer), costituì la base per una teoria estremamente complessa sia riguardo a come doveva deformarsi lo spazio (e il tempo!) sotto l’azione di forze sorprendentemente autonome come la radioattività e l’interazione nucleare, sia per come sarebbe dovuta essere realizzata una macchina sperimentale capace di tenerne conto. Nel volume sono puntualmente segnalati collaboratori, eventi e concetti che avrebbero portato al prototipo che fu poi realizzato e messo in funzione. Inoltre è opportunamente specificato come e perché si pensò al ferro come “combustibile” ideale da impiegare per le prove (materiale inerte tutt’altro che radioattivo).

Considerando la tavola degli elementi… tutti i nuclei a partire dal più piccolo, il Deuterio, fino al più grande, l’Uranio, sono ordinati secondo il valore crescente della loro energia di legame per componente. Tra i due estremi vi è il Ferro, che si trova circa a metà tra Deuterio e Uranio, inoltre il Ferro possiede il valore più alto dell’energia di legame per componente tra tutti i nuclei degli elementi, ed in più il Ferro è inerte, cioè non radioattivo. Per questa sua proprietà di avere l’energia di legame più alta, il ferro è il più svantaggiato per produrre energia nucleare ed anche il meno incline a farlo. Scherzando si può dire che il suo nucleo è… “duro come il ferro” e quindi sarebbe l’elemento meno opportuno da considerare, almeno secondo il buon senso, come avrebbe detto Fermi. Ma tutto questo in condizioni normali, ossia in un spazio piatto. Viceversa in uno spazio deformato dalle energie nucleari, il Ferro si trova in posizione avvantaggiata. Infatti se vi è una soglia di energia da raggiungere, che è al di sopra di tutte le energie di legame, il nucleo con l’energia più alta è quello più vicino, quello che a parità di potenza fornita la supera per primo fra gli altri nuclei e, cosa più importante, nel minor tempo… Questo è un ragionamento di estrema semplicità ed eleganza che riassume una serie di ragionamenti e calcoli alquanto complessi ed è dovuto al fisico italiano W. Perconti.

L’ESPERIENZA

Il progetto fu eseguito da un equipe di esperti con a capo il Prof. Cardone. Si trattò di un’efficientissima sinergia tra accademici ed esercito italiano.

Certo che esigere dal ferro un'emissione di energia nucleare, per giunta nell’arco ragionevole di poche decine di minuti sembrava essere quanto di più avventato si potesse pretendere. Con gli ultrasuoni poi…

…Per comprendere l’enormità della cosa si consideri il fatto che gli ultrasuoni agiscono sugli atomi che sono 100.000 volte più grandi del loro nucleo, invece il nucleo ha un’energia 100.000 volte più grande dell’atomo, da cui l’enorme disparità tra l’energia nucleare e quella chimica.

Eppure l’idea era quella che nello spazio deformato, in presenza quindi di una geometria deformata, si potesse cambiare una leva tragicamente svantaggiosa in spudoratamente vantaggiosa.

LA MACCHINA

Collaudato e realizzato dalle forze armate, il “cavitatore” (questo il nome assegnato all’apparecchiatura) presentava due punti di forza non considerati nei precedenti esperimenti americani e di Perugia: la separazione del “sonotrodo” dalla camera di reazione e un sistema di raffreddamento di nuova concezione.



Senza scendere in dettagli le proporzioni del sonotrodo e della camera di reazione dovevano avere una geometria estremamente precisa a causa delle dilatazioni termiche cui sarebbero state sottoposte. La cura estrema di questi aspetti (geometria e sistema di raffreddamento), avrebbero consentito il funzionamento a regime della macchina senza limiti di tempo.

La macchina funzionava in modo stabile. Emissione di ultrasuoni a 20Khz (20.000 oscillazioni per secondo) con un intensità di 100 watt.

Ora si trattava di scegliere il “combutibile”.

Si scelsero elementi ordinati per massa ed energia nucleare per componente del nucleo: Litio, Alluminio, Ferro. Sotto forma di cloruri per tutti e tre ma con in più il nitrato di ferro. Non ci si aspettava ovviamente alcuna emissione di neutroni da parte di litio e alluminio, ma dal ferro si. Quantità, proporzioni, dosaggi e quant’altro fosse necessario alla buona riuscita dell’esperienza era comunque previsto dalla teoria. Si trattava ora di scegliere un altro determinante componente per le verifiche: un rivelatore di neutroni efficiente. Si optò per il meglio: rivelatori termodinamici della canadese BTI.

Questi consentivano di bloccare, rendere visibili, contare e fotografare le bolle di un idrocarburo, immerso in una gelatina, e messo in ebollizione dall’energia dei neutroni. La spesa fu sostenuta con coraggio dalle forze armate.

Nonostante la notevole affidabilità dei termodinamici di verifica, nel 2005 si volle comunque dotare il sistema di un ulteriore strumento di rivelazione: lastre fotografiche di policarbonato (CR39) corrette al Boro.


Nel 2006 infine si aggiunse un rivelatore al trifluoro di Boro per la registrazione elettronica dei dati. Ciò avrebbe permesso il disegno di un grafico sulle emissioni di neutroni, la loro quantità e l’energia prodotti nell’arco dei 90’ di funzionamento della macchina.
/
ACCENSIONE..

Nei 90 minuti di durata dell’esperimento non fu misurata nessuna emissione di neutroni per quanto riguarda Litio e Alluminio.

Ma con il Ferro rimanemmo di sasso: primo esperimento e primo successo.

I controlli incrociati con i nostri tre sistemi di rivelazione cominciarono a dare in perfetto accordo segnali di attività nucleare (emissione di neutroni) dopo 50 minuti ca.
/

Nessuna presenza di radiazioni alfa e beta al di fuori della camera di reazione, né durante i 90 minuti della prova, né postuma a esperienza conclusa e macchina spenta. Nessuna presenza di radiazioni gamma in ogni condizione. Ulteriori comparazioni vennero effettuate con cloruro di Ferro e nitrato di Ferro, sempre con i medesimi risultati. La forma chimica non influenzava la produzione di neutroni, solo la presenza del ferro era determinante.

All’incremento delle quantità di ferro inserite nella camera di reazione corrispondeva un incremento del tempo necessario alla produzione di neutroni. Questo confermò definitivamente l'esistenza di un’inerzia e quindi di un campo di attesa nel processo di produzione delle reazioni piezonucleari mediante ultrasuoni e cavitazione.

Nel 2006 gli esperimenti vennero spostati da una sede dell’esercito italiano ai laboratori del CNR a Roma allo scopo di verificare la ripetibilità dei fenomeni: stessi identici risultati, stessa medesima assenza di radiazioni alfa, beta e gamma.

L’assenza di radiazioni gamma da noi riscontrata, fu campo di indagine approfondito anche di altri ricercatori: esperienze accurate usando spettrometri con cristallo di Ioduro di Sodio e Tallio, confermarono ulteriormente l’assenza di radiazioni gamma.

Fu a questo punto molto interessante quanto proposto dall’allora Presidente del CNR dopo aver supervisionato i risultati: la comparazione tra la nostra macchina a ultrasuoni e un reattore nucleare convenzionale ad Uranio (in dotazione al centro ENEA di Roma-Casaccia).

Anche questa fu una esperienza sorprendente.
/

UN’ALTRA SORPRESA

Ma come si sarebbe comportato un elemento che a differenza del ferro fosse stato radioattivo?

Con il Torio, un elemento moderatamente radioattivo, accadeva qualcosa di inatteso e sorprendente.

Vennero preparate soluzioni a bassissimo contenuto dell’isotopo Torio228. Questo è composto da 90 protoni e 138 neutroni e dato che è un esa-alfa emettitore emette 6 particelle alfa che formano su una lastra fotografica di policarbonato un’immagine come le dita di una mano aperta. La sua radiazione è quindi inconfondibile anche in mezzo ad altre radiazioni ambientali.

Il tempo naturale in cui la sua radiazione e il suo contenuto si dimezzano è di circa due anni.

Dei dodici campioni preparati 8 sarebbero stati sottoposti a cavitazione nella nostra macchina e gli altri 4 sarebbero serviti alla comparazione.

Al termine dell’esperienza i campioni cavitati furono sottoposti all’analisi con uno spettrometro di massa ad alta risoluzione (quadrupolare a settore magnetico) riscontrando che sia il contenuto che la radioattività risultavano esattamente dimezzati!!
/

La misurazione dei neutroni non aveva dato risultati significativi.

Cosa si doveva ritenere?

Che il torio sottoposto a cavitazione si era trasformato in un tempo 10.000 volte più rapido di come accade naturalmente, concludendo che questi era stato soggetto a reazioni piezo-nucleari che ne avevano alterato la natura facendogli superare la soglia di energia della forza radioattiva aldilà della quale anche la geometria di tale forza… non era più piatta.

Il caso del Ferro e del Torio potrebbero diventare emblematici di un altro fatto, che il superamento della soglia di deformazione è un po’ attraversare “lo specchio di Alice” per entrare in un luogo in cui il ferro inerte emette neutroni anche se è il più sfavorito a farlo, mentre il Torio radioattivo perde la sua radioattività in un tempo troppo breve producendo una situazione inerte….






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raxas è offline  
Old 30-03-2011, 13:08   #3
Ziosilvio
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http://arxiv.org/abs/0910.3501

Abstract: (grassetto mio)
In a number of recent articles in this journal F. Cardone and collaborators have claimed the observation of several striking nuclear phenomena which they attribute to "piezonuclear reactions". One such claim [Phys. Lett. A 373 (2009) 1956] is that subjecting a solution of 228Th to cavitation leads to a "transformation" of thorium nuclei that is 104 times faster than the normal nuclear decay for this isotope. In a "Comment" [Phys. Lett. A 373 (2009) 3795] to the thorium work, we have criticized the evidence provided for this claim. In a "Reply" [Phys. Lett. A 373 (2009) 3797] Cardone et al. answer only some minor points but avoid addressing the real issue. The information provided in their Reply displays a worrying lack of control of their experimental situation and the data they put forward as evidence for their claims. We point out several shortcomings and errors in the described experimental preparations, set-up and reporting, as well as in the data analysis. We conclude that the evidence presented by Cardone et al. is insufficient to justify their claims of accelerated thorium decay (by "piezonuclear reactions" or otherwise). We also briefly discuss the role of the physics community (peer review) in the evaluation of new discoveries and claims.
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Old 30-03-2011, 14:17   #4
pindol
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sicuramente interessante come cosa,

però ovviamente come in tutte le invenzioni o presunte tali bisogna andarci con i piedi di piombo ed avere pareri concordanti anche dal resto dell'opinione scientifica.

vediamo se si evolve la cosa, come spero si evolva il reattore rossi-focardi...

segnalo questi due video molto interessanti sull'argomento delle reazioni piezonucleari:


http://www.youtube.com/watch?v=epQqw...layer_embedded

http://www.youtube.com/watch?v=pQl_f...layer_embedded

Pindol
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Ultima modifica di pindol : 30-03-2011 alle 16:36.
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Old 31-03-2011, 04:36   #5
raxas
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(scusate la tarda risposta ma da ieri pomeriggio tardi l'adsl nella mia zona non ha funzionato fino a stanotte...)

x Ziosilvio
non so lo storico degli articoli di quell'archivio di "Cornell University Library" (...organizzazione privata no-profit...)
ma qui uno più recente
http://arxiv.org/abs/1103.1153
a cura di F. Cardone, R. Mignani, A. Petrucci

non ho trovato, sarà sicuramente errore mio, una risposta all'articolo 0910.3501 , tuttavia ce ne sono di più recenti... strano...

http://arxiv.org/find/all/1/ti:+piez.../0/1/0/all/0/1

bisognerebbe trovare l'ultima parola e chi l'ha detta
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x pindol
grazie per il link ai due video, che sono chiari ed esplicativi.
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Ultima modifica di raxas : 31-03-2011 alle 04:42.
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Old 31-03-2011, 08:34   #6
jumpjack
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'mmazza quanto scrivi, raxas....
Non ho letto ovviamente tutto quello che hai scritto... ma forse è la "sonoluminescenza" di cui parlarono su focus qualche anno fa?
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Old 31-03-2011, 09:19   #7
Ziosilvio
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x Ziosilvio
non so lo storico degli articoli di quell'archivio di "Cornell University Library" (...organizzazione privata no-profit...)
ma qui uno più recente
http://arxiv.org/abs/1103.1153
a cura di F. Cardone, R. Mignani, A. Petrucci

non ho trovato, sarà sicuramente errore mio, una risposta all'articolo 0910.3501 , tuttavia ce ne sono di più recenti... strano...

http://arxiv.org/find/all/1/ti:+piez.../0/1/0/all/0/1

bisognerebbe trovare l'ultima parola e chi l'ha detta
Non conoscere arXiv, il più importante archivio di preprint online, è una lacuna un po' grave per un uomo di scienza.
L'articolo dei quattro svedesi che ho citato, è poi stato anche pubblicato su rivista. Questo che citi tu, non lo so cosa ne sarà.
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Ziosilvio è offline  
Old 31-03-2011, 19:51   #8
raxas
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(scusate la tarda risposta ma purtroppo di giorno lavoro, prevalentemente, e di notte rispondo ai forum... )

egregio jumpjack, se vedi i link ho riportato il testo da lì, non l'ho scritto ovviamente io, e cioè quindi per Ziosilvio specifico che non sono uomo di scienza, ma di energia pubblica, purtroppo non conoscevo arXiv, incidentale qui a me per la questione dell'addivenire pubblico dell'energia, cercherò di fare ammenda e di seguire la questione, non posso tuttavia leggere tutti i 100.000 e oltre documenti dell'archivio,
auspico peraltro l'intervento dell'esercito italiano (chiamato a mettere a punto i dispositivi di energia alternativi al panorama industrial-nucleare) contro le universitate estere che, al fine di creare conflitto scientifico nella ricerca contravvenirono alla dirimizione del problema, come si è già visto, proponendo scenari di test con materiali improprii alla soddisfazione dell'esperimento tali per esempio il nitrato di uranile al posto del nitrato di ferro, azioni con il fine di risultare in una progressiva problematicità del fornimento di energia per un paese privo di fonti di energia come l'italia, quindi l'esercitità militare italiana contro l'industrializzazione di massa dell'energia, cosa che in passato sarebbe stata anche attuabile, ma oggi probabilmente l'esercito italiano si dovrebbe scontrare con gli eserciti di quei stati ove si trovano le universitate predette, (Nota: mi riferisco, ovviamente, a conclamate fraudolenze nell'indicare i test e i successi ottenuti) un sano nazionalismo energetico sarebbe ben più che vantaggioso per una o più utility dell'energia.
Quindi per me sarebbe auspicabile un mettersi in proprio dell'esercito italiano, ove possibile, e della energicità pubblica italiana, lasciando in quei paesi, dove fra l'altro si trovano (voglio dire non c'è bisogno di mandarceli) i paesi che hanno monopolistici interessi industriali, motori delle economie e delle culture di energia di massa equivalenti a consumo x consumo.
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Ultima modifica di raxas : 31-03-2011 alle 19:54.
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