Ban Huawei: MediaTek chiede permesso agli USA per fornire processori al colosso

Se gli USA negassero anche a MediaTek la possibilità di fornire chipset a Huawei risulta molto difficile immaginare un futuro per i dispositivi del colosso cinese
di Nino Grasso pubblicata il 31 Agosto 2020, alle 17:01 nel canale TelefoniaHuaweiMediaTek
E' ormai trascorso più di un anno da quando il governo Trump ha imposto il ban a Huawei, ma la situazione non tende ancora a migliorare. Anzi, di recente Huawei ha dichiarato che non sarà più in grado di produrre i suoi chipset Kirin, che rappresentano il cuore pulsante di una parte fondamentale della sua line-up. L'azienda non può rivolgersi a Qualcomm e Samsung, non disponibili come opzioni alternative a causa del divieto, ma potrebbe trovare in MediaTek un comodo alleato.
Si è di recente discusso della soluzione MediaTek come la più valida sostenibile da Huawei, tuttavia a partire dal 15 settembre gli Stati Uniti intendono chiudere alcuni buchi del divieto impedendo anche a MediaTek di collaborare con il colosso delle telecomunicazioni. In risposta alle nuove norme, però, MediaTek ha annunciato di aver formalmente presentato una richiesta di licenza per continuare a fornire chip a Huawei, licenza che potrebbe rappresentare l'ultima spiaggia per il partner.
Se gli USA negassero anche questa richiesta, al momento non è chiaro il modo in cui Huawei potrà essere in grado di procedere con la produzione dei propri dispositivi, visto che sarebbe impossibile senza forniture da terzi o la possibilità di aver accesso ad alcuna tecnologia per la produzione dei SoC integrati. L'azienda non potrà più produrre i propri Kirin, e l'ultima società terza capace di rispondere alle esigenze del colosso è MediaTek. Se i cinesi non otterranno la licenza dagli USA, insomma, è chiaramente molto difficile prevedere quale sarà il futuro di Huawei.
MediaTek ha comunicato in questi giorni che intende rispettare il ban di Huawei da parte degli USA: "MediaTek ribadisce il suo rispetto degli ordini e delle regole pertinenti sul mercato globale e ha già richiesto l'autorizzazione alla parte statunitense in conformità con le regole vigenti", si legge in una nota divulgata dall'azienda. MediaTek e Huawei sono entrambe aziende cinesi e potrebbero presto, con l'inasprirsi del ban, decidere di ignorare la stretta USA e continuare a collaborare per mantenere Huawei in vita. Rimane stranamente inerte, invece, la Cina, con il governo che potrebbe operare presto decisioni drastiche qualora Huawei si trovasse privata di qualsiasi soluzione.
12 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoMi sa che devono tener duro solo fino al 4 novembre...
Fino al 4 novembre i non faranno nulla... se dopo gli Stati Uniti continuano ancora con la stessa politica mi chiedo quali ritorsioni metteranno in atto, perché fino ad ora hanno solo incassato e basta.
Mica vero, con i democratici alla casa bianca i cinesi potranno iniziare/proseguire con tutta una serie di cose che avevano tenuto in stand-by proprio in attesa del cambio di rotta alla casa bianca (che avverrà con SleepyB).
Lol non cambia niente con i dem al comando . La politica estera verrebbe solo abbellita di parole come rispetto dei diritti umani ed empatia, ma nella sostanza continuerebbero ad agire come trump. La cina per gli usa è una minaccia esistenziale.
Ovviamente io non sono d'accordo con i vaccari americani su questa impossiblità di coesistere.
E' accaduto più volte nella storia di avere più super potenze nello stesso arco temporale.
Semplicemente occuperanno Taiwan, che fino a prova contraria non è uno stato indipendente ma un territorio cinese popolato da cinesi (che in maggioranza non sono neppure indipendentisti), come Hong-Kong.
La politica estera USA non cambia sostanzialmente fra governi repubblicani o democratici, ma non credo che un altro al posto di 'sto demente continuerebbe a bullizzare in questo modo il più grande paese del mondo, semplicemente perché è da pazzi autolesionisti. Purtroppo dubito che l'elettorato USA sia nel complesso abbastanza intelligente da trombare il parrucchino, visto anche il candidato patetico che hanno saputo esprimere i democratici.
Intanto è di oggi la notizia che quei buffoni del governo Ceco hanno inscenato una spedizione diplomatica a Taiwan, mandati dal parrucchino per irritare i cinesi. Continuiamo così e andrà tutto a gonfie vele...
Sarei proprio curioso di sapere cosa farebbero gli americani in caso di invasione dell'ex isola di Formosa da parte dei cinesi.
Scusa? Ci sono una serie di affermazioni qui un po' poco corrette. Le recenti elezioni a Taiwan dicono l'opposto.
Scusate l'OT
Se non sono pazzi nulla: in sintesi, tutte le analisi concordano sul fatto che in un ipotetico conflitto militare per difendere Taiwan, gli USA ne uscirebbero sconfitti.
La Cina non ha un calendario preciso sulla riunificazione con Taiwan, ma ha da tempo messo dei paletti precisi, per legge, sulle condizioni e gli eventi che determinerebbero una immediata annessione con la forza. E' da folli andare a forzare gli eventi fino a causare quel tipo di reazione, stante che sia da parte cinese che da parte taiwanese andrebbe bene continuare con lo stato di fatto attuale, ovvero un territorio amministrato autonomamente ma non dichiarato e non riconosciuto formalmente indipendente, nell'attesa di una futura riunificazione pacifica.
Beh, aspettano le elezioni americane, se la Cina volesse, potrebbe bloccare l'intero mercato globale di componenti elettroniche. considerando che è il più grande estrattore ed esportatore dei terre rare (non tanto perchè son rare perchè il processo di estrazione e lavorazione è costoso e sopratutto molto inquinante). sicuramente i paesi ne hanno scorte stoccate ma non durerebbero in eterno..
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