L'Antitrust italiana indaga su Google: abuso di posizione dominante nel settore pubblicitario?

L'Antitrust italiana indaga su Google: abuso di posizione dominante nel settore pubblicitario?

L’Autorità contesta a Google l'uso discriminatorio della mole di dati, raccolti attraverso le proprie applicazioni, che impedisce ai concorrenti di competere in modo efficace e ha importanti ricadute anche sui consumatori.

di pubblicata il , alle 09:57 nel canale Web
Google
 

L'AGCM, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato meglio nota come Antitrust, ha avviato un'istruttoria nei confronti di Google ipotizzando un abuso di posizione dominante. La società avrebbe "violato l'articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione europea per quanto riguarda la disponibilità e l'utilizzo dei dati per l'elaborazione delle campagne pubblicitarie di display advertising", lo spazio che editori e proprietari di siti web mettono a disposizione per l'esposizione di contenuti pubblicitari.

Il 27 ottobre l'Autorità ha condotto accertamenti ispettivi nelle sedi di Google, avvalendosi della collaborazione dei militari della Guardia di Finanza. Secondo l'AGCM, Google fa un uso discriminatorio dell'enorme mole di dati raccolti attraverso le proprie applicazioni, impedendo agli operatori concorrenti nei mercati della raccolta pubblicitaria online di poter competere in modo efficace.

In particolare, Google sembrerebbe aver posto in essere una condotta di discriminazione interna-esterna, rifiutandosi di fornire le chiavi di decriptazione dell'ID Google ed escludendo i pixel di tracciamento di terze parti. Allo stesso tempo avrebbe utilizzato elementi traccianti che consentono di rendere i propri servizi di intermediazione pubblicitaria in grado di raggiungere una capacità di targhettizzazione che alcuni concorrenti altrettanto efficienti non sono in grado di replicare.

La raccolta pubblicitaria online nel 2019 ha registrato in Italia un valore di oltre 3,3 miliardi, che rappresenta attualmente il 22% delle risorse del settore dei media, e il solo display advertising un fatturato superiore a 1,2 miliardi. "Per importanza, la raccolta pubblicitaria online costituisce, in termini di valore, la seconda fonte di ricavi del settore dei media", sottolinea l'Antitrust.

Attraverso i cookie inseriti insieme a banner, pop-up o altre forme di messaggi pubblicitari visibili durante la consultazione di un sito web è possibile per inserzionisti, agenzie e intermediari pubblicitari acquisire dati rilevanti per la scelta di consumo dell'utente e personalizzare così le successive campagne, orientando il posizionamento dei messaggi sui contenuti di interesse del singolo utente.

Oltre a questi dati rilevanti, Google dispone di molteplici strumenti che consentono di ricostruire in maniera dettagliata il profilo dei soggetti cui indirizzare i messaggi pubblicitari. Si tratta del sistema operativo mobile Android, installato sulla gran parte degli smartphone utilizzati in Italia, del browser per dispositivi Chrome mobile, per la ricerca in mobilità, del browser per personal computer Chrome, dei servizi di cartografia e di navigazione Google Maps/Waze e di tutti gli altri servizi erogati attraverso Google ID (gmail, drive, docs, sheet, Youtube).

Le condotte che saranno investigate dall'Autorità sembrano avere un "significativo impatto sulla concorrenza nei diversi mercati della filiera del digital advertising con ampie ricadute sui competitor e sui consumatori. L'assenza di concorrenza nell'intermediazione del digital advertising, infatti, potrebbe ridurre le risorse destinate ai produttori di siti web e agli editori, impoverendo così la qualità dei contenuti diretti ai clienti finali. Inoltre, l'assenza di una effettiva competizione basata sui meriti potrebbe scoraggiare l'innovazione tecnologica per lo sviluppo di tecnologie e tecniche pubblicitarie meno invasive per i consumatori", conclude l'AGCM.

2 Commenti
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jepessen28 Ottobre 2020, 10:14 #1
Diciamo anche che hanno dichiarato di voler rimuovere i cookie da Chrome, facendo credere a tutti di inneggiare alla privacy ma escludendo di fatto al tracciamento tutto il mercato pubblicitario facendo crollare gli introiti, a parte Google ovviamente che con chrome puo' tracciare i dati in mille altri modi.
enos7629 Ottobre 2020, 07:23 #2
Originariamente inviato da: jepessen
[...] a parte Google ovviamente che con chrome puo' tracciare i dati in mille altri modi.


Non dimenticare Android che unisce il monopolio mondiale assoluto sugli smartphone sotto i 500 euro e la possibilità di tracciare tutto quello che ci si mette sopra. L'antitrust americana si sta svegliando solo ora ma almeno loro ci guadagnavano il monopolio mondiale. Qual è la nostra scusa?

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