Pedagogisti e vip chiedono il divieto di smartphone per gli under 14 e lo stop ai social per i minori di 16 anni
Pedagogisti, psicologi e personalità del mondo dello spettacolo hanno lanciato un appello al governo italiano per vietare l'uso di smartphone ai minori di 14 anni e l'accesso ai social media ai ragazzi sotto i 16 anni. Secondo gli esperti, l'esposizione precoce ai dispositivi digitali e ai social può avere gravi conseguenze sullo sviluppo psicofisico dei bambini e degli adolescenti.
di Manolo De Agostini pubblicata il 10 Settembre 2024, alle 15:31 nel canale WebVietare l'uso dello smartphone ai minori di 14 anni e l'accesso ai social media ai ragazzi sotto i 16 anni, fasce d'età in cui il cervello è molto vulnerabile "all'ingaggio dopaminergico dei social media e dei videogiochi".
Sono le richieste contenute in una petizione su Change.org lanciata da un gruppo di pedagogisti, educatori e psicologi, tra cui Daniele Novara e Alberto Pellai. La petizione è stata sottoscritta anche da personalità del mondo dello spettacolo come Paola Cortellesi, Alba Rohrwacher, Luca Zingaretti e Stefano Accorsi.

Secondo gli esperti, l'esposizione precoce ai dispositivi digitali e ai social può avere gravi conseguenze sullo sviluppo psicofisico dei bambini e degli adolescenti. I danni sono di due tipi: uno diretto, legato alla dipendenza, e uno indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale le esperienze fondamentali per un corretto allenamento alla vita.
"Chiediamo quindi al Governo italiano di impegnarsi per far sì che nessuno dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze possa possedere uno smartphone personale prima dei 14 anni e che non si possa avere un profilo sui social media prima dei 16. Aiutiamo le nuove generazioni", si legge in calce alla petizione.
"La nostra non è una presa di posizione anti-tecnologica ma l'accoglimento di ciò che le neuroscienze hanno ormai dimostrato: ci sono aree del cervello, fondamentali per l’apprendimento cognitivo, che non si sviluppano pienamente se il minore porta nel digitale attività ed esperienze che dovrebbe invece vivere nel mondo reale", aggiunge il testo.
La petizione riporta che nelle scuole dove lo smartphone non è ammesso, gli studenti socializzano e apprendono meglio. "Anche nelle scuole bisogna essere coerenti con quello che ci dicono le neuroscienze. Smartphone e tablet devono essere usati solo dai docenti per arricchire le proposte didattiche senza prevedere, in classe o a casa e almeno fino ai 15 anni, alcun uso autonomo degli studenti".
Intervistato da Repubblica, Novara afferma che "vorremmo arrivare a una limitazione come per alcol e tabacco, che sono vietati ai minorenni. A quel punto, anche i genitori si allineerebbero. Per altro, nel nostro caso, il divieto sarebbe solo fino a 14 anni, e a 16 per i social. Non siamo contrari alla tecnologia, nemmeno a scuola se ne fa un uso didattico".
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"Siamo contrari a mettere uno smartphone nelle mani di un bambino di 10 anni. Basterebbe dargli un telefonino di vecchia generazione, se è per comunicare. Il problema è proprio lo smartphone. È come consentire a un ragazzino di guidare un'automobile: nessuno lo farebbe, ma - nel dubbio - la legge lo vieta. È una questione di tempi giusti, anche in questo caso".
"Non è un appello simbolico, né una provocazione. Ci siamo confrontati con politici e istituzioni e c'è un consenso trasversale, da sinistra a destra. I tempi sono maturi, contiamo che l'Italia sia il primo Paese a dare una svolta. Non possiamo stare a guardare un'intera generazione annegare negli smartphone. La situazione è fuori controllo", conclude Novara.










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37 Commenti
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(All'educazione di mio figlio ci penso io comunque, mi piace fare il genitore)
E comunque ad ogni generazione escono problemi del genere. Una volta erano i videogiochi, adesso gli smartphone, e poi chissà
niente per le ""amebe"" di 2 o 3 anni a cui piazzano il tablet davanti alla faccia durante i pasti?
la risposta online dei libtard: "è una vergoNia, la censura !"; "non è legale"; "faremo causa a questa sQuola"; "il profezzore non può frugare nella cartella* "-
insomma discorso già affrontato. passo.
*ed invece si perchè è pubblico ufficiale
la risposta online dei libtard: "è una vergoNia, la censura !"; "non è legale"; "faremo causa a questa sQuola"; "il profezzore non può frugare nella cartella* "-
insomma discorso già affrontato. passo.
*ed invece si perchè è pubblico ufficiale
due cazzate al prezzo di una.
Il Preside ha pieno diritto di vietare l'uso dei telefoni a scuola.
Il Preside non ha nessun diritto di procedere a perquisizioni.
A proposito di ritardi...
E comunque ad ogni generazione escono problemi del genere. Una volta erano i videogiochi, adesso gli smartphone, e poi chissà
te ti portavi il cassone con il crt a scuola?
Il Preside ha pieno diritto di vietare l'uso dei telefoni a scuola.
Il Preside non ha nessun diritto di procedere a perquisizioni.
A proposito di ritardi...
concordo
il problema è che è troppo complicato e non lo fa nessuno per tempo/voglia/sbatti/tutte3messeinsieme...
per i ritardi... a un dirigente un alunno assente o in ritardo non crea alcun problema:
anzi....
non consuma/danneggia niente, picchia/insulta nessuno sfugge alla responsabilità di nessuno, proprio perchè è assente, quindi è la condizione ideale
meno gente in giro per la scuola, meno gente da sorvegliare nell'intervallo...
per i dirigenti l'ideale sarebbe che ogni studente prendesse tutti i giorni di ferie ehm assenza entro il limite massime del 25% delle ore totali
Gli strumenti per ridurre l'uso esistono mentre non esiste un modo semplice per attuare il divieto legislativo, a meno di una forte e severa campagna contro i genitori che non la rispettano.
Sfortunatamente i genitori di oggi sono gli stessi che
-'non concepiscono i compiti durante vacanze
- non fanno leggere un libro all'anno ai figli
- si vestono da 14enni lasciando i figli (soprattutto figlie) vestirsi da 20enni
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