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Old 03-09-2009, 15:31   #1
Fides Brasier
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Ecco perche' il nostro paese e' condannato.

Questo e' quello che succede in Italia, intanto che feltri scrive di boffo e la lega se la prende con i barconi.
Questo non e' il governo a favore delle imprese, questo e' il governo dei favori ai poteri forti (banche, grandi industrie), e' il governo del potere per il potere, e gli altri (piccoli industriali, lavoratori, gente comune) si fottano.
E' lungo, buona lettura a tutti.

Link all'articolo

La recessione si specchia in una sfera d'acciaio
di Nino Ciravegna
3 settembre 2009

Le sfere d'acciaio sono dappertutto: nelle confezioni degli smalti per le unghie, per garantire una fluidità costante, in fondo agli stick per rossetti, quasi a bilanciarne il peso, nelle guide per i cassetti o sulle porte scorrevoli degli armadi. E naturalmente, sono tantissime nelle auto e nel settore automotive. Milioni e milioni di sfere. Che d'ora in poi saranno quasi tutte made in China.

Daniela Bonacina, la signora delle sfere, si è arresa: contro i cinesi è una partita persa, visto che riescono a vendere a un terzo dei costi italiani. Daniela e i suoi fratelli, Roberto (responsabile commerciale), Massimo e Mario (impegnati nella produzione) non ce la fanno più a sostenere i costi dell'energia più alti d'Europa (Irlanda esclusa) per far girare i voraci motori ad alta potenza. Sono stufi di pagare fior di quattrini e riempire pagine di formulari per gli sfridi di acciaio, che una volta erano riciclati nelle fonderie e ora, classificati come rifiuti industriali non pericolosi, sono una fonte inenarrabile di lavoro, burocrazia e fatture da pagare a suon di migliaia di euro per materiale che potrebbe essere adeguatamente riciclato. Non ce la fanno più a far partire i camion dalla Brianza, dove è più facile arrancare a dieci chilometri all'ora invece di "correre" a 60, senza sapere quando le consegne saranno effettuate. Finito, chiuso.

La Bbsfere di Carate Brianza chiude dopo 62 anni di onorata attività e dopo essere arrivata ai vertici europei nella produzione di sfere d'acciaio. I fratelli Bonacina chiudono, «stanchi, demoralizzati e amareggiati». Ora sono impegnati nella liquidazione volontaria delle attività «perché vogliamo uscire a testa alta da questa situazione». Stanno trattando per vendere i complessi macchinari, a controllo numerico, a un concorrente francese e a uno tedesco, tra i pochi rimasti in attività: «Abbiamo visto che entrambi hanno problemi di spazio, ma hanno declinato il nostro invito a produrre a Carate Brianza, dove abbiamo le linee produttive sviluppate su 20mila metri quadrati e terreni per le attività collegate, come il trattamento per gli sfridi. In Italia non ci vogliono venire. E li capisco».

La mazzata che li ha convinti a chiudere si è giocata nel giro di otto secondi, quando hanno inviato per via telematica un progetto destinato al risparmio energetico e al recupero e riciclaggio degli sfridi di acciaio. Era il giorno del click day per ottenere gli incentivi per ricerca e sviluppo. Daniela spiega: «Abbiamo speso fior di quattrini con consulenti e professionisti che hanno redatto un bel programma. Ma sono bastati otto secondi per rimanere fuori dagli incentivi. Spiacenti - ci hanno scritto - ma i fondi sono esauriti». Eppure la Bbsfere le ha tentate tutte, ma proprio tutte, per restare competitiva e continuare l'attività fondata dal padre nel febbraio del 1947 in un porticato di Besana Brianza, con macchinari progettati e costruiti dallo stesso Bonacina: «Per noi fratelli è un vero dramma chiudere l'attività dove nostro padre aveva messo passione, intelligenza e i fondi che aveva». In questi 62 anni hanno ampliato l'attività fino a diventare tra i maggiori produttori europei, con un un centinaio di dipendenti, rilevando anche una società concorrente in provincia di Treviso. Nei tempi d'oro erano arrivati a lavorare 20 tonnellate d'acciaio al giorno, producendo microsfere da 1,5 millimetri fino alle enormi sfere da 200 millimetri, pesanti 36 chili l'una, destinate a una megascavatrice dell'Australia. Esportavano il 40% della produzione. Sempre con un occhio all'innovazione e al controllo di qualità: nell'automotive sono richiesti alti standard di precisione. Daniela ricorda: «Ho ben presente quando alla Volkswagen hanno mugugnato per aver trovato due sfere fuori standard su un milione di pezzi consegnati». Tempi eroici, quelli. Durati fino al 2002, quando sono arrivati i cinesi. Allora sono iniziati i problemi che hanno costretto i Bonacina a chiudere. La loro storia imprenditoriale condensa il dizionario di tutti i mali che pesano, frenano, umiliano e annichiliscono le piccole imprese italiane.

A come aiuti pubblici
«Zero assoluto. Non abbiamo avuto un euro in tutti gli anni d'attività e nemmeno un euro in occasione del click day. Quando abbiamo chiesto interventi pubblici per la questione dei rifiuti o per frenare l'import cinese abbiamo trovato parole, poche promesse e nessun aiuto concreto».

B come banche
«Una vergogna. A Treviso dovevamo pagare a UniCredit altissime commissioni di massimo scoperto anche quando non superavamo i limiti previsti. Abbiamo protestato, ma formalmente era tutto previsto dalle clausole scritte in corpo 4. Roba da denuncia. Intesa Sanpaolo ci ha chiuso le linee di credito al minimo segnale di difficoltà dopo 62 anni di pagamenti puntuali. Solo le banche territoriali, in particolare il Banco di Desio, ci sono state vicine, hanno capito i problemi e la volontà di andare avanti. Ma non è bastato».

C come cinesi
Sono arrivati nel 2002, prima con le sfere di ferro, conquistando la fascia bassa del mercato europeo. Poi sono entrati nel settore dell'acciaio. «Vendono a un terzo dei costi che noi dobbiamo sostenere in Italia. Abbiamo reagito comprando macchinari complessi, stampatrici americane, forni con impatto sostenibile sul fronte ambientale. Non c'è stato niente da fare, il divario dei prezzi è troppo alto. Siamo andati in Cina per cercare di capire come fanno a vendere a prezzi stracciati: il loro costo della manodopera è così basso che possono permettersi un operaio per ogni macchina, risultando competitivi anche se da noi un operaio sovrintende a sei macchinari. A precisa domanda, hanno risposto che non è un loro problema sapere dove finiscono gli sfridi, non hanno impianti di depurazione e tutto il resto. E l'energia la pagano a prezzi impensabili per noi. La battaglia è persa».

D come dumping
In questi mesi di crisi internazionale i concorrenti cinesi, che in Italia possono contare su un agguerrito distributore che ha imparato il mestiere proprio alla Bbsfere, stanno puntando tutte le carte su prezzi ancor più bassi, a costo di lavorare in perdita. «Ho provato a chiedere d'imporre dazi, così come hanno fatto i produttori di bulloni e altri settori. Ma ero la sola a sollecitare tale misura, essendo rimasta l'unico produttore indipendente d'Italia. Per mille motivi burocratici non ci sono riuscita».

E come enti locali
«Ci sono voluti sette anni per avere il permesso di costruire un nuovo capannone e il via libera, ironia della sorte, è arrivato in piena crisi. Ora è lì, non l'abbiamo completato. Ho scritto al presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, per lanciare l'allarme sulla mia impresa. Ho avuto un incontro ufficiale con 18, ripeto 18, dirigenti. Poi neanche una risposta».

F come fonti energetiche
«I nostri motori ad alta potenza sono voraci e il costo dell'energia incide per più del 20% sul costo finale. Paghiamo l'energia più cara d'Europa (Irlanda esclusa). Siamo entrati in un consorzio di produttori per risparmiare sull'elettricità, ma un taglio del 5-6% è insufficiente».

I come infrastrutture della Brianza
«Siamo isolati. Siamo a una trentina di chilometri da Milano, ma ci vogliono ore per arrivarci. Hanno fatto mille promesse sulle infrastrutture, ma sono rimaste sulla carta. I progetti, esposti in tanti convegni, sono chiusi nei cassetti. È quasi impossibile pianificare le consegne, con conseguenti aumenti dei costi. Un disastro».

M come manodopera specializzata
«La lavorazione delle sfere, contrariamente a quello che si può credere, richiede grande manualità e forte specializzazione tecnico-professionale: c'è la fase dello stampaggio, della rodatura e della rettifica. Poi, si passa al lavaggio, alla lucidatura e al controllo finale di qualità. È un lavoro sporco, rumoroso e faticoso. I macchinari sono complessi, ma ci vuole occhio, manualità, grande esperienza per capire quando una sfera è pronta o se ci sono difetti anche minimi. Devo dire che negli anni abbiamo assistito a un livellamento verso il basso dei nuovi addetti. In Brianza non ci sono scuole professionali adeguate e questo significa perdere drammaticamente competenze e capacità che impoveriscono tutto il territorio».

P come perdite
«Pur di continuare la nostra attività abbiamo accettato di lavorare in perdita per tre anni. Pur di continuare abbiamo venduto l'azienda di Treviso e un capannone in Brianza, ma poi siamo stati travolti. Non ci siamo arricchiti impoverendo l'azienda e questo i nostri dipendenti lo hanno capito e apprezzato».

Q come qualità
I cinesi stanno invadendo l'Europa, ma non sono ancora in grado di garantire una qualità costante. «Di fatto – spiega ancora Bonacina – molti clienti mi hanno detto che ricevono intere partite da buttare. Questo è il prezzo che si deve pagare se vuoi risparmiare sui costi d'acquisto». Sarebbe stato possibile, per i fratelli Bonacina, chiudersi nella nicchia delle sfere di alta qualità o con acciai speciali, come quelli utilizzati dalla Ferrero per macinare il cacao, ma il business sarebbe stato troppo piccolo per un'azienda così strutturata.

R come rifiuti industriali
«Il 25% dell'acciaio viene perso nella fase di stampaggio e delle altre lavorazioni. Prima lo consegnavamo all'Ilva di Genova, poi all'impianto di Taranto. Ora non è più possibile. L'acciaio è diventato "rifiuto industriale non pericoloso", dobbiamo sopportare complesse operazioni per la raccolta, la catalogazione e la conservazione di questi rifiuti, con decine di formulari da riempire e conservare e poi paghiamo fior di fatture per la consegna alla piattaforma specializzata. Abbiamo anche avuto offerte per esportare gli sfridi, ma non c'erano sufficienti garanzie su dove sarebbero finiti: non abbiamo voluto rischiare. Gli enti pubblici, assenti nella gestione della crisi, sono sempre stati presenti per minuziosi controlli sullo smaltimento dei legni dei pallet o dei toner delle stampanti. Sono favorevole alla difesa ambientale, ma ci sono adempimenti burocratici che fanno perdere la voglia di lavorare».

S come sindacati
«Abbiamo sempre avuto ottimi rapporti con i sindacati, che hanno capito i nostri sforzi e accettato la nostra decisione, anche se chiudere voleva dire mandare a spasso 63 addetti con relative famiglie. A tutti, a Natale, ho regalato una copia del libro La Casta di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella per evidenziare il divario tra chi occupa le poltrone e chi lavora in fabbrica. E di come noi siamo lasciati soli».

Z come zero (voglia di continuare)
«La delusione è così forte – conclude Daniela Bonacina – che mio fratello Massimo ha sgridato il figlio Alessandro quando si è accorto che con i mattoncini di Lego costruiva le stampanti e i macchinari visti in fabbrica: la meccanica è una passione, gli ha detto, ma tu la devi dimenticare. Gli ha nascosto il Lego».
__________________
E' il tuo sguardo che mi fa capire cosa mi puoi fare E le tue labbra accese e accattivanti mi fanno barcollare e l'adrenalina sale! Vorrei un altro pianeta disperso per noi due è solo un modo per dirti cosa ti farei!! E' il tuo odore che mi fa impazzire ho questa strana voglia di renderti il mio cibo Ma non temere sono solo un tipo strano che vuole la tua carne in preda all'essere animale Vorrei un altro pianeta disperso per noi due e come un tuono nel cielo sparire come Dei..
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Old 03-09-2009, 15:40   #2
Windtears
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Ho letto tutto, veramente deprimente e agghiacciante... spero solo che ora non si trasformi questo thread in uno sfogo anti-cinesi o inno alla lega perché non sono il problema (i primi) né la soluzione (i secondi, anzi sono PARTE del problema stesso).

Mi auguro ci sia una sana discussione, buona serata a tutti.
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Old 03-09-2009, 15:48   #3
.:V:.
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Beh direi che non c'è molto altro da dire...
.:V:. è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 03-09-2009, 15:49   #4
MadJackal
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Ho letto tutto, veramente deprimente e agghiacciante... spero solo che ora non si trasformi questo thread in uno sfogo anti-cinesi o inno alla lega perché non sono il problema (i primi) né la soluzione (i secondi, anzi sono PARTE del problema stesso).

Mi auguro ci sia una sana discussione, buona serata a tutti.
Il problema non sono i cinesi.
Il problema è che è da anni che si chiede di ridurre la burocrazia.
Il problema è che è da anni che il nord ha bisogno di nuove infrastrutture.

Ma i lavori vanno sempre più piano, costano sempre di più (leggasi pedemontana), e non si capisce dove finiscano i soldi, visto che operai e compagnia bella vengono pagati sempre meno.
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Old 03-09-2009, 16:11   #5
drakend
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Ma i lavori vanno sempre più piano, costano sempre di più (leggasi pedemontana), e non si capisce dove finiscano i soldi, visto che operai e compagnia bella vengono pagati sempre meno.
Dove finiscono? Qua.
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Old 03-09-2009, 16:22   #6
MadJackal
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Dove finiscono? Qua.
Beh, sarebbe bello se fosse così.
In realtà i fondi per la pedemontana erano già stati stanziati. Ma poi se ne sono resi necessari di più, di più, di più, di più...
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Old 03-09-2009, 17:05   #7
markk0
 
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Beh, sarebbe bello se fosse così.
In realtà i fondi per la pedemontana erano già stati stanziati. Ma poi se ne sono resi necessari di più, di più, di più, di più...
basterebbe non autorizzare alcuna modifica di bilancio in corso d'opera ed estromettere "ad vitam" le imprese che praticano questa strategia.

hai vinto l'appalto e non ci stai dentro? fatti tuoi...
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Old 03-09-2009, 17:49   #8
Dreammaker21
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LA vergogna dell'italia, ci stanno mangiando il futuro ma intanto noi giochiamo a guelfi e ghibellini.
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Old 03-09-2009, 18:36   #9
Traveller23
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Non e' il cinese il problema, visto che comunque non vogliono venire a produrre qui nemmeno il concorrente francese e quello tedesco (che suppongo ancora reggano bene alla concorrenza asiatica).

E' lo stato che non permette all'impresa di operare in maniera concorrenziale, e non parlo di mancanza di soldi. Certo, se si continua cosi', non so quanto ancora si potra' tirare avanti. E tra un po' chissa', magari si arrivera' al punto di non-ritorno (in passato ci siamo giocati molte occasioni come questa). Ma il singolo non puo' fare molto, se lo stato non lo supporta (cosa che evidentemente in altri paesi esteri accade).

Chiaramente parlo di imprese di questo tipo, per fortuna ci sono quelle che funzionano e resistono (ancora).
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Old 03-09-2009, 19:05   #10
entanglement
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sul trevigiano in difficoltà c'è un altro articolo qua:

http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=2040617

certo che se nordest e brianza salutano possiamo metterci all'asta in albania ...
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Old 03-09-2009, 20:28   #11
cocis
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il consiglio del premier italiano alle imprese x combattere la crisi ???
"andare all'estero a produrre" ... ottimo consiglio ..
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D
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Old 03-09-2009, 23:50   #12
SerMagnus
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mamma mia sono sconcertato... avevo capito che l'andazzo qui in italia era nero, ma non fino a questo punto.
se si continua così siamo prossimi al punto di non ritorno... a breve saremo definitivamente fot***i.

e fortuna che abbiamo un premier imprenditore e di destra nn capisco come non si faccia a non avvantaggiare le imprese....
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Old 04-09-2009, 01:24   #13
[xMRKx]
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Complimenti al giornalista...scusate ma quest'analisi è superficiale,poco obiettiva e tipicamente "italica" .. ovvero spaliamoci quintali di cacca addosso e infiliamoci nell angolino a piangere. Che dire del pezzo del giocattolo lego nascosto e del "dimentica le passioni figliuolo siamo in Italia" , una chicca trash.

Che gli imprenditori a livello EUROPEO (non solo italiano!!!) soffrano la concorrenza del far east avviene già da moltissimi anni, è scontato quanto inevitabile per i vari motivi che conosciamo e che sono ben elencati nel punto C .

Ma il punto Q (qualità) è quello che deve caratterizzare il rinnovamento interno delle aziende italiane, L'UNICA cosa che ci può contraddistinguere. Se tu imprenditore non sei pronto ad accettare questo fatto e a modificare la qualità del prodotto o il tipo di prodotto offerto perchè sei strutturato in modo da puntare sulla quantità , significa che non c'hai visto lungo e che cmq hai intenzione di chiudere. A casa mia è meglio ahimè dover sacrificare delle forze lavorative ma tenere l'azienda in piedi piuttosto di chiudere tutto perchè sei stufo, a questo punto mi sorgono seri dubbi sulla capacità di chi sta a capo della suddetta azienda.


Ho vissuto questa situazione sulla mia pelle. Sono stato resp.commerciale di una pmi che si occupava di piccoli prodotti elettromeccanici davvero specializzati , ci sono attualmente in Italia solo 3 aziende nel settore. Nel giro di pochi anni sono arrivati sul ns. mercato i cinesi e hanno incominciato a proporre i nostri prodotti , copiati approssimativamente a prezzi del 50% più bassi. Terrore, il ns. mercato era fregato. Abbiamo studiato le loro mosse, ci siamo accorti che compravano campionature delle più grandi ditte europee modelli piu semplici (zero specializzazione della manodopera) e iniziavano a farli tali e quali. Qualità 0 e insoddisfazione dei nostri ex clienti, che cmq continuavano a comprare per via del prezzo fantastico. Sui più complessi e costosi rinunciavano dall' inizio perchè il gioco non valeva la candela. A parte i dubbi sulla durata e sulla qualità dei materiali utilizzati , il titolare ha deciso di continuare a produrre solo quelli che erano coperti da brevetto e a sviluppare campionature. In pratica ha trasformato l'azienda da produttrice in serie a azienda di alto livello specializzata in ideazione di nuove applicazioni e campionature, con ovvie ripercussioni sul modo di lavorare , ma l'azienda è stata comunque re-inventata ed ha assorbito la botta. Ora , alcuni clienti sono tornati ad acquistare dai vecchi fornitori perchè totalmente insoddisfatti dei prodotti cinesi (ma questo l'articolo non lo dice) ed in più se c'è bisogno di uno sviluppo di alto livello nessuno si sogna di andare a contattare il cinese nel Guang Dong ma chiama la piccola azienda marchigiana che cura lo sviluppo e crea da 0 il prodotto ad hoc per il cliente. Con campionature che sono pagate migliaia di Euro perchè NESSUN CINESE è in grado di idearle. Purtroppo l'era delle mega aziendone non specializzate è finita. Il futuro si chiama innovazione e qualità , cosa che manca ai nostri cari amici di là.

Per finire , lo spauracchio cinese a detta di molti è destinato a "rientrare" nei ranghi quando la qualità della vita si alzerà anche in paesi come la Cina. Le persone anche là si stanno emancipando, a breve vorranno l'auto, la casa non più attaccata all'azienda, non vorranno più dormire in 10 dentro una stanza e lavorare 12 ore al giorno. Tutto ciò tenderà a riequlibrare le realtà produttive e anche se rimarremo sempre in svantaggio possiamo puntare su qualità e innovazione. E' nel nostro estro e non ci batte nessuno. Basta non alzare le mani e rinunciare a combattere.

Ultima modifica di [xMRKx] : 04-09-2009 alle 01:48.
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Old 04-09-2009, 05:56   #14
cometa18
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Complimenti al giornalista...scusate ma quest'analisi è superficiale,poco obiettiva e tipicamente "italica" .. ovvero spaliamoci quintali di cacca addosso e infiliamoci nell angolino a piangere. Che dire del pezzo del giocattolo lego nascosto e del "dimentica le passioni figliuolo siamo in Italia" , una chicca trash.

Che gli imprenditori a livello EUROPEO (non solo italiano!!!) soffrano la concorrenza del far east avviene già da moltissimi anni, è scontato quanto inevitabile per i vari motivi che conosciamo e che sono ben elencati nel punto C .

Ma il punto Q (qualità) è quello che deve caratterizzare il rinnovamento interno delle aziende italiane, L'UNICA cosa che ci può contraddistinguere. Se tu imprenditore non sei pronto ad accettare questo fatto e a modificare la qualità del prodotto o il tipo di prodotto offerto perchè sei strutturato in modo da puntare sulla quantità , significa che non c'hai visto lungo e che cmq hai intenzione di chiudere. A casa mia è meglio ahimè dover sacrificare delle forze lavorative ma tenere l'azienda in piedi piuttosto di chiudere tutto perchè sei stufo, a questo punto mi sorgono seri dubbi sulla capacità di chi sta a capo della suddetta azienda.


Ho vissuto questa situazione sulla mia pelle. Sono stato resp.commerciale di una pmi che si occupava di piccoli prodotti elettromeccanici davvero specializzati , ci sono attualmente in Italia solo 3 aziende nel settore. Nel giro di pochi anni sono arrivati sul ns. mercato i cinesi e hanno incominciato a proporre i nostri prodotti , copiati approssimativamente a prezzi del 50% più bassi. Terrore, il ns. mercato era fregato. Abbiamo studiato le loro mosse, ci siamo accorti che compravano campionature delle più grandi ditte europee modelli piu semplici (zero specializzazione della manodopera) e iniziavano a farli tali e quali. Qualità 0 e insoddisfazione dei nostri ex clienti, che cmq continuavano a comprare per via del prezzo fantastico. Sui più complessi e costosi rinunciavano dall' inizio perchè il gioco non valeva la candela. A parte i dubbi sulla durata e sulla qualità dei materiali utilizzati , il titolare ha deciso di continuare a produrre solo quelli che erano coperti da brevetto e a sviluppare campionature. In pratica ha trasformato l'azienda da produttrice in serie a azienda di alto livello specializzata in ideazione di nuove applicazioni e campionature, con ovvie ripercussioni sul modo di lavorare , ma l'azienda è stata comunque re-inventata ed ha assorbito la botta. Ora , alcuni clienti sono tornati ad acquistare dai vecchi fornitori perchè totalmente insoddisfatti dei prodotti cinesi (ma questo l'articolo non lo dice) ed in più se c'è bisogno di uno sviluppo di alto livello nessuno si sogna di andare a contattare il cinese nel Guang Dong ma chiama la piccola azienda marchigiana che cura lo sviluppo e crea da 0 il prodotto ad hoc per il cliente. Con campionature che sono pagate migliaia di Euro perchè NESSUN CINESE è in grado di idearle. Purtroppo l'era delle mega aziendone non specializzate è finita. Il futuro si chiama innovazione e qualità , cosa che manca ai nostri cari amici di là.

Per finire , lo spauracchio cinese a detta di molti è destinato a "rientrare" nei ranghi quando la qualità della vita si alzerà anche in paesi come la Cina. Le persone anche là si stanno emancipando, a breve vorranno l'auto, la casa non più attaccata all'azienda, non vorranno più dormire in 10 dentro una stanza e lavorare 12 ore al giorno. Tutto ciò tenderà a riequlibrare le realtà produttive e anche se rimarremo sempre in svantaggio possiamo puntare su qualità e innovazione. E' nel nostro estro e non ci batte nessuno. Basta non alzare le mani e rinunciare a combattere.
Questo sarebbe vero se nel Veneto le aziende fossero tutte così; in pratica invece il Veneto è basato su un modello non diverso da quello che i cinesi applicano in grande scala: piccole aziende famigliari, quasi nessuna ricerca (mancanza di fondi date le dimensioni, mancanza di cultura e metodo data la natura artigianale e poco teorica della produzione), business basato principalmente sulla riduzione costi, riluttanza ad aprirsi all'esterno, sia come ricerca di capitali che competenze, per timore di perdita di controllo e esposizione a controlli fiscali. (Almeno questa è la mia esperienza di consulente per parecchie aziende venete).

Adesso confronta con la Cina: aziende di grosse dimensioni, manodopera poco specializzata e grosso turnover a livello basso (è vero), ma facilità di reperimento di risorse competenti, passate da esperienza in altre aziende occidentali delocalizzate, a costi ancora notevolmente inferiori ai nostri, assenza di sindacati, scarsi costi burocratici, propensione all'innovazione (spiego meglio: è vero che inizialmente i cinesi fanno roba scarsa, come i giapponesi all'inizio, ma già adesso vedo che in molti settori i loro prodotti valgono i nostri e anzi, i nostri non esistono più in quanto pure le nostre aziende usano solo componentistica cinese; inoltre sono validi artigiani, e il numero compensa abbondantemente l'inesperienza), mediamente abbondanza di fondi o facilità di accesso al capitale, enorme mercato interno ed esterno che guida la crescita e lo sviluppo, governo che facilita la crescita con normativa che neglin ultimi anni ha fatto importare dall'estero principalmente tecnologie recenti e all'avanguardia...

Adesso dimmi tu dove prevedi ci sia più ricchezza nei prossimi anni, e vediamo se pure tu vieni qui a lavorare...
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入乡随俗
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Old 04-09-2009, 07:20   #15
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mamma mia sono sconcertato... avevo capito che l'andazzo qui in italia era nero, ma non fino a questo punto.
se si continua così siamo prossimi al punto di non ritorno... a breve saremo definitivamente fot***i.

e fortuna che abbiamo un premier imprenditore e di destra nn capisco come non si faccia a non avvantaggiare le imprese....
spiacente deluderti ma berlusconi con la Destra c'entra poco.

fa politica per se, e basta
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Old 04-09-2009, 08:36   #16
Fil9998
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game over.

unica consolazione: morta la repubblica italiana morranno di fame pure i vermi che se ne cibavano voracemente....


per ultimi però!
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Old 04-09-2009, 08:44   #17
MadJackal
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basterebbe non autorizzare alcuna modifica di bilancio in corso d'opera ed estromettere "ad vitam" le imprese che praticano questa strategia.

hai vinto l'appalto e non ci stai dentro? fatti tuoi...
Certo che si dovrebbe fare così, ed in teoria sarebbe così. Solo che per alcuni casi sono previsti - ovviamente - delle logistiche di bilanciamento dei costi, per far fronte a problemi imprevisti (che ne so, il prezzo dell'asfalto aumenta del 300%, l'inflazione aumenta del 10%).
E qualcuno se ne approfitta.
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Old 04-09-2009, 09:05   #18
[xMRKx]
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game over.

unica consolazione: morta la repubblica italiana morranno di fame pure i vermi che se ne cibavano voracemente....

per ultimi però!


MAMMA LI CINESI !!!!!!!

per me i cinesi sono e saranno sempre un BLUFF ! Sono anni che si ha paura del far east , le aziende che hanno saputo riadattare i loro modelli produttivi ai cinesi gli fanno un baffo. Le aziende che sono rimaste impostate su modelli non più competitivi sono rimaste fregate e chiudono. E' il mercato.

Ragazzi ci copiano tutto dalle cose agli stili di vita. Non possiamo aver paura di loro. Che fine ha fatto il genio italico. Trovo tipicamente "ITALICO" questo modo di vedere le cose. Si decanta la morte in stile avvoltoio prima ancora che essa avvenga , con quel tocco masochistico che solo noi italiani abbiamo
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Old 04-09-2009, 09:57   #19
Windtears
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Occhio, perchè nell'articolo per quanto sia scritto male, secondo te, si dice che i clienti vanno a comprare dai cinesi si lamentano della qualità infima del prodotto ma "ritornano" dal cinese a comprare.
Il discorso che dici tu che la qualità paga, è logico ed evidente ma quest'azienda i suoi clienti li ha persi e chiude perchè il mercato ha deciso che della qualità di quel prodotto non se ne fa niente e preferisce avere margini maggiori di guadagno sul prezzo.
Almeno da quanto ho capito leggendo tutto l'articolo, non voglio scatenera polemiche.
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Old 04-09-2009, 10:02   #20
MadJackal
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Occhio, perchè nell'articolo per quanto sia scritto male, secondo te, si dice che i clienti vanno a comprare dai cinesi si lamentano della qualità infima del prodotto ma "ritornano" dal cinese a comprare.
Il discorso che dici tu che la qualità paga, è logico ed evidente ma quest'azienda i suoi clienti li ha persi e chiude perchè il mercato ha deciso che della qualità di quel prodotto non se ne fa niente e preferisce avere margini maggiori di guadagno sul prezzo.
Almeno da quanto ho capito leggendo tutto l'articolo, non voglio scatenera polemiche.
Infatti il problema delle aziende italiane è che giocano ESCLUSIVAMENTE al ribasso dei costi. Si sommi ai problemi infrastrutturali di cui soffre l'intera penisola, alla burocrazia imperante...
Non dobbiamo aver paura dei cinesi? Genio italico?
Il genio italico non può nulla, senza soldi. E non mi pare che in Italia si investa molto sulla ricerca, a parte qualche raro caso...
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