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#1 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2005
Città: Trentino
Messaggi: 1084
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Contro l'astensionismo: perchè andare a votare
Oggi e domani, come sapete, si vota per rinnovare il Parlamento. Per sostenere la necessità di andare a votare, si potrebbe sicuramente fare un discorso lirico e retorico sulla bellezza della democrazia in azione, sulla morte di persone per portarci alla libertà di voto, sulla necessità di prendere in mano il destino del proprio paese nell’unico momento in cui ci è consentito.
Non faremo nulla di tutto questo. Da un lato perché il populismo e la demagogia recente che invita a non votare non va combattuta con altre argomentazioni da bar; dall’altro perché se si arriva ad esprimere il proprio voto, probabilmente si è quantomeno frequentata la scuola dell’obbligo e i corsi basilari di storia italiana ed educazione civica. Ovviamente, ci sono persone che arrivano all’astensione, all’annullamento o alla scheda bianca dopo un lungo percorso. In quel caso, la scelta è un segnale di neutralità, valido come un voto. Le obiezioni che vi propongo sono invece ad alcune delle più diffuse e recenti posizioni pro-astensione, figlie di un populismo d’accatto che ha trovato in alcune figure messianiche facili profeti (dai conti bancari ad n zeri). In particolare, ci sono cinque obiezioni ad altrettanti slogan pro-astensione che vorrei considerare. * Tanto il mio voto non conta nulla. L’errore qui è sostanzialmente logico. Lo spiega bene Marco Travaglio: se votassero tre persone, deciderebbero per 60 milioni di italiani quelle tre persone. L’errore è considerare il gioco democratico come “altro da sé”, come se nelle urne le schede altrui contassero più della nostra. Quella da molti sfruttata come “anti-politica” è in realtà un bisogno di partecipazione politica. Le elezioni sono il primo modo di incarnare questa partecipazione (lo diceva il buon Gaber). Può sembrare vuota retorica, non lo è. Chiedetelo a chi è andato a votare in Sudafrica nel 1994, o in Italia al referendum del 1946. * Tanto sono tutti uguali. Sicuro di esserti informato abbastanza? Nessuna differenza sulla legalità, sul precariato, sulle politiche sociali? Nessuna differenza tra i candidati premier a livello personale? Leggiti le liste dei candidati, leggi i programmi, cerca le biografie dei candidati, informati da fonti di destra e di sinistra. Fatti il tuo giudizio. Se per decine di milioni di persone la differenza tra gli uni e gli altri c’è, ed è anche parecchia, non sono loro a non capire. Forse sei tu a non sapere, o a fidarti troppo di chi ti dice che, tanto, sono tutti uguali. * Ma io sono disilluso dalla mia parte politica. Ci sta, la politica - tanto da un lato quanto dall’altro - non ha dato una buona prova di sé. Però questa volta sia il PD che il PDL rappresentano alternative più forti (per quanto ancora in formazione) che in precedenza, perché vanno da soli o in coalizioni più limitate. Al di fuori ci sono invece forze che hanno riguadagnato la loro identità, non dovendola diluire in misture improbabili. Sinistra radicale, centrosinistra, centro, destra, destra radicale. Senza contare un totale di quindici candidati premier, spesso rappresentanti delle più pittoresche istanze. Le alternative non mancano. * Ma nessuno mi rispecchia al 100%. Cercare il partito adatto è come cercare la donna/l’uomo ideale: se si guardano le cose che dividono e non quelle che accomunano, si finisce per rimanere soli. A volte è normale votare “contro” un progetto, può capitare di dover turarsi (alla Montanelli) il naso e scegliere il male minore. I casi in cui per qualcuno Veltroni e Berlusconi “pari sono” sono davvero pochissimi. E ritorniamo al punto 2: informati, e vedrai che non sei veramente equidistante. Se poi si vuole che un partito o una parte politica ci rispecchi di più, l’unica cosa possibile è impegnarsi direttamente, magari fin dal livello locale. Chiaro: se noi non facciamo niente, non si può dire che nessuno fa niente per noi. Che è poi come dire, seguendo Barack Obama, che “noi siamo quelli che stavamo aspettando”. * Ma se io mi astengo, lancio un messaggio. Teoricamente forse sì, a te stesso. Ma non si vede perché mentre l’esprimere un diritto non dovrebbe contare nulla (vedi punto 1), non esprimerlo dovrebbe avere insito un qualche messaggio. Alla fine sarai un numero nella riga più in basso. Con l’aggravante che è la riga che non esprime nulla, perché quelli sopra avranno deciso per te. Insomma non votare, o annullare la scheda, sono scelte legittime e rispettabili. Dovrebbero però essere figlie di un processo lungo di riflessione e confronto, e non di qualche “vaffa” del momento. Pensateci. E buon voto, per chiunque lo esprimiate. http://www.polisblog.it/post/516/con...ndare-a-votare |
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
Messaggi: 2898
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a "non credo in questa concezione della democrazia" come si risponde?
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#3 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2003
Città: Altrove (eh, magari vicino una certa base....chissà)
Messaggi: 4228
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da un accanito fan di splatter movie quale pensi possa essere la MIA risposta ?
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#4 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2005
Città: Trentino
Messaggi: 1084
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