Firma al decreto "equo compenso": sempre più #iniquocompenso

Alla fine gli aumenti arriveranno grazie alla firma che Dario Franceschini, Ministro dei Beni Culturali e delle Attività Culturali, ha apposto sull'apposito decreto ministeriale. Pochi i dettagli noti, ma quelli che emergono sono in buona parte imbarazzanti. #iniquocompenso
di Alessandro Bordin pubblicato il 22 Giugno 2014 nel canale MultimediaLa nota ministeriale
A questo indirizzo del sito ministeriale è riportata la nota che cerca di ammantare la tassa di nobili fini e legittima esistenza (alcune anche convincenti, altre grottesche), arricchita da alcune chicche di microeconomia al limite del ridicolo. La riportiamo, commentandola.
NUOVE RISORSE SERVIRANNO A PROMUOVERE ESORDIENTI E OPERE PRIME
Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, dopo un'approfondita istruttoria e un confronto che ha visto coinvolte tutte le categorie interessate, ha firmato il decreto ministeriale che aggiorna per il prossimo triennio il compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e di videogrammi previsto dalla legge sul diritto d’autore. Il Ministro Franceschini e il Presidente della Siae, Gino Paoli hanno convenuto di impegnarsi, per la parte incrementale di gettito delle nuove tariffe, affinché tutte le categorie di titolari dei diritti di copia privata impieghino una quota di tali somme alla promozione di giovani autori e artisti e di opere prime.
Le parti interessate sono state convocate e non ascoltate, fatta eccezione per la SIAE. Un dato su tutti: la posizione dei 4000 artisti (quelli che incassano) a favore del decreto ha avuto un peso 100 nella definizione delle nuove norme, mentre completamente inascoltate sono le voci delle decine di migliaia di cittadini che hanno firmato petizioni su petizioni (quelli che pagheranno, checché ne dica il ministro). Ovviamente è apprezzabile la destinazione d'uso dei soldi promessa dalla nota, sebbene ancora tutta da verificare. La certezza per ora è solo l'aumento delle tariffe.
GARANTITA LA CREATIVITÀ
"Con questo intervento - ha commentato Franceschini - si garantisce il diritto degli autori e degli artisti alla giusta remunerazione delle loro attività creative, senza gravare sui consumatori."
Ecco uno dei passaggi che definiamo ridicoli. Nel senso letterale del termine e non di scherno, non c'è alcun sarcasmo. Il riferimento è alle ultime quattro parole, senza gravare sui consumatori. La tassa, tecnicamente, è applicata a monte, è vero. Che un produttore poi non si rifaccia sul consumatore finale sarebbe una prima assoluta nel campo della microeconomia. Il ministro, anche nel video riportato, porta l'esempio del prezzo imposto e fisso per smartphone e tablet come prova del nove che a pagare saranno le aziende e non i consumatori. Il prezzo imposto lo hanno bene o male quasi esclusivamente i prodotti Apple, iPhone e iPad, escludendo quindi dalla prova del nove la maggior parte del mercato rimanente, e non è assolutamente detto che Apple non adegui i listini in seguito all'entrata in vigore del decreto. Il ministro in ogni caso sa che il rischio di aumenti c'è, e nomina nel video un ipotetico ed eventuale comitato di controllo, che possiamo affermare con buon margine di certezza che non ci sarà mai.
CAPZIOSO CHI PARLA DI TASSA SUI TELEFONINI A CARICO DEI CONSUMATORI
"Parlare di tassa sui telefonini è capzioso e strumentale: il decreto non introduce alcuna nuova tassa ma si limita a rimodulare ed aggiornare le tariffe che i produttori di dispositivi tecnologici dovranno corrispondere (a titolo di indennizzo forfettario sui nuovi prodotti) agli autori e agli artisti per la concessione della riproduzione ad uso personale di opere musicali e audiovisive scaricate dal web. Un meccanismo esistente dal 2009 che doveva essere aggiornato per legge".
Da anni non mi imbattevo nel termine capzioso. Treccani fornisce questa definizione: che tende a trarre in inganno, fallace, insidioso. In questo articolo io quindi, parlando di tassa, tenderei a trarre in inganno i lettori, portati per mano verso una descrizione dei fatti lontana dalla verità. Ognuno può pensarla come vuole, personalmente mi limito a riportare parola per parola la nota ministeriale apportando alcune critiche, con una voce diversa dall'unica presa in considerazione per legiferare, ovvero la SIAE.
Non si introduce alcuna nuova tassa? Vero, si alzano le tariffe di quelle già esistenti, e rimodulare suona meglio di aumentare. Indennizzo forfettario si commenta da solo, così come il ribadire che tutto ricadrà sui produttori. Per legge doveva essere aggiornato il listino, si dice, ed è vero. Per completezza di informazione possiamo aggiungere che i listini, per legge, devono essere aggiornati ogni tre anni e siamo già in ritardo di due. Insomma, la legge è orrenda, pensata male, iniqua ma c'è e questa cosa era da fare, prima ancora che discutere sulla legge stessa.
NESSUN AUTOMATISMO SUI PREZZI DI VENDITA
"Il decreto non prevede alcun incremento automatico dei prezzi di vendita. Peraltro, com’è noto, in larga parte gli smartphone e tablet sono venduti a prezzo fisso”.
Già discusso in precedenza. A parte l'utenza Apple che non guarda altro per scelta (ma che non è per nulla escluso che possa aumentare, ops, rimodulare i listini), per gli altri non è noto un bel niente.
AGGIORNAMENTO PREVISTO DALLA LEGGE
“Ho applicato doverosamente una norma di legge vigente” ha concluso il ministro Franceschini ricordando che “è dal 2012 che le tabelle sull’equo compenso attendevano di essere aggiornate. E ho anche ricostituito il tavolo tecnico che dovrà monitorare l'evoluzione e le tendenze del mercato e che, entro 12 mesi, verificherà lo stato di applicazione di questo provvedimento. Governo e parlamento dovranno adesso riflettere sulla necessità di adeguare la norma di legge ai cambiamenti tecnologici e di mercato, in parte già avvenuti e in parte prevedibili”.
Ascoltare solo la SIAE non è la via giusta. I tavoli di trattativa sono naufragati, con la maggior parte delle voci e delle firme ignorate e inascoltate.
L'APPELLO DEL MONDO DELLA CULTURA
Il decreto corrisponde alle tante sollecitazioni del mondo della cultura. Solo un mese fa, oltre 4.000 autori hanno chiesto al governo di intervenire a tutela del diritto alla creatività e di monitorare i riflessi della costante e rapida evoluzione tecnologica nel mondo dell'arte.
Quindi è giusto e legittimo ottenere un indennizzo forfettario su tutti i dispositivi che possono registrare o riprodurre contenuti multimediali, quando non sono usati per questo scopo? Ci torniamo in ultima pagina.
I FIRMATARI: DA SORRENTINO A MORRICONE
Hanno firmato l'appello al ministro Franceschini tra gli altri: Paolo Sorrentino, Toni Servillo, Roberto Andò, Renzo Arbore, Pupi Avati, Malika Ayane, Claudio Baglioni, Al Bano, Angelo Barbagallo, Franco Battiato, Pippo Baudo, Andrea Bocelli, Fausto Brizzi, Caterina Caselli, Luca Carboni, Riccardo Cocciante, Paolo Conte, Paola Cortellesi, Maurizio Costanzo, Simone Cristicchi, Gigi D’Alessio, Maria De Filippi, Francesco De Gregori, Elisa, Roby Facchinetti, Fedez, Sabrina Ferilli, Tiziano Ferro, Elio Germano, Paolo Genovese, Dori Ghezzi, Irene Grandi, Raphael Gualazzi, Francesco Guccini, Luciano Ligabue, Daniele Luchetti, Neri Marcoré, Franco Migliacci, Riccardo Milani, Mogol, Enzo Monteleone, Gianni Morandi, Ennio Morricone, Orchestra Piazza Vittorio, Laura Pausini, Piero Pelù, Max Pezzali, Nicola Piovani, Eros Ramazzotti, Danilo Rea, Antonio Ricci, Marco Risi, Kim Rossi Stuart, Stefano Rulli, Renzo Rubino, Stefano Rulli, Claudio Santamaria, Enrico e Carlo Vanzina, Antonello Venditti, Carlo Verdone, Renato Zero, Nina Zilli e Zucchero.
La citazione di esponenti del mondo della musica e dello spettacolo come rafforzativo delle proprie convinzioni lascia il tempo che trova, visto che sono fra quelli che probabilmente incasseranno i vostri soldi quando comprerete un hard disk per archiviare le foto e i video delle vostre vacanze, senza alcuna traccia delle loro opere. Dulcis in fundo alcune tariffe, che trattiamo nella prossima pagina.