Schede video desktop, NVIDIA è sempre più padrona: nel Q3 2024 raggiunta la quota più alta di sempre

La decisione di AMD di cambiare strategia nel comparto delle GPU desktop per concentrarsi sul settore mainstream con le GPU RDNA 4, ma anche quella di riunificare le architetture RDNA e CDNA sotto UDNA, sono indubbiamente scelte che trovano una ragion d'essere se si guarda alle quote di mercato nell'ambito delle schede video desktop.

Secondo Jon Peddie Research, il settore è nelle mani di NVIDIA, che nel Q3 2024 ha ulteriormente rafforzato la propria posizione salendo al 90%. AMD scende di conseguenza al 10%, dato che Intel è una presente/assente con le GPU ARC, in attesa di capire come si comporteranno le nuove GPU Battlemage, a partire dai modelli ARC B580 e B570.

La quota di NVIDIA non è mai stata così alta come lo è oggi, con AMD che in particolare con le due ultime serie, RX 6000 e 7000, ha ravvisato un ulteriore contrazione della sua presenza nel settore. Dal 2002 a oggi, AMD ha raggiunto il picco di mercato nel Q3 2004 con una quota del 56%, poco dopo l'introduzione delle soluzioni Radeon X800. Da quel momento l'azienda ha vissuto alti e bassi, ma con una tendenza sempre al ribasso.

In generale, il terzo trimestre del 2024 non è stato esattamente roseo per il mercato AIB nel suo complesso. Gli analisti affermano che il settore ha raggiunto complessivamente 8,1 milioni di unità, un calo del 14,5% rispetto al Q2, anche se il terzo trimestre dell'anno è solitamente migliore del precedente.

In molti potenziali acquirenti potrebbero aver deciso di non acquistare le GPU in attesa delle nuove serie che saranno presentate al CES 2025 di inizio gennaio. Il settore potrebbe però non ritornare a crescere, anzi.

"Le nostre previsioni sul tasso composto di crescita annual (CAGR) a lungo termine sono fosche e si basano sull'impatto previsto di un aumento significativo dei prezzi per gli utenti finali a causa dei dazi previsti", ha dichiarato il Dr. Jon Peddie, presidente di JPR, facendo riferimento alle misure che dovrebbe emanare il nuovo governo Trump.

"Riteniamo che i dazi e la mancanza di aumenti salariali corrispondenti nei prossimi due anni porteranno l'economia degli Stati Uniti in recessione e che altri Paesi ne risentiranno con la riduzione della spesa da parte dei consumatori".