HP DeskJet 990Cxi

HP DeskJet 990Cxi

Recensione stampante HP DeskJet 990cxi; periferica di fascia medio/alta dall'ottima qualità e velocità di stampa. Dotata di porte di connessione parallela, USB e IrDA. Tecnologie PhotoREt III e ColorSmart III.

di pubblicato il nel canale Periferiche
HP
 

Tecnologie HP Photoret III e ColorSmart III


L'ottimizzazione di un processo di stampa si pone due importanti obiettivi che sono l'aumento sia della velocità che della qualità di stampa.
Questi due importanti aspetti hanno alcuni punti in comune dato che i parametri che influenzano velocità e qualità di stampa tendono, a volte, ad essere gli stessi;
ad esempio un aspetto legato sia al discorso qualitativo che velocistico è rappresentato dalla capacità della testina di stampa di creare gocce di differenti dimensioni da quelle più piccole di circa 3 pl (picolitri - (10)-12 litri, cioè un milionesimo di un milionesimo di litro) a quelle più grandi di circa 30-35 pl a seconda della stampante. Questo garantisce la possibilità di regolare la velocità di stampa a seconda di quello che stiamo stampando; le piccole gocce assicurano un'ottima risoluzione e definizione dell'immagine, mentre le gocce più grosse velocizzano il riempimento di quelle zona dell'immagine a colore uniforme, prive di sfumature e senza particolari da evidenziare. In generale la qualità è abbinata alla risoluzione e cioè al numero massimo di punti per pollice che è possibile stampare, ma per le getto la qualità può essere analizzata sotto due differenti aspetti a seconda dell'uso a cui sarà destinata la periferica, vedi ad esempio stampe combinate di testo ed immagini, o stampa di immagini fotografiche e così via; per stampe combinate, o per il semplice testo, il parametro da considerare è proprio la risoluzione espressa in "dpi" (punti per pollici), mentre nel caso di stampe fotografiche riveste un ruolo importante, oltre alla risoluzione, anche il numero dei livelli di graduazione del colore, cioè la capacità della stampante di rendere continue le sfumature durante la formazione dell'immagine.
La stampa fotografica ha la necessità di riprodurre sul foglio delle sfumature che siano le più continue possibili per dare quell'effetto realistico alle immagini tipico proprio delle foto; il problema consiste nel fatto che la stampante crea l'immagine sul foglio per punti e può disporre di un numero limitato di colori base da poter combinare e gestire in modo ottimale. In genere le variazioni cromatiche tra i colori chiari e scuri avviene combinando punti di colore base con punti di colore nero, oppure punti di colore base con punti lasciati appositamente bianchi, cioè riducendo la densità dei punti colorati quindi il loro numero per unità di superficie. L'uso dei punti neri genera però il cosiddetto effetto granulare che può essere notato guardando la nostra immagine con una lente, così come l'uso dei punti bianchi riduce la capacità della stampante di definire i dettagli dell'immagine che si sta creando. La soluzione ottimale per l'aspetto qualitativo in stampe fotografiche è quella di ridurre la dimensione dei punti e quindi utilizzare testine in grado di generare gocce di inchiostro sempre più piccole per avere un miglior dettaglio, risoluzione e sfumature, e cercando di adottare un maggior numero di colori; è ovvio che entrambi questi aspetti hanno dei limiti fisici non superabili. La continua ricerca e i continui perfezionamenti delle tecnologie di stampa, hanno progressivamente portato le maggiori case costruttrici ad individuare quello che possiamo considerare il miglior compromesso tra i due aspetti prima evidenziati, puntando sulla riduzione delle dimensioni delle gocce di inchiostro con particolari tecnologie e puntando sulla concentrazione dei punti di colore base nelle varie zone del foglio per creare l'effetto cromatico di sfumature continue. E' ovvio che tutto questo è strettamente connesso alla qualità dell'inchiostro (fluidità, tempi di essiccazione, compatibilità con la tecnologia adottata per la testina di stampa per ottenere gocce di forma e di dimensioni volute e cosi' via), della testina di stampa, alla precisione meccanica della movimentazione foglio-testina, alla qualità del software, e quindi dei driver che gestiscono la periferica e così via.

Ricapitolando possiamo dire che alla base di tutto il discorso qualitativo ci sono le tecnologie sviluppate per ridurre le dimensioni delle  gocce, il miglioramento dei materiali di consumo ed infine l'ottimizzazione dei driver di stampa.

Le tecnologia sviluppate da HP sono denominate HP ColorSmart e HP PhotoRet, presenti nell'evoluzione III nei prodotti di punta della casa ed anche nella 990Cxi.
Vediamo in cosa consistono queste due tecnologie:

HP ColorSmart III:
è un insieme di tecnologie sviluppate per migliorare la stampa fotografica sia in termini qualitativi che di velocità.
Vediamo ora le varie tecnologie di cui si compone l'HP ColorSmart:

  • Impostazioni di controllo del colore: in pratica consente all'utente di controllare parametri quali la saturazione dei colori, la loro luminosità e tonalità, per una migliore qualità nelle stampe fotografiche
  • ACE (Automatic Contrast Enhancement): ottimizza in modo automatico il contrasto per ottenere colori più intensi e brillanti; questo viene fatto attraverso l'uso di particolari algoritmi.
  • HP Smart Focus: ottimizza la nitidezza delle immagini attraverso l'uso di particolari algoritmi in grado di non influire sulla velocità del processo di stampa
  • CIECAM97: sistema di calibrazione cromatica per migliorare le tonalità e le sfumature nelle stampe fotografiche
  • Tecnologia MMX: sistema che consente di sfruttare al meglio le CPU con tecnologia MMX e quindi di accelerare il processo di elaborazione delle immagini e liberare in tempi più ristretti il PC dal processo di stampa.

HP Photored III:
anche qui abbiamo un insieme di tecnologie mirate alla gestione ottimale del processo di formazione delle gocce di inchiostro durante le fasi di stampa; infatti con l'HP PhotoRet (Photo Resolution Enhancement) siamo in grado di inviare fino a 29 gocce d'inchiostro per ogni punto, con dimensioni minime della goccia di soli 5 pl (picolitri) e questo a prescindere dal supporto cartaceo utilizzato. Tutto questo abbinato all'uso di particolari testine di stampa con elevato numero di ugelli (fino a 408 per le testine per inchiostro a colori, 136 ugelli per colore,  e 300 per il nero) atti a migliorare sia la qualità che la velocità della stampa e in grado di generare un elevato numero di gocce per secondo, fino a 18000. L'uso di particolari inchiostri sviluppati dalla stessa HP ottimizzano al meglio la resa cromatica sia nella stampa del testo in nero che delle immagini fotografiche.
HP è forse la società che meglio fra tutte è riuscita a sviluppare e ottimizzare un algoritmo in grado di ottenere testo di qualità laser, anche su carta comune, con l'uso di stampanti InkJet.
L'HP PhotoRet III è una evoluzione della versione II in dotazione a periferiche tipo l'HP 840C in precedenza provata su queste pagine e si differenzia da quest'ultima per la dimensione della goccia d'inchiostro che è di 5 picolitri anziché 10, per il differente numero di ugelli della testina a colori che è di 408 anziché 192 e quindi per il differente numero di gocce che andranno a formare il singolo punto di stampa che diventano 29 rispetto alle 16 della "vecchia" versione II.

 
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