Pirateria, Cloudflare dovrà fornire i dati degli utenti che compiono violazioni

Il Tribunale di Milano ha emesso una sentenza storica contro la pirateria online, obbligando Cloudflare a bloccare i servizi che facilitano la trasmissione illecita di contenuti sportivi e a collaborare con le autorità per identificare i responsabili.
di Manolo De Agostini pubblicata il 21 Dicembre 2024, alle 13:46 nel canale WebCloudflare
Il Tribunale di Milano ha emesso una sentenza importante nella lotta alla pirateria online, stabilendo che Cloudflare, società statunitense specializzata in servizi di rete come CDN e DNS, dovrà adottare misure per impedire l'utilizzo dei suoi servizi per scopi illeciti. La decisione arriva a seguito di un ricorso presentato dalla Lega Serie A, con il supporto di Sky, DAZN e Lega Serie B, titolari dei diritti audiovisivi sui campionati di calcio italiani.
Il provvedimento del tribunale si basa sull'accertamento che Cloudflare, tramite i suoi servizi, abbia contribuito indirettamente alla diffusione di contenuti protetti da copyright. Secondo i giudici, i sistemi della società permettono agli utenti di bypassare i blocchi disposti dalle autorità, rendendo accessibili siti pirata tramite DNS pubblici e VPN. Questo meccanismo, unito alla fornitura di servizi di ottimizzazione e anonimizzazione del traffico, è stato considerato un contributo causale alla perpetuazione delle violazioni.
La sentenza impone a Cloudflare di interrompere immediatamente i servizi che facilitano la trasmissione non autorizzata degli eventi sportivi e di adottare misure tecnologiche adeguate per bloccare i contenuti abusivi. Inoltre, la società dovrà fornire alle autorità i dati identificativi dei clienti coinvolti nelle violazioni.
Il tribunale ha stabilito una sanzione di 10mila euro per ogni giorno di inadempienza.
Pur non obbligando esplicitamente Cloudflare ad aderire alla controversa piattaforma governativa Piracy Shield, l'ordinanza sottolinea l'importanza di adottare misure concrete per tutelare i diritti d'autore.
"L'accoglimento in toto del nostro reclamo contro Cloudflare conferma la validità delle ragioni di chi si batte a tutela della legalità" ha affermato Luigi De Siervo, Amministratore Delegato di Lega Serie A. "Cloudflare è stata anche obbligata a comunicare tutti i nomi di chi ha sfruttato le trasmissioni delle IPTV pirata per vedere le partite senza pagare, lasciando tracce indelebili nella rete dei propri indirizzi IP. Siamo arrivati a un punto di svolta decisivo, non solo i fornitori di servizi di accesso alla rete sono stati condannati per aver veicolato contenuti illeciti, ma anche l'utilizzatore finale, ora individuato facilmente, sarà perseguito a norma di legge. L'utilizzo delle piattaforme pirata non è solo un atto illegale, è un attentato al lavoro di migliaia di persone oneste, chi sceglie questa strada uccide il futuro del calcio e dello sport, non possiamo accettare che sia distrutto ciò che amiamo".
"È una pronuncia rivoluzionaria", ha affermato Massimiliano Capitanio, Commissario AGCOM, "che conferma ancora una volta la legittimità dell'impianto normativo a tutela del copyright previsto dalla L. 93/2023 e della relativa regolamentazione dell'AGCOM, che con Piracy Shield ha implementato una misura tecnologica unica al mondo per contrastare il fenomeno della pirateria. Inoltre, l'ordinanza conferma un principio su cui non si potrà tornare indietro: a seguito degli ordini dell'Autorità, i provider non possono più nascondere i loro clienti che utilizzano illecitamente i servizi ma anzi devono collaborare attivamente per identificarli. Finalmente, siamo sulla strada giusta."
Si unisce al coro DAZN: "Esprimiamo soddisfazione per questa ennesima battaglia vinta contro la pirateria. Sappiamo che è un ulteriore passo importante all'interno di una strategia articolata in corso di esecuzione e tesa a combattere questo fenomeno criminale. Ai blocchi delle piattaforme illegali avvenuti grazie a Piracy Shield, si sono aggiunte le numerose azioni delle Procure contro chi vende pirateria ma anche contro chi la compra con l'avvio delle azioni sui clienti finali come le sanzioni. Ora questa sentenza che arriva dopo quella della Francia, conferma quanto, all'interno della filiera criminale della pirateria che sfrutta appositamente determinati servizi, tutti abbiano una responsabilità. La tecnologia deve essere al solo servizio della fruizione lecita dei contenuti. Siamo contenti e sappiamo che le stesse azioni continueranno sempre più per ristabilire l'unica cosa che conta, la legalità".
14 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoLa sentenza riguarda un fatto del 2017 precedente alla legge attuale ed è di primo grado per cui non fa giurisprudenza .
aH
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