Seagate, ecco i dischi rigidi di domani

Seagate ci offre la possibilità di aprire una finestra sul futuro, mettendo in mostra le tecnologie che vedremo nei prossimi anni legate al mondo dei dischi rigidi. Tecnologia HAMR, 1 terabit per pollice quadro e dischi da 1 pollice con tecnologia Probe saranno all'ordine del giorno in un futuro nemmeno troppo lontano?
di Alessandro Bordin pubblicato il 04 Dicembre 2006 nel canale StorageQuadroSeagate
Considerazioni
Abbiamo omesso dal nostro discorso una parte importante della conferenza, ovvero quella relativa ai dischi FDE, trattati nel corso di un recente focus; ci sarebbe piacuto approfondire maggiormente il discorso, ma non abbiamo ottenuto da Seagate indicazioni particolarmente chiare su molti degli aspetti ancora oscuri del drive. Per trarre considerazioni interessanti da quanto espresso in questo report, occorre tenere conto di una rivoluzione che ci accingiamo ad affrontare, che vede il coinvolgimento dei dischi ibridi.
Seagate stessa ha annunciato la produzione di un disco ibrido con 256 MB di cache, 2,5 pollici e 160 GB di capienza per il marzo 2007. Segno, questo, che nel settore storage farà la sua comparsa un nuovo protagonista, indipendentemente dal marchio coinvolto. Rimane da vedere sicuramente come tali soluzioni potranno convivere con la tecnologia ReadyBoost di Microsoft Vista e con il modulo Robson delle piattaforme Intel SantaRosa, che di fatto metterà a disposizione un quantitativo di memoria Flash direttamente sulla motherboard.
Seagate in ogni caso prevede che ancora per moltissimo tempo a fare da padrone nel settore saranno i dischi a piatti rotanti e non quelli interamente a memoria statica. Se da una parte infatti i dischi interamente a memoria statica possono contare su una maggiore resistenza agli urti e su un consumo energetico inferiore, saranno gravati in ogni caso da un prezzo di acquisto per GB assolutamente non comparabile con quello delle unità tradizionali.
Anche sul fronte delle capacità totali i dischi a piatti rotanti vanteranno una superiorità sempre marcata sui cugini a memoria statica, che saranno in grado di rispondere ad un numero molto limitato di reali esigenze. Quello che si deduce dunque è un interesse sempre maggiore per la ricerca della capienza massima, relegando in secondo piano le prestazioni effettive.
Le prestazioni di un disco rigido infatti non devono essere valutate solo prendendo come parametro di riferimento il transfer rate in lettura sequenziale. Molto più importante sarebbe lavorare sul regime di rotazione e sui tempi di accesso, che però graverebbero le unità di un costo troppo elevato. Le unità Raptor di Western Digital ne sono l'esempio: il costo per GB risulta 5 volte superiore rispetto alle unità SerialATA da 7200 giri, trovando così anche un'altra motivazione che porta diverse aziende a non produrre un concorrente per tale disco.
Quello che bolle in pentola in ogni caso è davvero molto interessante: la tecnologia HAMR permetterà di avere hard disk con capienze davvero elevate, importante soprattutto in ambito notebook. La tecnologia Probe inoltre fa ben sperare anche per applicazioni che esulano dai normali utilizi dei dischi rigidi. Non mancheremo ovviamente di seguire con particolare attenzione eventuali sviluppi e aggiornamenti sull'argomento storage, prendendo spunto dalla documentazione offerta direttamente dai produttori.
41 Commenti
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Una letture interessante...
Immagino intendeste " .... di ben 50 TBit per pollice quadrato..."
(Anche perchè lo voglio vedere il bus che regge a 50 Terabit al secondo di transfer rate ... )
Immagino intendeste " .... di ben 50 TBit per pollice quadrato..."
(Anche perchè lo voglio vedere il bus che regge a 50 Terabit al secondo di transfer rate ... )
Corretto, grazie
Complimenti per l'articolo.
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