ARM vuole più soldi: cambia le licenze per incassare su smartphone e notebook

Il progettista britannico ARM si prepara alla IPO e vuole presentarsi al mercato con un profilo più appetibile: per questo motivo, come riportato dal Financial Times, avrebbe deciso di cambiare lo schema delle licenze, andando a incassare direttamente sui dispositivi finali.
di Manolo De Agostini pubblicata il 28 Marzo 2023, alle 12:01 nel canale TelefoniaARM
Dopo il fallimento dell'acquisizione da parte di NVIDIA, la britannica ARM guarda alla IPO, ossia alla quotazione in borsa, per racimolare i capitali che le servono per mantenersi competitiva e rilevante nel settore. Prima di passare dal mercato, la società nelle mani di Softbank sembra voglia rendersi più appetibile agli investitori aumentando il proprio fatturato. Come?
Secondo quanto riportato dal Financial Times, il progettista ha avvicinato diversi dei suoi più grandi clienti anticipando un cambio del modello di business: ARM vuole imporre i costi di licenza direttamente sui dispositivi finali, non più sui "semplici" microprocessori basati sulle proprie architetture.
In base alla nuova strategia, che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo anno, ARM continuerebbe a concedere in licenza i suoi progetti ai produttori di SoC, ma richiederà che quei chip vengano usati solo dai produttori di dispositivi che hanno accordi con lei.
I produttori che ottengono i SoC in questione e li inseriscono in notebook, smartphone e tablet saranno tenuti a pagare ad ARM una royalty basata sul prezzo finale del dispositivo. Come si può facilmente intuire, mentre una royalty del 1-2% su un SoC da 50 dollari porta a un incasso di un certo tipo, lo stesso 1-2% su un dispositivo da 200, 300 o persino 1000 dollari porterebbe a un introito ben maggiore.
Insomma, il nuovo modello di business dovrebbe fruttare ad ARM molti più soldi, ma allo stesso tempo minare gli incassi dei produttori di smartphone e tablet che, viene naturale pensarlo, riverseranno l'obolo sui consumatori finali visti i margini non così elevati.
Ovviamente la nuova politica varata da ARM non starebbe trovando consenso tra i partner e sarebbero in molti a lamentarsi, tra cui un produttore di smartphone cinese non meglio identificato. Tant'è che in molti sul lungo periodo potrebbero guardare ai core RISC-V.
"Il comportamento di ARM sta sconvolgendo la loro base di clienti esistente. I loro clienti si lamentano con noi per i loro prezzi aggressivi", ha detto un portavoce di Imagination Technologies, che realizza core RISC-V, contattata da The Register. "Non abbiamo in programma di cambiare il nostro modello di business poiché è importante che i produttori di chip e dispositivi continuino ad avere la libertà di scegliere il proprio fornite di IP poiché questa è la chiave per guidare l'innovazione e il progresso tecnologico".
Tra le società contattate da ARM in merito al cambio del modello delle licenze vi sarebbero state MediaTek, Unisoc e Qualcomm, mentre Apple - che detiene una licenza architettonica (ALA, Architecture Licensing Agreement) e progetta i propri core, non sarebbe coinvolta nelle trattative. Al contrario, ARM starebbe contattando al momento solo chi usa i core Cortex "così come sono" e possiede una licenza TLA (Technology Licensing Agreement).
6 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoUn appetito senza ritegno.
E poi se passa questo, allora vale per tutti, dal resistore al display.
Dal bottone alla cerniera, il prezzo su quello di vendita.
E le tapparelle, finestre e porte, perché non sul valore dell'immobile?
Un appetito senza ritegno.
E poi se passa questo, allora vale per tutti, dal resistore al display.
Dal bottone alla cerniera, il prezzo su quello di vendita.
E le tapparelle, finestre e porte, perché non sul valore dell'immobile?
esatto, se i produttori di ogni componente di un oggetto devono ripercuotersi in percentuale sul prezzo di vendita.. ciao
Un appetito senza ritegno.
infatti..
assolutamente insensato far pagare le royalties in base al prezzo di vendita del dispositivo, un cambio di licenza che dovrà essere rivisto.. altrimenti la vedo dura per Arm nei prossimi mesi..
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