Spotify e YouTube sono oggi un problema grande quanto la pirateria in Italia, secondo la FIMI

Ora che la pirateria è stata arginata c'è un altro problema per l'industria musicale, e proviene dai servizi gratuiti del tutto legittimi
di Nino Grasso pubblicata il 26 Luglio 2019, alle 17:21 nel canale WebSpotifyYouTube
31 Commenti
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"Secondo Mazza circa il 90% degli utenti in Italia utilizza YouTube per l'ascolto musicale, il che è un problema per l'industria dal momento che non può trarne alcun guadagno."
Le parole originali di Enzo Mazza sono:
"So, while the website blocking efforts have helped to bring piracy rates down, [B][U]this isn’t immedially resulting in much more revenue[/U][/B]."
Insomma il sig. Mazza dice che non ci guadagnano molto, non che non ci guadagnano, una frase da interpretare con: dobbiamo trovare un modo per guadagnarci di più
Tra l'altro sul sito di FIMI si riporta il report in questione ma non queste parole di Mazza, piccolo dettaglio che può essere interpretato come se fosse una sua personale visione, qualcosa di più generico su cui potrebbe ragionare la FIMI prossimamente.
che bloccare i DNS dei provider basti per fermare la pirateria mi sembra un tantino sopravalutato. Io poi mi chiedo da anni come mai non chiudano un cyberlocker come easybitez visto che praticamente è usato in esclusiva sui siti pirata solo da italiani.
Smantelliamo FIMI e SIAE, ormai carrozzoni mangiasoldi...
in mezza giornata di lavoro tiri giù un pezzo ascoltabile e lo metti su bandcamp o youtube in barba ad ogni regola commerciale.
la vaporwave è nata come un meme ed è diventata un genere, è tutto cambiato rispetto a 30 anni fa. per me non riescono proprio a comprendere cosa sta capitando, ma putroppo l'AI sta dandogli una mano a distruggere questo mondo produttivo. si potrebbe anche ipotizzare che arriveremo ad un patentino obbligatorio per poter usare certi tipi di software.
ma se gli algoritmi impediranno agli utenti di uppare le proprie creazioni allora prenderanno piede alternative come bitchute.
Non vedo dove sia il problema, al contrario dovremmo essere contenti che esistono ancora artisti che lo fanno per passione e non per farsi una Bentley. La migliore musica viene da quelli che non si aspettano (necessariamente) un ritorno commerciale.
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Magari succedesse con facebook...
Ma chi lo dice? Secondo quale logica?
Perchè alla fine li a lamentarsi ma il problema è quello.
La stessa cosa delle pubblicità online, una volta pagavano decentemente.. poi c'e' stato un tale abbassamento dei prezzi che è diventato impossibile ripagarsi un minimo di spese..
Se ci fosse stata più concorrenza in questo le cose non sarebbero andate più avanti così..
C'era vimeo, è diventato un sito solo per video authoring di altro genere.. se avesse raggiunto uno share bello condiviso con youtube ora avremmo creatori di contenuti qui e li..
L'espressione riportata su HWU:
"Secondo Mazza circa il 90% degli utenti in Italia utilizza YouTube per l'ascolto musicale, il che è un problema per l'industria dal momento che non può trarne alcun guadagno."
Le parole originali di Enzo Mazza sono:
"So, while the website blocking efforts have helped to bring piracy rates down, [B][U]this isn’t immedially resulting in much more revenue[/U][/B]."
Insomma il sig. Mazza dice che non ci guadagnano molto, non che non ci guadagnano, una frase da interpretare con: dobbiamo trovare un modo per guadagnarci di più
Tra l'altro sul sito di FIMI si riporta il report in questione ma non queste parole di Mazza, piccolo dettaglio che può essere interpretato come se fosse una sua personale visione, qualcosa di più generico su cui potrebbe ragionare la FIMI prossimamente.
Nino Grasso è la solita garanzia
Comunque la situazione di adesso era tranquillamente prevedibile, se dai la possibilità di usufruire di qualcosa gratuitamente, la gente ovviamente ne usufruisce.
Da parte mia pago per Spotify Premium perché lo trovo un servizio incredibilmente valido ma capisco anche il 95% dei miei conoscenti che lo usa gratis come fosse una radio.
Se non sbaglio per far parte del catalogo Spotify devono sussistere accordi commerciali con l'articsta no? Non è sufficiente questo per rendere legale la cosa? O il problema è che qualcuno in mezzo non riesce più a mangiarci come prima? Non capisco....
Alcuni musicisti sono stati scelti per gestire la distribuzione musicale su Spotify, ma si tratta di un servizio beta cui hanno accesso in pochi e, ipotizzo, musicisti stranieri. Ho provato più volte a far richiesta all’accesso beta, alla fine mi sono dovuto avvalere di un distributore.
in mezza giornata di lavoro tiri giù un pezzo ascoltabile e lo metti su bandcamp o youtube in barba ad ogni regola commerciale.
Il solito disfattista, bha
Per quanto riguarda l'articolo... Hwu da anni ormai non si smentisce... :\
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