Basta popup e fastidi sui cookie: l'UE presenta il piano per un web più semplice

La Commissione Europea sta preparando una riforma della direttiva e-Privacy per ridurre i fastidiosi banner di consenso sui cookie che hanno invaso internet dal 2009. L'obiettivo è semplificare la navigazione web mantenendo la protezione dei dati
di Nino Grasso pubblicata il 22 Settembre 2025, alle 12:21 nel canale WebLa Commissione Europea si prepara a (ri)mettere mano alla normativa sui cookie che ha trasformato la navigazione web in una continua sequenza di banner di consenso. La direttiva e-Privacy del 2009, pensata per proteggere la privacy degli utenti, ha finito per riempire le pagine web di popup che la maggior parte delle persone clicca automaticamente senza nemmeno leggere. Bruxelles riconosce ora che il sistema attuale ha fallito nel suo scopo principale: garantire un consenso consapevole da parte degli utenti.
La normativa attuale richiede ai siti web di ottenere il consenso esplicito degli utenti prima di installare cookie sui loro dispositivi, eccetto per quelli "strettamente necessari" al funzionamento del servizio. Tuttavia la proliferazione di banner ha reso il meccanismo inefficace. Come spiega Peter Craddock, avvocato specializzato in protezione dati presso Keller e Heckman citato da Politico, "troppo consenso fondamentalmente uccide il consenso", poiché gli utenti si sono abituati a dare l'autorizzazione per tutto senza prestare attenzione ai dettagli.
Le proposte in discussione a Bruxelles per rivedere la direttiva e-Privacy del 2009
L'esecutivo dell'Unione Europea sta valutando diverse opzioni per riformare il sistema: una delle ipotesi più concrete prevede l'espansione delle eccezioni per i cookie considerati "innocui", come quelli utilizzati per funzioni tecnicamente necessarie o per raccogliere semplici statistiche. La Danimarca, che attualmente presiede il Consiglio dell'Unione Europea, ha già proposto a maggio di eliminare completamente i banner per queste categorie di cookie, distinguendoli da quelli utilizzati per marketing, pubblicità o condivisione di dati con terze parti.
Un'altra strada considerata dalla Commissione riguarda la possibilità di permettere agli utenti di impostare le proprie preferenze sui cookie direttamente nelle impostazioni del browser, evitando la necessità di ripetere la procedura su ogni singolo sito web visitato. L'industria tecnologica ha suggerito inoltre di integrare completamente la regolamentazione dei cookie nel GDPR, che adotta un approccio più flessibile basato sulla valutazione del rischio piuttosto che sui rigidi requisiti di consenso della direttiva e-Privacy.
La riforma dei cookie rientra nel più ampio piano di semplificazione normativa che la Commissione intende presentare con un testo "omnibus" a dicembre, con lo scopo di eliminare diversi requisiti considerati eccessivamente onerosi per le aziende digitali. Tuttavia, qualsiasi modifica dovrà fare i conti con la forte opposizione della "lobby della privacy" europea, che teme un indebolimento delle protezioni per gli utenti. Come sottolinea Itxaso Domínguez de Olazábal di European Digital Rights, espandere le categorie di cookie esenti dal consenso rischia di "contrabbandare analisi o personalizzazione per l'adtech", ironizzando così: "Concentrarsi sui cookie è come sistemare le sedie a sdraio sul Titanic, dove la nave che affonda è la pubblicità di sorveglianza".
La battaglia si preannuncia particolarmente accesa in vista del Digital Fairness Act, l'atto legislativo sulla pubblicità digitale che la Commissione vuole presentare il prossimo anno. Il tentativo di riforma della direttiva e-Privacy non è nuovo: una proposta simile presentata nel 2017 è stata ritirata lo scorso febbraio dopo anni di stallo tra le istituzioni europee.
15 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoL'importante è che lo abbiano fatto, dai... Nel resto del mondo non c'è proprio la minima consapevolezza a riguardo...
I siti inaccessibili senza accettare i cookie o li apro in incognito (di rado) oppure me ne vado altrove.
E se non ci sono i comandi per rifiutare tutti i cookie ma una lista infinita di switch da disattivare faccio allo stesso modo.
sarebbe ora
chi naviga deve dare il consenso implicito. é una enorme perdita di tempo stare dietro ai banner in gran parte capestroNon fa una piega...
Non fa una piega...
È una legge dell'UE che i fornitori hanno "disonestamente" rigirato trovando scappatoie per renderla irritante, e che va corretta per stringere di più il guinzaglio ai fornitori, visto che si credono furbi.
Solo che ci mettono anni...
Solo che ci mettono anni...
È in che modo sarebbe irritante?
Hanno fatto esattamente ciò che la UE ha chiesto
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