Vibe coding: esplode la domanda di esperti per riparare il software creato dall'AI

Il vibe coding, ovvero lo sviluppo di software tramite AI generativa, ha generato una nuova economia: cresce la domanda per sviluppatori esperti capaci di correggere bug, ottimizzare UI e risolvere disastri causati dai modelli automatici
di Andrea Bai pubblicata il 20 Settembre 2025, alle 09:01 nel canale WebIl concetto di “vibe coding” sta rappresentando un nuovo paradigma nello sviluppo software: in linea teorica, oggi chiunque può affidarsi a un modello AI per scrivere codice o addirittura realizzare interi applicativi. La realtà, però, è un po' più complessa di così e la "terra promessa" di automazione, democratizzazione e abbattimento delle barriere si traduce spesso in caos, con problemi che emergono quando ci si affida alla "creatività" dell'AI senza che vi siano le basi per comprendere se il codice sia stato composto adeguatamente o senza una reale supervisione tecnica, con il risultato di un codice poco affidabile e pieno di bug.
Questa situazione sta rappresentando un'opportunità per programmatori competenti e con esperienze di lungo corso, che riescono sempre più a proporsi con successo come "riparatori" di vibe code. La diffusione di sedicenti sviluppatori incapaci di affinare il codice generato dall'AI e costretti quindi a rivolgersi a figure competenti per le operazioni di rifinitura, ottimizzazione se non proprio correzione, ha creato un mercato particolarmente vivace, come testimoniato sia dall'offerta presente su piattaforme come Fiverr, sia dalla nascita di aziende e portali specializzati allo scopo.

L’ampia diffusione degli errori generati dall’AI testimonia quanto la tecnologia sia in realtà ancora acerba, il che può causare problemi non trascurabili quando finisce nelle mani di operatori poco esperti o profili non tecnici, come product manager, commerciali o piccoli imprenditori che pensano di poter creare un’app semplicemente descrivendola all’AI. In questi casi l'esito è quello di arrivare a progetti mal ottimizzati, interfacce confuse, errori logici gravi, o addirittura problemi di sicurezza a causa di script mal composti. E non mancano i casi veramente gravi, com'è stato l'episodio che ha visto protagonista suo malgrado Replit, con la cancellazione di un database di produzione.
Secondo un recente studio di Fastly, il 95% degli sviluppatori intervistati (quasi 800 professionisti) dedica tempo extra a correggere codice AI, e questa mole grava soprattutto sulle spalle dei programmatori senior. Nonostante i costi elevati accumulati per “aggiustare” i danni nelle fasi finali di sviluppo, la maggior parte dei vibe coder preferisce non ricominciare da zero, offrendo quindi un'opportunità redditizia ai programmatori esperti.

Come mai accade tutto ciò? Quando l'AI viene messa alla prova nella composizione di codice dimostra, nel concreto, di avere qualche difficoltà nei processi di cosiddetto ragionamento sistemico (cioè a considerare l'impatto di un problema complesso sul risultato complessivo) e invece tende a risolvere i problemi solo in superficie anziché elaborare soluzioni riusabili e a lungo termine, con il risultato di generare un codice poco affidabile. A ciò va poi aggiunto quel che abbiamo sottolineato di recente: l'AI non ammette la sua "ignoranza" e preferisce inventare spiegazioni plausibili, anche quando si tratta di scrivere codice.
Da un lato è comunque opportuno riconoscere che il vibe coding ha giocato un ruolo importante nell'incrementato della produttività, specie nella fase di progettazione e creazione di codice "boilerplate", cioè quelle porzioni di codice che sono massicciamente riutilizzate all'interno di un progetto di ampio respiro. Di contro, però, si assiste ad una ridefinizione della figura professionale dello sviluppatore senior, che assume sempre più il ruolo di supervisore, revisore, o addirittura “baby sitter dell’AI”, con la responsabilità di evitare che la velocità e la maggior produttività vada a condizionare in negativo la qualità dei prodotti.
13 Commenti
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https://www.reuters.com/business/me...rts-2025-09-19/
programmatori junior indiani a casa,
e Amazon+Microzozz+Meta fanno lo stesso lavoro con un solo americano senior
I LLM sono bravissimi a produrre legacy code (è quella la fonte ultima da cui attingono) che diventa automagicamente un macigno da mantenere.
"When developers are allowed to use AI tools, they take 19% longer to complete issues—a significant slowdown that goes against developer beliefs and expert forecasts. This gap between perception and reality is striking: developers expected AI to speed them up by 24%, and even after experiencing the slowdown, they still believed AI had sped them up by 20%."
Come volevasi dimostrare. L'uomo a sostegno della macchina invece del viceversa, come dovrebbe essere.
Gpt-5 da questo punto di vista, per me, è peggiorato tantissimo. Se non sa, inventa. A volte chidendo una piccola modifica del codice, cambia tutto di sana pianta, facendo perdere un sacco di tempo. Appena ci si sposta un pò dal seminato (nel senso che si cerca di fare cose abbastanza di nicchia), impazzisce e allucina in modo imbarazzante. Gpt-4 era un pò meglio, ovviamente dal mio punto di vista.
Se un giorno mi chiamassero a fare un lavoro del genere, chiederei tanti di quei soldi che gli converrebbe farmi riscrivere il software con uno stipendio "normale"
bellissimo
ok si deve correggere ed è un lavoro di merda perchè ti logori come se facessi il manutentore,
ma il punto è:
la produttività aumenta si o no ?
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