SSD e hard disk, qual è il più affidabile? La risposta vi sorprenderà
Backblaze afferma che il divario di affidabilità tra hard disk e SSD non è così ampio come si credeva in passato. Il vantaggio degli SSD non così marcato e i prossimi anni di analisi daranno ulteriori risposte.
di Manolo De Agostini pubblicata il 06 Ottobre 2021, alle 09:01 nel canale StorageBackblaze, azienda impegnata nel settore dell'archiviazione cloud e del backup, è recentemente tornata a parlare di SSD e, soprattutto, della loro affidabilità rispetto agli hard disk. Certo, quello analizzato dall'azienda è un caso d'uso mirato e specifico, ma è pur sempre uno studio interessante e che, soprattutto, giunge dopo alcune valutazioni preliminari diffuse a maggio. Sarà cambiato qualcosa da allora? Scopriamolo.
L'azienda statunitense usa sia SSD che HDD come unità di avvio nei server di storage. "Descrivere queste soluzioni come unità di avvio è un termine improprio poiché vengono utilizzate anche per archiviare i file di registro per l'accesso al sistema, la diagnostica e altro. In altre parole, queste unità di avvio leggono, scrivono ed eliminano regolarmente file oltre alla funzione di avviare il server".

L'integrazione degli SSD nella struttura di archiviazione di Backblaze è iniziato a metà 2018. "Nei nostri primi server di archiviazione, abbiamo usato gli hard disk come unità di avvio poiché erano economici e servivano allo scopo. Abbiamo continuato fino a metà 2018, quando siamo stati in grado di acquistare SSD da 200 GB a circa 50 dollari, il nostro prezzo massimo per le unità di avvio di ciascun server di storage. Era un esperimento, ma le cose funzionarono così bene che a partire dalla metà del 2018 abbiamo iniziato ad usare solamente di SSD nei nuovi server e abbiamo sostituito gli hard disk di avvio guasti con gli SSD".
Grazie allo storico relativo agli hard disk e ai nuovi dati ottenuti con gli SSD, i tecnici di Backblaze hanno potuto confrontare i tassi di fallimento delle due tecnologie di archiviazione operanti nello stesso ambiente di lavoro e con i medesimi carichi. I dati, apparentemente, sembrano mostrare una vittoria per gli SSD, ma c'è un però: l'età media e i giorni di operatività sfavoriscono nettamente gli hard disk.

L'età media di un SSD è pari a 14,2 mesi, mentre quella di un hard disk si attesta a 52,4 mesi. Parallelamente, gli SSD più vecchi hanno 33 mesi, mentre gli hard disk più giovani raggiungono i 27 mesi. Gli HDD sono, in media, più vecchi di tre anni rispetto agli SSD e questo colloca i prodotti in "punti molto diversi del loro ciclo di vita", sottolinea Backblaze.

Così, per un confronto più accurato, Backblaze è andata a pescare i dati storici degli hard disk (ritornando al Q4 2016) per far coincidere o quasi l'età media e i giorni di operatività con quelli degli SSD. La differenza nel tasso di fallimento annualizzato (annualized failure rate, AFR) si è immediatamente ridotta, mostrando che tra SSD e HDD non c'è il gap che si pensava. E anche andando a scandagliare i dati storici, le due curve non sembrano molto diverse.

Backblaze ritiene quindi usare il tasso di fallimento per scegliere tra SSD e hard disk sia discutibile e che la scelta dovrebbe essere guidata maggiormente da costo, velocità necessaria, consumo, fattore di forma e così via.
La considerazione è chiaramente valida per il caso d'uso specifico, nella scelta di un consumatore che deve aggiornare il PC o il laptop subentrano ben altri aspetti tra velocità, prezzi e capacità di archiviazione desiderata. Nel caso di un portatile poi, chiaramente un SSD non avendo parti mobili è nettamente più resistente agli urti.
L'analisi proposta consente tuttavia di vedere come si comportano centinaia se non migliaia di unità di storage nel tempo, aggiungendo un tassello alla conoscenza di come si comportano le due tecnologie di storage. Poiché si tratta di uno studio in costante evoluzione, sarà interessante seguirne eventuali sviluppi futuri per vedere se ci saranno cambiamenti significativi rispetto ai dati raccolti fino a questo momento.










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15 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIl motivo è che ssd prima o poi cedono per vai dell'usura delle celle per cui se fai tante scritture, possono morire anche dopo una annetto o meno.
Gli hard disk non hanno una riduzione della vita legata alle scritture ma le condizioni esterne che sono un fattore determinante.
Nei miei PC non ci sono HDD meccanici ormai da tempo. Solo il NAS casalingo mantiene hdd meccanici per ora.
Il motivo è che ssd prima o poi cedono per vai dell'usura delle celle per cui se fai tante scritture, possono morire anche dopo una annetto o meno.
Quale sarebbe l'attività domestica (a parte minare ghia) in grado di usare le delle di un SSD in un anno?
Naturalmente la base installata al primo anno, di gran lunga superiore per gli HDD, è ciò che fa' la maggiore differenza; è molto più facile beccare lo stock fallato con AFR al di sopra della media.
Anche azzardando l'ipotesi che la "curva" degli AFR sia la medesima nei prossimi 4-5 anni, avremmo per gli SSD un AFR di gran lunga inferiore, ma non è sufficiente ad ammortizzare il solo costo/TB.
Il sistema misto ssd/hdd resterà la soluzione migliore ancora per diversi anni.
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