L'era dell'idrogeno si avvicina: Snam investe 7,4 miliardi e crede nelle fuel cell per il trasporto
Con il prezzo dell'idrogeno in calo, si avvicina il momento in cui sarà competitivo rispetto ai carburanti basati sul petrolio. L'idrogeno sarà al centro della transizione energetica dei trasporti e Snam investirà buona parte del suo budget nei prossimi anni per farsi trovare pronta
di Roberto Colombo pubblicata il 26 Novembre 2020, alle 11:37 nel canale Scienza e tecnologiaSnam
L'amministratore delegato di Snam Marco Alverà ha presentato il piano industriale 2020-2024, con investimenti in crescita rispetto al quadriennio precedente: circa 7,4 miliardi di euro rispetto ai 6,5 del piano 2019-2023. Un piano industriale che vede l'idrogeno al centro del processo di decarbonizzazione e di transizione energetica.
Alverà è stato chiaro: il prezzo dell'idrogeno, grazie agli avanzamenti tecnologici e agli investimenti fatti, è in calo e presto sarà competitivo in diversi settori con i carburanti basati sul petrolio. Snam vuole farsi trovare pronta e può beneficiare degli investimenti fatti in passato, con il 70% della propria rete di infrastrutture già 'Hydrogen Ready' e quindi pronte per il trasporto e la distribuzione dell'idrogeno. Il piano industriale vede importanti investimenti proprio sul tema dell'infrastruttura e buona parte riguardano le sostituzioni per l'ammodernamento della rete, anche in ottica "hydrogen ready", per quasi 1.200 km.
L'idrogeno è un tassello fondamentale per la decarbonizzazione dei trasporti e Snam, in arco di piano, con il progetto Snam4Mobility prevede di lanciare le prime cinque stazioni di rifornimento di idrogeno. Snam4Mobility al momento è molto concentrato sull'utilizzo di gas naturale (CNG e LNG) e biometano e prevede a fine piano la realizzazione di 150 nuove stazioni di rifornimento: questa infrastruttura sarà poi la base una transizione più veloce verso una diffusione capillare dell'idrogeno.
D'altra parte Alverà è stato chiaro nelle sue dichiarazioni: gli investimenti fatti e i passi in avanti sul fronte tecnologico porteranno nel giro di pochi anni il costo dell'idrogeno a 2 euro al chilo (contro gli attuali 5-6 €/kg) rendendo questo carburante competitivo rispetto al petrolio. In particolare sono i trasporti pesanti i primi che potranno beneficiare della transizione, come ha dimostrato anche l'accordo tra Iveco e Nikola, per l'elettrificazione delle motrici del marchio italiano utilizzando la tecnologia a fuel cell della startup statunitense.
Non solo camion: diverse linee ferroviarie in Italia non sono elettrificate e utilizzano motrici diesel, ma nei prossimi anni ci saranno interessanti novità anche in questo settore. In arco di piano sarà avviata la conversione delle prime tratte ferroviarie da diesel a idrogeno in partnership con FS Italiane e Alstom. Avevamo parlato dell'intesa quinquennale per lo sviluppo di tratte ferroviarie con treni alimentati a celle a combustibile nel giugno scorso.
38 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoL'idrogeno non è un carburante
E' un vettore di energia.
Basta non fare come lo Zeppelin (senza Led) però ...
E' un vettore di energia.
l'idrogeno è anche estremamente reattivo...
Link ad immagine (click per visualizzarla)
E' un vettore di energia.
Va be', allora anche il petrolio è un vettore di energia, quella solare che ha raggiunto la Terra milioni di anni fa.
E' un vettore di energia.
allora diciamo un combustibile
Che può bruciare, atto alla combustione; infiammabile.
Sostanza naturale o artificiale, liquida, solida o gassosa, capace di sviluppare calore in una reazione di combustione; carburante.
In più bisogna vedere: il rendimento della centrale, quello del processo di produzione dell’idrogeno e quello del motore a idrogeno.
In ambito ferroviario forse é meglio elettrificare le linee e usare motrici elettriche.
L'idrogeno ha come limite la sua pericolosita' data dalla dificolta' di stoccaggio - ma puo essere prodotto da fonti rinnovabili che non emettono CO2; a differenza dei gas naturali - la cui estrazione costa energia, sono monouso e emettono una quantità di CO2 che non possiamo piu' assorbire da nessuna parte.
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