Google: l'ISIS va affrontata nell'open web e confinata nel dark web
Jared Cohen, direttore di Google Ideas, propone di combattere all'ISIS, intensificando gli sforzi sull'open web ed indebolendone, in tal modo, l'eco mediatico reso possibile dall'utilizzo delle reti social e dei media online.
di Salvatore Carrozzini pubblicata il 20 Gennaio 2016, alle 15:04 nel canale WebJared Cohen, direttore di Google Ideas, ha chiarito la sua visione delle lotta all'ISIS nell'ambio di un recente colloquio con il Royal Institute of International Affairs, come riporta oggi il The Guardian. Per fermare l'ISIS, afferma Cohen, è necessario intensificare la lotta nell'open web, ovvero quella porzione della rete, contrapposta al dark web, tramite la quale l'associazione terroristica riesce a produrre un grande eco mediatico, sfruttando, tra l'altro, le reti social.
Cohen è piuttosto scettico sulla possibilità di impedire ai terroristi di usare strumenti come Tor e di accedere al Dark Web; maggiori chances di successo si avrebbero combattendo i terroristi nell'open web, la parte della rete che può essere indicizzata dai motori di ricerca.
Choen afferma sul punto:
L'elemento di novità sta nel fatto che stanno operando senza essere respinti dallo stesso Internet di cui tutti noi beneficiamo. Quindi la chiave del successo è contenere l'ISIS nel dark web
L'approccio suggerito da Google per combattere l'ISIS passa per l'indebolimento degli strumenti di propaganda veicolati nell'open web, sfruttando non solo i social media, ma anche le fonti di informazione online, la possibilità di condividere rapidamente in rete video, creare hashtag e bot per dare ulteriore eco ai propri messaggi.

Il numero uno di Google Ideas non manca di mettere in evidenza alcuni effetti negativi derivanti dal libero accesso ai social network come Facebook e Twitter da parte dei membri delle associazioni terroristiche. Far percepire al pubblico un'immagine dell'organizzazione ingigantita è una tecnica di propaganda resa possibile dai moderni canali di comunicazione:
L'ISIS è riuscita a creare un'esagerata percezione della loro dimensione online, creando molti più account di quanti ne hanno i suoi membri e dando vita in tal modo alla narrativa del gruppo che sta vincendo. Ma mentre il fronte digitale è più complesso, potrebbe essere quello il terreno su cui otterremo le più grandi vittorie nel breve periodo, quindi non lo dovremmo trascurare.
Gli strumenti della lotta sul fronte digitale si sostanziano, secondo Choen, nelle pene previste per chi promuove apertamente la causa dell'ISIS sfruttando i media online, a partire dalla pronta chiusura degli account social, spezzando in tal modo l'espandersi della rete di contatti e stroncando sul nascere l'opera di proselitismo.
Per Jared Choen, l'ISIS va considerata un'organizzazione non particolarmente esperta di tecnologia, visto che per diffondersi in rete e portare avanti l'opera di propaganda usa tecniche abbastanza basilari, come lo spam, al tempo stesso, abbassare la guardia, soprattutto sul versante dell'open web, potrebbe rivelarsi molto rischioso.










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