La capsula Boeing CST-100 Starliner ha effettuato il docking con la ISS, non senza problemi

Nella giornata di ieri Boeing CST-100 Starliner ha effettuato correttamente il docking con la Stazione Spaziale Internazionale. Alcuni problemi come due perdite di elio e cinque propulsori di manovra non funzionanti hanno causato un ritardo.
di Mattia Speroni pubblicata il 07 Giugno 2024, alle 19:02 nel canale Scienza e tecnologiaBoeingNASA
Un programma che era già in ritardo di alcuni anni rispetto alla concorrenza (SpaceX Crew Dragon) e che ha visto una serie di rinvii nelle ultime settimane dovuti a problemi tecnici, prima del vettore e poi della navicella stessa, ha finalmente avuto il suo momento positivo con il lancio della capsula Boeing CST-100 Starliner per la missione CFT (Crew Flight Test) con a bordo due astronauti della NASA, Butch Wilmore e Suni Williams.
Il decollo è avvenuto grazie a un razzo spaziale ULA Atlas V dalla Florida, il 5 giugno, per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale. Il test serve a validare la tecnologia impiegata per questa navicella spaziale e iniziare il vero e proprio programma operativo che si affiancherà a quello di Crew Dragon di SpaceX. Durante l'avvicinamento alla ISS non tutto però si è svolto nominalmente.
Sono stati segnalati principalmente tre problemi. Uno riguarda un consumo superiore a quello previsto di acqua all'interno di alcuni scambiatori di calore utilizzati durante l'ascesa e il rientro. Il secondo invece riguarda invece i propulsori di manovra del modulo di servizio della Boeing CST-100 Starliner.
In particolare la problematica legata ai propulsori ha ritardato di circa un'ora il docking con la stazione spaziale, avvenuto alle 19:34 (ora italiana) di ieri, dopo 27 ore dal decollo. Durante la fase di avvicinamento si sono infatti spenti cinque propulsori del reaction control system (o RCS). Essendo una condizione non nominale e dovendo garantire la sicurezza degli equipaggi, i controllori di volo hanno fatto mantenere una distanza di sicurezza di 200 metri dalla ISS alla capsula durante la risoluzione dell'imprevisto.
Le cause di questo problema non sono ancora chiare. Secondo quanto riportato durante la conferenza post-docking, sembra che il problema non sia di tipo hardware. Secondo le ipotesi fatte finora quando il software riceve valori fuori dai limiti per alcuni parametri (spinta inferiore, ritardi nel controllo, etc.), vengono disabilitati i propulsori coinvolti in maniera automatica.
Si tratterebbe di un problema simile a quello riscontrato durante OFT-2 (Orbital Flight Test 2). I propulsori coinvolti, una volta attivati manualmente, funzionano correttamente e tornano disponibili per le manovre.
Ci sarebbero poi altre due perdite di elio (sempre nella zona dei propulsori) indipendenti rispetto a quella individuata prima del lancio. Le altre due sono state rilevate quando la navicella è arrivata in orbita e non erano presenti in precedenza. Questo ha portato all'utilizzo di più elio del previsto, ma la scorta a bordo è sufficiente per il rientro considerando anche che quando è collegata alla ISS, Boeing CST-100 Starliner può chiudere i collettori dove sono presenti le perdite, bloccando così il flusso.
Wilmore e Williams sono comunque riusciti a eseguire alcune prove di pilotaggio manuale della navicella. La permanenza a bordo da parte dei due astronauti è stata descritta più che buona così come l'indossabilità delle tute spaziali IVA che sono risultate comode durante le varie operazioni. I dirigenti di Boeing hanno assicurato che tutti i problemi saranno risolti nelle future missioni oltre ad apportare alcuni aggiornamenti tecnici (come la capacità di effettuare streaming video in diretta di ciò che avviene all'interno della capsula).
4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoè una capsula che deve fare solo 6 lanci ormai verrà certificata e funzionerà fino al pensionamento della iss.
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