Pirateria digitale, rischi e paradossi di una pratica troppo diffusa

Pirateria digitale, rischi e paradossi di una pratica troppo diffusa

Non si tratta solo di una pratica illegale: la pirateria digitale espone l’utente a rischi anche gravi, mentre fruisce di contenuti a bassa qualità danneggiando il mercato della produzione audiovisiva

di pubblicata il , alle 18:31 nel canale Web
 

Negli scorsi mesi si sono intensificate le operazioni messe a segno dalle forze dell’ordine nella lotta e contrasto alla pirateria audiovisiva. Infatti l'operazione Euro Strike 2020, che ha chiuso una rete IPTV dedita alla trasmissione non autorizzata delle partite del Campionato Europeo di calcio, rappresenta solamente l’ultimo di una serie di interventi. Questo non sorprende, del resto la lotta ai crimini verso la proprietà intellettuale, tra cui anche la pirateria di contenuti audiovisivi, è stata inserita dal Consiglio Europeo tra le 10 priorità per il quadriennio 2022-2025 nel contesto dell’ European multi-disciplinary platform against criminal threats per la lotta al crimine organizzato.

La pirateria digitale, che si realizza in diverse modalità ( download da siti web, streaming, download peer-to-peer e copie digitali su supporti di storage) rappresenta sfortunatamente un mercato estremamente redditizio per i trasgressori. Secondo le rilevazioni di EUIPO, Ufficio Ue per la proprietà intellettuale, nel solo settore delle trasmissioni IPTV si è registrato nell’Unione Europea un giro d’affari annuali di 1 miliardo di euro di entrate illegali, generato dall’offerta e dal consumo di contenuti digitali lesivi del diritto d’autore.

Pirateria digitale: finanzia la criminalità e danneggia il settore audiovisivo

Per quanto ovvio possa sembrare, appare urgente ricordare che la pirateria è illegale, non solo dal punto di vista della distribuzione dei contenuti, ma anche della fruizione. Evidentemente non così ovvio, come dimostrano i dati di una recente indagine condotta in Italia da IPSOS per conto di FAPAV - Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, in cui si evidenzia come solamente il 37% degli utilizzatori ha piena coscienza di commettere un reato.

Eppure sempre di più gli utenti finali, grazie agli efficaci sistemi investigativi messi in campo dalle forze dell’ordine, si trovano a dover rispondere del proprio comportamento. La già citata operazione Euro Strike 2020, ad esempio, ha previsto una sanzione di 1032 Euro per i  fruitori della piattaforma colti in flagranza di reato.

Se da un lato l’azione coordinata delle forze dell’ordine rappresenta la strada maestra per affrontare il problema, dall’altro è importante che il pubblico sia adeguatamente sensibilizzato sul tema.

In generale, rileva nuovamente IPSOS, l’incidenza della pirateria tra italiani con più di 15 anni si attesta a quasi il 40% e sebbene i principali fruitori di tali contenuti sono i cosiddetti “casual user”, ovvero chi saltuariamente fruisce illegalmente di alcuni contenuti, circa 2 milioni di italiani hanno ha dichiarato di aver sottoscritto un vero e proprio abbonamento ad una IPTV illecita.

Si tratta di un’abitudine grave ed esecrabile poiché la fruizione a pagamento di contenuti audiovisivi trasmessi in violazione di diritto d’autore ha un doppio effetto negativo: da un lato il finanziamento della criminalità, dall’altro la sottrazione di risorse al settore che si occupa di creazione, produzione, distribuzione di contenuti audiovisivi che si tratti di opere (film, serie tv) o contenuti sportivi. In altri termini, più schietti, si contribuisce a sgretolare posti di lavoro.

Pirateria digitale: il rischio di malware e furto di dati sensibili è dietro l’angolo

Oltre all’aspetto legale e a quello etico, c’è un ulteriore elemento spesso ignorato. Un’indagine di Opinium, condotta all’inizio del 2021 per conto della società britannica Fact, infatti rileva che 3 utenti su 5 sono del tutto ignari dei rischi legati all’ uso di piattaforme che mettono a disposizione contenuti piratati.

Si tratta di piattaforme, normalmente semplici siti web, che spesso hanno un grave secondo fine, ovvero quello di compromettere il sistema dell’utente con malware, ransomware e trojan di ogni sorta esponendo i dati sensibili ed elevando pericolosamente il rischio di cadere vittima di estorsioni, furti d’identità, campagne botnet e via discorrendo. Questo perché tali piattaforme sono operate da associazioni criminali, altro elemento di cui spesso l’utente non ha consapevolezza alcuna.

Purtroppo è un rischio più alto di quanto si possa pensare: la società di sicurezza informatica WebRoot ha infatti rilevato che varie forme di malware sono presenti in oltre il 90% dei siti web che effettuano lo streaming di contenuti in violazione di diritto d’autore.

EUIPO rileva che il 21% dei giovani in Italia (al pari con la media Europea) si rivolge, consapevolmente, a fonti illegali di contenuti digitali. Si tratta di un’incidenza significativamente maggiore rispetto alla popolazione, che si spiega con la maggior dimestichezza dei giovani con la tecnologia. Ecco perché la sensibilizzazione rappresenta una tra le misure più efficaci per contrastare il problema.

Contenuti originali di qualità: disponibilità e accesso molto più immediati

Infine l’aspetto della qualità: la visione di un contenuto pirata è sempre di qualità inferiore rispetto al materiale originale. Questo perché la ritrasmissione o la ridistribuzione avviene sempre a valle di un processo di ricampionamento e compressione, che ovviamente è causa di perdita di informazione.

Questo si può tradurre in una risoluzione inferiore a quella nativa, in perdita di dettaglio e definizione e in alcuni casi anche nella degradazione dei cromatismi dell’immagine. Non solo: anche il sonoro può essere compromesso perdendo frequenze, chiarezza tonale e senso di spazialità. In altri termini la fruizione di contenuti non originali porta ad una qualità percepita inferiore, spesso anche in maniera sensibile, rispetto alla qualità di produzione e svalutando l’opera di creativi e professionisti.

Insomma la pirateria comporta tanti rischi e svantaggi che oggi non sembrano davvero valere la pena. E’ infatti ormai molto facile ed immediato, accedere a contenuti di qualità, legalmente e comodamente da casa grazie ad innumerevoli servizi di streaming ufficiali (Disney+, Netflix, NOW, Amazon Prime solo per citarne alcuni tra i più famosi) con ricchi cataloghi e a prezzi accettabili: 4K, HDR e Dolby Vision sono standard all’ordine del giorno, laddove i contenuti piratati si fermano sovente al FullHD.

226 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info
demonsmaycry8429 Luglio 2021, 18:37 #1
si però dividono il content in 10 servizi diversi e dovresti pagare 1000 euro al mese per guardarli tutte....da li nasce la domanda....una volta era ben diverso appassionati ed una piccola nicchia che lo faceva più per passione e divertimento che per altro...ma adesso ci guadagnano milioni di euro e questo non va bene
zbear29 Luglio 2021, 19:14 #2
Facciamo 2 conti, volete? Se definiamo che per davvero " si è registrato nell’Unione Europea un giro d’affari annuali di 1 miliardo di euro di entrate illegali", valore che SUBITO viene da chiedersi COME abbiano stimato, e considerando come 10 euro sia un costo mensile, abbiamo 100 milioni di "abbonamenti illegali" mensile nell'arco di 1 mese (periodo preso in considerazione). Dividendo per ulteriori 12 mesi, risultano circa 8.3 milioni di abbonati su base annuale. Su una popolazione europea di circa 750 milioni di individui.
Per cui risulta che SOLO 1 individuo su 90 ha un abbonamento illegale. Possiamo scendere di qualcosa considerando gruppi famigliari e altro, ma DUBITO MOLTO che questo valore possa andare oltre il 2% dell'intera popolazione. Quindi dove sarebbe il problema? Nel 2% di popolazione che, con MOLTA probabilità, ricorre a questi sistemi per poter vedere TV a cui altrimenti non avrebbe accesso? (Vedi alla voce povertà e fuori dal proprio paese). Abbastanza ridicolo, dai .... specialmente considerando i guadagni stratosferici delle relative piattaforme tv che, PER DI PIU', non permettono, se non con artifici, di godere delle relative offerte in lingua SE FUORI DAL PAESE DI ORIGINE!
Ma di che parliamo??? Mah ....
io78bis29 Luglio 2021, 19:17 #3
@Demonsmaycry84 cosa intendi per dividono il content in 10servizi?

A parte lo sport che in effetti in alcuni casi sta su piattaforme diverse serie/film al giorno d'oggi si riescono a vedere in modo legale senza dover spendere più di 8€/mese.
alexbilly29 Luglio 2021, 19:20 #4
Spesa annuale utente medio per avere contenuti che se ne guardasse l'1% è pure troppo.

Netflix: 16 euro al mese. Dividendo in 4, quota singola: 4 euro -> 48 euro all'anno
Dazn calcio: 20 euro al mese -> 240 euro all'anno
Disney+: 90 euro, dividendo in 4, quota singola: 23 euro all'anno
Prime Video: 36 euro all'anno

Totale di un anno: 347 euro, e se te ne frega del calcio son 107 euro. Poi si può giocare togliendo Netflix e mettendo Chili, o Disney+ per NowTv...

Sta di fatto che piratare con sti prezzi è da barboni.
io78bis29 Luglio 2021, 19:22 #5
@zbear lascia perdere i tuoi calcoli e fai un sondaggio nella tua cerchia di amicizie.
Quante persone conosci che si vantano di vedere in modo pirata qualche contenuto(sport/film/serie)?
Per quanto possano essere pochi, se è vero che in alcuni casi questi utenti vengono usati come mezzi per diffondere malware/etc allora il loro numero è poco importante ma conta quanti altre persone permettono di raggiungere
io78bis29 Luglio 2021, 19:22 #6
@zbear lascia perdere i tuoi calcoli e fai un sondaggio nella tua cerchia di amicizie.
Quante persone conosci che si vantano di vedere in modo pirata qualche contenuto(sport/film/serie)?
Per quanto possano essere pochi, se è vero che in alcuni casi questi utenti vengono usati come mezzi per diffondere malware/etc allora il loro numero è poco importante ma conta quanti altre persone permettono di raggiungere
zbear29 Luglio 2021, 19:41 #7
Nella mia cerchia, ovviamente, qualcuno c'è. Ma io vivo FUORI da quel guazzabuglio che è l'itaGlia e SONO OBBLIGATI a usare iptv per vedere i canali italiani. E usano box android con software dedicato, per cui non hanno nessun problema di malware. E la colpa è SOLO del fatto che quando sei all'estero ti impediscono di usare le normali connessioni (anche satellite) per vedere i canali italiani. Chi è causa del suo mal .... con quel che ne consegue.
Lieutenant29 Luglio 2021, 19:55 #8
Originariamente inviato da: demonsmaycry84
si però dividono il content in 10 servizi diversi e dovresti pagare 1000 euro al mese per guardarli tutte....da li nasce la domanda....una volta era ben diverso appassionati ed una piccola nicchia che lo faceva più per passione e divertimento che per altro...ma adesso ci guadagnano milioni di euro e questo non va bene


Vero. La pirateria era quasi sconfitta (quasi).

Con Netflix a 15€/mese si aveva praticamente accesso illimitato a qualunque serie e film passasse per la testa.

Poi si sono accorti tutti che era la gallina dalle uova d'oro e cosi' sono spuntati:
Amazon Prime, Disney+, HBO Go/Max e via dicendo.
Non contenti, hanno cominciato a spostare i contenuti su una o l'altra piattaforma (vedi Marvel, che praticamente non c'e' piu' su Netflix, vedi The Expanse, che ora e' su Amazon Prime).

Potevano avere un'unica piattaforma (che alla fine regola solo l'accesso) e giocarsela sui contenuti per farsi la dovuta concorrenza... e invece hanno preferito spostare la concorrenza a livello di piattaforma.

E cosi' dove prima spendevi 15€/mese, ora per avere lo stesso accesso devi spenderne almeno 60...

... ed ecco che la pirateria e' tornata. E con buone ragioni.


Sinceramente, se lo meritano.
euscar29 Luglio 2021, 22:20 #9
Ma la vera domanda è:

"ma dove ca@@o trovano il tempo per stare dietro a tutte queste "offerte" audiovisive?"


Per forza che poi il genere umano continua a rincitrullirsi
quartz29 Luglio 2021, 22:35 #10
Originariamente inviato da: euscar
Ma la vera domanda è:

"ma dove ca@@o trovano il tempo per stare dietro a tutte queste "offerte” audiovisive?


Veramente! me lo chiedo sempre anche io

Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".

La discussione è consultabile anche qui, sul forum.
 
^