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Risultati sondaggio: riguardo all'origine della specie la tua posizione è
tendenzialmente evoluzionista, la selezione naturale determina lo sviluppo delle specie 43 97.73%
tendenzialmente creazionista, le specie non si evolvono e non sono imparentate tra loro 1 2.27%
Votanti: 44. Non puoi votare in questo sondaggio

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Old 06-02-2004, 02:15   #1
jumpermax
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cosa pensate delle teorie sull'evoluzione?

Francamente ritenevo la questione evoluzionista sostanzialmente chiusa... è incredibile vedere in giro quanto siano attivi e accaniti i detrattori. Ora come storia chiusa non intendo certo dire che sia verità rivelata, mi aspetto anzi che, come spesso accade ci siano nuove teorie in grado di spiegare meglio i fatti delle precedenti. Ma non è di questo il caso. Qua non si tratta di nuove teorie ma del ritorno in pompa magna del creazionismo. Figuratemi il mio stupore nel trovare un articolo del genere addirittura sulle pagine dell'Avvenire (22 gennaio 2004) I commenti sull'articolo li posterò domani in orari più consoni, vi lascio un piccolo sondaggio giusto per vedere quanto questa posizione creazionista sia diffusa.
Quote:
I DARWINISTI
«Troppo spesso gli scienziati e i divulgatori danno per scontato che l'evoluzionismo sia l'unica spiegazione accettabile dell'origine dell'essere umano fin dalla sua più remota origine»

E Darwin inventò il razzismo

il gesuita. «Si deride come fondamentalista la posizione dei creazionisti protestanti americani e si è giunti persino a sospettare di truffa il paleontologo e teologo padre Teilhard de Chardin» Il «j'accuse» di Lucetta Scaraffia: neppure i più recenti seguaci del biologo inglese si accorgono delle tragiche derive eugenetiche che nascono dalle teorie di selezione della specie. Nessuno dice che la scoperta del Dna è un forte ostacolo alle ipotesi del cambiamento evolutivo

Di Lucetta Scaraffia

La modernità ci ha abituati a un luogo comune: la scienza rappresenta un punto di vista razionale, affidabile, sicuramente al servizio dell'umanità, e chiunque si oppone alla sua inarrestabile affermazione nella nostra società - come per certi aspetti la Chiesa cattolica - si macchia di oscurantismo e rivela un rifiuto di ragionevolezza in nome di dogmi oscuri e di paure irrazionali.
Soltanto la scienza avrebbe la capacità di spiegare l'essere umano fin dalla sua remota origine: da quando l'evoluzionismo darwiniano si è imposto in tutte le branche del sapere scientifico, solo alla scienza ci si rivolge per comprendere meglio chi siamo e per agire con l'intento di migliorarci. Programmi televisivi, articoli divulgativi, festival, tutto tende a darci della ricerca scientifica un'immagine compatta e rassicurante.
Se uno cerca di capire di più e di andare oltre questa vulgata ancora così pervasiva, pur non avendo competenze specifiche, si deve rivolgere ai libri di divulgazione scientifica, quasi tutti scritti in inglese e presto tradotti in italiano. Gli autori di successo - gli italiani Luigi Luca Cavalli Sforza e Massimo Piattelli Palmarini, fino al celeberrimo Stephen Jay Gould - si muovono tutti, se pure con qualche differenza fra loro, nella scia di Darwin, facendo della selezione naturale il quadro di riferimento portante per spiegare la storia del cambiamento evolutivo. Nei loro scritti i nodi originari dell'antica polemica non vengono più ripresi, ma viene dato per scontato che l'evoluzionismo sia l'unica spiegazione accettabile dell'origine dell'essere umano. Si limitano a segnalare - ma per deriderla - la posizione dei creazionisti protestanti oppure, come Gould, arrivano a sospettare di truffa il paleontologo e teologo cattolico Pierre Teilhard de Chardin.
Il fatto che la scoperta del Dna costituisca un ostacolo consistente alla teoria dell'evoluzione naturale - il Dna delle diverse specie è composto da un numero diverso di cromosomi - non viene mai affrontato e si lascia intendere che si sono verificati momenti di passaggio brusco, quasi violento, nel processo di evoluzione da una specie all'altra. A questo si aggiunge che la specificità intellettuale e spirituale umana è ben lungi dall'essere spiegata, dal momento che gli scienziati - e con loro i media - rifiutano di ammettere, anche solo per ipotesi, che almeno in quest'ambito non tutto possa essere spiegato con la scienza.
I divulgatori, in genere, sono preparati in discipline scientifiche, ma non nelle scienze umane, e naturalmente non hanno in genere nessuna conoscenza della tradizione culturale cattolica. Sembra infatti che conoscano solo la polemica contro l'evoluzionismo dei protestanti «creazionisti», venata di fondamentalismo, ma non la posizione dei cattolici che, pur accettando i dati scientifici relativi all'evoluzione delle specie animate, sottolineano come i dati biologici non bastino a definire dove cominci veramente l'umano.
Così Geoffrey Miller (il cui libro Uomini, donne e code di pavone è stato tradotto da Einaudi nel 2002) propone come novità assoluta un'ipotesi di evoluzione attraverso la selezione sessuale - i migliori si sposano e proliferano, gli altri si estinguono - che è di stampo genuinamente darwiniano. Miller sostiene che questa spiegazione dell'evoluzione - «La selezione sessuale è la più nota, potente, creativa, diretta e fondamentale forma di selezione sociale» - è stata trascurata per più d'un secolo dai seguaci di Darwin forse per pruderie e ne fa il centro del suo imponente studio in cui intreccia ricerca biologica e psicologia evolutiva.
Peccato che ignori la storia, e quindi le tragiche derive eugenetiche nate dall'applicazione della selezione sessuale ai fini di accelerare l'evoluzionismo, che hanno avuto conseguenze sociali e legislative anche in Paesi occidentali «civilissimi» (Stati Uniti e Svezia), come la sterilizzazione dei minorati fisici o psichici, per non parlare degli orrori nazisti. Dietro queste politiche c'erano le teorie di eminenti scienziati darwiniani che intendevano migliorare il mondo attraverso la selezione sessuale. Ma Miller non lo sa e piuttosto vuole arrivare a una conclusione che giustifichi la scienza attuale. Le nuove tecniche di fecondazione artificiale che permettono di applicare scelte eugenetiche, scrive, non fanno che ripetere l'esperienza naturale: «Gli animali hanno cominciato a "giocare ad essere Dio" sin dal primo momento in cui hanno evoluto il potere di scelta sessuale».
Più attento ai nodi culturali è Jonathan Marks - autore di Che cosa significa essere scimpanzé al 98% (Feltrinelli, 2003), secondo il quale il Dna umano sarebbe quasi uguale a quello dello scimpanzé - che denuncia errori e conseguenze negative della ricerca genetica. Ben consapevole dell'uso sociale perverso di alcune teorie elaborate dai darwiniani in campo genetico - come la definizione di razza e la conseguente «prova» dell'inferiorità delle razze di colore («La razza è un concetto derivato dalla cultura, non dall'analisi biologica») - afferma senza mezzi termini che non possiamo stabilire con criteri scientifici chi sia «migliore»: infatti «siamo privi di test per valutare i potenziali individuali con cui la gente nasce, e non possiamo sbilanciarci in dichiarazioni scientifiche al riguardo».
Ugualmente fallimentari sono stati tutti i tentativi scientifici di trovare una differenza genetica negli omosessuali, come con presunzione scientifica si sosteneva nell'Ottocento, invece di riconoscere che ci sono «esseri umani che compiono atti omosessuali». Marks però, capace di uno sguardo critico sulle scoperte della scienza, non si accorge che le conclusioni a cui giunge sono le stesse che la tradizione cristiana insegna da duemila anni. E cioè che gli esseri umani sono tutti uguali in quanto figli di Dio, che non esiste un terzo sesso (come proclama «l'orgoglio gay») e che la responsabilità intellettuale e morale dell'uomo è totale perché si basa sulla libertà di ciascuno.
jumpermax è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 06-02-2004, 02:33   #2
jumpermax
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questo invece è un articolo del Giornale
Quote:
"Chi ha ancora paura di Darwin"
di Luigi Mascheroni

Esistono libri che spaccano la storia del pensiero in un "prima" e in un "dopo". "Sull'origine delle specie" di Charles Darwin, pubblicato nel 1859, è uno di questi. Negare la fissità della specie e attaccare scientificamente il credo biblico sulla nascita della vita fu una rivoluzione. L'opera non ha mai smesso di suscitare reazioni, entusiaste o violentissime. Fino a oggi.



IPOTESI O DOGMA?
Dopo 144 anni cosa rappresenta la teoria darwiniana? E una verità scientifica; un'ipotesi ancora da verificare; l'unica interpretazione possibile sullo sviluppo della vita; una "favola"? Edoardo Boncinelli, biologo molecolare, direttore del "Sissa" di Trieste, è chiarissimo: per i biologi la teoria, riveduta e corretta sotto forma di neodarwinismo, "è la migliore spiegazione disponibile dell'origine della grande diversità degli organismi viventi. Si chiama "teoria" ma in pratica è una sicurezza sulla quale non esistono eccessivi dubbi. Certo, il darwinismo non spiega tutto ma diventa sempre più efficiente via via che si fanno nuove scoperte, soprattutto in genetica e in biologia". Una
posizione precisa, condivisa dalla stragrande maggioranza degli scienziati. Ma non da tutti.
E' questo il punto. Giuseppe Sermonti, autore di ricerche all'avanguardia nel campo della genetica dei microrganismi rappresenta la punta di diamante dell'antidarwinismo in Italia. I titoli dei suoi libri parlano da soli: "Dopo Danwin"(Rusconi, 1980)o "Dimenticare Danvin" (Rusconi, 1999): "L'evoluzionismo è un concetto che aspetta ancora di essere definito. Secondo il vocabolario è un progresso lento e graduale dal semplice al complesso, e per i glossari di scienze un qualunque cambiamento nelle frequenze dei geni in una popolazione, per mutazione e selezione. Eppure scienziati come Gould e Lewontin rifiutano il concetto di progresso in biologia". E allora cos'è? " È un vago postulato, dissolto già alla fine dell'800 e poi sostituito con la "teoria neodarwiniana" o "sintetica" a metà '900. Si può anche dire che questa è l'unica teoria possibile se si obbliga la scienza alle "spiegazioni naturali" della storia della vita. E anche l'unica possibile se si aspira alla carriera...". E' una vecchia polemica: l'evoluzionismo darwiniano è un dogma indiscutibile per la biologia italiana forse più che in altri Paesi. "Del resto - spiega Giorgio Celli, etologo dell'Università di Bologna - il 98 per cento degli scienziati oggi difende il paradigma evoluzionista. Ma bisogna fare una premessa: la certezza scientifica non è la certezza metafisica: la scienza tende "solo" a un'alta probabilità. In questo senso la teoria di Darwin è ad altissima probabilità, oggi molto più di quanto non fosse nel 1859, viste le prove a favore. Certo, a volte si è confutato il "metodo" dell'evoluzione, facendo notare che la selezione
naturale non è sufficiente a spiegare tutto il processo. Ma a parte rari casi oggi nessuno contesta l'evoluzione e che tutti gli organismi del pianeta siano fatti della stessa pasta molecolare.
Finora non siamo riusciti a trasformare in laboratorio un pesce in anfibio, ma lo scorso anno un'équipe di scienziati americani attraverso due mutazioni,ha "trasformato" un piccolo crostaceo in un minuscolo insetto, il moscerino dell'aceto, facendo fare all'organismo un "salto di classe". Credo che l'evoluzione in futuro potrà essere comprovata anche sperimentalmente". Posizione, in sostanza, che è anche quella di Marcello Barbieri, embriologo all'Università di Ferrara: "In realtà ci sono due teorie darwiniane. Una è la selezione naturale, l'altra è la discendenza da un antenato comune. Sulla selezione naturale si può discutere, ma sulla discendenza comune non ci sono più dubbi. La vita è basata su innumerevoli trasformazioni di energia, ma tutti quei processi, in tutti gli organismi viventi, usano la stessa moneta di scambio, la molecola di Atp. La vita è anche elaborazione di informazioni, e la straordinaria varietà dei viventi dimostra quanto siano diverse e complicate le elaborazioni delle informazioni ereditarie .Eppure tutte quelle operazioni, in ogni organismo, usano lo stesso codice genetico. La presenza delle stesse entità fondamentali alla base del metabolismo e dell'eredità può essere spiegata solo con la parentela di tutte le forme viventi del presente con quelle del passato".A distinguere tra evoluzione ed evoluzionismo è invece Roberto Fondi, paleontologo all'Università di Siena e coautore del citato "Dopo Darwin": "Da circa due secoli, con la nascita della paleontologia, nessuno può dubitare che la storia della vita abbia cambiato di configurazione nel tempo, andando verso una crescente complessità: ha subìto, cioè, un' evoluzione. I resti fossili lo dimostrano in maniera evidente. Tutt'altra cosa, però, è l'evoluzionismo, ossia l'idea secondo cui l'evoluzione biologica consisterebbe in un processo naturale di "discendenza con modificazione" basato su una pura logica deterministica in forma di "albero genealogico". Secondo me l'evoluzionismo non è né un dogma né una teoria è più propriamente un paradigma ovvero un approccio teorico-pratico onnicomprensivo che scaturisce dalla fede aprioristica e spesso inconscia in un'idea centrale fondante,e cioè il determinismo legato al pensiero scientifico sette-ottocentesco. Schieramenti ben definiti, quindi? Non proprio. Florenzo Facchini, antropologo all'Università di Bologna, autore del recente "Origini dell'uomo ed evoluzione culturale" (Jaca Book), preferisce distinguere fra teoria evolutiva e darwinismo: "L'evoluzione è un processo che lega i viventi a forme più semplici, non più esistenti, ed è documentato dai fossili e da altre evidenze biologiche. Esso forma la storia della vita, quali che siano le cause che l' hanno determinato. Il darwinismo ne propone una spiegazione attraverso la selezione naturale che interviene sulle piccole variazioni della specie nel tempo. Questa spiegazione,valida a livello microevolutivo, è ritenuta da vari studiosi insufficiente per la macroevoluzione, cioè per tutto il processo evolutivo dalle prime forme di vita all'uomo".



I LIMITI DI UNA TEORIA
Un primo chiarimento l'abbiamo ottenuto.
Il darwinismo non è né un dogma (manca ancora una prova sperimentale-scientifica assoluta e definitiva), né una "favola", visti i risultati sul campo acquisiti nell'ultimo secolo e mezzo.
Ma quali sono i limiti maggiori della teoria e quali i punti di forza? Boncinelli ha il dono della chiarezza: "Possiamo dividere la storia della vita sulla terra in un certo numero di epoche: cosa è successo al momento dell'origine; poi dall'origine fino a circa 600 milioni di anni fa infine da 600 milioni di anni fa a oggi. Bene, il neodarwinismo non può dirci quasi nulla sull'origine della vita ; può dire qualcosa sul secondo periodo; ci dice quasi tutto sull'ultimo. La debolezza della teoria darwiniana sta quindi nella fase più antica,ma rimane il fatto che non esistono alternative migliori":Anche per Celli ciò che la scienza ha davanti è un mosaico che, pur mancando di alcuni pezzi,presenta un profilo complessivo definito: "Senza dubbio ci sono ancora lati oscuri. Per esempio, sappiamo con certezza che la sèlezione naturale non è il solo meccanismo:un tempo si pensava che fosse sufficiente e agisse su ogni organismo, oggi invece sappiamo che molti cambiamenti embrionali sono responsabili dei cambiamenti di forma. Altra lacuna: la linea evolutiva in Africa. Disponiamo di molti fossili, ma una linea certa e diretta non è stata ancora trovata. Sono stati scoperti fossili di uomini molto più simili a ominidi che ad australopitechi (uomini-scimmia): il momento della divisione dell'uomo dalla proto-scimmia e il discorso dello sviluppo è ancora da sistemare". E proprio a proposito del concetto di selezione naturale Barbieri sottolinea come sia stato oggetto di lunghe discussioni: "Molti hanno sostenuto che deve esistere almeno un altro meccanismo evolutivo, ma le proposte fatte si sono dimostrate chimere e molti si sono convinti che c'è solo la selezione. Invece un altro meccanismo esiste. I grandi eventi della macroevoluzione sono tutti associati alla comparsa di nuovi codici organici, a cominciare dall'origine della vita che corrisponde alla comparsa del codice generico. L'esistenza di
due meccanismi distinti è chiaramente visibile nell'evoluzione del linguaggio, dove i cambiamenti non sono dovuti solo alle mutazioni individuali delle singole parole ma anche ai cambiamenti collettivi delle regole grammaticali. E l'esistenza di altri codici organici, oltre a quello generico, dimostra che lo stesso è vero non soltanto per l'uomo. Da qui la conclusione che l'evoluzione della vita sulla Terra è avvenuta per selezione naturale e per convenzioni. Ma ciò non significa negare Darwin. Significa solo completarne l'opera . Chi invece di limiti ne vede molti è ovviamente Sermonti. Quali? La indefinitezza, la incontraddicibilità, la legge naturale della sopravvivenza del più adatto.In applicazione a questa legge Darwin arrivò a dire: "Tra tutti gli uomini ci deve essere lotta aperta... Tra qualche tempo a venire, è quasi certo che le razze umane più civili stermineranno e si sostituiranno in tutto il mondo a quelle selvagge". Può questo essere il nostro profeta?". Un aiuto in più, forse, può venire da uno psicobiologo come Alberto Oliverio, dell'Università La Sapienza di Roma "Come ogni téoria, anche quella darwiniana ha i suoi limiti, anche perché spesso ci viene presentata nella sua forma ottocentesca, ormai datata. Inoltre, molti divulgatori dell'evoluzionismo, a partire da Spencer, ce ne hanno trasmesso un profilo di tipo positivista come la favola di un'evoluzione che procede verso livelli sempre più alti. Altri ancora ne hanno fatto una sorta di religione oppure ne hanno accentuato il carattere narrativo raccontandoci la storia dell'improvvisa discesa dagli alberi di nostri lontani progenitori... Poi però ci sono i punti di forza: il più evidente è che oggi si può tracciare una storia del Dna mitocondriale,un insieme di informazioni generiche trasmesse per via materna in quanto presenti in alcune strutture dell'uovo. Il Dna di origine materna è una specie di orologio che segna il tempo della vita e ci permette di comprendere quando si è verificato un determinato fenomeno evolutivo, per esempio la presenza di individui di tipo umano nell'Africa o la loro migrazione verso altre zone". E per i critici dell'evoluzionismo? Fondi riconosce i punti di forza "nella sua semplicità e nel suo potere suggestivo, avente presa facile e immediata sull'immaginazione e operante in perfetta consonanza con la fede nel progresso indefinito che ha accompagnato la nascita e lo sviluppo della modernità. I limiti stanno nel fatto che esso non trova rispondenza nei risultati forniti dalla scienza".A mettere in guardia da alcuni rischi è invece Facchini: "Un limite di fondo della visione darwiniana è rappresentato da una concezione totalizzante dell'evoluzione, secondo la quale tutto è affidato al caso e viene spiegato in base alla selezione naturale, non solo lo sviluppo della vita, ma anche la vita sociale e la morale dell'uomo. Così si rischia un uso ideologico della scienza. Sul piano strettamente scientifico l'intuizione maggiore è rappresentata dall'importanza data all'ambiente per il successo della specie. Ma la spiegazione darwiniana si presenta come un approccio riduzionista (tutto è risolto a livello di mutazioni e selezione) e sembra non rendere ragione della formazione in tempi relativamente brevi dei grandi phyla evolutivi. In oltre la supposta gradualità evolutiva è messa in discussione dalla teoria degli equilibri punteggiati di Gould e Eldregde che sostengono un modello per salti evolutivi. Vi sono però studi su mutazioni genetiche negli artropodi che regolano piani organizzativi e non singoli caratteri. E ciò sarebbe nella linea della macroevoluzione. Oggi l'attenzione è spostata dal gene alle interazioni tra geni che possono rendere ragione delle complessità strutturali emergenti nell'evoluzione.Alla genetica vengono applicate le teorie dell'informazione. Sono nuovi modi di vedere che si aggiungono al modello darwiniano".



UNO SCHEMA O UNA FARSA?
Tentiamo un altro passo verso il punto centrale della polemica: il classico disegno della scimmia che dalla posizione a quattro zampe gradualmente si alza evolvendosi in essere umano, quale dignità scientifica ha? Boncinelli: "In realtà non funziona proprio in questo modo. Noi non discendiamo dalle scimmie. Le scimmie e l'uomo discendono da un antenato comune, una protoscimmia dalla quale poi si sono divise le due linee evolutive. Lo schema è un pò semplificato. E soprattutto non sappiamo che cosa è avvenuto prima: l'assunzione della stazione eretta o l'evoluzione del cervello. È questo il punto". Sulla stessa linea, sostanzialmente, è Facchini: "Un raddrizzamento del corpo dell'ominide è documentato nella fase pre-umana. Potrebbe essere avvenuto con qualche gradualità, favorito da nuove esigenze ambientali. Ma non basta la stazione eretta per avere l'uomo. Occorre un adeguato sviluppo cerebrale (che pare accelerarsi con la comparsa del genere Homo)e occorrono manifestazioni che denotino un comportamento progettuale e simbolico, cioè la cultura, tipica dell'uomo". Sermonti è categorico: "Questa ridicola processione discredita la Scienza, prima di far dispetto ad Adamo. La nascita dell'uomo da una scimmia che si erge gradualmente è un falso. La stazione eretta ha preceduto di milioni di anni l'andatura scimmiesca sulle nocche. I caratteri umani sono primari e quelli scimmieschi derivati". Fossili di scimmioni sono quasi sconosciuti, mentre quelli umani si perdono nei milioni di anni". Molto critico anche Fondi:
"Secondo me questo schema non ha alcuna dignità scientifica. Quando sulla Terra, Intorno ai 2-2,5 milioni di anni fa, comparve il genere umano, esisteva soltanto un certo numero di specie di scimmie bipedi e arboricole note come australopitecine; ma ancora oggi non disponiamo di resti fossili di creature intermedie. Ancora i primi esseri umani differivano da noi nella morfologia dello scheletro, nel comportamento, nel tipo di utensili e nella composizione chimica del loro genoma, tanto da poter essere assegnati ad almeno una specie distinta dalla nostra: Homo neanderthalensis. Invece la nostra specie, Homo sapiens, comparve appena 100-200mila anni fa. E anche in questo caso non disponiamo di resti fossili di creature intermedie fra il tipo umano arcaico e il nostro". Uno schema da buttare, allora? Non proprio, al limite da completare. "Tutte le semplificazioni hanno i loro limiti - spiega Oliverio - noi non deriviamo dalle scimmie attuali, anche se abbiamo con loro numerose affinità biologiche. La genetica e lo studio dei fossili ci permettono di affermare che sino a un certo punto il cammino evolutivo è stato comune, poi ognuno ha preso la sua strada. Molti dettagli di questo cammino sono ancora oscuri ma la scienza non deve avere l'arroganza di voler spiegare tutto e subito".
E cosi Barbieri "Il problèma è che quel disegno è vero e falso allo stesso tempo. È falso perché dà l'idea che esista una sola linea evolutiva che va dai pre-ominidi all'uomo, mentre sappiamo che i reperti fossili sono compatibili con molteplici alberi filogenetici. E' vero invece perché tutti gli alberi filogenetici che sono compatibili con i fossili sono compatibili anche con quel disegno, magari con qualche "ritocco"".



LA DERIVA CREAZIONISTA
"Ridisegnato" lo schema darwiniano dell'evoluzione umana, manca da chiarire un ultimo punto: criticare l'evoluzionismo significa essere creazionisti? Sermonti risponde di no, "benché questa identificazione sia praticata da molti evoluzioni. Sarebbe come affermare che ogni evoluzionista è un ateo. Altri praticano simultaneamente due fedi, quella evoluzionista e quella religiosa, il creazionismo biblico è un fenomeno marginale. Io ritengo che bisogna invocare leggi di crescita generali, principi generativi, la tendenza verso certe configurazioni (le catastrofi di Thom), qualche progetto d'ordine.., e un po' di mistero". Boncinelli, in Europa e in particolare in Italia, di creazionisti non ne ha mai incontrati "Anche la Chiesa del resto ha ammesso la spiegazione darwiniana. Fatta eccezione naturalmente per il salto ontologico quando si è arrivati all'uomo. Esistono molti critici del neodarwinismo su aspetti marginali, su dettagli, ma non sui concetti di base. E comunque sono pochi e divisi". Oliverio ammette che "per un biologo è difficile non essere evoluzionista ma spiegare ogni aspetto della vita con l'evoluzione è un'altra cosa. Spesso si leggono interpretazioni neodarwiniste della sessualità umana, del significato della famiglia, della violenza e via dicendo che sono vere favole scientifiche: in molti casi ridicolizzano una teoria che deve restare attaccata alle evidenze, non dimostrare tutto." L'ultima parola crediamo sia giusto lasciala al professor Facchini, che nella sua veste di sacerdote-scienziato rappresenta una sintesi tra l'idea di evoluzione e quella di creazione (l'evoluzione, ama ripetere, non nega la creazione, ma la presuppone):"Si può dissentire dal darwinismo e non ammettere la creazione. Quella di creazionismo scientifico contrapposto a evoluzionismo è un'espressione impropria. Se vi sono punti ancora non chiariti nel processo evolutivo non si deve cercare aiuto nella Bibbia, che offre un messaggio religioso. Il creazionismo non può essere una teoria scientifica. L'evoluzione suppone una dipendenza ontologica da Dio creatore, negli inizi e nel suo sviluppo, ma questa è un'affermazione di carattere filosofico".
Oggi abbiamo solo tentato di dialogare con la scienza.
jumpermax è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 06-02-2004, 03:41   #3
Kratos
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Messaggi: 1114
Tendenzialmente evoluzionista, anche se secondo me mancano tasselli importanti alla teoria
__________________
Fancazzista D.O.C.-Guida a Mac & OSX - Parte 1
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Old 06-02-2004, 06:43   #4
Negadrive
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Messaggi: 242
Re: cosa pensate delle teorie sull'evoluzione?

Quote:
Ugualmente fallimentari sono stati tutti i tentativi scientifici di trovare una differenza genetica negli omosessuali, come con presunzione scientifica si sosteneva nell'Ottocento, invece di riconoscere che ci sono «esseri umani che compiono atti omosessuali». Marks però, capace di uno sguardo critico sulle scoperte della scienza, non si accorge che le conclusioni a cui giunge sono le stesse che la tradizione cristiana insegna da duemila anni. E cioè che gli esseri umani sono tutti uguali in quanto figli di Dio, che non esiste un terzo sesso (come proclama «l'orgoglio gay») e che la responsabilità intellettuale e morale dell'uomo è totale perché si basa sulla libertà di ciascuno.
Blulake, tu che dici?

Io sono più vicino alla teoria che di sessi ce ne siano infinite sfumature, gradazioni che vanno da femmina a maschio (e in fondo il maschio cos'è, se non una femmina modificata, come dice il buon Piero Angela, illustrando lo sviluppo del feto E poi ai maschi cosa caspita servono i capezzoli? ).

Ovvero: in ognuno di noi, chi più chi meno, c'è un qualcosa dell'altro sesso. Quindi cercare una evidente differenza genetica (fra queste infinite sfumature) secondo me potrebbe essere difficilotto.

Questo non toglie che, entro certi limiti, quel qualcosa dell'altro sesso possa venire più o meno incentivato, stimolato o al contrario represso dall'ambiente: la mente e il corpo sono molto legati fra loro, come avevano già capito gli antichi latini, e la mente è un software (scusate il grossolano paragone) incredibilmente complesso, automodificante (e nemmeno il suo hardware, il cervello, non è una struttura rigida e fissa) e in costante evoluzione, inoltre non è neppure una singola entità: per esempio "l'inconscio" (o dovrei dire gli inconsci? Già Freud parlava di Eros e Thanatos, se non erro) e la "ragione" sono spesso in contrasto fra loro.

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Riguardo all'evoluzione ci sono tante di quelle prove... se proprio non si vuol credere ai fossili e ai medodi di datazione, basta pensare agli insetti, per non parlare dei batteri, che hanno un numero tale di generazioni in tempi brevi, che praticamente questi processi di adattamento sono sotto gli occhi di tutti (specialmente quando un antibiotico perde la sua efficacia).

Poi è chiaro che ci sono ancora diverse cose da scoprire, fossili da scavare (e ci vuole anche un po' di fortuna, essendo il processo di fossilizzazione un evento molto raro)... Anche le missioni su Marte sono importanti per questo: se la vita si forma indipendentemente su due pianeti diversi nello stesso sistema solare, si rafforzerebbe la possibilità che la formazione della vita sia un evento abbastanza frequente. Ci sono diverse ipotesi su come è nata la vita, ci si pone domande, si formulano ipotesi, si cercano prove, ci si ragiona sopra... La scienza non è foriera di "verità assolute".
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Aoi sora no shita de, Kaze wa mirai ni fuku
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Old 06-02-2004, 08:40   #5
BadMirror
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Fondamentalmente da Darwin a oggi la teoria evoluzionista ha subito varie modernizzazioni e trovo abbastanza inutili e scontate alcune conclusioni in questi articoli.
Cmq sia l'evoluzione c'è eccome ma non è certo quello che si può definire un processo lineare, anzi, è piena di "rami morti" specie parallele che non sono state in grado di sopravvivere. Che non discendiamo dalle scimmie che noi vediamo oggi allo zoo è chiaro, gli ominidi si sono separati dalle antropomorfe tra 10 e 6 milioni di anni fa!. Ma mancano ancora molti anelli come quello del passaggio da afarensis a genere homo ma ciò non vuol dire che non sia avvenuto ma che ancora si devono trovare le linee evolutive mediane. Poi H.abilis, H.erectus, evoluzione del cranio (cervello), dell'andatura, etc...
Dall'H.sapiens arcaico vengono il neanderthal europeo e il sapiens africano (prima si diceva sapiens sapiens). Da qui inizia ciò che importante come lo sviluppo fisico, cioè quello comportamentale (già i neanderthal seppellivano i morti).
Probabilmente da circa 100mila a 35mila anni fa (età in cui l'umo moderno subentra in europa e soppianta i neanderthal) c'è stata proprio l'evoluzione del comportamento e della cultura, che bisognerebbe prendere in grande considerazione.
Di più non ricordo, antropologia è stato uno dei primi esami che ho dato anni fa, anzi ora scappo che devo studiare per l'esame di mercoledì byez
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Old 06-02-2004, 08:43   #6
Athlon
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L'evoluzione e' sotto gli occhi di tutti , ad esempio il panda , discende dagli orsi ma si era adattato a magiare bambu' ed il suo corpo si era modificato per adattarsi alla dieta vegetariana , oggi vista la grandissima riduzione del suo abitat naturale per evitare di estinguersi e' tornato un carnivoro predatore come i suoi cuginoi orsi.
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Old 06-02-2004, 12:14   #7
ominiverdi
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L'evoluzione e' sotto gli occhi di tutti , ad esempio il panda , discende dagli orsi ma si era adattato a magiare bambu' ed il suo corpo si era modificato per adattarsi alla dieta vegetariana , oggi vista la grandissima riduzione del suo abitat naturale per evitare di estinguersi e' tornato un carnivoro predatore come i suoi cuginoi orsi.
si ma questa e' adattamento, non evoluzione, non centra nulla.

non e' detto che il cambio di alimentazione comporti modificazioni genetiche o trasformazioni del panda
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Old 06-02-2004, 12:17   #8
ominiverdi
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per certi versi sono dello stesso avviso di Sermonti, quindi forse manca una terza opzione nel sondaggio e cioe' "creazionista, ma in seguito vi puo' essere stato evoluzionismo"

non credo infatti che necessariamente una cosa escluda l'altra. (pur non essendo provate entrambe)

quanto al sondaggio... beh, se nemmeno gli scienziati sanno dare una risposta certa... l'e' dura

piu' che altro per "l'uomo medio" si tratta di convinzioni, di un credo, come essere di destra o di sinistra in politica o come tifare per una squadra di calcio piuttosto che un'altra, oltre al momento non si puo' andare, o si crede e si ha fede nelle religioni, o si crede nella scienza (varie teorie), o si prende, come ha detto lo stesso Sermonti, un po' qui e un po' la formando una specie di sincretismo scientifico-religioso, o non si crede ad entrambi.

cmq attenzione.
il fatto che la teoria evoluzionista sia attualmente quella maggiormente avvalorata dalla comunita' scientifica, non significa che "probabilmente" le cose stanno cosi'.
trattasi di teoria, tutt'altro che dimostrata, ma soprattutto ben difficile da dimostrare.

inoltre vi e' spesso un errore di fondo, specie nelle trasmissioni di scienza "bassa", di dare per scontato che l'uomo e' inparentato con lo scimpanze' ed e' l'evoluzione di quest'ultimo.
errore non da poco, se non viene anteposta la precisazione "trattasi di una teoria, di quella piu' avvalorata", che, guardacaso, spesso il buon caro vecchio piero angela (noto evoluzionista) si lascia (stranamente?) sfuggire.
questa e' DISINFORMAZIONE scientifica bella e buona, altro che scienza.
per la serie "piccoli evoluzionisti crescono".

perche', come esistono molti scienziati convinti della teoria evoluzionista, ve ne sono molti altri (specie biologi) che, al contrario, alla luce della complessita' del DNA/RNA e dei miliardi di combinazioni inutili, sono convinti che difficilmente SOLO il caso e l'evoluzione puo' aver dato inizio alla vita, fino ad arrivare all' uomo, soprattutto in un arco di tempo cosi' "limitato" (i pochi miliardi di anni della terra).

senza contare che diversi scienziati evoluzionisti (il piu' famoso, ovviamente, Stanley Miller, con il suo esperimento del 1953), sono tornati sui loro passi, dopo i tentativi di creare gli "atti" della vita in laboratorio artificialmente.

x quanto mi riguarda, al momento non posso dire di essere ne' un convinto evoluzionista, ne' un convinto creazionista, anche se, ragionevolmente, mi viene da pensare che sia la vita sia l'universo potrebbero essere la creazione di una entita' superiore, che non conosciamo.
d'altra parte la scienza non ha mai spiegato ne' puo' spiegare l'origine della materia ne' tantomeno la fonte dell'energia dinamica (creatrice) iniziale, ed e' proprio a questo punto che gli evoluzionisti, furbamente, non avendo argomentazioni convincenti (anzi, non avendone proprio), non possono far altro che eclissarsi...

se un giorno dio si fara' vedere credero', se un giorno la scienza dimostrera' la sua teoria, credero'.

come ha gia' detto kratos, alla teoria evoluzionista mancano tasselli molto importanti, anzi, mancano tasselli fondamentali.
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Old 06-02-2004, 12:33   #9
Athlon
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si ma questa e' adattamento, non evoluzione, non centra nulla.

non e' detto che il cambio di alimentazione comporti modificazioni genetiche o trasformazioni del panda


No e' proprio evoluzione , i Panda odierni sono geneticamente diversi da quelli di 200 anni fa , hanno canini piu' lunghi , stomaci piu' piccoli, struttura piu' longilinea e piu' muscolosa.


In pratica i vecchi panda con la struttura da erbivori sono morti di fame , quelli che invece avevano un corredo genetico piu' simile agli antenati orsi si sono riprodotti ed hanno preso il sopravvento.

Geneticamente sono animali con caratterisitche diverse adatte al nuovo ambiente , la specie Panda si e' evoluta 2 volte , la prima per adattarsi alla dieta vegetariana che era ampiamente disponibile e di facile reperibilita' , la seconda invece per tornare indietro verso la struttura genetica originaria.
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Old 06-02-2004, 12:54   #10
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A me pare che si faccia un po' di confusione fa evoluzione e nascita della vita sulla Terra: che le prime molecole autoreplicanti, protobatteri o altro siano stati creati dal nulla, formatisi spontaneamente o portati dagli alieni ( ), comunque abbia avuto origine la vita, essa poi può aver continuato per la sua strada ed evolversi tranquillamente.

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trattasi di teoria, tutt'altro che dimostrata, ma soprattutto ben difficile da dimostrare.
Come ho già detto un un msg precedente, gli indizi (per non dire le prove) sono sotto gli occhi di tutti, ma appunto ho il sospetto che tu ti sia confuso fra evoluzione e origine della vita (vedi sopra)

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inoltre vi e' spesso un errore di fondo, specie nelle trasmissioni di scienza "bassa", di dare per scontato che l'uomo e' inparentato con lo scimpanze' ed e' l'evoluzione di quest'ultimo.
errore non da poco, se non viene anteposta la precisazione "trattasi di una teoria, di quella piu' avvalorata", che, guardacaso, spesso il buon caro vecchio piero angela (noto evoluzionista) si lascia (stranamente?) sfuggire.
questa e' DISINFORMAZIONE scientifica bella e buona, altro che scienza.
per la serie "piccoli evoluzionisti crescono".
Pierò Angela???? Leggiti il suo "La Straordinaria Storia della Vita", sono 760 pagine, ma è una bella lettura e vedrai che il suo pensiero è anni luce dal dire che l'uomo è l'evoluzione dello scimpanzè! E la teoria più avvalorata non è sicuramente questa... Tornando ad Angela, parla di antenati comuni, biforcazioni, rami, e alla fine dice ironicamente che i rami e rametti sono talmente tanti che si potrebbe parlare di "cespugli" Lui poi è proprio uno dei pochi che le cose le dice con cautela e non te le sforna come se fossero verità certe.

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d'altra parte la scienza non ha mai spiegato ne' puo' spiegare l'origine della materia ne' tantomeno la fonte dell'energia dinamica (creatrice) iniziale, ed e' proprio a questo punto che gli evoluzionisti, furbamente, non avendo argomentazioni convincenti (anzi, non avendone proprio), non possono far altro che eclissarsi...
Nessuno scienziato serio cercherà di spiegarti qualcosa di cui non ha nessun elemento concreto in mano. Dirà "non posso saperlo" o al massimo farà ipotesi.
E i creazionisti? Dicono: "abbi fede..."
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Old 06-02-2004, 12:59   #11
ominiverdi
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No e' proprio evoluzione , i Panda odierni sono geneticamente diversi da quelli di 200 anni fa , hanno canini piu' lunghi , stomaci piu' piccoli, struttura piu' longilinea e piu' muscolosa.


In pratica i vecchi panda con la struttura da erbivori sono morti di fame , quelli che invece avevano un corredo genetico piu' simile agli antenati orsi si sono riprodotti ed hanno preso il sopravvento.

Geneticamente sono animali con caratterisitche diverse adatte al nuovo ambiente , la specie Panda si e' evoluta 2 volte , la prima per adattarsi alla dieta vegetariana che era ampiamente disponibile e di facile reperibilita' , la seconda invece per tornare indietro verso la struttura genetica originaria.
che in soli 200 anni siano cambiati cosi' tanto, e' straordinario
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Old 06-02-2004, 13:12   #12
ominiverdi
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A me pare che si faccia un po' di confusione fa evoluzione e nascita della vita sulla Terra: che le prime molecole autoreplicanti, protobatteri o altro siano stati creati dal nulla, formatisi spontaneamente o portati dagli alieni ( ), comunque abbia avuto origine la vita, essa poi può aver continuato per la sua strada ed evolversi tranquillamente.

mai detto il contrario, anzi ho detto la stessa cosa.
vi potrebbe , perche' no, esser stata sia creazione che evoluzione.
e' vero che non c'azzecca con la teoria evoluzionista, ma se si parla di creazionismo (inteso quello biblico), allora si tratta di cose correlate.
cmq dal nulla non si puo' creare alcun batterio o forma di vita, questo e' stato SCIENTIFICAMENTE dimostrato, molti anni fa (Pasteur). su questo non si discute.


Come ho già detto un un msg precedente, gli indizi (per non dire le prove) sono sotto gli occhi di tutti, ma appunto ho il sospetto che tu ti sia confuso fra evoluzione e origine della vita (vedi sopra)

indizi e' un conto.
prove schiaccianti e inconfutabili e' un altro.
ti sei mai chiesto perche' si parla di TEORIA evoluzionista, e non si da per certo l'evoluzionismo?
cmq se mi son perso qualcosa, postami pure qualche link


Pierò Angela???? Leggiti il suo "La Straordinaria Storia della Vita", sono 760 pagine, ma è una bella lettura e vedrai che il suo pensiero è anni luce dal dire che l'uomo è l'evoluzione dello scimpanzè! E la teoria più avvalorata non è sicuramente questa... Tornando ad Angela, parla di antenati comuni, biforcazioni, rami, e alla fine dice ironicamente che i rami e rametti sono talmente tanti che si potrebbe parlare di "cespugli" Lui poi è proprio uno dei pochi che le cose le dice con cautela e non te le sforna come se fossero verità certe.


mi spiace ma le letture di piero angela non mi affascinano, ne' le sue trasmissioni, di libri ne ho letti sia di evoluzionisti, che non, quando ho tempo postero' un po' di teorie e basi di uni e degli altri, giusto per fare un po' di chiarezza. rimane il fatto che spesso e volentieri nelle sue trasmissioni angela omette "trattasi di teoria"


Nessuno scienziato serio cercherà di spiegarti qualcosa di cui non ha nessun elemento concreto in mano. Dirà "non posso saperlo" o al massimo farà ipotesi.
E i creazionisti? Dicono: "abbi fede..."

non solo manca un elemento, ma stride con altri elementi della scienza stessi.
lasciamo perdere i creazionisti i cristiani cattolici ecc. ecc., qui si sta parlando di scienza perlopiu', mi pare.


Ultima modifica di ominiverdi : 06-02-2004 alle 13:16.
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Old 06-02-2004, 13:15   #13
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Be', sul Panda Gigante lascio la parola al WWF :
http://www.wwf.it/ambiente/specie/scheda.asp
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Old 06-02-2004, 13:41   #14
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ndizi e' un conto.
prove schiaccianti e inconfutabili e' un altro.
ti sei mai chiesto perche' si parla di TEORIA evoluzionista, e non si da per certo l'evoluzionismo?
Piano, tu dicevi che era una "teoria tutt'altro che dimostrata, ma soprattutto ben difficile da dimostrare."
e io ti ho cercato di mostrarti che non è esattamente così. Ho già fatto l'esempio dei batteri, poi ci sono gli studi genetici, ci sono i fossili... non è che non ci sia nulla

Certo che è una teoria! Come è una teoria quella della gravitazione universale e quella della relatività. Nessuno scienziato pretenderà di possedere la verità assoluta e definitiva.
Ma queste teorie non spuntano dal nulla e non confondere teoria con ipotesi, si basano su qualcosa di concreto, fatti, esperimenti, materiale di ogni genere. Poi vengono sottoposte a verifiche e controlli, si fanno nuovi studi, ecc.. e se qualcosa non lo possono spiegare, si torna a cercare di capire perché in quelle condizioni non funziona, si fanno nuovi studi, si raccolgono nuovi dati, si fanno nuove ipotesi, finché una nuova teoria ne prende il posto. Ad esempio, la teoria Newtoniana è stata superata, ma non era sbagliata, funziona (almeno in condizioni "normali"), possiamo dire che è stata perfezionata.

Quote:
non solo manca un elemento, ma stride con altri elementi della scienza stessi.
Quali?

Quote:
lasciamo perdere i creazionisti i cristiani cattolici ecc. ecc., qui si sta parlando di scienza perlopiu', mi pare.
Boh, quello che pare a me e che qui si parla di un sondaggio le cui opzioni sono "tendenzialmente evoluzionista [...]" e "tendenzialmente creazionista. [...]"
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Ultima modifica di Negadrive : 06-02-2004 alle 13:46.
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Old 06-02-2004, 13:46   #15
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Sostanzialmente non sono nè evoluzionista nè creazionista.
Tra le due teorie riconosco semplicemente che la teoria evoluzionista è quella che più si è "sbattuta" a cercare di costruire una serie di relazioni scientificamente accettabili in grado di spiegare determinati meccanismi che regolano la sopravvivenza o l'estinzione delle specie. E', quindi, un insieme di teorie "descrittive" ma non "predittive", spiega l'evoluzione come "sopravvivenza del più adatto", ma non può che azzardare ipotesi su "come si diventa adatti" (mutazionismo, teoria dello sviluppo, eccetera).

Insomma, in campo scientifico, l'evoluzionismo è la teoria più completa ma, come ogni approccio scientifico, non vuole pretendere di spiegare tutto e, coloro che si propongono questo obiettivo, si comportano in maniera antiscientifica.

Ed è proprio questo che mi sconcerta di questo revival "creazionista": utilizzare come prove del fallimento "evoluzionista" le derive ideologiche e antiscientifiche (darwinismo sociale, ad esempio) di un impianto scientifico serio e, quindi, limitato.
Insomma, invece di migliorare l'impianto teorico a favore della loro posizione, i "creazionisti" si propongono di dichiarare un fallimento scientifico ciò che è, invece, un FONDAMENTO scientifico (ovvero la percezione del limite teorico) e alcune derive antiscientifiche originate dalla teoria opposta.

Non è questo il modo di portare avanti una discussione scientifica.
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Sono certo che anche i francesi si indignarono per il fatto che i tedeschi, piuttosto che veder dissolvere la loro nazione, preferirono il nazismo. Chi non impara la storia...
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Old 06-02-2004, 14:01   #16
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Teoria?Macchè, in Georgia,Kansas, Louisiana e Tennesse è ritenuta una diceria, gli Stati americani stanno cancellando dai programmi liceali qualsiasi riferimento alla teoria dell'evoluzione, vietato parlare di ereditarietà...
come una diceria che, «solleva un sacco di reazioni negative» quando viene insegnata, in nome di un cristianesimo fondamentalista la teoria dell'evoluzione darwiniana riabilitata perfino dalla Chiesa cattolica viene affiancata al creazionismo, o comunque considerata un'optional nei corsi di scienze naturali.
La Georgia tuttavia è il primo a bandire il termine «evoluzione» predisponendo la sostituzione con «adattamento biologico» o «cambiamento nel tempo». (il Gazzettino, 31 gennaio 2004)
sarebbe interessante capire cosa succede in tutto il mondo, oltre che negli usa, al riguardo...
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Old 06-02-2004, 14:04   #17
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No e' proprio evoluzione , i Panda odierni sono geneticamente diversi da quelli di 200 anni fa , hanno canini piu' lunghi , stomaci piu' piccoli, struttura piu' longilinea e piu' muscolosa.


In pratica i vecchi panda con la struttura da erbivori sono morti di fame , quelli che invece avevano un corredo genetico piu' simile agli antenati orsi si sono riprodotti ed hanno preso il sopravvento.

Geneticamente sono animali con caratterisitche diverse adatte al nuovo ambiente , la specie Panda si e' evoluta 2 volte , la prima per adattarsi alla dieta vegetariana che era ampiamente disponibile e di facile reperibilita' , la seconda invece per tornare indietro verso la struttura genetica originaria.

io ho qualche dubbio... in 200 anni come si fa a parlare di evoluzione? na
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Old 06-02-2004, 14:07   #18
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Piano, tu dicevi che era una "teoria tutt'altro che dimostrata, ma soprattutto ben difficile da dimostrare."
e io ti ho cercato di mostrarti che non è esattamente così. Ho già fatto l'esempio dei batteri, poi ci sono gli studi genetici, ci sono i fossili... non è che non ci sia nulla

Certo che è una teoria! Come è una teoria quella della gravitazione universale e quella della relatività. Nessuno scienziato pretenderà di possedere la verità assoluta e definitiva.
Ma queste teorie non spuntano dal nulla e non confondere teoria con ipotesi, si basano su qualcosa di concreto, fatti, esperimenti, materiale di ogni genere. Poi vengono sottoposte a verifiche e controlli, si fanno nuovi studi, ecc.. e se qualcosa non lo possono spiegare, si torna a cercare di capire perché in quelle condizioni non funziona, si fanno nuovi studi, si raccolgono nuovi dati, si fanno nuove ipotesi, finché una nuova teoria ne prende il posto. Ad esempio, la teoria Newtoniana è stata superata, ma non era sbagliata, funziona (almeno in condizioni "normali"), possiamo dire che è stata perfezionata.


Quali?


Boh, quello che pare a me e che qui si parla di un sondaggio le cui opzioni sono "tendenzialmente evoluzionista [...]" e "tendenzialmente creazionista. [...]"
ù

forse mi sono spiegato male io, ma con "difficili da dimostrare" intendevo in senso assoluto, tenendo in considerazione il lato creazionista, quindi alle origini del tutto, non nel corso successivo dei millenni...

sui batteri "si sa tutto", nel senso che, pur essendo una forma di vita elementare, nemmeno questi si possono formare dal nulla, se un ambiente e' protetto da contaminazioni esterne (il gia' citato esperimento scientifico di pasteur), nemmeno se vi sono elementi adatti alla vita stessa (acqua)

nel senso, e' vero che ci sono studi, determinate prove ecc., su questo non c'e' dubbio, ma quello che volevo dire e' appunto "dall' inizio ad oggi", le varie ramificazioni , ecc. ecc.
che vi sia stata anche evoluzione, ok, questo pero' non puo' escludere non solo un principio creativo, se non nell' assiemanza (casuale?) di proteine e amminoacidi ecc. ecc. (brodo prebiotico), nell' origine stessa della materia e dell' universo.
alla base vi potrebbe essere cioe' un principio creativo condotto in un certo modo, alla quale sucessivamente e' subentrata l'evoluzione.

il sondaggio imho e' "lacunoso", perche' non ammette in una opzione la fusione di scienza e religione, e non contempla un'ulteriore voce, nella quale sia previsto il dubbio.

per questo non ho votato
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Old 06-02-2004, 14:13   #19
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Dal Libro della Genesi al futuro più remoto
La Genesi è un punto dolente nelle polemiche secolari tra mondo scientifico e custodi della fede. Se ben ricordo Giorgio de Santillana definì la Bibbia come il libro meno scientifico mai scritto: e tutti ricordano il processo a Galileo e la condanna, a suo tempo, del darwinismo. Ho letto passi della Bibbia solo in tempi relativamente recenti, e concordo con Santillana. Va anche detto, però, che le vicende in essa rappresentate sono archetipi affascinanti di quanto accade ancora ai giorni nostri.
Il Libro della Genesi è documento vetusto, che risente della cosmologia di migliaia di anni or sono. Galileo è stato assolto, ma il darwinismo giace ancora in un limbo dai contorni incerti. Nell’enciclica di Pio XII Humani Generis si leggeva, per esempio, che «alcuni, senza prudenza né discernimento, ammettono e fanno valere per origine di tutte le cose il sistema evoluzionistico, pur non essendo esso indiscutibilmente provato nel campo stesso delle scienze naturali, e con temerarietà sostengono l’ipotesi monistica e panteistica dell’universo soggetto a continua evoluzione». Col passare degli anni, la Chiesa cattolica ha assunto una visione più sfumata e possibilista. Oggi, uomini di chiesa da me consultati accettano il punto di vista che si rifà a Darwin, ma richiedono che l’evoluzione sia guidata da Dio e non dominata dal caso. Per quanto riguarda gli esponenti di altre religioni, mi risulta che alcuni accettino l’evoluzionismo, mentre altri lo condannano senza appello.
Viviamo, insomma, tra le polemiche. A volte, però, mi diverto a immaginare che cosa accadrà di queste polemiche nel futuro. Nella peggiore delle ipotesi, un conflitto planetario o un’epidemia potrebbero sterminare l’umanità e ridurla a poche tribù di selvaggi che lottano per sopravvivere e che non nutrono un interesse eccessivo per l’evoluzione dell’universo e delle specie. Nulla vieta però di immaginare un futuro in cui i nostri discendenti ne sapranno molto di più di noi sull’universo e sul microcosmo: probabilmente, per loro, la gloriosa scienza di oggi sarà ridotta a novella Genesi, accanitamente difesa, nel passato, dallo zelota di turno.
Abbiamo inviato sonde fuori dal sistema solare, e altre a esplorare i pianeti, ma osserviamo pur sempre l’universo dal buco della serratura. I modelli cosmologici attuali sono basati su dati raccolti entro l’orizzonte degli eventi, e nulla sappiamo su quanto giace fuori di questo orizzonte. L’apparente omogeneità dell’universo osservabile potrebbe essere un’illusione di noi miseri umani, e fra qualche centinaio di miliardi di anni potrebbero emergere dall’orizzonte oggetti mostruosi, oggi imprevedibili.
Forse, tutto questo è già accaduto. I cosmologi liquidano l’era nucleare e quelle precedenti a fucina per la sintesi di elementi chimici necessari per la formazione delle stelle e il sorgere della vita. Si tratta di ere la cui durata fu di pochi secondi (o anche meno), che gli ottimisti descrivono con equazioni ben congegnate ma prive di dettagli. In realtà, ne sappiamo ben poco: scale di tempo così brevi non ci fanno sognare. Rendiamoci tuttavia conto che un secondo è durata «breve» solo se rapportata alla scala umana e che questa, in ultima analisi, dipende dalla temperatura attuale dell’universo.
Potrebbero essere esistiti, a ridosso del big bang, organismi per cui un trilione di kelvin era una brezza marina, e la percezione del tempo differiva dalla nostra per decine di ordini di grandezza. Un secondo appariva come l’eternità. Nulla vieta che si siano succedute più (o anche infinite) epoche diverse con ritmi diversi, e che siano state scritte infinite Genesi. La storia del cosmo non si misura in secondi, quanto mai umani, ma sulla base di ciò che accade.
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prendete un habitat, metteteci degli organismi che possano riprodursi e su i quali ogni tanto avvengano piccole mutazioni e nel tempo vedrete che la specie evolversi, ovvero vedrete soccombere coloro che hanno le caratteristiche meno adatte per quell' habitat , mentre gli altri li vedrete riprodursi..dopo parecchi anni rimarranno vivi solo questi ultimi. nei millenni l' organismo capostipite molto probabilmente si sara addirittura evoluto in qualcosa di deltutto diverso da cio che era prima.

Se l' habitat cambia , cambiera anche la linea evolutiva , e i fattori genetici che prima determinavano superiorita ora potrebbero rivelarsi un punto debole.
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