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#1 |
Senior Member
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Città: Strada in Chianti, Firenze
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Modifiche al patto di stabilità: 3 si dall'europa
da Tgcom.it:
"Nei miei colloqui con Blair, Schroeder e Chirac ho registrato una completa adesione per quanto riguarda una ridefinizione del Patto di stabilità". Lo ha affermato Silvio Berlusconi al termine del Consiglio europeo. La questione di una nuova interpretazione del Patto di stabilità è "il problema più importante per le alte sfere decisionali dell'Europa", ha aggiunto Berlusconi a Bruxelles. Con l'annuncio di questa sorta di spallata alla rigida disciplina economica che ha governato finora il Patto di stabilità europeo Berlusconi sottolinea tuttavia che "Noi siamo stati virtuosi e intendiamo rimanere virtuosi". Il premier ha aggiunto che "il debito è qualcosa che abbiamo ereditato dal passato e non credo che debba essere una preoccupazione", inoltre, ha ricordato,"nei prossimi due anni prevediamo di scendere sotto il 100%" nel rapporto tra debito e Pil. Quello del presidente del Consiglio a Bruxelles è stato un "intervento ufficiale con il quale - come ha riferito lo stesso premier - è stato posto un problema importante all'attenzione delle più alte sfere decisionali continentali". Berlusconi parte dalla considerazione che bisogna prendere atto di come l'economia europea abbia "reagito male" anche all'eccessivo apprezzamento della nostra moneta rispetto al dollaro Usa: uno stato di fatto che non può essere attribuito a specifiche politiche dell'amministrazione americana ma, piuttosto - dice - ai vincoli imposti dalla politica monetaria, economica e di bilancio ai Paesi dell'Unione. Né, per quanto riguarda in modo particolare l'Italia, si possono attribuire particolari responsabilità, per le difficoltà economiche, a un debito eccessivo, ereditato dai governi precedenti, che tutt'al più potrebbe incidere sull'inflazione. Inflazione che però attualmente non esiste, ricorda il presidente del Consiglio, chiarendo che il nostro Paese può contare su un patrimonio superiore del 30-40% rispetto al debito complessivo: una garanzia in più verso una politica economica "virtuosa" che ha già portato al 103% il rapporto tra debito e pil e assicurato comunque il rispetto del Patto di stabilità. "Noi siamo sempre stati virtuosi - afferma Berlusconi - mentre altri Paesi, come Francia, Germania, Olanda e Portogallo, no". Detto questo, secondo il presidente del Consiglio ci sarebbero delle ragioni più che valide per "sostenere l'economia in momenti di stagnazione come questa". In sostanza, ci potrebbero essere delle ragioni più che valide per valutare una applicazione non rigida del canone del 3%, senza intaccare questo principio, e non certo per incrementare le spese correnti - spiega - ma sicuramente per aiutare il rilancio di alcuni settori, come la ricerca, la tecnologia militare e le infrastrutture (attribuendo ai bilanci di questi comparti solo le quote di ammortamento dei singoli anni): soprattutto per le infrastrutture il governo italiano pensa, nel quadro della rivisitazione di Maastricht, ad un incremento della spesa rispetto al pil anche fino al 7%, "se non oltre", per coprire il gap che divide l'Italia dagli altri grandi paesi del Continente. L'iniziativa di Berlusconi viene commentata positivamente dal vice premier e ministro degli Esteri Gianfranco Fini, anch'egli presente ai lavori del Consiglio europeo. "Qualche settimana fa - sostiene - quando il presidente del Consiglio spedì una lettera ai partner europei su questi temi, in Italia ci fu qualcuno dall'opposizione che parlò di propaganda e di un gesto irrituale senza seguito. Ma oggi la questione è stata posta ufficialmente e a marzo ci sarà un dibattito durante la presidenza lussemburghese. Ora - aggiunge Fini prima di lasciare Justus Lipsius insieme a Berlusconi - per fare rientro in Italia, qualcuno dall'opposizione si dovrà ricredere". Tra gli altri leader europei si è levata la voce dubbiosa del premier del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, che dal primo gennaio assumerà la presidenza della Ue nonché la presidenza biennale dei ministri delle Finanze della zona dell'euro. Juncker ha detto di non essere convinto "di alcune delle proposte" sulla riforma del Patto di stabilità e di crescita, illustrate dal premier Silvio Berlusconi ai colleghi europei. "Alcuni elementi non mi convincono, ma non vi dirò quali perché non c'è stato dibattito", ha detto Juncker. Il quale ha aggiunto che la riforma del Patto sarà esaminata dai ministri delle Finanze in gennaio e nel vertice di marzo si cercherà di concludere i lavori. da Repubblica.it: BRUXELLES - Per la revisione del Patto di stabilità c'è il sì di Francia, Germania e Gran Bretagna. Parola del premier italiano Silvio Berlusconi. "Abbiamo molte speranze che questo tema venga affrontato e risolto...", ha detto il Cavaliere ieri lasciando - visibilmente soddisfatto - il palazzo di Justus Lipsius al termine del Consiglio europeo. Perchè è convinto che si "partirà con il piede giusto per una sua interpretazione più flessibile". Un argomento posto sul tavolo dei 24 capi di Stato e di governo in chiusura dei lavori, nei quali Berlusconi ha ribadito la necessità di applicare con "elasticità" il rapporto deficit-Pil al 3%. Una applicazione che deve essere "correlata", a suo avviso, alla situazione dell'economia: "Con più rigore quando va bene, con minore rigidità, appunto, in periodi di recessione e stagnazione". Un criterio che il capo del governo definisce "ragionevole" e che "ha avuto l'apprezzamento dei leader europei ed una piena adesione" da parte di Francia, Germania e Gran Bretagna". In sostanza, insiste il premier, ci potrebbero essere delle ragioni più che valide per valutare una applicazione non rigida del canone del 3%, non per incrementare le spese correnti ma per aiutare il rilancio di alcuni settori, dalla ricerca alla tecnologia militare e le infrastrutture: soprattutto per queste ultime il governo italiano pensa, nel quadro della rivisitazione di Maastricht, ad un incremento della spesa anche fino al 7%, "se non oltre", per coprire il gap che divide l'Italia dagli altri grandi paesi del Continente. Che ne pensate? Siete favorevoli alla revisione del patto di stabilità?
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Contrarissimo, permettere allo stato italiano di spendere ancora di più mi sembra una follia.
Se vogliamo andare dritti verso il fallimento, perlomeno facciamo una fermata così chi vuole può scendere. |
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#3 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
Città: Imola
Messaggi: 1126
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Il patto è fallito, su questo ci sono pochi dubbi: la stabilità l'abbiamo raggiunta, ossia la bassa inflazione, ma questo non si è accompagnato, come era nelle premesse, nè a crescita nè ad una drastica riduzione della disoccupazione.
Secondo me il patto andrebbe modellato in modo da lasciare ai governi quello spazio per reagire (aumento di spesa o leva fiscale) ai periodi di recessione, per poi irrigidirsi quando la congiuntura torna favorevole. Anche l'idea di ammettere gli ammortamenti degli investimenti non è una cosa di per sè cattiva, ma sarebbe possibile solo se ci lasciassimo commissariare il bilancio: chi sarebbe disposto ad accettare che l'Italia faccia spesa corrente mascherata per poi chiedere di non iscriverla. Senza contare che già siamo nell'Euro in aperta violazione al trattato di Maastricht, avendo il debito doppio del consentito, per cui eccezioni a nostro favore sono improbabili (il bonus da 30 milioni l'anno di servizio del debito già ce l'hanno regalato). Certo sarebbe un gran vantaggio, e un successo ottenere la riforma, ma sono scettico.
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G.G. "Il tutto è falso" In letargo intermittente... Comunque vi si legge, ogni tanto ci si desta ![]() Ultima modifica di tatrat4d : 18-12-2004 alle 12:40. |
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#4 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2000
Città: Strada in Chianti, Firenze
Messaggi: 12998
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Vedo due pareri nettamente contrastanti... personalmente non so cosa sia meglio, ma mi pare che in Europa non siano tantissimi quelli che se la passano molto meglio di noi: il "si" di Francia e Germania mi pare, da questo punto di vista, emblemantico!
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#5 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
Città: Imola
Messaggi: 1126
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Detto questo ormai è chiaro che il patto non conta per tutti, dopo le ripetute violazioni di Francia e Germania, e che è generalmente inefficace. A questo punto è verosimile che si trovi consenso alla sua riforma, ma dubito che ciò consenta di togliere l'Italia dalla luce dei riflettori, quale paese facile a fare spesa non coperta.
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G.G. "Il tutto è falso" In letargo intermittente... Comunque vi si legge, ogni tanto ci si desta ![]() |
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#6 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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La pressione fiscale è al 52% del PIL. Aggiunto il deficit del 3%, quella "con bilancio in pari" sarebbe del 55% del PIL. Vuol dire che lo stato -oggi- spende il 55% della ricchezza prodotta nel paese.
Mi chiedo: come si può pensare che un ulteriore aumento della spesa pubblica possa favorire la crescita e non deprimerla ulteriormente? |
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#7 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2004
Città: Firenze-Parigi
Messaggi: 442
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intanto sarebbe fondamentale stare sotto quel famoso 3% non tanto per un cieco e vuoto patto di stabilità ma proprio perchè non possiamo permetterci di spendere soldi inutilmente. Ovvero non possiamo permetterci, come dici tu di passare dal 52% al 55%...
Ma lo sai benissimo comunque che il rilancio dell'italia, per come era stato promesso, sostanzialmente doveva passare attraverso enormi investimenti pubblici. |
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#8 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
Messaggi: 1009
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Se si vuole tornare alla politica del debito sfrenato, allora indebolire il patto è la cosa giusta da fare. Che poi lo sia anche per il bene del paese è tutto un altro paio di maniche.
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#9 |
Bannato
Iscritto dal: Oct 2003
Messaggi: 112
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E' ora che questo laccio sia spezzato.
Germania e Francia se ne sono infischiate, in questi anni, e infatti veleggiano meglio di noi. Un altro successo del Presidente, se andrà in porto. Ricordo le pernacchie quando lo propose, gente che si stracciava le vesti dicendo che tanto non lo avrebbero considerato.. e invece.. |
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#10 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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L'economia francese e quella tedesca non veleggiano, sono in recessione, crescono quanto se non meno di noi.
I paesi europei che sono cresciuti negli ultimi anni, sono Spagna e Irlanda. Che hanno diminuito la spesa pubblica. Hanno diminuito le tasse. E hanno un deficit ridotto (in qualche anno la Spagna ha persino avuto avanzo, diminuendo il debito). Questo a dimostrazione che la spesa pubblica non è in grado di far crescere l'economia attuale, semmai il viceversa, i paesi che hanno aumentato la spesa pubblica e hanno un deficit alto sono fermi in recessione, quelli che hanno ridotto la spesa pubblica, ridato soldi nella disponibilità dei cittadini, attirato gli investimenti stranieri, crescono e prosperano. |
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#11 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2000
Città: La città più brutta della Toscana: Prato
Messaggi: 6711
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guarda caso i paesi che crescono di più sono ache quelli che sono più indietro...
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#12 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
Messaggi: 1009
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#13 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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![]() Il nostro Mezzogiorno, la Germania est, la Grecia, il Portogallo: secondo la tua teoria dovrebbero volare. Essere indietro semmai è un'aggravante, un ulteriore freno: manca tutto, ma il costo del lavoro è a livelli europei = crisi ancor più nera, lo sa bene il nostro Mezzogiorno. Gli stipendi spagnoli ed irlandesi non sono certo quelli dei cinesi, sono pari se non già superiori a quelli italiani del Mezzogiorno. Eppure Spagna e Irlanda crescono, mentre le altre regioni europee sottosviluppate sono ancora di più in crisi a causa del loro sottosviluppo. Faccio mio il titolo di un thread, correggendolo. Non dico "un po' di autocritica", che sa di spocchioso e antropologicamente superiore. Mi limito a suggerire "un momento di riflessione". Perchè questi paesi che hanno fatto le riforme, europei come noi, comparabili a noi (gli spagnoli erano i nostri cugini poveri, in 10 anni ai tassi attuali saranno i nostri cugini ricchi), crescono, mentre noi siamo in stagnazione? |
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#14 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2000
Città: La città più brutta della Toscana: Prato
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e da quando il costo del lavoro spagnolo è uguale a quello tedesco o francese? ma come mai la germania e la francia sono diventate quello che sono con quelle tassaccie che osano mettere?
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#15 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
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Ti ho semplicemente fatto notare che la tua teoria è sbagliata.
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La Gran Bretagna è avanti e crescono, Francia Germania e nord Italia sono avanti e stagnano. Evidentemente le ragioni sono altre, non quella che hai detto: per questo non ci fa caso nessuno (rispondo a Littlelux), perchè non è così. |
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#16 | |
Senior Member
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#17 | |
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E penso sia la stessa tesi di Ferrara + o -... |
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#18 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2003
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Ma il nostro debito è già mostruoso ![]() Concordo con SaMu e con la sua contrarietà, d'altra parte mi aspettavo prima o poi che vi fossero delle proposte in tal senso, considerato che già Francia e Germania l'hanno disatteso da anni... mah, quando Grillo diceva che l'UE è stata voluta da 20 burocrati tra cui Prodi, tutto sommato n sbagliava...a parte la comodità di pagare il tutto con l'Euro ( sì pago tutto il doppio di prima in compenso...) è un'entita politica debole, su alcuni temi inesistente e incapace di mantenere una rotta... Altro che contrapposizione agli USA... ![]() |
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#19 | |
Senior Member
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#20 | |
Senior Member
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