Anonymous non più tali: arresti in Spagna e Turchia
Due operazioni distinte in Spagna e Turchia hanno portato all'identificazione e in alcuni casi all'arresto di alcuni Anonymous, reponsabili di attacchi DDoS nei confronti di alcuni siti istituzionali
di Alessandro Bordin pubblicata il 14 Giugno 2011, alle 16:19 nel canale SicurezzaDa che mondo è mondo, nel momento in cui ci si accinge a fare qualcosa di illecito è premura del reo nascondere la propria identità. Anche i responsabili del cyber-crime non fanno eccezione, sebbene in questa categoria ricadano svariate tipologie di persone più o meno malintenzionate, capaci di fare danni da miliardi o mettere semplicemente il naso dove non dovrebbero.
Esiste tuttavia un gruppo abbastanza definito costituito da utenti cosiddetti Anonymous, appellativo sotto il cui generico nome ricadono uno o più utenti in grado di accordarsi sull'attacco a specifici obiettivi. Stiamo ovviamente semplificando molto il problema, omettendo di scendere nei particolari, al fine di capire meglio l'argomento della news.
A spanne si possono attribuire alle azioni di Anonymous diversi attacchi DDoS (Distributed Denial of Service), ovvero quelle operazioni rivolte a portare un determinato sito o servizi svolti dal sito stesso al limite fisico delle proprie potenzialità, eseguendo richieste contemporanee in grado di mettere fuori servizio il sito preso di mira.
Due diverse operazioni sono state condotte recentemente in Spagna e in Turchia, come affermato da SC Magazine, che hanno portato al fermo o in ogni caso all'identificazione di alcuni Anonymous. Tre di questi, spagnoli, sono accusati di aver messo fuori uso alcuni siti istituzionali iberici. A loro spettava il compito di gestire la chat con la quale gli Anonymous si accordavano per coordinare gli attacchi.
In Turchia sono invece 32 le persone arrestate, anche in questo caso ree di aver portato attacchi a siti governativi. Quanto emerge comunque non deve far pensare a passi avanti prodigiosi nel processo di identificazione e cattura dei responsabili di tali azioni, quanto negli strumenti abbastanza rudimentali utilizzati dalle persone identificate per camuffare la propria identità. Pesci piccoli e inesperti, insomma, ma comunque un risultato importante in tempi in cui la sicurezza informatica sta tornando tristemente all'onore delle cronache.










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3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infonell'articolo originale che avete postato infatti ci si riferisce ai tre anonymus catturati come 3 leader
tutta questa storia si fonda infatti sul vanto delle forze dell'ordine di aver catturato 3 leader di anonymus
peccato che anonymus abbia già fatto sapere quanto tutto questo sia una montatura,in quanto la loro organizzazione si basa proprio nel non aver leader o strutture organizzate e che non c'entrano niente con questa storia
per il resto come già detto da Itachi, non ha senso dire che erano "leader" in quanto non ne esistono, è la solita mossa pubblicitaria per spaventare i ragazzini.
ma se invece di perdere tempo con loro la polizia si impegnasse a bloccare i veri criminali?
Anonymous non c'entra non PSN, che si tratti di membri di Anonymous che hanno agito per conto loro è possibile, ma è fuori discussione che si tratti di qualcosa voluto dal gruppo. Inoltre è conveniente per chiunque scaricare la colpa su Anonymous dato che di fatto, chiunque può essere Anonymous.
Idem per gli attacchi che negli ultimi giorni/settimane hanno colpito Epic, Nintendo, Bethesda e Codemasters, anzi, Lulzsec ha rivendicato quello a Bethesda richiedendo uno special hat di Lulzsec in Skyrim
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